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Autore: Deep Submerge85    05/10/2011    3 recensioni
Hermione Granger non è mai stata una ragazza normale. Anche nelle cose più semplici, come l'andare ad un Ballo, deve complicarsi la vita; tutto a causa del suo Rosso del cuore.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Hermione Granger era sempre stata diversa. Diversa dai suoi coetanei Babbani, perché era una strega. Diversa da molti dei suoi coetanei maghi, perché era una Nata Babbana. Diversa anche dai suoi coetanei Nati Babbani per la sua bravura e la sua profonda conoscenza del mondo magico, insolita per chi è cresciuto tra i Babbani. Diversa da tutti i suoi coetanei in effetti, per il suo amore viscerale per lo studio, il suo profondo senso del dovere e della giustizia, e soprattutto  per la ferma convinzione che sperare in un mondo migliore, sperare che i sogni si realizzino per diritto divino, non era di alcuna utilità, senza un impegno concreto.              
Quando Hermione Granger voleva qualcosa, si impegnava per ottenerla; non si limitava a stare ferma in un angolino e sperare che tutto andasse per il meglio. Lei, il meglio, se lo costruiva; rischiava, si metteva in gioco, dava fondo a tutte le sue energie e la sua conoscenza.                 
Mentre la maggior parte dei suoi coetanei si limitava a sperare che qualcuno intervenisse, lei agiva. Era sempre stata così, fin da bambina e ad Hogwarts le cose non erano certo cambiate.                        
Al secondo anno, mentre tutta la scuola era terrorizzata dalla Camera dei Segreti e dal mostro che stava mietendo vittime nel castello, fu lei a passare notti insonni in Biblioteca, consultando tutti i libri possibili e venendo poi alla fine a capo della situazione.                                            
E da quando era iniziato il quarto anno, si batteva per i diritti degli elfi domestici, la cui situazione era biasimata da tutti, ma lei sola aveva deciso di fare concretamente qualcosa, fondando il C.R.E.P.A.        
No, decisamente Hermione Granger non era il tipo di persona che aspettasse un aiuto dal cielo senza fare nulla. Eppure, riguardo alcune cose, persino lei era impotente e doveva, una volta tanto, adeguarsi alla massa, limitandosi a sperare nella sua buona stella. Ammesso che ne avesse una.
Dal momento che il suo migliore amico era un certo Ragazzo Sopravvissuto, poteva solo sperare di passare un anno tranquillo ad Hogwarts, senza rischiare di essere uccisa, o peggio, espulsa. Così come poteva solo sperare che un giorno anche gli studenti della Casa verde e argento, si rendessero conto che non era una strega di livello inferiore solo perché Nata Babbana. E poteva solo sperare, seppur col vago sospetto che fosse inutile, che qualcuno oltre lei, leggesse Storia di Hogwarts prima o poi.
C’era poi la speranza più profonda e intima, quella più dolorosa, che non aveva il coraggio nemmeno di rivelare a se stessa: la speranza che, un giorno, il ragazzo che amava si accorgesse di lei. E che magari accadesse in quelle ventiquattr’ore che precedevano il Ballo del Ceppo.                           
 
 

Ginevra Weasley piombò nella Sala Comune di Grifondoro come una furia; serrando gli occhi come due fessure, eliminò dal suo campo visivo tutte le persone inutili che in quel momento si godevano l’ozio post- cena e si diresse a spron battuto verso l’oggetto del suo interesse. E della sua irritazione, soprattutto.
“Hermione Jean Granger!” tuonò facendo sobbalzare l’amica e tutti i presenti.                                                  
“Ginny..!Mi hai spaventato…” le disse mentre il cuore, dopo esserle balzato in gola, tornava nella sua posizione naturale. Vedere la rossa più famosa di Hogwarts piantata di fronte a te, a braccia conserte e con uno sguardo assassino in perfetto stile Molly Weasley,  era qualcosa di spaventoso, anche per una abituata a cose peggiori come Hermione.
Gli occhi di Ginevra si assottigliarono ancora di più, come se volesse trovare la risposta alla sua domanda semplicemente scrutandole attraverso.    
“E’ vero o non è vero che Viktor Krum ti ha invitato al Ballo del Ceppo?”
Le guance di Hermione diventarono immediatamente della stessa tonalità dei capelli dell’amica e dopo aver lanciato un’occhiata imbarazzata agli altri studenti, impegnati a fingere di non ascoltare la loro conversazione, ebbe solo la forza di sussurrare “Ginny…potresti abbassare la voce, per favore?” 
Stavolta gli occhi di Ginevra si spalancarono. “Allora è vero!!” Esclamò con un tono leggermente superiore al livello urlo. “Ma perché accidenti non me l’hai detto??”                      
Hermione Granger in quel momento provò l’irrefrenabile impulso di riaprire la Camera dei Segreti, nella speranza che stavolta il Basilisco compisse il suo dovere eliminando l’amica del cuore
“Ginny. Siediti. Subito.” le sibilò tra i denti.    
La rossa sbuffando si accomodò accanto all’amica, senza il cipiglio battagliero che l’aveva caratterizzata fino a due secondi prima.            
“Sai, quando me l’hanno detto, pensavo fosse solo uno stupido pettegolezzo…” Disse con il tono di chi è in piena fase cospirativa. “Poi però considerando la provenienza del gossip, ho pensato che doveva esserci qualcosa di vero…”                                                          
“Ma chi ha detto esattamente cosa, Ginny?”            
“Oh. Bè…me l’ha detto Calì, a cui l’ha ovviamente detto Padma, che l’ha sentito dire da un’altra Corvonero del sesto anno, mentre ne parlava con una di Beauxbatons, a cui pare l’abbia detto un amico di Viktor in persona!” concluse Ginevra soddisfatta, mentre l’amica la guardava orripilata. “Si. Bene. Quindi tutta Hogwarts sa di questa cosa?” chiese con l’intima sicurezza di chi domanda solo per avere una conferma al proprio sospetto.                                                                                                                                                                    
“Si…più o meno, si.” Rispose la rossa semplicemente. “Non che ci credano in molti, a dire il vero...” Hermione la guardò interrogativa. “Cioè, che Krum te l’abbia chiesto si!” si affrettò subito ad aggiungere l’amica.  “Non credono che ci andrai sul serio, ecco…”                                                                                      
Hermione Granger sospirò, pensando a quanta ragione avessero quei molti. In effetti era stata più che contenta di ricevere un invito del genere: Viktor Krum era un bel ragazzo, era un famoso giocatore di Quidditch e partecipava al Torneo Tremaghi; tutta la fauna femminile di Hogwarts, per non parlare di Beauxbatons, avrebbe fatto carte false per essere invitata al suo posto. Il che la metteva nell’insolita posizione di essere oggetto di invidia da parte di altre ragazze, cosa mai successa nella sua vita di secchiona-amante dello studio-incurante della moda, e che, seppur non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto Cruciatus, le faceva decisamente piacere. Hermione Granger però, era diversa dai suoi coetanei anche in questo: anziché godersi le cose nella loro semplicità, tendeva a complicarsi la vita nei modi più disparati. La sua infinità curiosità e il suo innato spirito Grifondoro, l’avevano sempre ficcata in guai impensabili sin da bambina e una volta approdata ad Hogwarts, l’amicizia con il Prescelto e il suo fido compare, avevano decisamente peggiorato la situazione, portandola a vivere avventure che nessun’altra ragazza della sua età poteva dire di aver anche solo immaginato. Di certo anche in ambito sentimentale, Hermione Granger non poteva accontentarsi del classico Principe Azzurro, del ragazzo ammirato e bramato da tutte, giammai. Hermione Granger doveva innamorarsi del suo migliore amico, che oltre ad essere un fratello per lei, non sembrava rendersi affatto conto del suo essere una ragazza, ma che la vedeva piuttosto come una sorta di biblioteca ambulante. Ragion per cui, nemmeno per un istante era passato per la testa di Ronald Weasley, il pensiero di invitarla al Ballo.                                                                   
Neville Paciock l’aveva invitata, e lei aveva opposto un netto seppur gentile rifiuto, nella speranza che il prossimo a chiederglielo sarebbe stato il rosso oggetto del suo amore, invece, alcuni giorni dopo il tentativo di Paciock, era toccato al celebre Krum; nel suo caso non aveva avuto la forza di rifiutare, anche perché se Ronald non l’avesse invitata, come effettivamente stava accadendo, sembrava piuttosto improbabile che avrebbe ricevuto un terzo invito.                                                                                                                                                
Era pur sempre Hermione Granger, mica Daphne Greengrass.                                                                           
“Hermione?Allora si può sapere perché non me l’hai detto?” le chiese Ginny distogliendola dalle sue elucubrazioni.                                                                                                                                                                
Bella domanda. Perché non gliel’aveva detto? Perché era un verme. Un verme verminoso.                                                                                                                                               
“Io…pensavo ti saresti arrabbiata…” le rispose l’amica iniziando a sfogliare distrattamente il libro di Antiche Rune.                                                                                                                                                                      
“Arrabbiata?!Perchè Viktor Krum ti ha invitato??” Stavolta c’era una nota di delusione più che di rabbia, nel tono di Ginevra Weasley. Si era sempre considerata un’ottima amica di Hermione, la sua migliore amica e le migliori amiche sono contente quando l’altra viene invitata al Ballo dal ragazzo più ammirato; inoltre per definizione l’invidia non apparteneva al suo carattere, quindi l’idea che Hermione potesse considerarla invidiosa, tanto da arrabbiarsi nel sapere quella notizia le dispiaceva non poco.                                                                        
“No…non per questo..!”  Le rispose subito  l’amica cercando di essere il più convincente possibile. “Io…io non gli ho ancora dato una risposta…”  buttò lì tornando ad immergersi tra le Rune.                                                                                                                                   
“Tu…non hai…questo nessuno lo sa…oh Hermione!!” gridò Ginny togliendole da mano il libro. “Per le mutande di Merlino!!Perchè non gli hai ancora risposto??”                                                                                              
L’amica non rispose, limitandosi ad abbassare la testa contrita e tanto bastò a Ginevra Weasley per capire ogni cosa. “Non ci credo…speri che lui ti inviti?”                                                                                                              
Anche stavolta la sua domanda si perse nel vuoto. “Fantastico!Davvero fantastico!” commentò la rossa restituendole il libro. “Ora capisco perché non me l’hai detto…mi consigli di lasciar perdere Harry e poi…tu che fai?!” Tornò la delusione nella sua voce, non per se stessa, ma per l’amica che stava sprecando un’occasione imperdibile dietro una chimera chiamata Ronald.                                                                                                                                  
“Lo so…sono stata stupida!” prese a dirle Hermione con evidente amarezza. “Io pensavo, speravo , che se avessi aspettato un po’ magari…magari mi avrebbe invitato…”                                                                                    
“Oh bè, se aspetti un altro po’ ti inviterà Godric Grifondoro in persona!” sbottò la rossa. “Herm, mio fratello è un idiota!Lo so io e lo sai tu!Non puoi rovinarti l’esistenza con un elemento del genere…”                                                                                                                  
“Lo so, Ginny, lo so bene…me lo ripeto tutti i giorni!Ma in un’occasione come questa…sarebbe stato bello andarci con lui…”                                                                                                                                                      
Hermione Granger non era una ragazza romantica, non nel senso comune del termine: non andava in brodo di giuggiole per tramonti, cuoricini e amenità varie, ma da quando la professoressa McGranitt aveva detto loro del Ballo del Ceppo, non aveva fatto altro che fantasticare su come sarebbe stato andarci col suo Ronald. Ritrovarsi per una volta ad essere parte di una coppia e non di un trio, stare con lui in una situazione intima e romantica come poteva essere un Ballo di quel genere organizzato nel giorno di Natale.                                 
Non aveva fatto altro che pensare al vestito blu pervinca che avrebbe indossato e alla Pozione che avrebbe dovuto necessariamente usare per domare i suoi capelli; e spesso aveva sorriso nell’immaginare l’espressione che avrebbe avuto lui, quando l’avrebbe vista. Perché in fondo era solo questo che voleva e che sperava con tutte le sue forze: essere vista. 
Ancora una volta fu Ginny a distoglierla dai suoi pensieri, in cui stava malinconicamente sprofondando. “Tesoro…lo so cosa provi per Ron…io lo so…!” le disse accorata. “Ma…forse, dovresti seguire il consiglio che hai dato a me…”                                                                                                          
Già. Per questo non gliel’aveva detto. Perché era un verme verminoso che dava consigli alle persone, quando lei per prima faceva esattamente il contrario.                                                
Ma quando sei una persona pratica che agisce, anziché affidarsi alla Provvidenza, sei ostinatamente legata alle poche cose in cui speri; smettere di sperare che un giorno Ronald potesse svegliarsi dal sonno in cui vegetava da quattro anni, sarebbe stato oltremodo doloroso per il suo cuore, ma anche per principio. Significava ammettere di aver fallito su tutta la linea, che non solo tutta la sua intelligenza, la sua volontà, il suo ingegno, non servivano a nulla, ma nemmeno la sua profonda e ardente speranza. Significava ammettere che in quella circostanza, non poteva fare davvero niente; che la sua felicità dipendeva interamente da qualcun altro.          

“Ginny…credi che anche Ron sappia che Viktor mi ha invitato?”   La rossa roteò gli occhi all’insù. “Herm lo sai che quei due si interessano solo di Quidditch e di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…tutto il resto non esiste!” concluse con un pizzico di amarezza.
Tutto il resto non esiste.      
Io e Ginny siamo tutto il resto,
si disse Hermione.                                                                                       
“Sono stata davvero stupida..! Viktor è così gentile e io…”                                                                                     
“Sei ancora in tempo per rimediare! Se lui ti piace, se hai voglia di andare al Ballo con lui, allora vai… non perdere un’occasione del genere!” Ginevra le posò una mano sulla schiena, accarezzandola leggermente. “Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere…”                                                                                                                                          
In quel momento un velo si squarciò nella mente di Hermione Granger. Continuare a sperare, ad illudersi, ad aspettare, non l’avrebbe portata a nulla; doveva vivere la sua vita, agire, come era solita fare e se il destino avesse voluto, un giorno il suo desiderio sarebbe stato realizzato.
“Quando sei diventata così saggia tu?”                                                                                                       
“Bè, diciamo che ho avuto una buona Maestra…” le rispose Ginny sorridendole.                                  
“Domani glielo dico.” Affermò Hermione. “Domani mattina, per prima cosa, andrò a dire a Viktor che accetto volentieri il suo invito.”                                                                                                  
“Bravissima tesoro!! Quel troll di mio fratello morirà di invidia!”                                                                                    
“Perché probabilmente vorrebbe andarci lui al Ballo con Krum!” Le due ragazze scoppiarono a ridere e presero a parlare di altri argomenti, sebbene entrambe avessero in fondo il cuore pesante, per aver capito, così giovani, che a volte non basta nemmeno sperare. A volte puoi solo andare avanti.
 
                                                                                                                                                                                                                                   
 
 


Questa storia partecipa al Contest “One Wand; One Magic” indetto da Hiko. Scopo del Contest era scegliere una bacchetta (usando poi il corrispettivo personaggio) e un incantesimo (usando poi il corrispettivo tema); io ho scelto Hermione Granger e il tema “speranza”.So che nel libro Hermione viene invitata prima da Krum e poi da Neville, ma concedetemi una piccola licenza poetica…XD Stesso dicasi per la frase di Silente che in questo caso faccio pronunciare a Ginny...;)
   
 
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