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Autore: Shine_On    05/10/2011    7 recensioni
Che schifo di giornata.
Davvero. Per una volta che il sole era magnifico e la temperatura ottima, i parchi si sono letteralmente riempiti di gente. 
E del tipo che non sopporto, poi. [...] Alzai lo sguardo dal mio diario, fissando scocciata tutto quello che avevo intorno. Ero stata davvero felice quella mattina guardando il meteo: le giornate di sole e caldo erano davvero rare in Canada. Ma odiavo la confusione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Che schifo di giornata.
Davvero. Per una volta che il sole era magnifico e la temperatura ottima, i parchi si sono letteralmente riempiti di gente. 
E del tipo che non sopporto, poi. Da ogni pate mi giri vedo le stesse scene.
Coppiette che si tengono teneramente per mano, ragazze che parlottano, dolci famiglie felici che fanno pic-nic sull'erba.
Davvero nauseante.


Alzai lo sguardo dal mio diario, fissando scocciata tutto quello che avevo intorno. Ero stata davvero felice quella mattina guardando il meteo: le giornate di sole e caldo erano davvero rare in Canada. Avevo addirittura lasciato i miei adorati stivali a casa, indossando dei sandali che si abbinavano meglio con gli shorts e la maglietta che indossavo. Ma odiavo la confusione. Beh, a dire il vero odiavo stare con la gente. Non ero brava nei rapporti interpersonali.
Guardai meglio una coppietta che si era messa a limonare su una panchina proprio di fronte a me e provai un grosso fastidio.
Cavolo, cercatevi una stanza.

Fin troppo nauseante. 
Mi chiedo come possano esserci così tante coppie in giro. Di ragazzini, poi.
È così difficile capire che niente dura? 
Il
lieto fine non esiste. E neanche il per sempre.

Mi asciguai una lacrima silenziosa che aveva cominciato a scendere sulla mia guancia.

E dire che anch'io c'ho creduto. Troppe volte. Per questo lo so.

Pensai, malavoglia, a tutte le volte in cui mi ero illusa. A partire dalle amicizie delle elementari, quelle che mi avevano fatto capire che era meglio non fidarsi troppo delle persone, fino all'ultima delusione, quella stessa estate. 
Trent mi era sembrato un tipo a posto fin dall'inizio. Simpatico, carino, il tipo di persona che le cose te le dice in faccia.
Gli avevo creduto quando mi aveva detto che non mi avrebbe mai dimenticato, che i nostri sentimenti erano veri, o quando prometteva di inviarmi mail ogni giorno quando sarebbe tornato a casa. E l'aveva fatto, ma dopo una settimana, come era logico, aveva smesso. E avevo capito che non valeva la pena mettere il cuore in queste cose.
Ma non era quello l'episodio che mi faceva più male.

La verità, diario, è che mi manca lui. Anche dopo un anno non riesco a dimenticarlo. Perché se ne è andato così, senza dire una parola? Non lo capisco. Ci penso ogni giorno, quando vedo la nostra foto sul comodino. E fa male.
Cavolo, odio queste giornate. Visto? Ho comiciato a pensare a cose che non volevo, anzi dovevo, pensare.
Come, per esempio, che la prima volta che l'ho incontrato era proprio in questo parco, in una stupenda giornata di sole.


Ricordavo perfettamente quel giorno di sette anni fa in cui l'avevo conosciuto. 
Era pomeriggio, e io ero "scappata" di casa dopo l'ennesimo litigio tra i miei genitori. Mi ero rifugiata sotto le fronde dell'albero più grande e cercavo di non farmi notare. Non volevo piangere, perchè le bimbe di dieci anni non piangono, Gwenny. Nonostante tutto le lacrime scendevano e non riuscivo a fermarle. Fu in quel momento che un bambino della mia età, con ribelli capelli neri e enormi occhi azzurri si sedette accanto a me.
« Perché piangi? » mi chiese, e senza aspettare una risposta continuò « I parchi sono fatti per divertirsi. Non ha senso essere tristi, qua. »
Non avevo la minima idea di chi fosse, ma il sorriso enorme che mi aveva rivolto mi aveva fatto sorridere. E gli avevo raccontato tutto, dai litigi dei miei, ai problemi con la scuola. Fu così che Duncan diventò il mio migliore amico. 

Mi manca tutto di lui, diario.
Mi manca il suo sorriso, che diventava un ghigno malefico appena pensava a nuovi scherzi da fare ai secchioni.
Mi mancano i suoi capelli e la sua cresta verde, fatta lo stesso giorno in cui avevo deciso di farmi le meches blu.
Mi mancano i suoi piercing, uno per ogni volta che aveva litigato con i suoi.
Mi mancano la sua ironia, le sue battute, ma anche il suo essere serio quando ne avevo bisogno.
E mi mancano i suoi occhi, i suoi occhi stupendi, che dopo sei anni mi avevano fatto desiderare qualcosa di più dell'amicizia. Anche se lui questo non lo sa.


Sentii qualcuno sedersi vicino a me, ma lo ignorai. Non volevo farmi vedere da nessuno nelle condizioni in cui ero. Meno male che la matita era waterproof sennò, con tutte quelle lacrime, sicuramente sarei sembrata un mostro. E poi, parlare con qualcuno in quel momento era la cosa che mi andava di meno.
All'improvviso sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla e mi girai, pronta a mandare a quel paese chiunque mi stesse disturbando.
E non riuscii a muovere più un muscolo.
« Ehi, perché piangi? Sai già che questo non è il posto più adatto. »
Avevo l'impressione che la mascella mi fosse caduta a terra. Non potevo credrci. Duncan.
Duncan. Duncan Duncan Duncan. Duncan.
Era là. Neanche il tempo di accorgermene e già mi ero buttata adosso a lui stringendolo così forte da soffocarlo, mentre le lacrime avevano ricomiciato a fluire. Mi allontanò dolcemente da sè, senza però lasciarmi le mani. « Ehi, dolcezza calmati. So di non essermi comportato bene, ma non penso di meritare la morte per asfissia. » disse ridendo, e finalmente rividi quel sorriso magnifico che mi era mancato per un anno intero.
« È solo... Mi sei mancato da morire, brutto pezzo d'idiota! » risposi ridendo anch'io.
« Anche tu mi sei macata, Gwen. » sussurrò, e mi abbracciò. Cavoli, qunato mi erano mancate quelle braccia!
« Allora, puoi spiegarmi dove diavolo eri finito? » chiesi dopo qualche secondo, sciogliendo l'abbraccio.
Duncan alzò gli ochi al cielo e sospirò « È una lunga storia, che include mio padre, l'affitto scaduto e proposte di lavoro in altre città. Un giorno te la racconterò. »
Un giorno... « Sei tornato per restare, vero? » chiesi, nervosa. Non avrei sopportato di perderlo un altra volta.
« Per sempre. » disse, sorridendo « Dai, andiamo, » aggiunse poi prendendomi per mano e mettendosi in piedi « ho una volglia matta di tacos e non accetto rifiuti! » 
Non potei far altro che ridere al suo entusiasmo. « E tacos sia! »

Beh, caro diario, tanto per la cronaca. La più bella serata della mia vita. 
E Duncan bacia da dio.

Quindi devo rettificare. 
Non so se il per sempre esista. 
Ma io ci voglio credere.








Angolo dell'autrice :3
Beh, siccome non so che dire, spero che questa fic vi sia piaciuta :3
Ok, è un po' deprimente, ma una volta che un'idea mi entra in testa non se ne va via finchè non la scrivo ú.ù
Dedico questa fic a Hokuto, l'unica persona che conosco che ha conflitti interni con il proprio cervello mentre scrive :D ♥
Ah, e naturalmente a tutti gli amanti della DxG. E a tutti quelli a cui non piace la coppia ma hanno letto lo stsso la storia :D
Spero recensiate :3






  
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