Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    05/10/2011    18 recensioni
Mamoru le prime volte che vide Usagi, durante tutto l'arco della prima serie.
Non fu amore a prima vista.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le prime volte che ti vidi 3

3 - Irritante

 

La terza volta che ti vidi,

eri una ragazzina irritante.

  

Una giornata iniziata male e terminata peggio. Mamoru avrebbe potuto descrivere così quel giorno nuvoloso se non fossero state solo le cinque del pomeriggio. Aveva ancora tutta la serata da affrontare.

Col passare delle ore, la sua sfortuna si era dipanata in una lunga lista di sventure.

Per cominciare aveva dormito solo a tratti durante la notte.

Aveva sognato ripetutamente lei, la castigatrice del suo sonno, la principessa del suo subconscio onirico. La ragazza si era presa a forza quel titolo, ma Mamoru glielo aveva regalato soprattutto perché lei aveva un'aria. nobile. 'Principessa' era un nome adatto: nonostante il sonno che gli rubava, lui voleva baciarla più spesso di quanto non volesse ucciderla.

Di mattina, dopo aver racimolato abbastanza energia per alzarsi dal letto, aveva guardato di sbieco il comodino. La sveglia aveva suonato due volte senza che lui la sentisse, gettandolo in un ritardo di mezz'ora. Disperato, per colazione si era preparato solo un caffè; naturalmente non aveva afferrato bene il manico della tazza e si era macchiato la camicia nuova. Era stato costretto a ricorrere al suo cambio d'abito preferito - giacca classica verde, pantaloni grigi e maglia nera a collo alto - imprecando silenziosamente in lingue che non conosceva.

Durante il viaggio in autobus - voleva una moto! - una frenata lo aveva mandato a sbattere frontalmente contro una signora, proprio sul di lei notevole paio di- Si era beccato uno schiaffo in faccia. Non si era mai vergognato tanto in vita sua.

Correndo verso l'università - sotto la pioggia - non aveva visto un buco sul marciapiede. Ci aveva infilato dentro una scarpa e aveva impattato a terra col ginocchio sinistro. La caviglia non era rimasta indietro e si era presa una bella storta. Naturalmente, i suoi pantaloni si erano sporcati.

Era arrivato a lezione già iniziata. Entrando in aula tutti gli sguardi si erano puntati su di lui, compreso quello del suo inflessibile professore di chimica.

Mamoru non si era ancora fatto notare da quell'uomo durante il corso, perciò la prima impressione che Kuroki-san aveva legato al suo nome era quella di un ritardatario trascurato e claudicante.

Non aveva mai creduto alla sfortuna, ma quel giorno era intenzionato a fargli cambiare idea.

Sospirò. Almeno la gamba non lo costringeva più a zoppicare.

... era tutta colpa del poco sonno. Era colpa di lei.

A volte si sentiva come un bambino di fronte a quella ragazza, impaurito e bisognoso. Si detestava per quella condizione.

Voleva delle risposte da lei e in sogno era così disperato che arrivava a supplicarla pur di ricevere una parola nuova dalle sue labbra. Lei se ne stava muta, col volto nascosto dall'ombra pallida della luna. Malinconica, sembrava chiedergli conforto.

Trova il cristallo d'argento per me.

Salvami.

Quell'ultima era un'aggiunta sua. Interpretava così la tristezza di lei, sempre più visibile in quella nebbia di confusione che era la sua testa.

Ti prego.

L'eco di quella voce si faceva col tempo più morbido e familiare.

Mamoru ne ricavava un senso di sconfitta. Non riusciva ad aiutare né lei né se stesso.

Gli sarebbe piaciuto salire sulla torre da cui la principessa lo chiamava. Avrebbero potuto starsene seduti insieme da qualche parte, a piangere i loro tormenti e la loro solitudine, consolandosi a vicenda.

Patetico.

Dove era finito il suo proposito di essere forte? Non aveva qualcuno a cui affidarsi e non lo avrebbe mai avuto. Rifiutava l'aiuto di estranei che erano costretti a preoccuparsi di lui per lavoro.

Se iniziava a piangersi addosso dove sarebbe andato a finire?

Per il futuro aveva dei progetti, piccoli passi da compiere. Era andato a vivere in un appartamento tutto suo e stava imparando a cucinare meglio. Aveva iniziato a frequentare l'università con uno scopo preciso, perseguito con costanza. Voleva una moto e anche una macchina.

Erano tutte futilità? Cose che da sole non creavano una vita completa?

Non gli importava.

Si era fatto persino un amico. Motoki Furuhata gradiva la sua compagnia. Forse lo aveva preso sotto la propria ala solo per bontà, ma non glielo faceva pesare. Insieme si divertivano e, in un paio di mesi, Mamoru gli si era quasi affezionato.

Tutto a posto. Era una persona normale, anche se non era mai riuscito ad adattarsi a una famiglia.

Guardò davanti a sé e quasi sorrise.

Sul lato opposto della strada non c'era forse l'emblema della normalità? Testolina a Odango se ne stava ferma a guardare un vicolo vuoto.

L'occhiata che lei lanciò alle proprie spalle lo aiutò a comprendere.

Era tutta una questione di indovini. Il giorno prima era stata inaugurata una sala dedicata alla chiromanzia per fare concorrenza al Signore di Juuban, un vecchietto che proclamava di saper leggere il futuro nella mano delle persone.

Solo ragazzine come Testolina a odango potevano credere a simili idiozie. Probabilmente l'unica domanda che sapevano fare sul loro futuro riguardava un ragazzo.

'Oh, quando, come e dove troverò un fidanzato?'

Mamoru inciampò.

Si girò e vide che era finito su una piastrella sollevata - in mezzo al marciapiede. Ebbe un brutto presentimento e riprese a camminare.

Doveva correre a casa. Almeno fra le pareti domestiche non avrebbe avuto un pubblico ad assistere alle sue disgrazie.

Tonk!

Una scarpa aveva usato la sua testa come trampolino per atterrare al suolo.

Era una ballerina nera.

Mamoru la raccolse e ne fece una polpetta nel pugno.

Eh no!

Marciò dritto verso la vittima colpevole della sua furia. Testolina a Odango aveva la sfortuna di essere l'unico danno vivente che gli era capitato durante la giornata, perciò... Strinse i denti e sguainò la scarpa. «Mi hai fatto male, Testolina a Odango!»

Lei si erse in tutta la sua misera altezza. «Possibile che tu non sappia dire altro?»

Era lei che continuava a lanciargli oggetti in testa! «Se non impari a controllare i tuoi modi, non troverai mai un fidanzato!»

Testolina a Odango cominciò a battere i denti, rossa in viso.

Lui non si pentì di averla punta sul vivo.

Lei si riprese la scarpa. «Grazie tante davvero!»

Peste di una ragazzina che non era altro!

Si voltò e riprese la propria strada. Udii dei bofonchii in sottofondo e dovette usare tutta la propria forza di volontà per non girarsi e rispondere.

Era adulto, non poteva comportarsi come un bambino!

Per sbollire la rabbia si allontanò.

        

Quella notte la sua principessa tornò a trovarlo.

Lei allungò una mano nella sua direzione e, nonostante la distanza che li separava, lui sentì ugualmente una carezza sulla guancia.

Il giorno dopo non era più stanco e la sua gamba era guarita. Il caffè del mattino aveva un gusto più intenso del solito, confortante.

Assaporandolo, guardò fuori dalla finestra.

Era tornato il sole.

Sorrise e si preparò a una nuova giornata di lezioni. 

 

 

3 - Irritante - FINE

 


 

NdA: Momento elaborato sulla base dell'incontro tra Usagi e Mamoru nell'episodio 2 della prima serie.

Devo ammettere di essermi divertita a scriverlo : entriamo nel vivo delle reazioni di Mamoru.

Il prossimo capitolo si rifarà al terzo episodio e conosco già il titolo: 'Divertente' ;)

 

Sarà sempre un piacere sentire cosa pensate.

  

ellephedre

 

   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre