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Autore: pucia    06/10/2011    3 recensioni
Tom Riddle diverrà mai Lord Voldemort? sarà lui il buono della storia? Come mai Harry Potter è il cattivo della situazione?
Tom purtroppo scoprirà una verità che non si aspettava. Perchè questa è soltanto una sua vita parallela.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La prima bacchetta

Tom seguiva Silente in silenzio. Avevano già comprato i libri in un posto chiamato “Ghirigoro”, o meglio era stato Silente a comprare i libri, lui aveva soltanto letto la lista, che non era servita a nulla. Era il preside della scuola, sapeva il necessario a memoria, del resto l'aveva fatta lui la lista dei libri e delle altre cose.
«Ora andiamo ad ordinare il calderone»
Entrarono in una casetta piccina. Sulla porta aveva l'insegna col nome e al di sopra un grosso e nero calderone. Tom si chiese come poteva rimanere attaccato con tutto quel peso.
Il negozio era davvero affollato. Non si riusciva quasi a camminare. C'era gente che spingeva e passava avanti senza rispettare la fila.
«Come lo vorresti il calderone? In rame, ottone o peltro?»
Dalla faccia confusa di Tom, Silente capì che non ne aveva proprio idea.
«Faccio io»
Da solo si avviò al bancone e ordinò un gigantesco calderone color bronzo. Al suo passaggio tutti si scostavano, bisbigliando qualcosa e dicendo meravigliati “ma quello è Silente”. Poteva sembrare un divo, tutte le attenzioni erano rivolte alla sua figura. Tom non poteva immaginare di stare assieme al più potente mago del mondo.
«Sarà recapitato dove stanno i tuoi bagagli» disse Silente, sorridendo cordialmente a quelli che lo salutavano.
Ormai nella lista avevano tagliato molte cose, persino la bilancia, il telescopio e le provette. Tutte cose che Tom si chiedeva a cosa servissero.
Anche quando aveva letto i titoli dei libri, si domandava che cosa potessero inseganre alla scuola di Hogwarts.
«Ora dovrei prendere...» continuò leggendo la carta che teneva tra le mani, ma Silente lo interruppe a metà frase.
«La bacchetta!»
Il negozio non si presentava molto bene. Era sporco e l'insegna non era neanche ben visibile, a differenza degli altri. C'era una debole e sottile scritta “Olivander. Fabbrica di bacchette”.
«Non c'è nessun altro luogo dove puoi trovare una bacchetta. Qui vendono le migliori»
Tom sperò che l'interno fosse meglio di ciò che si presentava di fuori, e soprattutto si chiese se c'erano ancora bacchette intatte. Era davvero difficile credere che questo era il negozio più quotato del posto.
Come fuori anche dentro era sporco e cupo. Sugli scaffali erano impilati un mucchio di scatoline rettangolari, tutte accuratamente chiuse. Ai lati c'erano pile di libri e fogli, disordinatamente uno sopra l'altro. Due sedie erano vicino ad un alto e polveroso bancone, dove da dietro spuntò un uomo con un sorriso storto stampato sul viso.
«Benvenuti, in cosa... Oh Silente caro! Qual buon vento?»
«Buongiorno Olivander. Sono venuto ad accompagnare un nuovo alunno di Hogwarts»

«Che cosa strana! Mi sembra di aver sentito che accompagni uno studente della tua scuola a fare compere»
«E' vero»
«Oh! E' una cosa insolita da parte tua, Silente»

«Beh vedi... Tom» finalmente pronunciò il suo nome, indicandolo poi con la mano «è una persona... speciale»
“Non più di tutti gli altri”, pensò Tom, ignorante sulla verità.
«Bene bene! Vieni avanti ragazzino»
Il signor Olivander gli fece cenno di avvicinarsi e si girò poi verso lo scaffale dove stavano tutti i pacchetti contenenti le bacchette. Iniziò a cercare qualcosa di adatto.
«In realtà io non saprei scegliere quale bacchetta prendere»
Silente sorrise silenzioso, mentre Olivander soffocò una grassa risata.
«Mio caro, non devi sceglier tu la bacchetta»
«A no?»
Silente continuò in silenzio a sorridere, mentre il dialogo tra Tom e il venditore continuò.
«No. E' la bacchetta a scegliere te!»
Queste parole portarono a riflette Tom.
E se magari nessuna bacchetta l'avesse scelto? Del resto suo padre l'aveva abbandonato e nessuna famiglia all'orfanotrofio l'aveva scelto come figlio adottivo.
E se appena toccava una bacchetta questa si autodistruggeva? Ancora si domandava come potesse una bacchetta esplodere, ma ormai non lo sorprendeva più niente.
E se avesse beccato la bacchetta più ciompa? Beh, non fece molto caso su questo punto, era già tanto sapere di esser un mago, anche la bacchetta più debole andava bene a lui.
Concluse che tutte domande erano stupide, che non meritavano di uscire dalla sua bocca. Aveva fatto troppe domande fino ad ora, tra le quali tante sciocche che non avevano una risposta sensata.
«Ecco prova questa. Fatto con albero di noce...»
Non appena Tom prese in mano la bacchetta, seguì le istruzioni del signor Olivander e l'agitò con un colpo di mano secco.
In pochi istanti la bacchetta saltò in aria e si schiantò sul pavimento poco distante ai suoi piedi.
«No, questa non è adatta a te»
«Lo immaginavo» disse soltanto Tom, cercando di non pensare a quello che aveva detto prima la sua mente.
Il signor Olivander rovistò di nuovo in mezzo alle altre bacchette, cercandone una adatta.
«E questa? Materiale ippocastano con cuore di Drago...»
Stessa situazione di prima. Questa volta però la bacchetta fece scoppiare una pila di carte appoggiate in fondo al bancone.
«Per fortuna che non erano importanti!» scherzò su, mentre Tom si scusava. Sperando che la prossima non si autodistruggesse in mano sua.
«Olivander» intervenne per la prima volta Silente «questo ragazzo è speciale, prova a mostrargli qualcosa di altrettanto speciale, magari simile ad una piuma!»
I due si capirono all'istante. Infatti il proprietario del negozio andò sul retro a prendere l'unica bacchetta che non avrebbe mai preso in considerazione. Tornò con un grande pacchetto marrone chiaro, legato da uno spago molto saldamente.
Iniziò a descrivere la bacchetta più dettagliatamente, cosa che non aveva fatto con le altre. Evidentemente questa era davvero importante.
«Ecco qui. Materiale: tasso. Nucleo: piuma di Fenice. Lunghezza: 13 pollici e mezzo. Molto flessibile»
La piuma apparteneva a Fanny, la fenice di Silente, ma nessuna menzionò questa nota.
Appena presa in mano, la bacchetta sprigionò una luce forte e colorata, tanto che illuminò tutto il negozio buio e spoglio. La luce calda e di color oro andò via a via sciamando, rientrando nella bacchetta.
«Si, è proprio la bacchetta che fa per te»
Olivander si sentì realizzato, e alquanto sorpreso. Con debolezza andò a raccogliere i vecchi fogli caduti in precedenza, ignorando le due presenza dentro al suo negozio. Il suo compito era finito.
«Con questa farai grande cose Tom»
Silente appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo che si girò a guardando in volto. Aveva ragione, avrebbe fatto grandi cose, se soltanto avrebbe percorso la via del bene.
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