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Autore: LaU_U    06/10/2011    7 recensioni
Lei si aggirava da sola nel cimitero buio, la mano sulla fondina, i muscoli tesi. Si guardava attorno nervosamente, spostando lo sguardo da un punto all’altro lungo la linea dell’orizzonte, frastagliata per tutte le pietre tombali che la circondavano. I suoi due colleghi sarebbero dovuto essere già lì, ma non v’era traccia di loro. Qualcosa era sicuramente andato storto.
Genere: Slice of life, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo del tempo libero'
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L’uomo la scrutava nell’oscurità stringendo un oggetto fra le mani.
 
Lei si aggirava da sola nel cimitero buio, la mano sulla fondina, i muscoli tesi. Si guardava attorno nervosamente, spostando lo sguardo da un punto all’altro lungo la linea dell’orizzonte, frastagliata per tutte le pietre tombali che la circondavano. I suoi due colleghi sarebbero dovuti essere già lì, ma non v’era traccia di loro. Qualcosa era sicuramente andato storto. La poliziotta non era mai stata un’allarmista, ma si rendeva conto che, dopo gli avvenimenti di quella settimana, trovarsi in un luogo del genere senza nessuno che le guardasse le spalle era estremamente pericoloso.
Non un grillo, non un gufo, non il rumore del traffico. Tutto taceva. La sua unica compagnia era il rumore dei suoi passi che appariva assordante in mezzo a quella calma. La faceva sentire completamente esposta.
«Signorinaaa?»
Riconobbe la voce acuta dell’assassino e s’inginocchiò, nascondendosi rapidamente dietro ad una lapide.
«Signorinaaa? È un piacere rivederlaaa.»
Lui parlava con un tono lento e cantilenante, prolungando le vocali finali. Sembrava quasi un vecchio nastro registrato. All’udire le sue parole pareva di vederlo quell’uomo smunto con gli occhi sempre spalancati ed alienati; uno sguardo folle. Dava l’idea di un tranquillo orologio-sveglia che però sai essere attaccato ad un grosso pacco di C4.
La poliziotta estrasse la pistola e tolse la sicura.
«Vieni fuori George! Abbiamo circondato il cimitero. Se ti consegnerai saremo clementi» mentì.
«Oh, nooo. Sappiamo entrambi che non è cosìììì. Non c’è nessuno con teeee. Sono tutti morti.»
La donna deglutì e chiuse gli occhi. Allora era vero. Aveva ucciso i suoi partner, i suoi compagni, i suoi amici. Sentì un senso di smarrimento e le lacrime che correvano a riempirle gli occhi, ma si impose di rimandare i comportamenti da donnetta a più tardi. Aveva un serial killer da arrestare.
«George, non peggiorare la tua situazione. Vieni fuori con le mani alzate.»
«Oooh. Non credo che lo faròòò. Non ne ho voglia.»
Sembrava di sentire un bambino capriccioso. E probabilmente alcune parti della mente di quel giovane erano effettivamente rimaste al periodo dell’infanzia. Il padre era un predicatore fortemente religioso e nello stesso tempo estremamente violento. Aveva accresciuto la moralità del suo unico figlio lungo il sentiero di una visione molto personale della Bibbia, molto legata a certi aspetti dell’Antico Testamento che la moderna società occidentale aveva ormai scelto di accantonare. La fede di George nel credo tramandatogli da suo padre era solida ed incrollabile; ragionare con lui non sarebbe stato possibile. La poliziotta doveva scoprire a tutti i costi dove si trovava quel pazzo, dato che lui non aveva intenzione di uscire allo scoperto. La cosa migliore sarebbe stata farlo parlare per un po’, così da poter seguire il suono della sua voce e prenderlo di sorpresa. Di una cosa era certa: i suoi omicidi erano la sua missione e lui amava vantarsene per aver la possibilità di illuminare e convertire ogni peccatore che incrociava il suo sentiero.
«Perché l’hai fatto? Perché hai dato fuoco a tutte quelle donne?»
«Erano molto belle. Ma non si meritavano quella bellezzaaa. Loro erano impureee. Usavano i loro corpi per sedurre, per circuireee. Mentre Dio glieli aveva dati come esempio di perfezione. Era Arte prestata agli uomini.»
Ascoltava attentamente quel discorso folle mentre si muoveva fra una tomba e l’altra con cautela in modo da raggiungere il punto da cui la voce proveniva. Finalmente scorse una sagoma appoggiata dietro ad un albero.
Si mosse per avvicinarsi ulteriormente, ma inciampò su qualcosa, una lapide rotta. Finì a terra e la pistola le scivolò di mano, disperdendosi nell’oscurità. L’uomo sentì il rumore della caduta e immediatamente corse verso di lei. Le tirò un calcio sul volto e la poliziotta perse i sensi.
«Mi stava prendendo in giro, signorinaaaa. Non si fa! Avrai lo stesso trattamento delle altreeee.»
Prese una tanica che aveva portato con sé e ne svitò il tappo, cominciando a canticchiare.
«He's got the rivers and the mountains in His hands,
He's got the oceans and the seas in His hands,
He's got you and he's got me in His hands,
He's got the whole world in His hands»
Saltellava attorno alla donna, distesa immobile sul terreno, versandole addosso della benzina.
«Ora la purificherò, signorina. La sua anima è immonda, saaaa? Ho sentito delle cose che faceva con quel… quel… mascalzone. Si è fatta toccare da uno come lui. Uno che ha osato rompere più volte il sacro vincolo del matrimonio. Uno che è andato contro il Signore. Lui non ha rispetto per le donne!»
Per un istante perse la sua calma. Parlò velocemente, lasciando trasparire tutta la rabbia che aveva represso negli anni di educazione violenta e che si era liberata solo nell’ultimo mese. Sembrò poi tornare padrone di sé.
«Ma non si preoccupiii. Verrà ripulitaaa. Non è stata colpa sua. Quel peccatore l’ha ingannataaa. Io la renderò pura e pronta per l’Alto dei Cieli.»
Cercò nelle sue tasche e ne estrasse una piccola scatoletta.
«Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dei.
Tutti gli dei dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario
Dalla confezione prese un fiammifero, mentre recitava il suo salmo con totale automatismo. La donna parve agitarsi leggermente ai suoi piedi. George sfregò la punta di zolfo su un lato della scatola e si accese una fiamma.
«Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine
La poliziotta aprì gli occhi e sollevò la testa, pervasa da un intenso dolore. La cantilena la spinse a guardare in alto e vide l’uomo pronunciare quella preghiera col braccio teso sopra di lei e uno stecchino infiammato. Rendendosi conto di essere fradicia e del forte odore di benzina che aveva addosso fu presa dal panico. Ancora stordita provò ad alzarsi, ma lui le si sedette addosso per bloccarla, rendendole difficoltoso ogni movimento.
«No, lasciami. Lasciami!»
Provò a dimenarsi, ma senza successo. La forza fino ad allora celata di quell’uomo minuscolo riusciva a dominarla completamente.
«Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli
George si alzò e indietreggiò di qualche passo.
«E ora Dio renderà monda la tua anima. RINASCI NELLA PUREZZA!»
Lanciò il fiammifero verso la donna, che provò ad arrancare altrove lanciando un grido disperato.
«Aaaaaaaaah!»
 
Un rumore. Una forte luce.
L’uomo urlò terrorizzato.
«Aaaaah!»
«Papà, ma sei impazzito? Perché gridi così?»
Richard Castle ansimava turbato, abbracciando un cuscino. La figlia, appena entrata in casa dopo una serata con le amiche lo osservò: l’aveva trovato al buio, seduto rannicchiato sul divano, con la luce spenta e il televisore in funzione. Capì immediatamente perché si fosse agitato tanto per il suo arrivo.
«Quante volte ti ho detto che non devi vedere gli horror se sei da solo in casa sennò poi non dormi?»
«Ma io…»
«Fila a letto!» intimò indicando verso la camera dell’uomo.
Lui ubbidì sommesso e si incamminò, stringendo ancora il cuscino al petto. Aveva disubbidito ed era stato colto in flagrante. E soprattutto sapeva che Alexis aveva ragione: dopo un film del genere non sarebbe riuscito a chiudere occhio quella notte.



 

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Buongiorno! Ecco la mia ennesima flashfic divenuta one-shot.
Non sono sicura di essere riuscita a fregarvi questa volta. Non ho mai potuto mettere il nome della donna e immagino che la cosa sia risultata sospetta (di chiamarla Kate non mi sembrava il caso). Mi auguro comunque di avervi lasciato col dubbio ;)
Spero di non aver offeso nessuno sul piano fideistico. Penso sia evidente che non ho criticato il cristianesimo in sé, ma certi fondamentalisti da film americani, che credo esistano comunque. Quello alla fine è il Salmo 95, la canzone che canta è  He's Got the Whole World In His Hands. Mi sono sembrati adatti alla scena, anche se io non sono molto esperta in proposito, ho abbandonato "il sentiero" da qualche annetto. Chiudiamo comunque il discorso in proposito.
Spero che questa breve storia vi sia piaciuta.
Grazie a lettori e commentatori!
:)

   
 
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