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Autore: OfeliaMillet    06/10/2011    5 recensioni
" [...] Il moro iniziò a ridere coprendosi la bocca con la mano smaltata, quella tipa era davvero assurda!
Anthea lo guardò interrogativa -Ma vi siete messi d'accordo tu e tuo fratello per prendermi per il culo stasera?-
-Scusami...- Si ricompose passandosi due dita sotto gli occhi per evitare che le lacrime facessero colare il suo make up -No, non ci siamo messi d'accordo e se proprio lo vuoi sapere dopo andrò pure a dirgliene quattro a quel coglione...Comunque, non mi sono ancora presentato...- Fece per tendere la mano alla ragazza e proferire finalmente il suo vero nome, quando lei lo precedette -Si, sei Tom Kaulitz il fratello di Bill-
Il moro rimase bloccato, con la mano destra tesa a mezz'aria mentre la ragazza completava la sua frase in modo decisamente errato.
-Già...Tom...- [...] "
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25: Alles Gute zum Geburtstag


-Sono distrutto- Gustav si fece spazio sul divanetto del camerino condiviso dalle quattro rockstar e spodestò Tom spalmandosi sdraiato a pancia in giù, con il viso completamente affondato sul cuscino color crema.
-Ma che...- Il chitarrista lo guardò allibito -Tu non fai mai niente in queste cavolo di interviste, io sono l'anima del gruppo...io ho bisogno del divano- Rispose altezzoso buttandosi a sedere, in modo per niente aggraziato, sul fondoschiena del batterista e sollevando un coro di critiche da parte del terzetto sbeffeggiato dal treccinaro.
-Guarda che qua sono io quello che si consuma la lingua e le corde vocali- Bill guardò il suo riflesso allo specchio, umettandosi le labbra leggermente ricoperte da uno strato di gloss.
-La diva è tornata- Georg sorrise scuotendo la testa e sedendosi sulla schiena di Gustav che sbuffò, ormai arreso alla sua nuova professione di divano.
-Dì un po' : mi ha detto un uccellino che abbiamo fatto passi da gigante nel mondo della figa- Continuò il bassista facendo sbuffare schifato Bill e ridere tutti gli altri.
-Che schifo che siete, ma vi sentite come parlate?- Roteò gli occhi al soffitto -...il mondo della figa...ma come ti escono?-
-Talento naturale- Georg scosse una spalla con leggerezza.
-Si- Bill annuì annoiato, sedendosi sula sedia girevole di fronte all'enorme specchio del camerino e torturandosi il labbro inferiore con i denti -Piuttosto...secondo voi se...mi allontanassi per...due giorni diciamo- Fece una leggera pausa guardando i tre componenti del gruppo -David come reagirebbe?-
Tom scosse la testa sorridendo, Bill gli aveva già parlato dei due giorni che voleva prendersi per una piccola e meritata vacanza facendo una sorpresa alla sua scenografa, invece gli altri due rimasero in silenzio osservando bene lo sguardo nervoso e impaurito del cantante.
-Puoi provare a chiederlo- Gustav riemerse dal cuscino divano, divincolandosi e scrollandosi dalla schiena l'amico dalla criniera liscia -Male che vada si incazza perchè non prendiamo seriamente il nostro lavoro ma di certo non può impedirti niente-
-Già-
Georg, dopo aver lanciato un'occhiata torva a Gustav, annuì spostandosi una ciocca di capelli dal volto e sedendosi ai piedi del divano -Ma a cosa ti servono quei due giorni?- Chiese con sguardo malizioso e Bill si schiarì la voce, ringraziando il trucco che copriva il lieve rossore formatosi sul suo viso.
-Voglio portare An in un posto- Disse in maniera indifferente mentre un coro di fischi di ammirazione si levava nella piccola stanza.
-E bravo Bill! L'assaggi una volta e poi non puoi più farne a meno eh?-
Il cantante guardò malissimo il bassista che aveva appena pronunciato quella frase.
Tom rise di gusto a quella squallida battuta : Georg adorava prendere in giro l'amico e dire quelle frasi rozze per farlo schifare, normalmente era un ragazzo abbastanza tranquillo ed educato ma con lui, dare il peggio di sè, gli veniva proprio naturale.
D'altronde Bill, con i suoi modi assurdi e molte volte infantili, sembrava incoraggiare le persone a sfotterlo.
Proprio qualche giorno prima Tom aveva avuto la prova di come fosse facile metterlo in imbarazzo con terribile battute a sfondo sessuale.


-Abbiamo cantato "Dogs unleashed"- Bill, che contemplava allo specchio il trucco appena fatto da Natalie esordì con quella frase, pronunciandola con voce sognante.
-Cosa? Bill ma ti devo proprio insegnare tutto! Cosa vi mettete a fare...karaoke?- Per poco Tom non aveva sputato la Redbull appena bevuta.
Bill era stato in rigoroso silenzio durante tutto il viaggio verso lo studio dove avrebbero dovuto fare la sessione fotografica. Non una parola sulla notte appena trascorsa da Anthea, non un piccolo indizio e poi se ne usciva con discorsi del genere, dentro il camerino, proprio pochi secondi prima di iniziare a lavorare.
-Già- Il sorriso sereno e dolcissimo sulle labbra del gemello più piccolo fece sciogliere di tenerezza pure Tom che scosse la testa divertito ma poi, il sorriso tenero sul volto di Bill si trasformò in un ghigno malizioso -E le ho pure detto che ero vergine-

-Bill, sei un impiastro!- Tom sbattè più volte le palpebre...come poteva avere un fratello così imbranato?
-Come lei hai detto...aspetta- Un sorriso gemello si dipinse sul volto del treccinaro -Eri?-
Bill annuì orgoglioso -Ero-
Tom si alzò dalla poltroncina grugnendo vittorioso e facendo versi anomali di giubilo mentre muoveva un pugno in aria con forza -Cazzo, stasera si festeggia!-
Il treccinaro si avvicinò al fratello stringendolo in una morsa letale -Aaaah il mio gemellino cresce! Hai inzuppato ci pensi?-
-Si, ma potevi esprimerti anche in modo meno rude, sai?- Bill sorrise leggermente imbarazzato e divertito dalla reazione del gemello.
-Meno rude- Tom alzò gli occhi al soffitto ridendo -Dopo quasi 22 anni hai scopato e io devo essere meno rude?-
Il broncio disgustato sul volto di Bill lo fece scoppiare ancora di più a ridere
.


-Bill, vieni...vieni un secondo qua fuori, per favore?- La voce di David e il suo volto che faceva capolino dalla porta del camerino, fece sussultare i quattro ragazzi.
Bill annuì alzandosi dalla sedia e prendendo un respiro per darsi coraggio, forse era la volta buona per accennare alla sua piccola vacanza.
-Dimmi- Uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e il manager si puntò un dito sulle labbra, intimandogli di fare silenzio e invitandolo a seguirlo nella stanza di fronte al camerino.
Il moro lo precedette aprendo la porta di quello che doveva essere un guardaroba improvvisato per il gruppo.
Non fece a tempo a cercare una sedia dove mettersi per ascoltare cosa il manager avesse da dirgli che quello, dopo essersi schiarito la voce, l'aveva guardato in modo serio iniziando a parlare.
-Bill, devi essere completamente sincero con me- David si passò una mano fra i capelli sospirando -Io vi lascio piena libertà su ogni cosa, sono tanti anni che fate questo mestiere e ne conoscete bene ogni più piccola sfumatura-
Il moro annuì preoccupato, invitando l'altro a proseguire.
-Bill, non so come chiedertelo ma...ti vedi con qualcuno senza il mio permesso e quello della casa discografica?-
Il manager lo squadrò schiarendosi la voce, quasi imbarazzato per quella domanda.
Bill alzò un sopracciglio contraddetto- alla faccia della piena libertà- e, cercando di sfoderare il suo innato talento recitativo, affinato in anni di pratica durante interviste e conferenze stampa, sgranò i suoi occhioni da cerbiatto scuotendo la testa con fare fanciullesco e ingenuo -No. Sai che non posso tenere nascosto niente- Disse lasciandosi scappare una punta di amarezza a conclusione di quella frase.
-Io ti credo Bill, ti conosco e so che non rischieresti il tuo lavoro per così poco ma, qualcuno ha sentito delle frasi ed è andato a riferirlo ai piani alti e io ho dovuto riferire a te- David sospirò lasciando scivolare il proprio Blackberry nella tasca dei jeans -Senti, so che può essere frustrante dover mantenere a vita un ruolo ma noi ti lasciamo discrete libertà, solo, convieni con me che non è ventaggioso trovarsi una ragazza adesso, no?-
Bill annuì di riflesso a fine frase e il manager continuò -Tom è quello con le ragazze, Georg ha la fidanzata e tu...tu-
-Io sono quello confuso sessualmente-
Bill concluse con falsa indifferenza a quella dura verità.
All'inizio il suo ruolo gli piaceva, nessuno gli aveva imposto niente e aveva sempre mostrato le sue vere attitudini ma, dal momento che quel marchio aveva iniziato a funzionare e a far guadagnare parecchi soldi alla casa discografica, la libertà di potersi esprimere, rivelando nuovi lati del suo carattere o semplicemente dimostrando la sua naturale crescita, era stata assolutamente abolita perchè si sa, niente può sconvolgere le fans come un nuovo colore di capelli o con l'esplicita dichiarazione della sua eterosessualità.
-Esattam...no, Bill, tu sei quello che le fa impazzire tutte, non puoi avere una ragazza, sei il cantante, sei la punta di diamante della band, sarebbe una rogna se succedesse qualcosa di spiacevole...come una ragazza- David spiegò subito mettendo le mani avanti. Lui voleva bene a quei ragazzi che aveva cresciuto fra stanze di hotel e ramanzine on the road ma il lavoro del manager era quello di far funzionare la band sopprimendo, a volte, la libertà dei suoi quattro protetti.

-Ok, lo so, non so chi abbia spifferato quella mega bugia ma non esiste nessuna ragazza, quando esisterà appenderò striscioni e lo urlerò al mondo ma per adesso non esiste, mh?-
Il moro sbuffò incrociando le braccia e battendo un piede a terra.
Lui voleva uscire allo scoperta con Anthea, non sbandierare ai sette venti nome, cognome ed indirizzo della ragazza ma, perlomeno, poter vivere tranquillamente senza dover agire come un ladro.
-Spero che la fantasticheria sugli striscioni e le urla sia solo un tuo modo di esagerare, Bill- Il manager sorrise nervoso guardando il ragazzo che, a quella domanda roteò gli occhi sbuffando.
-Ok, stavi scherzando- David si passo imbarazzato una mano fra i capelli -Lo sai, non vorrei essere così...rompicoglioni, ecco, ma è parte del mio lavoro- Poggiò una mano sulla spalla del ragazzo sorridendo ed uscendo dallo stanzino lasciando la porta aperta ed un Bill frastornato all'interno.

-Si, lavoro...- Il cantante sussurrò quella frase incurvando le labbra verso il basso e sospirando pesantemente. Trovare del tempo per organizzare la piccola "fuga" con Anthea non sarebbe stato così facile come aveva sperato.

***


-Annie puoi dire a Miriam che mi porti il suo piatto?-
Anthea scosse le mani insaponate nel lavandino e si girò esasperata verso Annette che roteò gli occhi sbuffando.
-Miriam, puoi portare il piatto a tua sorella?- Biascicò quella domanda stancamente verso la riccioluta.
-Dì ad Anthea che devo ancora finire di mangiare, quando avrò finito potrà prenderlo lei il piatto- La ragazzina alzò lo sguardo verso la madre indicando i tre gnocchi al burro dentro il suo piatto roteando in una mano la forchetta sporca.
-Anthe, ha detto...- Annette si girò di nuovo verso la figliastra che, con cipiglio nervoso, passava la spugna insaponata su una pentola fischiettando e facendo finta di non sentire la sorella minore.
-Eh ma che palle però-
Annette sbuffò battendo le mani sulla penisola in legno che divideva la cucina dalla sala da pranzo -Quanto deve durare questo sciopero della parola?- Chiese esasperata mentre le due ragazze facevano finta di non sentirla.

Era passata una settimana dall'incontro di Bill in boxer con Miriam e la sorellina, dopo due ore di schock, passate in camera sua in rigoroso silenzio di fronte ad un poster del cantante, aveva deciso di scioperare e non rivolgere più parola alla sorella maggiore che, dopo aver tentato, nei giorni seguenti, di farla parlare aveva deciso di optare per l'indifferenza sperando che quel piccolo capriccio passasse in fretta.
Miriam aveva sempre adorato Anthea, provava quella ammirazione mista a rispetto che ogni sorellina minore che si rispetti prova per la maggiore e, il fatto che la bionda uscisse con niente di meno che il suo cantante preferito aveva fatto salire la sua adorazione a livelli spropositati, rendendo la sorella una dea scesa in terra, una fonte di ispirazione massima.
La cosa che l'aveva fatta rimanere male era il fatto che Anthea non le avesse detto niente, che non la ritenesse, in un certo senso, degna di tale confessione e quindi, da brava pre-adolescente quale era la riccioluta, aveva deciso che la sorella doveva pagare un simile affronto e quindi, da una settimana, aveva deciso, seppur a malincuore visto le infinite domande che avrebbe voluto fargli sul cantante, di cucirsi la bocca.

-Ok, io ho finito di lavare i piatti- Anthea si asciugò le mani su uno strofinaccio pulito -Quando la piccol miss concluderà il suo pasto sarò ben lieta di lavare pure il suo piatto- Concluse sbuffando e, dopo aver sistemato le ultime cose nella cucina, si diresse verso la sua camera per rilassarsi.

Chiuse la porta e si buttò sul letto sospirando e chiudendo gli occhi.
Avrebbe dovuto sistemare il rapporto con sua sorella, adesso che le sessioni di esame all'accademia erano finite aveva davvero molto tempo libero da poter dedicare a se stessa e soprattutto a Miriam. Forse poteva organizzare una giornata di shopping distensivo assieme a lei, portarla in giro, comprarle qualcosa di carino e poi chiacchierare un po' anche di Bill che aveva rivoluzionando completamente la sua vita.
Un sorriso spuntò sulle labbra della bionda al pensiero del cantante e di quello che era riuscito a fare in quei pochi mesi estivi con la sua sola presenza.
La "vecchia" Anthea non si sarebbe mai fatta sciogliere in un sorriso per un ragazzo, non avrebbe mai raccontato la sua vita mentre con Bill le veniva naturale ascoltarlo per ore nelle sue infinite chiacchierate e parlare di sè, confessarsi poco alla volta con naturalezza, senza nemmeno rfletterci troppo.
Mai si sarebbe sognata di parlare di sua madre a qualcuno, raccontare ricordi di vita passati in Italia fra reparti di oncologia e passeggiate sulla spiaggia.
La sua spiaggia e la sua Italia le mancavano terribilmente...E pensare che quando era piccola odiava quel paese stereotipato in pizza e mandolino dagli stranieri.
Le sarebbe piaciuto tornare anche solo per una piccola vacanza, passeggiare a piedi nudi sulla sabbia e sentirla scivolare fra le dita mentre il vento scompiglia e annoda i capelli.
Quel posto racchiudeva i ricordi di un infanzia difficile ma bellissima in compagnia della madre e, per questo, con un biglietto di sola andata per Berlino fra le mani, si era promessa di tornare in quel posto solo quando un sorriso perenne avrebbe caratterizzato il sul volto per salutare degnamente la donna che l'aveva fatta crescere e ce continuava ad ispirarla e a farla andare avanti.
Non credeva in Dio, nel paradiso o negli angeli, non sapeva ancora cosa volesse dire morire, se esistessero gli spiriti o qualcosa dopo la morte ma era certa che le persone che si amano in vita continuano a rimanere collegate qualsiasi cosa succeda, a vivere nella natura, nei ricordi e nela memoria delle persone. Il passato e i sentimenti erano la connessione, lo spirito delle persone amate.

Si stese su un fianco osservando la foto incorniciata sul suo comodino e sorridendo nostalgica.


-Dai An, una foto piccola piccola, solo una foto- Cinzia inizio a dondolarsi sul posto esibendosi in un broncio tenero da manuale mentre univa le mani pregando la figlia tredicenne di farsi immortalare in quel giorno speciale.
-Mamma! Ma ho tutti i capelli incasinati e...- Anthea si bloccò mordendosi le labbra e lasciando perdere le ciocche bionde che, spinte dal vento, continuavano a frustarle il viso.
Lei, da tipica adolescente, continuava a preoccuparsi di come appariva, di avere i capelli in ordine e puliti, di risultare carina in quell'età in cui ogni ragazza si vede inadatta e brutta.
Già...i capelli, quei capelli che la madre ormai non ricordava nemmeno più che cosa fossero, che continuava a portare foulard colorati sul capo er avere un aria perlomeno presentabile pensando che la figlia si sarebbe vergognata di avere una mamma pelata, malata. Erano sciocchezze, ogni volta Anthea glielo ripeteva, soprattutto d'estate quando era caldo e piccole goccioline di sudore adornavano la fronte di Cinzia ma adesso, con quella stupida bizza su i capelli si era sentina una bambina, una stupida, appunto.
La donna sorrise intenerita per l'imbarazzo della figlia e, senza pensarci un secondo di più, si tolse il foulard color caffè dal capo, lisciandosi la nuca liscia e ridendo -Ok, tu hai i capelli arruffati e io non ho capelli: verremo malissimo entrambe...ci stai?- La donna sorrise passandosi il pregiato foulard attorno al collo e sedendosi più comodamente sul telo da spiaggia -Forza, vieni qua e facciamo l'orripilante foto-
Anthe annuì sorridendo e gattonò sulla sabbia sporcando la salopette di jeans e sedendosi a gambe incrociate accanto alla madre -Ok, prendo il muffin- Si voltò verso la piccola borsa frigo e prese un enorme muffin al cioccolata con sopra un'altrettando grande candelina rosa -Zum Geburtstag viel Glück, zum Geburtstag viel Glück....- La biondina intonò la canzone in tedesco facendo sorridere la madre che passò la macchina fotografica ad un vicino di ombrellone per far scattare l'instantanea.



-Zum Geburtstag, liebe Mutter- Anthea si morse il labbro inferiore sbattendo le palpebre per non far cadere le lacrime dagli occhi lucidi.
-Zum Geburtstag viel Glück- Concluse passando l'indice sul viso sorridente e bellissimo della madre impresso nella Polaroid e il rumore del suo cellulare la risvegliò dal vortice di ricordi facendola alzare per rispondere con un peso sullo stomaco.
Era il compleanno della madre.

-Aliena, ho una sorpresa per te!- La voce di Bill suonava allegra attraverso il cellulare della bionda che sorrise leggermente appena lo sentì.
-Bill, non devi per forza prepararmi una sorpresa ogni volta che vuoi vedermi- Rispose e si sorprese di avere la voce roca e bassa.
-Ma questa è speciale, An!- Bill rispose quasi piagnucolando per poi rimanere qualche secondo in silenzio -An...è successo qualcosa?- Chiese tentennando dopo aver riconosciuto nella voce della ragazza una nota di tristezza.
-No, sono un po'...un po' nostalgica oggi- Sospirò e Bill riprese subito a parlare: sapeva che quel giorno era particolare e aveva messo in conto che Anthea sarebbe potuta essere triste.
-Prepara la borsa...anzi no, meglio uno zaino, si, uno zaino è perfetto così ti porti pure un cambio di vestiti- Il cantante rispose recupando il suo tipico brio e sperando di riuscire a sollevare l'umore della bionda.
-Un cambio...Bill, dove vorresti portarmi?-
-Top secret, Alien-
-Però muoviti, sono in macchina sotto casa tua, ti aspetto!-
-Ma che..?- Anthea rimase senza parole con il telefono attaccato all'ì'orecchio mentre il ragazzo, dopo averle detto nuovamente di sbrigarsi, avev astaccato.
La bionda lanciò il telefono sul materasso sospirando. Bill sapeva che quello era un giorno particolare e che quindi non sarebbe stata dell'umore giusto per stare in comagnia...che gli era venuto in mente?
Sorrise impercettibilmente scuotendo la testa e cercando con gli occhi il suo borsone.

***

-Ti pagherebbero davvero bene però-
Una donna dalla folta chioma corvina racchiusa in un morbido chignon, tamburellò le dita affusolate sul tavolo da pranzo spostando gli occhi dalla figlia, seduta di fronte a sè, al cellulare posto sulla superficie di legno
-Devi farti furba, Lara, sfrutta la situazione e fregatene che quello è il divino Bill Kaulitz- La donna sbuffò con fare severo occhieggiando la ragazza che storse le labbra in una smorfia.
Erano diversi giorni, ormai non li contava nemmeno più, che quelle foto stavano sul suo telefono e, se tutto era iniziato dopo una disgraziata caduta in bicicletta, adesso si ritrovava ad avere una raccolta di immagini sui due piccioncini.
Era stato più forte di lei: all'inizio aveva usato l'obbiettivo solo per riuscire a vedere meglio la coppia sul balcone del ristorante poi, un po' per deformazione professionale e un po' per sano autolesionismo, aveva continuato a scattare con il mediocre obbiettivo del suo I-phone e, ai due piccioncini sul balcone adesso si aggiungevano i due fuori dal pub appoggiati alla macchina e Bill che entrava nel condominio della bionda ed usciva furtivo il giorno dopo con gli stessi abiti.

-Mamma, fare corsi di fotografia non vuol dire voler diventare un paparazzo- Sputò l'ultima parola con una smorfia schifata.
Aveva imparato ad odiarlo quel mestiere da quando era diventata fan di quel gruppo che veniva bersagliato 24 ore su 24 da quegli avvoltoi che svendevano al miglior offerente attimi di vita privata in cambio di soldi.
Lei non l'aveva fatto per creare un succulento scoop, non ci aveva nemmeno pensato di vendere le foto a qualche giornale scandalistico, era solo stata spinta dalla voglia di documentare a se stessa la fine del suo sogno di amore platonico, quelle foto erano come i pizzicotti che riportano alla realtà dopo aver fatto un brutto incubo anche se, nel suo caso, l'incubo arrivava nel momento in cui riusciva a svegliarsi.
-Non si direbbe visto il servizio che hai fatto a questi due- La voce roca e graffiata dalla nicotina della donna era divertita mentre scorreva con le dita le immagini di Anthea e Bill -Poi, fattelo dire da una che se ne intende- Il suo tono diventò serio mentre lo sguardo era puntato su quello della figlia -Il comitato anche solo per una di queste foto impazzirebbe, pure io che sono il caposervizio della pagina politica mi rendo conto della bomba che hai in questo telefono- La donna picchiettò un unghia sullo schermo dell' I-phone e Lara riconobbe in quello sguardo e in quel tono di voce la donna di affari che era sua madre e non potè fare a meno di stare in silenzio ed annuire lentamente alle sue parole.
-Senti, so che il paparazzo non è il mestiere a cui hai sempre aspirato ma per un servizio del genere ti pagherebbero davvero molto, Lara- La donna spostò le dita dal cellulare per incrociare le braccia sul tavolo -Bild ama i Tokio Hotel e ama i gemellini Kaulitz, non sai quanto hanno sudato per foto come queste e, per evitare la bruciatura, sarebbero davvero disposti a pagare cifre spropositate, senza contare il fatto che uno scoop del genere potrebbe minare persino la coppietta-
Alle ultime parole il volto di Lara si rianimò
-Spiegati meglio-







Note: Se siete ancora qua a leggere vi amo in modo incondizionato!
Mi dispiace sempre più per i miei ritardi, avevo dei capitoli da parte ma, dal 23° sono rimasta indietro e quindi, dopo averlo postato mi sono ritrovata a dover ideare, scrivere e betare (alla cieca xD) il capitolo successivo e quindi, se ho qualche cosa urgente da fare (vedi accademia e lavoro) rimango indietro in maniera assurda.
Da questo capitolo sto iniziando a mettere da parte alcune cose, ad esempio ho quasi finito di scrivere il successivo quindi con quello rispetterò la canonica settimana e bo, spero non mi abbandonerete per i ritardi.

E insomma eccoci qua, Stiamo scoprendo nuovi risvolti e ricordi, le voci pettegole esistono anche qua e infatti a David è arrivata la voce che Bill finalmente si vede con qualcuno e non sembra molto felice della cosa e, last but not least : Lara è tornata a farsi vedere e con lei un nuovo personaggio della sua famiglia...e chissà se e che ruolo avrà questa donna nella nostra storia...lo scopriremo solo vivendo *canticchia sadica*
Allora, faccio delle piccole puntualizzazioni su alcune paroline che ho usato nel capitolo...prima io non conoscevo questi vocaboli quindi ritengo giusto inserirli qua nelle note, nel caso che a qualcuno sfuggano i significati:
il caposervizio naturalmente è quello che si occupa di un intero settore all'interno di una rivista (e, in questo caso la madre di Lara tiene le redini della pagina politica)
La bruciatura è quando altre riviste soffiano scoop colossali e il comitato, detto comitato di redazione o cdr è formato da tre persone che si occupano di mandare avanti la baracca, come si suol dire.

Detto ciò vi lascio a scrivere una meraviglioserrima recensione-So che può sembrare stupido ma solo due righe, semplici e scarne, di vostri pensieri e critiche mi farebbero immensamente felice-
Al prossimo capitolo
Ofelia


  
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