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Autore: Cristy_    06/10/2011    2 recensioni
"C' era una volta un ragazzo, suo padre era un dentista. Come puoi immaginare egli teneva molto che suo figlio avesse dei denti puliti e ben curati, e gli vietava di mangiare qualsiasi tipo di dolce! Alle feste, il ragazzo non poteva toccare neanche una caramella."
!Nonna, ma come avrebbe fatto a crescere senza i dolci?" feci io, con tutta l' innocenza di una bambina che crede alle storie degli adulti..
" Oh, ma lui è cresciuto eccome! E appena lo ha fatto, si è ribellato a suo padre.. E' diventato il cioccolatiere più famoso del mondo.."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                  Introduzione Cristina

 

Faceva molto freddo quella sera. Il vento soffiava gelido causando l' arrossamento del mio povero naso e delle mie guance. Con la mano mi strinsi nella mia sciarpa, e camminai affondando i piedi nella neve. Aveva nevicato tutto il giorno, e finalmente aveva smesso così che io potei uscire.
Come ogni giovedì, stavo andando a trovare mia nonna. Le avevo preso un tulipano, il suo fiore preferito. Ricordo che amava tanto il suo profumo.
I miei pensieri erano tristi e freddi come il cancello che aprii con le mie mani.
Tutto intorno a me era buio, c' erano solo poche luci ad illuminare la strada.

Mi tolsi il guanto dalla mano destra e la appoggiai sulla lapide. Il contatto con quella superficie fredda mi fece venire i brividi; appoggiai il tulipano sulla neve, e restai a fissare il vuoto persa nei miei pensieri.

 

“Quando ero piccola, amavo andare a trovare mia nonna. Mi preparava sempre dei dolcetti deliziosi, alla nocciola. Lei era tanto dolce, e adorava raccontarmi delle sue storie strampalate. La prima, fu quella di Peter Pan. A seguire tanti altri classici, fino a quando un giorno, quello del mio 10° compleanno, me ne raccontò una diversa dalle altre.. Ricordo che mi preparò una tazza di cioccolata calda, e coprendomi con una coperta iniziò a raccontare..

<< C' era una volta un ragazzo, suo padre era un dentista. Come puoi immaginare egli teneva molto che suo figlio avesse dei denti puliti e ben curati, e gli vietava di mangiare qualsiasi tipo di dolce! Alle feste, il ragazzo non poteva toccare neanche una caramella. >>

<< Nonna, ma come avrebbe fatto a crescere senza i dolci? >> feci io, con tutta l' innocenza di una bambina che crede alle storie degli adulti..
<< Oh, ma lui è cresciuto eccome! E appena lo ha fatto, si è ribellato a suo padre.. E' diventato il cioccolatiere più famoso del mondo.. >>
Interruppi ancora mia nonna, << Faceva i biscotti alla nocciola buoni come i tuoi, nonna? >> facendola sorridere.
<< Oh no, mia cara. I suoi dolci erano molto più speciali! Vedi, i suoi dolci erano il frutto di idee pazze, folli, geniali.. Erano magici! Per esempio.. aveva inventato il gelato che non si scioglieva al sole! .. Dunque, venendo al dunque.. Lui è cattivo, molto cattivo. >>
<< Esiste ancora, quindi?! >> feci io impaurita mettendomi le mani sulla bocca spalancata.
<< Certo che esiste ancora. >> Mia nonna si alzò e aprì le tende della sua finestra, anche quella sera nevicava molto.. << Quella è la sua fabbrica. La fabbrica più grande del mondo! E lui non ne esce mai. Dentro, c' è come un altro mondo! >> fece lei indicando quell' enorme grigio edificio circondato da degli alti cancelli neri.
<< Ma tu come fai a sapere queste cose, nonna?? >> le chiesi insistente. Lei mi rispose con un sorriso.
<< Perché ci sono entrata! E ora su, dormi. >> mi ricoprì stretta stretta nel letto, ma dopo quello che mi aveva raccontato non potevo dormire..

 

Ed eccomi qui, 10 anni dopo. Mi manchi tanto nonna. Non sai quanto vorrei poterti riabbracciare.. Sai una cosa? Qualche mese fa camminavo per strada, e  ho fatto veramente uno strano incontro..  Andavo di fretta così.. con la mia solita aria sognante..

“Narratore esterno.

Quel giorno nevicava senza sosta, Cristina aveva voglia di un bel libro. Quando le prendevano quelle fisse, niente gliele faceva passare se non accontentarle.
Camminava a passo svelto dirigendosi verso la biblioteca. I suoi boccoli castani saltellavano a passo dei suoi piedi, e il ciuffo le ricadeva davanti l' occhio destro coprendolo quasi definitivamente. Aveva la carnagione decisamente pallida, tranne per le guance e il naso che erano di un colore quasi vicino al porpora, per via del freddo.
Con fare indifferente sfrecciava in mezzo alla gente stringendosi nel suo cappotto celeste. Quel colore le donava molto, si intonava ai suoi occhi. Celesti, turchesi, color del cielo: chiari. Fin da piccola sua nonna le ripeteva che chiunque vi guardasse dentro, poteva vedere quello che lei provava.

A volte, a causa della sua timidezza, se ne vergognava.

Quando entrò nella biblioteca, sorrise gentilmente a tutti i presenti e li salutò con un “Buongiorno”. Dopo aver girato per gli scaffali scelse “La bella e la bestia”, che aveva riletto già un paio di volte. La sua storia preferita..
Quando aveva bisogno di calore, di sentirsi bene e meno sola.. lo rileggeva.
Uscì dalla biblioteca entusiasta. Forse lo era un po' troppo perché.. senza accorgersene e con la sua tipica aria sognante.. finì per sbattere a qualcosa e ruzzolare a terra.
<< Oh accidenti. >> Esclamò una voce piuttosto profonda. << Tutto bene cara ragazza? >> continuò.
Stordita, si rialzò da terra e il proprietario di quella voce le comparve davanti spaventandola.

<< Sì, credo di sì. >> Davanti ai suoi occhi si ritrovò una figura parecchio strana. Un uomo, anche lui dalla carnagione molto pallida ma che diversamente da lei, non aveva imperfezioni sul viso. Nessun accenno di rossore, né di qualsiasi tipo di cicatrice. Assolutamente uniforme, faceva spiccare i suoi occhi di un colore che lei avrebbe definito.. viola?! Aveva dei morbidi capelli color nocciola e lisci, lunghi fino al collo. Sulla sua testa un enorme cilindro nero, accessorio che faceva pandant con la sua maglia. Il cappotto era rosso prugna e finiva a due code. Indossava dei guanti viola che impugnavano uno strano bastone. A che cosa gli serviva se era giovane e poteva stare benissimo in piedi da solo??
<< Che strano.. >> esclamò Cristina a voce troppo alta, facendosi sentire da quell' uomo che non sembrò reagire bene  alla sua opinione..
<< Ti è caduto questo. >> egli si abbassò a raccogliere il libro di Cristina e leggendone il titolo fece una smorfia inorridita. Glielo porse tenendolo in mano con quattro dita, alzando il mignolo schifato.

<< Grazie. >> la ragazza lo prese e lo ripulì dalla neve.

 

                       Introduzione Willy.

Cinque notti e cinque giorni che non dormivo né toccavo cibo. Mi sentivo bloccato nel tempo, incapace di andare avanti. Avete presente un artista che non ha più ispirazione per alcuna canzone o poesia??
I miei dolci non venivano più buoni. Avevo provato anche con le pillole al cacao ma niente, non riuscivano a farmi ridere. Credevo di essere caduto in depressione! Erano passati 12 anni da quando non sentivo né vedevo mio padre, dopo averci litigato brutalmente per realizzare le mie idee. E se ora ne avessi di idee, mi sentirei molto meglio. O almeno smetterei di avere dubbi sull' aver fatto la cosa giusta o no.

Come avrei potuto rimanere lì, in una casa dove anche solo il pensiero del cioccolato era reato??

E poi le cose funzionavano molto meglio da quando avevo i miei amati Umpa- Lumpa. Non mi sentivo più così tanto solo, erano così divertenti!! Bastava una loro allegra canzoncina per rallegrare la giornata e darmi nuove frizzanti idee per i miei dolci!

Avevamo provato tutte le canzoni possibili e immaginabili. Io seduto davanti a loro e loro che cantavano e ballavano. Ma niente. Il buono umore non tornava.

Era possibile che fossi entrato in menopausa???

Una mattina, una fredda ma soleggiata mattina, il mio amato umpa- lumpa di fiducia mi consigliò di uscire a prendere un po' d' aria. Dapprima la sua idea mi sembrò folle, poi realizzai che le mie non erano da meno.. e avevano sempre funzionato; perciò decisi di dargli ascolto.

 

Uscii con il mio caldo ascensore trasparente, avevo bisogno dell' aria calda per sentirmi sempre a mio agio; indossai il mio affidato cilindro e diedi un' occhiata in giro. Da sopra la città si poteva vedere di tutto. Tante diverse storie s' intrecciavano.. un uomo gridava a squarciagola per riuscire a vendere delle copie di giornali, una donna camminava tenendo per mano la sua bambina quando una ragazza dai capelli lunghi fino le spalle castani, a boccoli, le andò a sbattere. Ignorandola essa riprese a camminare con fare indifferente. Non sapevo perché, ma mi ispirava.. così scesi a scoprirlo. Parcheggiai l' ascensore e uscii preparandomi ad affrontare il gelo.
Londra, d' inverno, era una delle città più fredde dell' Inghilterra.

Guardandomi intorno notai un negozio di dolciumi, e ci entrai con molta eleganza tintinnando col mio bastone. Vedendo che vendevano solo miei dolci ne rimasi deluso, e con una smorfia di disapprovazione uscii dal negozio. Avevo voglia di mangiare qualcosa di diverso, di più semplice.. chissà se rincominciando da zero, avrei riavuto l' ispirazione.
Proprio mentre uscii dal negozio vidi cascare per terra una ragazza. Rendendomi conto che era colpa del mio ascensore al quale aveva picchiato la testa, mi avvicinai per controllare i danni. Ci mancava solo un qualcuno che mi facesse perdere tempo adesso!

<< Oh, accidenti. >> Quando mi avvicinai, la riconobbi. Era quella che camminava con aria sognante e che aveva sbattuto contro quella signora con la bambina..
Certo, colpa del mio ascensore che era trasparente.. però pure lei.. poteva stare  più attenta!! << Tutto bene cara ragazza? >>

Si rialzò stordita battendo gli occhi più volte.

<< Sì credo di sì. >> mi rispose una voce flebile e imbarazzata; << Che strano.. >> continuò, quando si soffermò a guardarmi. Scossi il capo come per dimostrarle che non mi interessava quello che pensava di me, solo non vedevo l' ora di tornarmene a casa!

Dietro di lei notai un libro, per metà sprofondato nella neve.

Per sembrare gentile -Chissà se quel buon Dio mi avesse riconosciuto una buona azione e mi avesse ripagato della mia ispirazione- mi abbassai a raccoglierlo; di sfuggita ne lessi il titolo “La bella e la bestia” Au, che schifo. Odiavo le favole.

Così, per non tenerlo un solo secondo di più in mano glielo porsi, cercando di toccarlo il meno possibile:

<< Ti è caduto questo. >>
<< Grazie. >> fece lei prendendolo e stringendolo al petto.

  
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