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Autore: Back To Vegas Skies    06/10/2011    3 recensioni
- Ti è mai capitato di vedere improvvisamente una persona sotto una nuova prospettiva, così, improvvisamente?
Ti svegli una mattina, la guardi e dici “Hey, come mai non mi ero mai accorto che i suoi occhi sono così belli?” e da lì la tua testa comincia a viaggiare e tu cerchi di fermarla, ma non ci riesci, perché magari quella persona ti ha appena sorriso e allora il tuo cervello è andato in tilt, o casualmente le vostre mani si sono toccate e ti senti il cuore come se stesse per scoppiare da un momento all’altro. È… è strano, capisci?
[Suavarro]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cobra Starship
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So many shooting stars (holy shit).



Mi piacciono le stelle cadenti. Insomma, a chi non piacciono?
Probabilmente non è la stella in sé, non è il brillio momentaneo, né la striscia luminosa che compare per un attimo nel cielo. È quello che significa. La speranza di avere qualcosa a cui affidare un tuo desiderio nascosto, l’emozione, seppur infantile, di chiudere gli occhi e sussurrare “vorrei che…” e sperare che questo basti  a farlo avverare. So benissimo che non è così, anche se è sempre bello vederne una. Mi ricordano l’amore, forse. Ma quale amore possono ricordare, se di amore vero non ne ho mai vissuto neanche uno? O forse sì, ma non credo che una  cotta stratosferica per il bassista della band in cui suono possa dirsi tale.
Cioè, Suarez mi piace. Mi piace perché è simpatico e perché sorride sempre. Mi piace il modo in cui mi batte il cuore quando uno di quei sorrisi è rivolto a me, o quando ride per una mia battuta pessima. Mi piacciono i suoi occhialoni un po’ sfigati  e il modo in cui porta i capelli, il modo in cui mi abbraccia e mi guarda anche davanti a tutti. Lui non ha vergogna, non ha paura. Lui non è come me.
Vorrei avere il coraggio di Gabe, a volte. A lui non interessa niente di quello che dicono gli altri, o almeno, gli interessa poco. Credo che consideri la sua ragazza al pari di un soprammobile. Per lui c’è solo William, esiste solo William, ama solo William. Non lo da a vedere, certo, ma noi che siamo suoi amici e conviviamo con lui praticamente sempre, sappiamo benissimo che Bill è il suo primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera, e tutte quelle altre cose così da “persone innamorate”. Erin è una facciata, una copertura per zittire le voci, questo lo sa benissimo anche lei, che di certo non si lamenta. Ha pur sempre un “fidanzato” famoso, le fa comodo. Anche adesso, durante questa affollata festa a casa di Pete, è tranquilla e disinvolta, nonostante il suo ragazzo sia nella stanza accanto a scoparsi allegramente Beckett.
Mi appoggio alla ringhiera del terrazzo, dando le spalle al mare, per dare uno sguardo agli invitati: ecco Victoria, con uno dei suoi mini abiti fucsia, che ha già alzato un po’ troppo il gomito e ride chiassosamente con Ryland, Pete che salta gaio da un ospite all’altro, Brendon Urie che ha già catturato l’attenzione di metà dei presenti e sta cantando una canzone, fermandosi solo per ridere a crepapelle insieme al piccolo Ian Crawford. Ci sono tante facce nuove, questa sera, o probabilmente l’ultima volta che le ho viste ero troppo ubriaco per ricordarmene adesso, cosa che, con molta probabilità, accadrà anche stavolta.
 Mi giro di nuovo, lasciandomi alle spalle il vociare e la musica, concentrandomi solo sul rumore delle onde. Ho bisogno di farmi di qualcosa, qualunque cosa, basta che sia sufficiente a resettarmi il cervello e a non farmi pensare. Un paio di pillole, magari…
- Hey, che ci fai tutto solo?
Suarez mi guarda da dietro i suoi occhiali spessi, con un bel sorriso -stranamente sobrio.
Io faccio spallucce, poi mi giro di nuovo verso il mare.
- Dovresti entrare, ci sono un sacco di ragazze carine dentro!                                                               
Bum. Magari facciamo tre, eh?
 Non rispondo, comunque. Ho troppa paura di sputare fuori tutto quello che penso. E sarebbe abbastanza imbarazzante dirgli che mi piace un sacco dal primo momento che l’ho visto, che di giorno in giorno mi è piaciuto sempre di più, che ogni volta che mi sono ubriacato o fatto o distrutto in qualche altro modo  è stato per non pensare a lui e a quel dannato sorriso che adesso si trova a trenta centimetri da me.
- Ma che hai? - chiede, corrugando la fronte, preoccupato.
Si preoccupa per me, come sempre. Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe a sé.
Bum. Facciamo quattro belle pilloline.
- Niente - bisbiglio, con la gola improvvisamente secca.
- Nate, sul serio. C’è una festa lì dentro e tu sei qui fuori a fare il malinconico e il depresso del cazzo e non vuoi nemmeno dirmi il motivo? È molto matur… Oh, guarda! Una stella cadente!
Anche io l’ho vista. È passata veloce, proprio dritta di fronte a noi. Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo e penso: “Vorrei che Suarez mi baciasse”. Mi sento come una ragazzina di sedici anni, forse anche quindici, ma sognare non ha mai fatto male a nessuno. O almeno credo.
- Anche tu hai espresso un desiderio, vero? -
Mi guarda con un sorrisino, mentre me lo chiede.
- Sì, e allora?
- Che cosa hai espresso?
- Non posso dirtelo.
- Certo che puoi! O credi alla sciocchezza del "non lo dico altrimenti non si avvera"? - chiede, alzando un sopracciglio.
- No, non è questo, ma...
- Uhm… fammi indovinare… Soldi? O quella batteria che hai visto l’altro ieri? O quel computer fighissimo che abbiamo provato l’altra…
- Non è qualcosa che si compra - sbotto, interrompendolo. Non voglio che mi creda un superficiale.
- Magari si potesse - aggiungo sottovoce.
- E allora cosa può essere?
- Perché ti interessa tanto?
- Curiosità - risponde, alzando le spalle - Dai, dimmelo!
Faccio di nuovo ‘no’ con la testa, cercando di concentrarmi ancora sul pensiero che da qui a qualche ora il mio cervello sarà completamente svuotato e il mondo mi sembrerà più bello... Se sono fortunato potrei anche riuscire a non pensare a lui.
- E’ una cosa che vuoi che accada, allora?
- Perché non la smetti di tormentarmi e vai dentro a rimorchiare qualche bella bionda, eh? - dico brusco, staccandomi da lui.
La sua espressione muta di botto e il sorriso sparisce dal suo viso. Mi sento da schifo, ma se resto ancora un po’ vicino a lui rischio di impazzire! Non posso permettere alla mia testa di continuare a crearsi castelli in aria, quando so benissimo che non potrà mai accadere nulla. Devo allontanarmi. Non so quante volte me lo sono ripetuto negli ultimi mesi, anche se finisco sempre per ignorare le mie stesse imposizioni.
- Scusa - bisbiglia, andando via - Non credevo te la prendessi tanto.
- Suarez, aspetta!
Non ce la faccio.
- Non volevo essere sgarbato, scusami…
Si gira e torna indietro, l’espressione ancora ferita sul volto.
- Sono un po’ nervoso stasera, perdonami. Non volevo prendermela con te.
Perché mi sto giustificando così tanto? Non ho fatto niente!
Mi guarda e sospira, poi mi accarezza il viso.
- Lo sai, vero, che io sono sempre qui ad ascoltarti?
Annuisco, cercando di sorridere. Non so come faccia a volermi ancora bene - sono quasi sicuro che me ne voglia - dopo i miei frequenti e apparentemente immotivati sbalzi d’umore, ai miei lunghi silenzi e a tutte le cazzate che tento per togliermelo dalla testa. A volte lo ignoro per giorni, o almeno ci provo, e quando torno da lui, lui è sempre lì ad aspettarmi, come se nulla fosse successo.
- Vieni qui, abbracciami - dice, tirandomi a sé. Ecco, appunto.
- E’ una cazzata, comunque - sussurro, con la testa nella sua spalla.
- Cosa?
- Il desiderio.
- Non fa niente se non vuoi dirmelo - dice serio, appoggiandomi il mento sulla testa - Cioè, non sono affari miei, no?
Sospiro, non sapendo cosa dire. Il tempo necessario per l’abbraccio è passato da un secolo, ma io sono ancora aggrappato a lui, e di certo non mi sposterò presto. Meglio approfittare.
- Queste dannate stelle non funzionano. Il mio desiderio non si è ancora avverato! - esclama.
- Perché, cos’hai espresso?
- Ma niente, è una sciocchezza…
Lo guardo, staccandomi da lui.
- Volevo solo vederti… vederti sorridere di nuovo - sussurra, abbassando lo sguardo - come ai vecchi tempi, quando bastava niente per farti scoppiare a ridere. Eri sempre allegro…
Sospira, rialzando gli occhi.
- Cosa ti è successo adesso? Sono stato io a fare qualcosa di male?
- No! Tu non hai fatto niente. Sono io che sono cambiato…
Il suo viso è dispiaciuto, i suoi occhi tristi. Lo sto facendo soffrire e non me ne sono neanche accorto.
- Io ho rovinato tutto e mi dispiace. Mi dispiace tanto, Suarez, perdonami… Io non so nemmeno com’è che è successo! Il giorno prima tutto normale, il giorno dopo, bum! Ecco che mi ritrovo…
Mi interrompo, mordendomi le labbra. E se fosse arrivato il momento giusto per parlarne?
- Ti ritrovi?
- Ti è mai capitato di vedere improvvisamente una persona sotto una nuova prospettiva, così, improvvisamente?
Lui non risponde, si limita a fissarmi.
- Ti svegli una mattina, la guardi e dici “Hey, come mai non mi ero mai accorto che i suoi occhi sono così belli?” e da lì la tua testa comincia a viaggiare e tu cerchi di fermarla, ma non ci riesci, perché magari quella persona ti ha appena sorriso e allora il tuo cervello è andato in tilt, o casualmente le vostre mani si sono toccate e ti senti il cuore come se stesse per scoppiare da un momento all’altro. È… è strano, capisci?
Suarez annuisce, poi sussurra:
- Quindi sei diverso perché ti sei preso una cotta per questa persona?
- Non è semplicemente una cotta! Io vorrei stare insieme a… questa persona per tutta la vita. Vorrei poter dire a questa persona tutto quello che provo senza paura, vorrei poter accarezzare i capelli a questa persona e guardare il modo in cui dorme, vorrei dire a questa persona quanto la amo ogni giorno, fare l’amore con questa persona ogni sera e dopo addormentarmi tra le sue braccia e… - sento la voce spezzarsi e gli occhi bruciare - … e svegliarmi la mattina e trovarla accanto a me, vorrei poter tenere questa persona per mano davanti a tutti, vorrei ascoltarla sempre, senza mai stancarmi del suono della sua voce, vorrei baciare questa persona ogni volta che voglio… Ma non… Non posso, capisci? E questo fa male, Suarez! Perché non posso amare il mio migliore amico!
Mi ritrovo in singhiozzi, con i gomiti poggiati sulla ringhiera. Tutta la rabbia e la frustrazione di questi mesi stanno fuoriuscendo adesso, come se fossero esplosi dentro di me.
- Hey - sussurra lui, avvicinandosi a me - Va tutto bene…
Mi abbraccia e io mi giro per stringerlo, continuando a lasciare che le lacrime cadano calde sulle mie guance.
- Davvero vorresti tenermi per mano davanti a tutti?
Annuisco, con la faccia affondata nella sua camicia a quadri.
- E davvero vorresti baciarmi?
Alzo la testa e annuisco di nuovo.
- E fare… l’amore con me?
- Ogni sera - rispondo sottovoce.
 Lo vedo arrossire, mentre non riesce a trattenere un sorrisino.
- Non sono d’accordo.
- Eh?
- Hai detto che vorresti fare l’amore con me ogni sera, ma io non sono d’accordo - chiarisce, continuando a tenermi stretto.
- Non credo mi basti - aggiunge, abbassando il tono di voce - Io voglio farlo di giorno, di notte, di mattina, di sera…
Sorride leggermente, prima di avvicinare le sue labbra alle mie.
- E davvero mi dirai che mi ami ogni giorno?
Le sue parole sono un sussurro lieve e io sento il suo respiro sulla mia bocca.
- Fino a quando lo vorrai - dico piano a mia volta.
Le sue braccia sono strette saldamente intorno alla mia vita, mi fa quasi male per quanto mi tiene stretto. Ma insomma, ne vale la pena. Sento il suo cuore battere velocemente, si lecca le labbra e deglutisce.
- Grazie - sussurra imbarazzato, con un sorrisino, mentre abbassa lo sguardo.
- Non devi ringraziarmi, io… io lo penso davv…
Non riesco a finire la frase, dato che mi bacia con forza, spingendomi contro la ringhiera.
È qualcosa di perfetto e di magico, una sensazione meravigliosa. Mi sento all’improvviso completo e… felice.
Quando smette di baciarmi e mi guarda, non riesco a fare a meno di sorridergli.
- Si è avverato! - dice.
- Anche il mio - sussurro, accarezzandogli i capelli.
Mi bacia di nuovo, noncurante del fatto che stiano uscendo anche altre persone su quel terrazzo.
- Amore, guarda quante stelle stasera! Sono bellissime! - la voce squillante di William ci fa ricadere con i piedi per terra.
- Mai belle quanto te, tesor… Oh mio dio!
Gabe ci guarda esterrefatto, una mano intrecciata in quella di William e l’altra sulla bocca.
- Io non… Da quando voi due… Oh - balbetta, continuando a fissarci.
- Da cinque minuti - sbotta Suarez.
- Ma come… Voi, cioè noi…
- Grazie per la visita. Ora, se vuoi lasciarmi baciare Nate in pace te ne sarei veramente grato.
Will ridacchia, trascinandolo verso l’interno e salutandoci con la mano.
- Scusateci - dice con un sorriso, prima di entrare.
- Io te l’avevo detto che prima o poi sarebbe successo! - sentiamo dirgli, con tono soddisfatto - Li trovo meravigliosi, comunque. Sembrano fatti per stare insieme… - la sua voce sfuma nel casino della festa. Siamo di nuovo soli.
Suarez mi guarda sorridendo, poi mi bacia dolcemente.
 Da oggi in poi, comincerò a credere più spesso nelle stelle.


* * *






 

Riciao gente! Spunto dopo un po’ di giorni di silenzio con questa bbbella oneshot çVç
Ovviamente ci voleva un po’di Suavarro, che, ahimè, sta diventando il mio OTP. Cioè, ma guardateli. Non sono la cosa più adorabile dell’universo? çVVVç
Mi scuso perché, come sempre, sono finita nel fluff più selvaggio D:
Vabbè, spero di aver portato un po’ di zucchero nella vostra giornata!
Baci,
Gabe [Ros]
 
P.S. Il titolo è preso da un tweet di Nate, che mi ha fatto nascere l’ispirazione. (A volte porta frutti positivi lo stalkare i profili LOL)
[Grazie a chi ha letto e a chi recensirà <3]
   
 
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