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Autore: Lilith Hedwig    06/10/2011    7 recensioni
No, loro non hanno bisogno d’insegnarci come dobbiamo vivere. Loro non hanno neppure un’idea di cosa sia la felicità,non sanno che senza quest’amore per noi non c’è né felicità, né infelicità, non c’è vita.
(Lev Tolstoj, Anna Karenina)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nero su bianco
 
 No, loro non hanno bisogno d’insegnarci come dobbiamo vivere.
Loro non hanno neppure un’idea di cosa sia la felicità,
non sanno che senza quest’amore per noi
non c’è né felicità, né infelicità, non c’è vita.
 



Quel… quel viso, così stupendo, quegli occhi così chiari… è semplicemente perfetto.
Lo guardi attraverso i fumi dell’Amortentia rovesciata per terra, e non t’interessa di tutta la gente attorno; non vedi Potter, Zabini, Goyle, la Granger, Millicent… vedi solo lui. Lui, ora.
Non sai ancora che la tua vita, in questo modo, finirà; che sarai per sempre ossessionata dal suo sguardo, che saprai amare solo lui
Sei assuefatta, dipendente.
Preparerai quella pozione per tutta la vita, per provare ancora questo sentimento.
Ogni giorno, ogni ora... non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Il professore si affretta verso di te, è così ridicola quella sua faccia preoccupata…
Lui si volta, non ti guarda, gli fai ribrezzo, e lo sai. 
Non potrà mai essere tuo. Mai.
Ma tu continuerai ad amarlo, adorarlo, come fosse un dio -sempre.


Mesi, sono passati, anni.
Non l’hai più visto, dopo la caduta del Signore Oscuro.
Non ha più voluto vederti.
Puttana, ti ha chiamata. Sgualdrina. Per nessun motivo, poi -non c'era nessun motivo.
Non ha mai risposto alle tue lettere.
Ma tu hai continuato a sognarlo, tutte le notti ti addormentavi solo per poterlo rivedere: bello, stupendo, come lo ricordi -o lo immagini.
Ti guardi allo specchio. Sei invecchiata peggio delle tue coetanee.
L’altro giorno hai rivisto la Granger, con quel mago mediocre di un marito, Weasley.
Ti è sembrata molto bella, ma soprattutto, felice. Aveva in braccio una bambina paffuta, e teneva quel rosso per la mano come fosse un tesoro inestimabile che era stata fortuna a trovare.
Povera, povera illusa. E' così patetica.
Pensa di essere felice.
Tu, tu non lo sei, sai di non esserlo, ma sai come sarebbe la felicità.
E non puoi smettere di farti del male.
Ogni mese, prepari quella pozione. Lo fai da quell’incidente a Pozioni,ilsesto anno, da quel disgraziato -e meraviglioso- incidente, che ti ha cambiato la vita.
In meglio, pensi.
Sei diventata una Pozionista esperta, vendi filtri d’amore a donne che avranno in mano i loro sogni, il loro destino. Ma tu, tu…
Hai sentito che si sposa, domani.
Per questo sei in bagno, di fronte allo specchio. Quello specchio bastardo, implacabile, che ti dice la verità.
Che ti dice che sei brutta, Pansy. Una donna non troppo vecchia, ma che lo sembra, brutta e grassa.
Le tue vecchie compagne di scuola, si sono sposate quasi tutte. Non hanno le tue rughe, i tuoi lividi. Ma non hanno nemmeno il tuo sogno, la tua agognata felicità.
Ci andrai, a quel matrimonio.
Vuoi vederlo in faccia, l’ultima volta.
Vedrai Astoria avanzare lungo la campata nuziale, con quel lungo abito bianco e quel velo di pizzo, desiderando di essere al suo posto. Starai in disparte, cercherai di non piangere.
Lui ti vedrà, distoglierà lo sguardo.
Gli fai schifo, e lo sai.
Come potresti dargli torto?
Non puoi, Pansy, non puoi. Non te lo puoi permettere.
Ma sei abbastanza forte da sopportare il suo sguardo carico di disgusto? Sei così brava?
Hai sempre cercato la sua approvazione, il suo sostegno, la sua stima, anche se sapevi che lui non te l’avrebbe mai data.


Hai preparato quel vestito da mesi: un bel vestito, vero? Nemmeno la sposa fossi tu…
Pansy, oggi vedrai il tuo amore, lo vedrai l’ultima volta, forse dopo morirai… Sì, dopo morirai. Si era sempre vantato di essere un assassino: ora sai che è tutto vero, almeno, no? Vedi, lui non mente. Lui è perfetto. Sei tu che sei sbagliata.
Indossi quel vestito, ti punti la bacchetta alla guancia. La premi forte, in preda ai singhiozzi.
Una maschera veneziana a coprirti il volto, in questa calda giornata primaverile.
Un’unica lacrima sulla guancia, una lacrima nera sulla porcellana bianca.


Alla fine si riduce tutto ad un momento soltanto.





Angolino me

Ehilà, salve a tutti, grazie di aver letto :) Vi passo subito il giudizio di Sophie (la storia è stata scritta per il Mini Contest del gruppo Facebook HPeace & love, con prompt facoltativi specchio e lacrime ed elementi obbligatori un incidente in aula Pozioni, Hermione e un matrimonio).
La citazione all'inizio è dall'Anna Karenina di Tolstoj.
Spero che la storia vi sia piaciuta e nulla, come al solito le critiche sono molto ben accette. :)

4° CLASSIFICATA
Stile: 7.9/10
Originalità e Trama: 8.8/10
Caratterizzazione: 9.5/10
Prompt obbligatori: 3/3
Punti Bonus: 1.5/3
Punti Gradimento personale: 8.5/10
TOTALE: 39.2/46


Una introspezione interessante, che ci mostra una Pansy innamorata, ma da un punto di vista diverso dal solito.
La storia è scritta in seconda persona e lo stile è particolare, molto frammentato. In questo caso non è assolutamente un difetto, anzi, riflette perfettamente lo stato d’animo di Pansy, lo trovo molto adatto. Mi è piaciuto molto anche il modo in cui spesso sei andata a capo, molto adeguato, rende la lettura più partecipativa.
Però ci sono alcune pecche che hanno gravato abbastanza sulla valutazione: i puntini di sospensione e il corsivo in particolare. In una storia di questo tipo capisco che l’uso dei puntini di sospensione è una tentazione forte, io stessa una volta ne facevo un uso smodato, però incontrarne così tanti rovina la lettura. Ad esempio, in questo caso ci stanno bene: “Ma tu, tu…”, ma spesso altrove sono inutili. Prova a sostituire con il punto fermo i puntini di sospensione e vedrai che nella maggior parte dei casi l’effetto è lo stesso.
Stesso discorso per il corsivo. Tralasciando titoli, nomi particolari e scelte stilistiche relative a pensieri e ricordi, il corsivo di solito nel testo viene utilizzato per dare un’enfasi maggiore a parole che dovrebbero assumere una valenza particolare. Se viene utilizzato troppo spesso, non solo non si ottiene l’effetto voluto, ma crea confusione. Spesso la scelta della parola giusta ha già di per sé un certo peso, e altrettanto spesso le parole possono essere fatte risaltare sfruttando semplicemente la punteggiatura.
Prendendo ad esempio il tuo testo: “Lui si volta, non ti guarda, gli fai ribrezzo, e lo sai.” “Ma tu continuerai ad amarlo, adorarlo, come se fosse un dio.” ‘gli fai ribrezzo’ e ‘adorarlo’, hanno già una certa forza grazie alle virgole, e l’uso del corsivo risulta superfluo.
Invece qui “Ogni mese, prepari quella pozione.” “In meglio, pensi.” il corsivo per me ha più senso: nella prima è un riferimento forte all’Amortentia in particolare e nella seconda stacchi dal resto del testo il pensiero di Pansy, che è riportato così com’è.
Per il resto, ho trovato la storia sostanzialmente corretta, tranne che per una virgola di troppo che spezza la frase “Le tue vecchie compagne di scuola, si sono sposate quasi tutte.”, un accento mancato nel ‘Sì’ (Si, dopo morirai.”) e le righe finali che mi risultano in realtà un po’ troppo oscure. Perché la maschera veneziana? Poi lei alla fine si uccide, o comunque ha questo intento, giusto?
Un consiglio è anche quello di trovare una maniera più ‘elegante’ per separare il testo (ovviamente non ti ho penalizzata per questo, tranquilla).
Hai scelto di mostrarci tre diversi spezzoni della vita di Pansy che ci mostrano la sua ‘involuzione’, in qualche modo: l’inizio, con l’incidente che segnerà tutta la sua vita; l’incontro casuale con Hermione, che la fa scontrare con la realtà alla quale volta comunque le spalle; il finale, che lascia una nota amara.
Ho trovato molto interessante e molto originale la tua scelta di non trattare il classico innamoramento, quello della tua Pansy è più una ‘ossessione’: dopo aver provato le sensazioni suscitate dall’Amortentia si è così assuefatta a quella emozione forte, da volerla provare ancora e ancora, come una droga. Rispecchia anche il comportamento di un carattere debole. La tua Pansy sa di esserlo. Ho apprezzato davvero il modo in cui l’hai caratterizzata, conscia di essere brutta e di essere invecchiata male rispetto alle sue compagne, sa anche il perché, tuttavia non ha sufficiente forza, sufficiente coraggio per smettere di prendere la sua ‘droga’, tanto che alla fine decide di togliersi addirittura la vita.
Il punteggio come vedi è alto, ti avrei messo anche qualcosina in più se avessi spiegato perché Draco l’ha chiamata ‘sgualdrina’ e ‘puttana’. Ho immaginato qualche motivo, ma da quello che dici nella storia il motivo non si capisce.
Per i prompt, Hermione c’è e l’incidente pure. Il tema del matrimonio è ben sfruttato. Per il bonus, hai usato lo specchio e le lacrime: allo specchio ti ho dato un punto pieno, visto che è stato sfruttato nella caratterizzazione di Pansy.
Per le lacrime ti ho dato un po’ meno, nonostante verso la fine siano solo accennate, hanno una buona forza simbolica. Il gradimento personale è alto.
E’ un’introspezione molto interessante e ben studiata, ha un taglio diverso della solita ‘ragazza innamorata’. Anche le frasi brevi e incisive hanno influito positivamente.
Peccato che sul finale io non abbia ben compreso la situazione di chiusura, questo ha compromesso un po’ il voto. 


Ancora grazie a tutti, un bacio e a presto;
Lil
   
 
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