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Autore: Cherie__    06/10/2011    1 recensioni
- Sai una cosa? - Le chiese allungato sulla gelida sabbia, il viso rivolto verso quel manto stellato
- Mh - Rispose, intenta a giocherellare con i granelli di sabbia - Chissà perchè continuano a scivolarmi tra le dita -
Il ragazzo la guardò incuriosito, un piccolo sorriso gli increspò le labbra piene
- Vedi? Non mi stai mai ad ascoltare -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dichiarazione alle Stelle

- Sai una cosa? - le chiese, allungato sulla gelida sabbia, il viso rivolto verso quel manto stellato.
- Mh - rispose, intenta a giocherellare con i granelli di sabbia - Chissà perché continuano a scivolarmi tra le dita -
Il ragazzo la guardò incuriosito, un piccolo sorriso gli increspò le labbra piene.
- Vedi? Non mi stai mai ad ascoltare -

Driin. Driin.
La ragazza si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore.
Il tanto atteso giorno era finalmente arrivato. Si stiracchiò pigramente, la fioca luce emanata da una perlacea luna le accarezzava timidamente la pelle.
Un profondo respiro, avrebbe finalmente pareggiato i conti. E pensare che era riuscita ad aspettare un anno intero, fino a quel 15 luglio.
Il vestito scarlatto le scivolò facilmente sul fragile corpo, le stava perfettamente, come allora.
Pettinò i capelli color cioccolato accuratamente, lasciandoli cadere sinuosamente lungo la schiena.
Gli aveva promesso che non li avrebbe tagliati, li adorava così lunghi.
Non si truccò, le aveva confessato di amare il suo viso così com'era.
Un'ultima occhiata allo specchio e si diresse verso la porta che si aprì scricchiolando.
Era buio pesto, svegliare la madre sarebbe stato un suicidio. Avrebbe cominciato a urlare, svegliando tutto il vicinato.
Con le scarpe strette tra le mani, percorse a piedi nudi il tratto di strada che la separava dalle scale.
In quella manciata di metri trattenne silenziosamente il respiro, per cominciare a correre fino alla porta e poi dritta fuori dal cancello.
Una sferzata d'aria calda le colpì il volto, facendola tentennare.
Afferrò saldamente il manubrio della sua bici, cominciando a pedalare a più non posso. Sarebbe arrivata in tempo, senza alcun dubbio.
Le strade erano deserte e silenziose, sembravano rappresentare lo stato della sua mente. Muta e priva di futili pensieri.
Le stelle che brillavano statuarie in quel cielo infinito erano le stesse di quella notte.
Chissà se si era aggiunto anche lui.
Trafelata, raggiunse la spiaggia che li aveva ospitati anche l'anno precedente.
Scese dalla bici e l'abbandonò svogliatamente sull'asfalto, gli occhi fissi su di lui. Perché era certa che si nascondesse proprio lì.
A passo incerto raggiunse il centro della spiaggia, nel posto esatto dove erano stati l'ultima volta.
Un piccola esitazione e cadde in ginocchio. Non tanto per suo volere, quanto per il desiderio del suo corpo di provare ancora una volta la sensazione di calore emanata del suo ricordo.
Poggiò le mani sulla sabbia fresca, abbassando lo sguardo sui granelli che le sfioravano le dita affusolate.
Un impercettibile sorriso le comparve sul viso, ricordando il suo tocco delicato.
Preso il coraggio, finalmente alzò gli occhi sulle stelle, che fino a quell'istante l'avevano tacitamente osservata.
- Ehi - mormorò piano, certa che lui la stesse ascoltando da lassù - E' passato un anno dall'ultima volta, sai?-
Le pareva uno scherzo, quasi non ci credeva. Si stava dichiarando. Si stava dichiarando alle Stelle.
- Ho aspettato molto questo momento, pensavo che fosse giusto parlarti dei miei sentimenti nello stesso istante in cui l'hai fatto tu -
Un lacrima audace le solcò le guance.
- Come ben sai, non ne ho avuto il tempo - prese un profondo respiro, come se le stessero togliendo l'ossigeno - Sei andato via. Mi sei scivolato tra le dita, come sabbia. -
Alzò le mani tremanti, come a voler dare concretezza a quelle dolorose parole.
- Perché sei volato via? Forse preferisci la compagnia delle stelle alla mia? - chiese pensierosa – Be’, non hai tutti i torti. Hai sempre pensato che non ti stessi mai ad ascoltare -
Strinse i pugni a quel pensiero.
- Non è vero. Ogni tua parola, ogni tua espressione, ogni tua mossa era per me un tesoro da conservare gelosamente. Non avrei mai pensato di non poter più contemplare il tuo sorriso d'angelo, di non poter più osservare i tuoi occhi vivaci e allo stesso tempo riflessivi, di non poter più baciare le tue calde labbra. Io... All'inizio credevo che sarei impazzita. Per colpa tua... Ho perso tutto ciò che per me era importante. -
Riprese fiato, distendendo le gambe ormai indolenzite. Si allungò lentamente, così da avere la figura del cielo proprio sopra di sé.
- Proprio qui, il 15 luglio dell'anno scorso mi hai dichiarato il tuo amore - disse solenne, quel pensiero non poteva non farla sorridere - Me l'hai detto così semplicemente che all'inizio credevo si trattasse di uno scherzo. Ti ho guardato sorpresa e tu ti sei limitato a regalarmi un timido sorriso. Non una parola di più. Mi hai detto semplicemente "Ti amo. Ti amo come le stelle amano il loro cielo". E io avrei voluto risponderti con tutta me stessa che tu eri, o meglio sei, il mio unico ed immenso cielo. -
Alzò la mano verso le stelle, sicura di poter sfiorare ancora una volta il suo profilo. E, per un istante, le sembrò quasi di sentire la sua morbida pelle sotto le dita.
Scostò immediatamente la mano, spaventata da quello strano contatto.
- Jae Jun... Perché sei morto? - chiese coincisa, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Per tutta risposta, un tiepido venticello l'accarezzò, come a volerla tranquillizzare. Socchiuse gli occhi, assaporando quel soffio, conscia del fatto di averlo accanto.
- Sei andato via all'improvviso, quella stessa notte. Una chiamata urgente, mi avevi detto. E sei corso via, chiedendomi ripetutamente scusa. L'ultima cosa che ho visto era la tua figura in lontananza diventare sempre più piccola. Piuttosto deprimente, direi. -
Scoppiò in un pianto convulso, portandosi le mani al viso per nascondere quelle lacrime amare.
- Non faccio altro che piangere - tirò su col naso, asciugandosi alla meno peggio le lacrime che scendevano copiose - Uffa. Devo smetterla di essere così sensibile e sentimentale. -
Una tenue risata si perse nell'aria, che la fece quasi rabbrividire. Era la sua. Lui le stava sorridendo accanto, si sentì persino solleticare il collo.
- Jae Jun, dove sei? - chiese confusa, allungando la mano come per potere afferrare saldamente la sua.
-Perché ci sei, vero? -
- Ci sono. Ci sono sempre. -
Quasi non urlò. La sua voce calda e tranquilla ritornò ad inondarla di emozioni, come un potente uragano.
- Tu... Dove? - domandò con la voce spezzata, sperando di ascoltarla ancora e ancora.
- Qui, dentro il tuo cuore. -
Sentì le sue dita sul petto, calde come fuoco e forti come lame. Le percepiva chiaramente, le sembrava di avvertire persino i battiti del suo cuore.
- Perché non riesco a vederti? -
- Perché riesci a sentirmi. -
- M-ma io... -
- Ssh.. - la zittì quell'anima senza tempo - Se parli non riuscirai a sentire il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia -
- Perché dovrei ascoltarle? - chiese confusa, posando svogliatamente lo sguardo sul mare. Sembrava essere vasto e profondo come il firmamento.
- Perché sono uguali a te. -
-Uguali... A me? -
- Si. Tu sei una piccola onda coraggiosa che va incontro al suo destino a pugni stretti. Ti scagli sui litorali con tutta la tua forza, per poi riprovarci ancora e ancora. -
- Jae, tu mi hai lasciato! Non voglio più gettarmi sulla riva, è inutile e doloroso! -
Quel lieve soffio di vento tornò a farle compagnia, rinfrescandole le idee.
- Piccola, è così che va la vita. Se avessi potuto decidere, non ti avrei lasciato per nulla al mondo -
La giovane si alzò in piedi ,sistemandosi il vestito rosso vermiglio. A passo fermo si avviò verso il mare, si bagnò appena i piedi, l'acqua tiepida la rasserenava.
Socchiusa gli occhi, facendosi trasportare dalle onde.
Finalmente, Jae la strinse. Aveva quasi dimenticato come ci si sentiva. L'aveva colta alla sprovvista, abbracciandola dalle spalle.
- Mi manchi. Non sai quanto. Ho pensato che fosse meglio fare il duro, farti credere che va tutto bene. Ma non ce la faccio, dannazione! -
- Sai una cosa? -
- Mh… -
- Ti amo. Ti ho amato e ti amerò per sempre. Non ci sarà giorno in cui non penserò a te. Te l'ho giuro. -
- Sarò sempre con te, sempre. -
- Jae Jun, sappi che rimarrai per sempre il mio unico e grande cielo. -

Fu così che scomparve. L a presa che la stringeva la lasciò andare, e il vento l'accarezzò per l'ultima volta. Non l'avrebbe più lasciata, adesso ne era certa.
Rientrò a casa col sorriso sulle labbra, le mani sulla pancia. Lo sentiva.
Neanche si sfilò il suo vestito preferito, si lasciò cadere sul letto addormentandosi. Le stelle avrebbero vegliato su di lei.
Aveva finalmente fatto la sua personale dichiarazione alle stelle.


A little comment ♪
Questa One-Shot l'ho scritta un po’ per caso e, a dire il vero, non è un granché... Spero commentiate ^^
Un bacio~
   
 
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