We must escape, our darkest days
We must escape
Our darkest days
Or face the fall
And fade away.
Erano passati anni dall’ultima volta, da
quell’attimo
impercettibile in cui le mani si intrecciavano in ‘quel
preciso modo’ dei film
romantici e che coincidevano con l’amore puro, fisico e
dell’animo, con
l’appagamento
naturale degli istinti umani e animali. Sembravano, ma in
realtà erano passati
davvero, secondi infiniti in cui avevano potuto assaporare solo il
ricordo di
loro stessi, le rimembranze di quello che erano stati e il rimorso di
non
poterlo essere mai più.
L’unica e sola consolazione che avevano deciso di darsi,
erano quei piccoli momenti privati e comuni in cui potevano rifugiarsi,
nascondere le paure e sentire sul palato l’essenza vera della
vita che forse
qualcuno aveva loro regalato.
Tutto questo però ad un solo e caro prezzo, alla
muta decisione a cui entrambi asserivano senza aver mai speso una
parola a
riguardo, era l’assoluta astensione a quello che poteva
essere un piacere
diverso da quello dell’anima e del’amore platonico:
nessun contatto fisico,
nessun gesto che poteva lasciar trasparire quello che provavano davvero.
“E’ bello stare qui, sentire il calore della tua
pelle.” mormorò
Zacky con la testa appoggiata sulla spalla di Brian.
“E’ bello avere la
sensazione che tutto questo potrebbe essere per sempre.”
Strofinò il naso su quella maglietta impregnata del profumo,
dell’odore, dell’essenza della persona che lo
svuotava da tutto, riempiendo
quel vuoto solo con un grande fuoco che prendeva come brace ogni
problema che
lo attanagliava; lo riscaldava senza chiedere nulla in cambio.
Brian non rispose affatto, e non sorrise nemmeno come ci si potrebbe
aspettare,
ma rimase li a fissare ciò che si stagliava davanti ai suoi
occhi nocciola da
quell'angolo di Paradiso che era il suo terrazzo. Solo diversi minuti
dopo
voltò il suo sguardo verso la testa corvina dell'altro e la
baciò dolcemente.
Le ore precedenti le avevano passate quasi in silenzio, Brian che
strimpellava
le loro canzoni e Zacky che le canticchiava a voce bassa, quasi avesse
paura di
rovinarle nonostante non fosse affatto stonato...
"Se tutto questo durasse per sempre prima o poi ne saremo sazi Zack, e
non
avrebbe più alcun senso continuare." Il tono aveva delle
venature gravi,
come se gli dispiacesse un po' interrompere il silenzio.
For you we drown in tears
Our sorrow kills our
fears
I'll drink the blood
from your poisoned heart to be with you.
La loro vita si concentrava tra prove e concerti, sudore,
musica,
sbronze del weekend e le loro mogli le seguivano quasi ovunque,
affamate e
bramose di gloria. Così tanto da non accorgersi degli
sguardi, della paura di
essere scoperti. Michelle e Gena amavano quei due omoni stupidi, ma
erano
troppo donne
per poter capire quello che accadeva a Brian a
Zacky.
Accadeva che si erano amati tanto in passato, avevano addirittura
desiderato e
sperato di ufficializzare la loro unione, ma tutto si era dissolto
quando il
successo e la fama hanno colpito le fondamenta di quello che era il
loro amore.
Entrambi ci pensavano, ogni tanto, ma solo Zacky osava parlarne. Lo
faceva
sempre soprattutto prima di dividersi dall'altro e tornare alla vita
come tutti
la conoscevano ricevendo ogni volta la medesima risposta.
"E' giusto cosi Baker, non possiamo farci niente." Sentiva che la
voce era disturbata nel profondo, pronunciando quelle parole, ma Brian
era
quasi invalicabile su quell'argomento.
"Devi andare tesoro, Michelle sta per tornare." Cercò di
essere il
più gentile possibile, l'aveva guardato sorridendo appena e
con gli occhi pieni
di lui. I suoi occhi brillavano alla luce del sole che tramontava,
parte della
guancia destra era dipinta di un rosso tendente al pesca.
Zacky sospirò e ricambiò il sorriso, poi si
strinse al più grande appoggiando
il naso sul collo. Di nuovo quell'odore pieno e corposo, intenso, che
non
avrebbe mai potuto dimenticare.
Non si seppe dire se lo fece apposta o meno, ma oltre al naso a patata
anche le
labbra umide scivolarono sulla pelle morbida del collo tornito,
lambendolo
teneramente.
Brian socchiuse gli occhi, erano sensibilissimi a quei contatti e
sperò che
l'altro chitarrista non andasse oltre, non era sicuro di poterlo
sopportare.
Anche gli occhi di Zacky erano chiusi, serrati, in ascolto dei cuori e
dei
respiri. Alla fine si decise a depositare un bacio, profondo e non
volgare, per
poi dividersi e guardare Brian Haner dritto negli occhi.
"Non è vero che non possiamo farci niente Haner, se nessuno
ci guarda
possiamo amarci come non abbiamo mai fatto prima."
Si guardarono intensamente ma non molto a lungo, Brian aveva scritto la
risposta all'interno delle proprie pupille. Si salvavano l'un l'altro
dal
mondo, dalla paura, dal dolore, ma dovevano amarsi, per proteggersi da
loro
stessi.
Lost were we all and still through this we survived.
Buonasera lettori e lettrici, spero che questa mia one-shot vi sia piaciuta, nonostante sia solo il ritratto di un pezzo di vita. La canzone che mi ha ispirata è stata Our Darkest Days degli Eighteen Vision, ottima band ^^ Ovviamente sappiate che i fatti narrati non sono accaduti davvero e non scrivo a scopo di lucro e ah, i personaggi non mi appartengono.
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate!
A presto,
La vostra Alice.