Trafalgar Law non amava particolarmente bere fino ad ubriacarsi, ma non era neanche il tipo che si tirava indietro davanti una sfida; se suddetta sfida poi era stata lanciata da quel rosso infame che corrispondeva al nome di Eustass Kidd, Law proprio non poteva rifiutare.

Era per questo che, quella mattina si era svegliato con un mal di testa assurdo, la bocca amara e pochi ricordi della serata precedente.

Si mise a sedere sul letto, guardandosi intorno. Quella non era la sua stanza, e, a giudicare dal rumore di onde, non si trovava nemmeno in una camera della taverna. Ma allora dove diavolo era?

Poi guardandosi meglio intorno, riconobbe la stanza.

“Maledetto rosso, questa me la paghi.” Pensò irritato riconoscendo la camera di Kidd.

Si alzò dal letto, constatando che era ancora vestito; questo fatto lo sorprese non poco, e lo aggiunse alle altre spiegazioni che avrebbe chiesto a Kidd.

Barcollando uscì dalla stanza per andare a cercare quel rosso infame.

Si avviò verso il ponte con passo incerto. Appoggiato al parapetto, che guardava di fuori vide Killer; gli si avvicinò.

“Ehi, Killer, dove diavolo è Kidd?” gli chiese brusco. Quello neanche si voltò, ma gli rispose solamente “In cucina!”

Senza ringraziare, Law girò sui tacchi, e si diresse verso la cucina.

“Kidd, bastardo infame io…” esclamò aprendo la porta, ma purtroppo metà della frase finì soffocata dentro una fetta di torta che gli arrivò dritta dritta in faccia.

“Ma guarda, il dottorino s’è svegliato! Non reggiamo l’alchool eh?” lo sfottè Kidd, comparendo davanti al moro.

“Taci, Eustass.” Sibilò furioso Law, rigido e con la faccia ricoperta di panna. Kidd sogghignò e lo spinse verso il tavolo.

“Dopo tutta la fatica di farti ubriacare, portarti qui e prepararti anche la torta, mi ringrazi così? Che ingrato che sei.” Gli sibilò ironico all’orecchi il rosso.

Law non capì.

“Cosa diavolo vai blaterando Kidd?” chiese irritato. Kidd sgranò gli occhi sorpreso, poi scosse la testa.

“Che eri un caso perso lo sapevo, ma fino a questo punto…oggi è il sei ottobre, pezzo di rincoglionito!” esclamò, prendendolo poi per la vita e facendolo sedere sul tavolo.

“Sei ottobre…” ripetè pensieroso Law, poi all’improvviso si ricordò, e un ghigno comparve sul suo volto.

“Oh ma che tenero, ti sei ricordato del mio compleanno!” lo sfottè.

“Già a differenza tua!” rispose il rosso, passando un dito sul volto di Law e raccogliendo un po’ di panna. Istintivamente posò il dito sulle labbra di Law, che subito le aprì e ripulì il dito dell’altro.

Poi un sorriso sghembo comparve sul suo volto.

“Almeno in cucina sei bravo.” Sussurrò, ironico e malizioso al tempo stesso. Kidd colse, ovviamente, solo l’ironia della frase, e il suo orgoglio ferito si ribellò.

“Ma non credo proprio, stupido dottorino!” esclamò.

In un attimo qualsiasi vestito andò a quel paese, e un ghigno comparve sul volto di Law: quello si prospettava un piacevole compleanno!

 

ANGOLO AUTRICE

Un po’ in ritardo, ma non aveva pensato che ieri era il 6 ottobre. Bon non è che mi convinca molto questa ff, sarà che forse l’ho scritta un po’ di fretta….comunque spero che qualcuno vorrà commentarla, o anche solo leggerla!!

Un bacione a tutti  quanti!! sesshy