07/10/2011
4 recensioni
2.
Già, lui.
Aveva scoperto di essere omosessuale alle scuole elementari, quando, nello spogliatoio della piscina, aveva visto un suo compagno senza mutandine e gli era successo qualcosa di strano.. Qualcosa che non gli succedeva quando guardava le bambine. All’epoca, però, non sapeva spiegarsi cosa fosse, e si vergognava di parlarne con i genitori. Quando poi si era fatto più grande, aveva capito. Ma questa cosa non gli era più successa, e sperava che quello delle elementari fosse stato solo un fatto imbarazzante e da dimenticare. Però poi aveva iniziato le superiori, e si era reso conto che il Problema, come lo chiamava lui, non l’avrebbe mai abbandonato. Non poteva ingannarsi: il farfallio che avvertiva nello stomaco le volte che incrociava il suo sguardo, le orecchie e le guance in fiamme quando se lo trovava improvvisamente davanti, quel sorriso ebete che gli stirava le labbra tutte le volte che sentiva il suo nome.. Aveva letto di tutto ciò sui giornalini per ragazze di sua cugina e i fatti non potevano essere negati: Zackary si era preso una cotta. Una cotta con i fiocchi e i controfiocchi, anche.
Il ragazzo in questione si chiamava Brian Haner. Zacky non lo trovava solo belloccio, ma assolutamente bellissimo. E a quanto pare non era l’unico a pensarlo, dato che aveva sempre uno stuolo di ragazze che lo seguivano quasi ovunque. Brian era alto e muscoloso, i capelli e gli occhi neri e la pelle scura. Aveva 19 anni, uno in più di Zacky, e frequentava l’ultimo anno al liceo, e la cosa che preoccupava di più quest’ultimo era che, una volta finito l’anno scolastico, non l’avrebbe mai più visto.
Il ragazzo era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse di aver superato casa sua, tanto da essere arrivato quasi in fondo alla via. Imprecò e tornò indietro, cercando le chiavi nello zaino.
Quando entrò in casa, la trovò deserta. Naturalmente lo sapeva -suo padre era morto quattro anni prima e sua madre era al lavoro- ma chiamò ugualmente. Gli rispose solo Winston Churchill Jr, Church, il loro gatto. Anzi, il gatto di sua madre. Zacky detestava quell’animale. Arrivò ronfando dalle scale che portavano al piano di sopra, probabilmente dove aveva passato tutta la mattinata a dormire, sperando in qualcosa da mangiare.
“Dov’eri gattaccio, eh? E non ti strusciare sulle mie gambe!” borbottò il ragazzo, assestandogli un calcio nel didietro.
Quello si nascose sotto il tavolo, ma non prima di avergli lanciato un’occhiataccia accompagnata da un miagolio indispettito.
Zacky aprì il frigo per cercare qualcosa da mangiare e vide che sua madre gli aveva lasciato della pasta da scaldare, ma preferì prendere una fetta di pizza avanzata dalla sera prima.
Dopo aver fatto pranzo salì in camera sua e sulla scrivania trovò un pacchetto. Sorrise e lo prese in mano: era una confezione rigida più o meno quadrata e molto sottile. Già sapeva di cosa si trattava. Lo scartò e si ritrovò in mano l’ultimo CD della sua band preferita.
Si cambiò mettendosi i vestiti da indossare in casa e gettò quelli che aveva addosso in fondo al letto, poi prese il CD, lo inserì nello stereo e si sdraiò sul letto.
L’intro della prima canzone era finito e la voce cominciò a cantare. Dragged ya down below, down to the Devil’s show, to be his guest forever..
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E finalmente eccomi con il secondo capitolo :D
Innanzi tutto vorrei scusarmi perchè è davvero molto corto e non succede neanche niente, però non sono molto favorevole ai capitoli lunghissimi x°
Sinceramente non ho molto da aggiungere.. Spero che vi piaccia l'idea del CD :'D
Bis bald.
P.s. Grazie a quelli che hanno commentato il primo capitolo, mi avete fatto sentire realizzata 'w'