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Autore: elefiore    07/10/2011    0 recensioni
Questa storia parla di un' elfa (mezzosangue) a cui è stata cancellata la memoria. Viene mandata in una scuola per umani, sulla Terra, dove incontra Alex: un simpatico ragazzo pieno di inventiva. Un giorno, però, un numeroso gruppo di pericolose creature (che costituisce l'alleanza tra Vahirden e i Noreil) la troverà... Cosa succederà alla nostra amica (o, meglio, a lei e i suoi amici)?
Mi dispiace ma la storia è interrotta a tempo indeterminato: sto scrivendo un prologo (o meglio, la storia di Rufio, prima di queste vicende), e se volete potete trovarla nel mio profilo (Destiny I - Il libro di Rufio). Chiedo scusa a chi la ha seguita fino ad ora, ma non disperate!.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno, i ragazzi della 2°F erano “molto attenti” durante la lezione di Storia.
c’era chi disegnava, chi scarabocchiava il libro, chi guardava fuori dalla finestra e chi schiacciava un pisolino: il professor Wilson stava spiegando la Rivoluzione Francese.
«Ma prof. l’abbiamo già fatta!» era stato il commento degli alunni, che non vedevano l’ora di andare fuori dalla classe
Ad un tratto, però, qualcuno bussò alla porta.
«Avanti…» disse il professore guardando verso l’entrata.
Una ragazza dai capelli biondi e lunghi quasi fino alle ginocchia entrò in classe, curiosa di conoscere i suoi nuovi compagni.
«Vieni, vieni. Ti stavo aspettando, cara. Ragazzi un po’ di attenzione!»
I ragazzi addormentati furono svegliati a gomitate dai vicini di banco.
«Vi presento la nuova studente: Elenie.» disse il prof, indicandola.
Indossava una t-shirt azzurra e dei jeans, completo che si abbinava perfettamente ai suoi occhi affusolati color ghiaccio.
«Va’ a sederti in quel banco vuoto, Elenie, vicino ad Alex» disse Wilson, prima di riprendere la lezione.
Il ragazzo nominato fece un gesto con la mano senza nemmeno alzare lo sguardo dal foglio che aveva sul banco ed Elenie sedette accanto a lui.
«Piacere, sono Alex Mitchell.»
La ragazza sorrise.
«Elenie Sindë»
Notò che il ragazzo non l’aveva ancora guardata in faccia, concentrato su un disegno.
«Che fai?» chiese, curiosa
«Oh, uhm-» il ragazzo coprì il disegno «Non è nulla di importante.» concluse, posando finalmente lo sguardo su di lei
I suoi occhi color smeraldo sembrarono per un attimo sorpresi, ma doveva essere stata solo una sua impressione: la stava guardando in modo gentile e amichevole, sorridendo.
Iniziò a torturarsi una ciocca dei capelli rossicci, lanciando un’occhiata scocciata verso qualcuno alle spalle della ragazza.
«Di dove sei?»
La ragazza esitò
«Ecco, io non.. lo ricordo»
«Perché mai?»
«Ho perso la memoria poco prima di venire qui.» spiegò, abbassando lo sguardo, «Mi è stato detto che mia madre si chiamava Fanya e che è morta poco dopo avermi data alla luce, purtroppo non so altro della mia fami-»
«Alex ed Elenie, state attenti alla lezione!» li rimproverò il professore.
Alex, però, non aveva alcuna voglia di seguire, quindi tornò al suo foglio, mise l'astuccio in modo che il prof. non potesse vederlo e continuò a disegnare.
Alla fine della lezione fece vedere il disegno alla ragazza.
«Chi è?»
«Un elfo.»
«Un… elfo…» ripeté lei a bassa voce, ritrovandosi in un ricordo... ma non era proprio un ricordo: sembrava che lo stesse vivendo davvero.
 
C’era una donna con le orecchie a punta, in quel bosco: un’elfa. Era circondata da creature incappucciate alte si e no due metri e teneva un bambino molto piccolo tra le braccia.
Parlavano una lingua antica che stranamente Elenie riusciva a capire
«Non lo fate, vi prego!» urlò la donna, in lacrime, «Prendete me, lasciate stare la bambina!»
Una di quelle figure, più bassa delle altre, le si avvicinò con passo leggero, quasi inudibile, e si tolse il cappuccio, lasciando che i lunghi capelli neri con riflessi blu gli incorniciassero il viso.
I suoi occhi erano dello stesso colore del sangue ed erano fissi su quella donna. Le sue labbra sottili si contrassero in un ghigno quando, guardandolo, la bambina scoppiò a piangere.
«Credo di non poterti accontentare, Fanya, è lei che siamo venuti a prendere.»
«Non lascerò che la portiate da lui!» strinse a sé la bambina, indietreggiando, e il cerchio attorno a lei si strinse.
Altre due figure si avvicinarono a lei e la immobilizzarono.
«Vi prego, vi supplico! No!»
Le strapparono la bambina dalle braccia.
«Mi dispiace, non ho altra scelta» sussurrò. Si voltò ed appoggiò su un letto di foglie la bambina.
Fu questione di un istante: l’elfa urlò, pugnalata al cuore da uno di loro, e cadde a terra, morta.
Il moro rise.
«Nah, non è vero. È sempre un piacere uccidere un lurido elfo.»
 
La ragazza sobbalzò, orripilata da quello che aveva appena visto.
«Elenie va tutto bene?»
«I-io… s-sì, va…» prese un bel respiro per calmarsi « va tutto bene, credo… Ti piacciono molto gli elfi?»
«Si può dire di sì, perché?»
«Ehm… diciamo che...»
Un ragazzo pieno di tatuaggi, piercing e accessori di catene, avvicinandosi, li interruppe.
«Ehi sfigato! Com’è carina la tua nuova amica…»
«Sta’ lontano da lei, Francis.» disse il rosso a denti stretti
Il bullo si avvicinò pericolosamente all’altro ragazzo, con la maglietta nera che faceva risaltare per bene la sua muscolatura, e chiese:
«Altrimenti, piccoletto, che mi fai?»
La ragazza si mise davanti a lui.
«Piacere» disse «sono Elenie.»
«Piacere mio, bellezza.»
«Non chiamarmi così, per favore… ma grazie comunque del complimento.»
«Stasera sei libera?»
«Mi spiace ma non posso uscire la sera… devo stare a casa con Shelly»
«Sorella?»
«Ehm… no, si prende cura di me.»
«A sedici anni hai ancora una balia? E i tuoi che fine hanno fatto?»
«Ecco…» disse Elenie, abbassando lo sguardo «loro sono… morti»
Calò tra loro il silenzio
«Ragazzi arriva la vecchia!» fece d'un tratto un ragazzo. Tutti corsero al proprio posto (eccetto Alex ed Elenie, che si erano appena alzati)
«Non puoi fare nulla contro di lui, Elenie.»
«E tu non devi preoccuparti…»
Improvvisamente, però, la ragazza si prese la testa tra le mani.
«Elenie stai bene?»
«La… mia… testa…»
Poi un urlo agghiacciante.
«ELENIE!»
La ragazza era svenuta. 
  
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