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Autore: LivingTheDream    07/10/2011    5 recensioni
"#21 – Essere
Era premuroso, provocante, ma anche rabbioso e vendicativo, eppure, era il suo uomo, e non lo avrebbe mai cambiato con nessuno – l'altro invece era allegro, affettuoso, ma anche infantile ed ingenuo, eppure, era il suo piccolo, e non lo avrebbe mai cambiato con nessuno: si accettavano per quello che erano, ed andava bene così."
Sono troppo stanca per aggiungere altro. Su, godetevela.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nda: prima di lasciarvi alla lettura vorrei esporvi la mia versione della condanna di Clive, dopo il terzo gioco.

Il nostro ragazzo ha distrutto un quartiere di Londra, rapito degli scienziati e sicuramente almeno qualcuno ci avrà lasciato le penne, quindi nonostante le indagini su Bill Hawks, una ventina di anni glieli avranno dati, no?

Però.

Dato che le botte di culo arrivano a chi meno te lo aspetti la fortuna aiuta gli audaci, ipotizziamo che il nostro Clive abbia commesso quello che ha commesso poco prima di compiere la maggiore età.

In quel caso – e Wikipedia docet – se il condannato ha tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il proprio ravvedimento, se ha assolto le obbligazioni civili derivanti dal reato, o se sta scontando una pena per reato commesso quando era minore di 18 anni, può chiedere la libertà vigilata. Se poi aggiungo anche che nell'ultimo caso addirittura la può richiedere in qualsiasi momento, fate un po' voi.

Io dico che Clive ha due dei tre i “se” dalla sua parte, e mi permetto di ipotizzare che Clive si sia diplomato MOLTO presto, quindi si è fatto qualche annetto e poi ha chiesto la libertà vigilata, quella con l'obbligo di firma, per far sì che noi lo potessimo accoppiare con chiunque. Che caro ragazzo, che pensa anche a noi.

Dopo questo avviso di licenza letteraria, mi dissolvo e vi lascio alla lettura di questa... roba.

 

 

 

#01 – Sonno

«Non ora, piccolo, ti prego – crollo dal sonno!» detto questo, Clive si era voltato dall'altra parte, tirandosi la coperta fin sopra le orecchie ed ignorando volontariamente il borbottio di Luke, seduto nel bel mezzo del letto: com'era possibile che, dopo una giornata così estenuante, avesse ancora voglia di risolvere enigmi?

 

#02 – Treno

«Quindi io dovrò fare il resto del viaggio da sola, nella cuccetta, mentre tu e Luke siete in quella di fronte?» aveva chiesto Flora, e Clive gli aveva prontamente spiegato che non sta bene che una gentildonna dorma con un uomo che gli è estraneo; a Luke intanto, per l'imbarazzo, erano arrossite anche le punte dei capelli, e le orecchie gli fumavano come il treno su cui stavano viaggiando.

 

#03 – Fermata – seguito di Treno

«Ultima fermata: Saint-Mystère!» aveva gridato il capostazione, e, una volta scesi dal treno, Luke pregò che nessuno – Flora per prima – si accorgesse che, nella fretta, lui e Clive si erano scambiati i pantaloni.

 

#04 – Ora

«Clive, sai che ora è?» gli aveva domandato Luke, con un sorriso enorme stampato in faccia: era appena scoccata la mezzanotte del suo diciottesimo compleanno, e Clive era finalmente libero di trascinarselo in camera senza sentirsi solo un volgare pedofilo.

 

#05 – Ritornello

«Dai, Clive, ancora dieci minuti!» era il ritornello che si sentiva ripetere tutte le sere, e, nonostante ogni volta rispondesse con un deciso «Va bene, ma solo per stasera!», finiva sempre per accontentarlo e rimanere abbracciato al suo piccolo dieci minuti di più.

 

#06 – Cambiare

Aveva deciso di impersonare Luke Triton senza nemmeno conoscerlo davvero, ma, quando finalmente ne ebbe l'occasione, si rese conto che, per recitare decentemente quella parte, sarebbe dovuto cambiare da cima a fondo – e Clive non era sicuro di essere davvero in grado di poter imitare una persona così speciale.

 

#07 – Pietra

Luke rideva fino alle lacrime ogni qualvolta sentiva qualcuno sostenere che Clive avesse un cuore di pietra – rideva, sì, ma per trattenersi dal picchiare chiunque avesse osato dire una cosa del genere.

 

#08 – Rugiada

Quelle di Luke non erano banali lacrime – erano gocce di rugiada, pura e limpida, che scivolavano giù dai suoi occhi fino a posarsi sulle labbra di Clive, il quale non ne lasciava scappare una, nemmeno fossero state la sua unica fonte di sostentamento.

 

#09 – Vento

Aveva accettato subito l'idea di una gita in campagna per respirare un po' di aria pulita – dopo quegli interminabili anni chiuso tra quattro mura anche il profumo di un fiore era qualcosa di indescrivibile – e approfittò di un momento di solitudine per urlare all'orizzonte che non ci sperava più, ed invece sì, si era innamorato; peccato che il professore, oltre ad avere un udito finissimo, si trovasse anche in un punto dove il vento gli aveva portato ogni singola parola abbastanza chiaramente.

 

#10 – Sentimento

La vita, oltre ad un muto rispetto verso il professore, gli aveva portato solo dolore, solitudine, tristezza, o peggio, vendetta e rabbia – così che, quando finalmente arrivò l'amore, quel sentimento lo colse assolutamente alla sprovvista.

 

#11 – Strappo

«Oh, dai, Clive, non puoi fare uno strappo alla regola, oggi?» lo aveva implorato Luke, vedendo l'altro scivolare fuori dal letto, ma si rassegnò quando Clive non gli rispose nemmeno: la polizia lo aspettava per firmare quel dannato registro, come ogni giorno.

 

#12 – Desiderio

«Dai, Clive, soffia sulle candeline ed esprimi un desiderio!» suggerì Luke, e, quando non ci fu più alcuna fiammella accesa, gli chiese se pensava che il suo desiderio si sarebbe avverato: «Tu sei felice?» si sentì chiedere, ed annuì «Allora sì, uno dei due si è avverato!» gli svelò Clive, ma Luke non riuscì a dire altro, perché si sentì sollevare di peso e portare in camera, tra le risate dei presenti ad al grido di “ed ora esaudisci il secondo, su”.

 

#13 – Acqua

Luke aveva sempre evitato di rimanere nella vasta da bagno più del tempo strettamente necessario – odiava sentire la pelle raggrinzirsi poco a poco – eppure in quel momento, rannicchiato sul petto di un sorridente Clive e sommersi dalla schiuma, avrebbe potuto anche diluirsi insieme con il sapone e non se ne sarebbe nemmeno reso conto.

 

#14 – Favola

«Hai vent'anni, e ancora mi chiedi di raccontarti una favola?» lo rimproverò Clive, anche se alla fine cedette, prendendo a leggere ad alta voce l'unica storia di cui Luke non conosceva il finale: nemmeno quella volta l'avrebbe sentito, però, dato che passarono il resto della serata svagandosi con mezzi – a detta di Clive – più adatti alla loro età.

 

#15 – Premio – seguito di Strappo

Ormai i poliziotti lo conoscevano, sapevano che Clive era una brava persona – soprattutto Greg, il quale rise di gusto al suo rassegnato «Arrivederci, ragazzi, a domani!»; quando il ragazzo gli chiese il perché, lui si limitò a sventolargli davanti il foglio con la tanto agognata grazia, meritato premio per l'ottima condotta.

 

#16 – Regno

Lo avrebbe sempre difeso, come un sovrano avrebbe fatto con il suo regno – e, trattandosi di Luke, si poteva proprio dire che Clive fosse il suo Re.

 

#17 – Delirio

Clark Triton, dopo aver udito la notizia uscire dalle labbra di suo figlio, stava ormai delirando, eppure nessuno dei due ragazzi pensò nemmeno per un attimo di lasciare la mano dell'altro – si sentivano forti, insieme – ed un sorriso illuminò i loro volti quando avvertirono le mani gentili del professore poggiarsi sulle loro spalle: adesso sì che erano davvero intoccabili.

 

#18 – Rana

Luke, dopo tutto quel tempo, aveva un sacco di cose da raccontare a Clive, il quale faticava a stargli dietro: il ragazzo continuava ad inondarlo di parole, cambiando continuamente argomento, come una rana salta da uno stagno ad un altro – eppure non riusciva a fare a meno di sorridergli stupidamente, annuendo a tutto il suo entusiasmo.

 

#19 – Fratello

Clive era ateo, com'era giusto sentirsi dopo averne passate tante, secondo lui, eppure più volte pregò chi di dovere per ringraziare di non essere davvero Luke del futuro, né tanto meno suo fratello – anche se in cuor suo sapeva che in tal caso si sarebbe volentieri sporcato anche dell'immoralità dell'incesto.

 

#20 – Profumo

Luke profumava di sapone, d'inchiostro, di biscotti – Clive, invece, di cuoio e di fumo, fumo denso e nero, e di rabbia messa a marcire in fondo al cuore, anche se ultimamente, per qualche strano motivo, tutte le sue camicie sapevano di sapone, d'inchiostro, di biscotti.

 

#21 – Essere

Era premuroso, provocante, ma anche rabbioso e vendicativo, eppure, era il suo uomo, e non lo avrebbe mai cambiato con nessuno – l'altro invece era allegro, affettuoso, ma anche infantile ed ingenuo, eppure, era il suo piccolo, e non lo avrebbe mai cambiato con nessuno: si accettavano per quello che erano, ed andava bene così.

 

#22 – Ritmo

La velocità delle pale del ventilatore, i loro respiri, i loro gemiti ed il ritmo delle spinte – tutto sembrò, in quel momento, sincronizzarsi con il costante ed omogeneo battito dei loro cuori.

 

#23 – Garanzia

I muri della casa del professore non erano molto solidi, e c'erano molte finestre, quindi per Luke e Flora era normale sentire l'intero appartamento tremare solo a causa di una porta che sbatteva – Clive invece tutto questo non lo sapeva, e quando gli successe per la prima volta era solo in casa: al suo ritorno Luke lo trovò tremante sul divano, incapace di muoversi, ed abbracciandolo forte gli garantì che non sarebbe successo mai più, che era tutto finito, e che adesso lui era lì ed andava tutto bene.

 

#24 – Proiettile

Quando vide il proiettile di quel bastardo mascherato trapassare da parte a parte la spalla del suo uomo, Luke decise che non poteva più rimanere fermo a guardare: tirò un calcio al vetro della finestra più vicina, afferrando poi il frammento più grande che trovasse, dopodiché si avventò contro quell'assassino con una furia tale che anche il professore si arrestò di colpo, osservando la scena ad occhi sbarrati.

 

#25 – Tentativo

Avevano accompagnato il professore al cimitero per cambiare i fiori alla tomba di Claire, e, mentre girovagavano lungo quel prato interminabile, Luke chiamò Clive in un angolo in ombra, indicandogli una vecchia lapide dimenticata: inutile fu il tentativo del piccolo di reggere l'altro, il quale si accasciò a terra alla vista dei nomi dei suoi genitori, sorridenti ed abbracciati in una vecchia foto scolorita.

 

#26 – Amanti

Erano amanti, no, erano qualcosa di più: erano amici, compagni di vita, erano l'uno il riflesso dell'altro – erano qualcosa di strano ed enigmatico, ed, in fondo, anche Clive amava gli enigmi tanto quanto li amava Luke.

 

#27 – Segnale

Al segnale del professore, entrambi si sporsero dai finestrini per poter sparare alle ruote dell'auto che stavano inseguendo da qualche ora – adesso che Luke era cresciuto, Layton gli aveva dato il permesso di seguirlo nei casi più pericolosi, anche se Clive insisteva a dire che avrebbe fatto meglio ad aspettare ancora una ventina d'anni, così, per sicurezza.

 

#28 – Bandiera

In mezzo a tutta quella folla, come una colorata ed improvvisata bandiera, sventolava un cappello turchese, così che Clive, con il suo fagotto da ex-carcerato, potesse vedere chiaramente dove la sua famiglia lo stava aspettando – anche se un'alta tuba nera era un segnale che, per il suo cuore, era più che riconoscibile.

 

#29 – Stupidità

Flora ed il professore – lo sapevano bene, Luke e Clive – non erano ciechi, né tanto meno stupidi: perché nascondersi ancora, quindi?

 

#30 – Schiaffo

Se Clive avesse potuto davvero tornare indietro nel tempo, lo avrebbe fatto in quel preciso istante: si sarebbe tagliato la mano pur di non vedere le sue cinque dita stampate in un'impronta infuocata sulla candida guancia di Luke – se le sarebbe tagliate entrambe pur di non vedere quell'espressione smarrita nei suoi occhi.

 

#31 – Accendere

Il professore, alzatosi nel bel mezzo della notte, stava entrando nel salotto con le ginocchia piegate e le braccia protese in avanti, alla ricerca di un qualsiasi interruttore, quando quasi inciampò prima in quello che, al tatto, pareva un maglione, e poi in una giacca: a quel punto sentì un cigolio sommesso provenire dal fondo del salotto, seguito da una risatina – rosso in volto, pensò che forse era meglio evitare di attraversare quella stanza o di accendere una qualsiasi luce e decise di entrare in cucina passando per il balcone, e al diavolo se fuori c'erano solo pochi gradi.

 

#32 – Velocità – seguito di Premio

Clive correva – volava – lungo le strade di Londra, veloce come il vento, sventolando vittorioso la prova della sua libertà ed ansioso di passare finalmente un'intera giornata abbracciato al suo piccolo senza alcuna interruzione.

 

#33 – Collo

Adorava affondare il volto nell'incavo del collo di Luke – era così tenero e tiepido – ma soprattutto amava riempirlo di piccoli morsi fino a quando non veniva allontanato da Luke stesso, che in quel punto soffriva il solletico più che in qualsiasi altra parte del proprio corpo.

 

#34 – Meraviglia – seguito di Bandiera

Clive si meravigliò di sé stesso quando, più che sulle forme mozzafiato e sui morbidi capelli di Flora, si soffermò sull'impressionante crescita in altezza di Luke, per non parlare poi dei suoi occhi enormi, dei suoi capelli più corti di come se li ricordasse e delle sue spalle – oh, che belle spalle che si ritrovava!

 

#35 – Bambini

Luke aveva più volte pensato con rassegnazione al fatto che non avrebbero mai potuto avere dei bambini – Clive anche, solo che lui ne era contento: Luke gli bastava abbondantemente.

 

#36 – Eclissi

«No, sai, è che... stasera il professore mi ha detto che ha trovato alcuni libri, e pensavo di stare un po' nello studio – che poi, dai, sono proprio qui accanto, che vuoi che sia, se ti servo al mas-» il suo discorso venne interrotto da un gemito annoiato ed indifferente, seguito da un “sì” più borbottato che altro, dopodiché Luke uscì dall'appartamento – giusto in tempo per non vedere l'ultimo barlume di gioia eclissarsi dallo sguardo di Clive.

 

#37 – Stranezza

Per la gente che non li conosceva, loro erano strani, ed in effetti non avevano tutti i torti: chi avrebbe detto il contrario di due ragazzi, uguali nemmeno fossero fratelli, che iniziano a litigare furiosamente per la strada, per poi scoppiare a ridere – o a piangere, a seconda della situazione – ed infine tornare a casa praticamente aggrappati l'uno all'altro – e che fanno questo periodicamente?

 

#38 – Orrore

Luke avrebbe voluto urlare, dimenarsi, piangere tutte le sue lacrime, stracciare l'ordine temporale e tornare indietro, invece rimase immobile, con la schiena premuta contro il pavimento, senza nemmeno respirare: quella lama era veloce, troppo veloce, dannatamente veloce, e puntava dritta su di lui – ormai doveva essere morto, ed invece no, invece si ritrovò, ad un soffio dal suo viso, gli occhi di Clive, di Clive che sorrideva, che non piangeva, che sanguinava, e che portava la sua morte conficcata nel petto – si sentiva come in un film dell'orrore, solo che il mostro era stato appena colpito, e lui non aveva alcuna intenzione di gioire per questo.

 

#39 – Miseria

Luke aveva considerato quel cumulo infinito di denaro come qualcosa di estremamente utile – insomma, hai voglia di comprare thé, con tutti quei soldi –, eppure, se Clive fosse stato uno dei robot di Saint-Mystère, quell'inestimabile tesoro gli sarebbe parso una miseria, soprattutto se per prenderlo avrebbero dovuto sacrificare anche quello strano ragazzo che si aggirava per i giardini della villa.

 

#40 – Luce

Nelle notti in cui dimenticavano la ragione da qualche parte fra i vestiti sul pavimento, perdendosi cuore ed anima tra le lenzuola, la luce rimaneva rigorosamente spenta: entrambi volevano poter sentire sé stessi, e sentire l'altro, e sentirsi l'altro, e gli occhi non erano mai sembrati così inutili.

 

#41 – Fine

Chiunque guardasse negli occhi di Clive, si perdeva – smarriva sé stesso e tutto il suo mondo in quel tunnel buio ed enorme scavato dalla rabbia e dalla solitudine; nessuno era mai riuscito ad arrivare fino in fondo – quel luogo era tanto scuro da far paura, tanto profondo da non vederne la fine.

 

#42 – Illuminare – seguito di Fine

Un giorno qualcuno decise di arrivare fino in fondo a quel cunicolo, voleva vedere se davvero era irrecuperabile, se davvero era infinito – con sua grande sorpresa, invece, sbatté la testa contro un muro, e, una volta sfiorata la parete, una grande luce lo invase: Luke fu il primo ad illuminare gli occhi di Clive, Luke fu il primo che riuscì a porre fine a tutto quel buio dolore.

 

#43 – Richiesta

Quando vide Clive in manette, spinto a forza nella volante come un criminale della peggior specie, non gli sembrò più di vedere sé stesso – erano totalmente diversi, in realtà – e, incrociando il suo sguardo, una muta richiesta d'aiuto gli si impresse a fuoco nel cuore – aiuto che, qualche anno dopo, arrivò sotto forma d'amore.

 

#44 – Cristallo

Entrambi, fin dalla nascita, erano stati educati alla verità, all'onestà – sarebbero sempre dovuti essere limpidi, più del vetro, sarebbero dovuti essere di cristallo, il più puro: Luke crebbe incapace di mentire, invece la trasparenza di Clive fu offuscata dal troppo fumo inspirato in una fin troppo tenera età.

 

#45 – Incubo

Clive aveva un incubo ricorrente, lo stesso ormai da anni: risate, un urlo, un boato, un'esplosione, e poi sangue e urla e fuoco e fumo e lacrime, e acqua dolce gettata sulle fiamme, ed una tuba nera che odorava di nuovo ed altre lacrime non sue – poi sognava di svegliarsi, e di trovarsi nell'orfanotrofio, tremante, piangente e solo; da un po' di tempo, invece, sognava di svegliarsi accanto ad un bambino che lo abbracciava, sorridendo, e, quando si svegliò sul serio, si voltò, vide Luke,e capì.

 

#46 – Specchio

Si sentivano perennemente come davanti ad uno specchio, eppure nessuno dei due era ancora riuscito a capire chi fosse il riflesso e chi la persona reale: nel dubbio – nella paura – entrambi avrebbero continuato ad imitarsi, identici ed opposti, come sempre avevano fatto, e nessuno dei due si sarebbe mai allontanato più di tanto dall'altro, per timore di sparire come un'ombra al calare della notte.

 

#47 – Muro

«Luke, piccolo mio, sei qui?» l'altro alzò di scatto la testa e tentò di rispondere, anche se uscirono solo poche parole raschiate dolorosamente dal fondo della gola – dopodiché incollò il naso a quella pietra scura, e sorrise, perché anche attraverso quel maledetto muro freddo e viscido, percepiva il calore della mano del suo uomo, che era lì, che stava bene, e che era venuto a salvarlo.

 

#48 – Linea

Il confine fra genialità e pazzia è una linea sottile, che tende a spezzarsi al minimo alito di vento, come un complicato ingranaggio a cui basta però un solo granello di sabbia per impazzire totalmente – e dato che Clive ne era la concreta dimostrazione, Luke questo lo sapeva meglio di chiunque altro.

 

#49 – Impressione

Le prime impressioni di Luke nel vedere il futuro sé stesso furono svariate e confuse – sorpresa, curiosità, diffidenza –, ma si ersero come un unico, solido muro davanti ai suoi occhi – per fortuna, però, Clive aveva da parte un martello bello forte, e tutta l'intenzione di usarlo.

 

#50 – Particolare

Un giorno, uno come tanti altri, si erano guardati negli occhi e si erano innamorati – così, contemporaneamente; qualche tempo dopo, Clive uscì dallo studio del professore, con cui aveva parlato di questa storia, e subito dopo vi entrò un imbarazzato Luke, che stava per fare lo stesso; «Ti amo!» avevano concluso, perfettamente all'unisono, e le loro labbra si incontrarono prima del previsto, perché anche l'altro vi si era fiondato contro: la loro storia era sempre stata così, un enorme agglomerato di coincidenze, ma questo era soltanto uno dei tanti particolari che li rendevano, ai loro occhi, davvero speciali.

 

 

Nda: Weeeeeeeeh, che faticata, che è stata. Però, dato che mi sono divertita nonriuscitenemmenoadimmaginarequanto, probabilmente lo rifarò. Con chi? Ebboh.
EDIT: Questa storia, ovviamente, partecipa alla community 1frase, a cui vi invito ad iscrivervi, con il set gamma. [Cliccami, cliccami!] Dato che la mia mente bacata si scorda anche di come mi chiamo, ho segnalato la storia solo una settimana dopo la pubblicazione.

E si vede che sto sclerando, vero? Eh. Ma non fa niente, baciotti a tutti, la mamma è tornata!

 

Ed ora, ssenevà.

A presto,
Dream.

   
 
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