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Autore: lisolachenonce    07/10/2011    5 recensioni
"Ginny." esalò lui, alzando lo sguardo e incrociando il mio. Merlino, che occhi che ha.
Sorrisi maliziosa e mi alzai sulle punta per baciarlo. Eravamo fatti così: di gesti e di sguardi, senza troppe parole. Io detestavo le zuccherosità. Lui non sapeva dirle. Meglio di così!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L'elfo ti ha mangiato la lingua?

A Chiara,
la mia nuova Beta,
perchè senza di lei Harry e Ginny
non avrebbero mai più preso forma
e questa storia non esisterebbe.
Grazie.

 


"Ginny! Sei pronta?"
"Quasi!"
"Che vuol dire, 'quasi'?"
"Zitto, Harry, ho finito." esclamai infine, aprendo la porta. Prevedibilmente, andai a sbattere contro di lui, che stava entrando.
"Ahi" mi scappò quando sbattei il gomito nello stipite.
"Merlino, scus..."
"Che c'è, Harry? L'elfo ti ha mangiato la lingua?"
"..."
"Haaarry!"
"Ginny." esalò lui, alzando lo sguardo e incrociando il mio. Merlino, che occhi che ha.
Sorrisi maliziosa e mi alzai sulle punte per baciarlo. Eravamo fatti così: di gesti e di sguardi, senza troppe parole. Io detestavo le zuccherosità. Lui non sapeva dirle. Meglio di così!
"Chissà se Hermione ha imparato a cucinare. Non era molto brava, quando sono stato in campeggio con lei." disse, spostandosi e facendomi passare.
"Tu credi che mamma non ci abbia ficcato il naso?"
"Lo giudico altamente improbabile. Dubito che lo farebbe con Hermione."
"Be', non so se è una bella notizia, a giudicare da quanto si è lamentato Ron."
"Ma Ron è Ron, lo sai." replicò lui, sorridendo.
"Traduzione: Ma Ron è un cretino, lo sai." Rise.
Ci dirigemmo in giardino, dove giaceva un barattolo di marmellata vuoto.
Lui lo afferrò insieme a me e sorrise: "Ti amo, sai?"
"Sì, anch'io." risposi, sorridendo. Mi strinse la mano prima che fossimo trasportati in un cortile piuttosto sciatto. "Ma non dirlo troppo spesso."
"D'accordo." annuì. Che scemo. Mi guardai intorno. Un normale, normalissimo cortile interno, squallido e babbano fino alla noia.
"Mi aspettavo qualcosa di meglio per la casa di Hermione!" esclamai.
"Oh, non credo che sia tutto qui, sai?" disse lui. Infatti, appena varcammo la soglia dell'androne, ci ritrovammo in un grazioso giardinetto a cielo aperto, e una casa molto simile alla Tana alla nostra sinistra. Sulla soglia, i capelli ricci raccolti, stava Hermione, che sembrava brillare da tanto era felice.
"Ciao, ragazzi!"
"Hermione! Stai benissimo!" Mi affrettai a raggiungerla e abbracciarla, perchè la mia nuova cognata e migliore amica di lunga data era una persona che si meritava molti più abbracci di quanti non ne ricevesse di solito.
"Ehm..." tossicchiò Harry, e mi staccai da lei perchè anche lui la abbracciasse.
"Andromeda e Teddy?"
"Arrivano tra poco." la rassicurò lui.
"Ma come hai fatto, Hermione? E' una magia straordinaria!" dissi.
"Oh, no, è una sciocchezza... Mi sono fatta aiutare da Kingsley, è bravo in queste cose..."
"Hermione! Fai entrare mia sorella, fuori si gela!" giunse una voce da dentro casa, e Ron apparve dietro la nuova signora Weasley, circondandole la vita.
"Ciao, Ron!" lo salutò Harry dandogli una pacca sulla spalla e abbracciandolo.
"Il magico trio." commentai sorridendo.
Sorrisero, erano bellissimi.
"Ciao, Ginny." mi salutò Ron.
Ci spostammo in salotto, dove ci accolse il resto della truppa.
"Charlie!" gridai, abbracciando il mio fratellone.
"Ciao, pulce!"
"Cos'è quest'abitudine di tornare a casa così spesso?"
"Forse che tutti i miei fratelli all'improvviso si sposano e io devo correre ad assistere..."
"Alt! Noi non c'entriamo!" s'intromise George.
"Non che non siamo contenti delle tue rimpatriate, Charlie, ma ci teniamo a precisare che ci tiriamo fuori da questa storia dei matrimoni." aggiunse Fred.
"In effetti, Charlie, tutti è una parola grossa. La metà." precisai.
"Ancora per poco..."
"Cosa intendi? Mica avrai trovato una ragazza in Romania?" abbassai la voce per non farmi sentire che da loro tre "Dimmi che mi darai una cognata migliore di Bill e Percy." Rise.
"No, sorellina, a quello ci pensa Georgie." disse Fred, sibillino.
"George? Chi è la fortunata?"
"Angelina. E' rimasta molto affascinata dalle mie cicatrici..."
Sbarrai gli occhi.
"Angelina?!"
"Lo trovi strano? Ricorda che io sono comunque più bello di lui." continuò George, indicando il gemello.
"Eh, appunto, non stava con te, Fred?"
"Sì, ma si è resa conto che disprezza le persone troppo simmetriche." scherzò Fred.
Una mano afferrò delicatamente la mia e la strinse, e sentii un po' di quel profumo che l'Amortentia mi aveva rivelato, a Pozioni.
"Lo vuoi un regalo anticipato?" mi soffiò nell'orecchio. Ridacchiai piano, in modo un po' idiota.
"Signori, vi dispiace se ve la rubo un attimo?"
"No, Harry, fa' pure." disse Fred.
"Tanto il discorso te l'abbiamo già fatto." aggiunse George.
Discorso? Quale discorso?
"Che cosa gli avete detto? L'avete spaventato?" chiesi.
"No..." disse Charlie con nonchalanse "Ma i fratelli Weasley possono essere convincenti quando vogliono."
"Tuttavia dobbiamo ammettere che è stato molto più facile che con Michael." aggiunse Fred.
Impallidii, poi diventai rossa di rabbia. Dov'è la bacchetta? Frugai nella borsa.
"Ginny... E' Natale... Siamo tutti più buoni..." disse, piano, George.
"Sì, sì, certo..." lo assecondai, senza smettere di cercare la bacchetta. Perchè non la trovo mai quando serve?
"Vieni, Ginny, andiamo, non è stato niente di eccezionale..." sussurrò Harry al mio orecchio.
Mi girai verso di lui, che sorrideva: "Cosa ti hanno detto?"
"Mi dispiace, cose da uomini. E ora vieni, Teddy ci sta aspettando." mi portò fuori tenendomi per mano.
"Dove..." cominciai, ma lui mi interruppe con un bacio.
Sorrisi contro le sue labbra: "Teddy, eh?"
"Quasi." rispose, e mi baciò di nuovo "Sta arrivando." Ma non accennava a togliere le mani dai miei capelli, dalla mia schiena, e risparmiarmi gli impercettibili brividi che percorrevano la mia pelle dove passava.
Poi, con una precisione da spaccare il millimetro, fece un passo indietro e un leggero 'pop' ci annunciò l'arrivo di Andromeda Tonks e Teddy Lupin.

"Zio Harry!"
"Ciao, Teddy." lo salutò Harry, abbracciandolo. Io agitai la mano. Teddy era un bambino affettuoso, ma decisamente timido quando non ti vedeva per tanto tempo. E io, sempre in ritiro, non lo vedevo mai.
"Ha già mangiato?" chiese Harry alla nonna.
"No, credo che a Natale possa anche mangiare con i grandi."
"I g-andi? Non z'è Victoi?"
"Sì che c'è! Ti sta aspettando." affermò Harry.
Teddy sorrise, e i suoi capelli diventarono color rosso-Weasley.
Harry rise: "Sente già l'aria di famiglia!"
Hermione comparve sulla porta: "Andromeda! Buon Natale! Venga, venga, come sta?"
"Bene, Hermione, questo bambino è uno spruzzo d'allegria."
"E' adorabile, vero?" convenne lei.
Tornammo dentro, e Harry mi prese di nuovo per mano.
Teddy sfuggì alla nostra presa non appena entrammo in salotto. Si diresse dritto spedito verso la bambina rossa, eterea e, per un ottavo, Veela.
"Che carini." commentai.
"Sì, be', almeno lui ha spirito d'intraprendenza. Tu nemmeno mi parlavi."
"Oh!" feci, mollandogli un picchio sulla spalla "Tu nemmeno mi volevi."
"Basta, non voglio pensarci." Sorrisi.
Due teste rosse sfilarono all'altezza delle nostre ginocchia verso il giardino. "Alt!" disse Harry "Fa freddo fuori, giocate dentro!"
"Va bene..." disse Teddy, leggermente meno entusiasta ma comunque felice.
"Mi sa che dovrete giocare dopo, bimbi: la cena è pronta!" disse Hermione, dalla soglia della cucina, mentre Ron portava in tavola uno splendido tacchino.
La mia famiglia si aprì in un applauso.
"Mamma..." sussurrai alla mia sinistra.
"Sì, amore?"
"Hermione ha fatto tutto da sola?"
"Le ho offerto gentilmente il mio aiuto, ma ha declinato. Credo si sia fatta aiutare da sua madre."
Solo allora notai i genitori di Hermione, che chiacchieravano allegramente con... mio padre, certo! Sono Babbani!
Mi avvicinai ai signori Granger: "Papà, lasciali un po' in pace, per favore... Auguri, signori."
"Ma auguri a te, Ginny! Come sei carina, stasera..." disse la signora Granger.
"Anche lei sta molto bene, signora." dissi, sedendomi a tavola. Avevo il sospetto che Harry fosse accanto a me anche per impedirmi di fare qualche gaffe con loro.
La cena era deliziosa. Preparata alla babbana, forse ci aveva messo più tempo, ma era comunque ottima.
"Devo dire, Hermione," cominciò Harry "che sei migliorata tanto da tre anni a questa parte."
"Grazie, Harry, ma ho avuto molti più ingredienti che un paio di funghi." disse lei.
"Be', è comunque buonissimo."
Ron, che stava goffamente tentando di non ingozzarsi, annuì.
"Sì, è strepitoso, Herm." Solo lui aveva il permesso di chiamarla così. Anche lui, però, un soprannome migliore no?
Storsi il naso, come sempre.
"Oh, andiamo Ginny, ormai la chiamo così, punto."
"E poi a me piace." disse lei, facendo l'occhiolino a mio fratello.
"Bah." fu il mio solo commento. In realtà, erano molto carini, quei due. Tra l'altro, Ron mi aveva dato la cognata migliore del mondo, non potevo lamentarmi.
Harry sorrise: "In realtà, non le va giù il fatto di non essere più l'unica ad avere un soprannome."
"Va be', ma quello non è mica un soprannome, ce la chiama solo Ron!"
"Perchè per noi è Hermione, lo è sempre stata!"
"Già, ti sta a pennello, perchè abbreviarlo?" intervenne Fred.
"A proposito," convenne George "Complimenti, signora Granger, è veramente un bellissimo nome."
"Oh, grazie, George."
"Un giorno o l'altro mi taglierò l'orecchio anch'io." disse Fred, scontento come sempre della differenza.
"No." disse George.
"Mai dai! Sarebbe divertente!"
"No."
"Uffa..."
In quel momento si udì uno strillo.
"Victoire!" esclamò Fleur, alzandosi di scatto e precipitandosi verso la sua bambina.
Anche Harry si alzò, raggiungendo l'estremo del tavolo. "Teddy!" gridò.
A quel punto, ci alzammo tutti, curiosi.
Il primo a vederlo fu il signor Granger, che dovette sorreggere sua moglie svenuta.
Poi, lo vidi anch'io: sapevamo già che Teddy era un Metamorfomagus, quindi sarebbe diventato un mago, ma non aveva ancora mostrato altre magie. Cosa che in genere succede verso i cinque, sei anni.
Tuttavia Teddy, a tre anni, aveva fatto piovere il brodo in testa alla bambina, e mezza tazza era ancora per aria sopra il seggiolone.
A quel punto intervenne nonna Andromeda: "Teddy! Non farlo mai più! Non si fanno i dispetti!" e lo portò di peso in cucina.
Harry mi guardò negli occhi, una domanda inespressa sulla labbra.
"Vai." dissi, sorridendo.
Tornarono dopo qualche minuto, mentre tutti mangiavano già il dolce, Victoire sulle ginocchia del papà.
"Allora, qual è la punizione?"
"Niente cioccolato per due settimane."
Risi. Il cioccolato. E' proprio come suo padre.
"E ora, signore e signori," esordì Ron, alzandosi, "è l'ora dei regali!"
Teddy si avviò mogio verso l'albero, s'inginocchiò e tornò su con un pacchetto rosa. Si alzò e lo porse a Victoire, dicendo: "Scusa." Lei non girò la testa, e Bill prese il pacchetto per lei.
Io mi chinai per vedere cosa c'era. Passai un regalo a Percy, uno a mamma e uno a Fred. Di miei non ce n'erano. Mi spostai. Ancora niente. Feci il giro dell'albero. Mi sentivo un po' una bambina delusa, ma non c'era davvero nessun regalo per me.
"Ginny." sentii dire a Harry. Mi voltai con uno strano presentimento.
Harry aveva le mani dietro la schiena. Con la coda dell'occhio, vidi tutta la mia famiglia raccolta alla mia destra, che guardava curiosa la scena.
"Non so come usa tra voi maghi. In realtà, avrei potuto chiederlo a loro," e fece un cenno verso gli altri, "ma preferisco così. Alla Babbana."
S'inginocchiò. Che stupido, pensai tra me, tra i maghi si fa allo stesso modo. Poi mi spaventai del mio pensiero, perchè Harry Potter stava davvero per...
"Ginevra Molly Weasley, vuoi sposarmi?"
Rimasi un istante ferma, per godermi l'attimo, per memorizzare l'espressione del suo viso, il colore sempre meraviglioso dei suoi occhi, e lo scintillio dell'anello nella scatolina che avevo aperto, prima di accorgermi che avevo un groppo in gola. Deglutii (che rumore orribile, lo sentirono tutti) e dissi, con voce non del tutto mia: "Sì."
Sapevo che non c'era bisogno di altro. Che lui non aveva bisogno di altro.
Sentivo l'applauso dei miei fratelli in lontananza, come provenire da un altro universo. Harry sorrise raggiante e si alzò, infilandomi l'anello al dito.
Poi alzò gli occhi sul mio viso e mi baciò.
Ero felice, maledettamente felice, perchè avevo realizzato il mio sogno più bello, quello che avevo da quando lo incontrai sulla banchina dell'Hogwarts Express, da quando avevo dieci anni.
Dieci anni. E ora ne avevo venti, e il mio sogno si era avverato. Quanto amo questo ragazzo, pensai, passandogli le braccia attorno al collo.
Si sentì il sonoro "Bleah!" di Teddy, e Fred che gli batteva il cinque.
Che famiglia, i Weasley.

  
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