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Autore: sushiprecotto_chan    07/10/2011    3 recensioni
[Tama/Kyo] "And I will built a home for you, for me."
Kyouya, Tamaki, un kotatsu, una serata di pioggia e strane domande sulla concezione di "famiglia".
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Ohtori, Tamaki Suoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciò che intendevo ‘infilare’ nella storia non è che questa citazione: “And I will built a home for you, for me. Until we disappear from me, from you.” …o almeno l’idea di sentimento che dà. Quindi consiglio vivamente di ascoltare questa canzone mentre si legge la fanfiction.
 






 
 

To Built an Home.

 
 
Tamaki era seduto nel salotto, con i piedi ben al caldo sotto al kotatsu, in uno dei suoi rari momenti di quieta e quasi malinconica riflessione. Stava osservando la pioggia, che batteva incessante contro la finestra fin dal primo pomeriggio.
Tamaki era quasi… affascinante quando non faceva l’idiota e se ne stava quieto sul divano od in un angolo a pensare. Ma a volte la pioggia, oltre a creare un ambiente di riflessione quasi spirituale e di contemplazione, portava anche alla malinconia ed alla tristezza. Ed in quel momento Tamaki gli sembrava più malinconico che contemplativo.
Kyouya smise di osservarlo e si avvicinò al kotatsu, appoggiandoci sopra il vassoio con il tè. Poi si sedette di fianco al suo amico, in silenzio.
D’un tratto l’altro spostò il suo sguardo dalla finestra a Kyouya, che ricambiò lo sguardo.
“Ah, hai fatto il tè verde? Che buon odore, e che calore!” fece Tamaki, sorridendo e sporgendo il viso ed il naso verso la teiera.
Kyouya sorrise appena, tranquillo. “Hai proprio tutti i gusti di un anziano e tradizionalista giapponese. Anche se amare il tè verde non è molto originale.”
Tamaki l’osservò, tutto contento ed ancora proteso verso la teiera. “Grazie, Kyouya!”
La sua aura idiota però non era ancora tornata, e questo spinse Ootori a concentrarsi ancora un po’ sull’altro. Non che Kyouya non desiderasse godere di quei quanto mai rari momenti di quiete del suo miglior amico, ma gli sembrava ancora un po’… strano, che Tamaki continuasse a comportarsi in maniera malinconica.
“Kyouya, tu a che cosa pensi quando ti viene in mente la ‘famiglia’?”
Ah, ecco a cosa stavi pensando.
Ootori ci rifletté un po’, mentre versava il contenuto della teiera nella tazza dell’altro e poi nella sua.
“Dipende a quale ‘famiglia’ mi riferisco in quel momento. Se dopo ‘famiglia’ si aggiunge ‘Ootori’, oppure no.”
Tamaki sembrava interessato. “E quando ‘no’?”
L’altro rimise a posto la teiera. “All’Host Club.”
Tamaki fece un sorriso caldo, che continuò a stare lì per un po’, riempiendo l’atmosfera. “Davvero.” Ci furono alcune manciate di secondi di silenzio.
“E se s’intende una casa,” ricominciò Suoh, agitando il dito indice della sua mano destra. “…a mio parere la famiglia è la casa, e se alcune persone sono la famiglia…” A questo punto guardò Kyouya, lo sguardo sorridente, quasi furbo. “…allora le persone sono la casa.”
Fu allora che Kyouya si concesse un sorriso, di quelli caldi, molto rari; diversi da quelli di Tamaki ma, alla fine, complementari.
Appoggiò il viso sul palmo. “Sì, lo penso anch’io.”
Per quanto ne pensava Kyouya, Tamaki aveva costruito la sua casa. Ma non solo costruita: Tamaki formava la sua casa. Più di qualsiasi altro membro dell’Host Club, ed a quanto pare perfino più di sua sorella, che era una vera parente. Tamaki, la sua famiglia.
Come se avesse potuto sentire quei pensieri un po’ sentimentali che Kyouya aveva lasciato entrare nella sua mente, Suoh appoggiò a sua volta il viso nel palmo di una mano e, osservandolo, disse, quasi appassionatamente:
Okaasan.
Al che Kyouya rimase sbigottito per un po’, prima di riprendersi e sospirare rassegnato, come a dire che per Tamaki proprio non c’erano speranze che potesse essere meno idiota di quel che era.
Ma questi continuava a guardarlo ed a sorridere, quasi a ridacchiare, come se la parola con cui l’aveva appena chiamato fosse la più dolce del mondo.
Kyouya allora si mise a sistemarsi gli occhiali ed a muovere le sopracciglia infastidito.
 
 






 
Note: Morale di tutta la storia: Tamaki&Kyouya + kotatsu = amore.
Allora, Alexiel mi ucciderà per averle scritto questa fanfiction adesso, visto che, se mi ha proposto il prompt “pioggia” era perché era agosto ed aveva un caldo cane. Scusami ;w; X°D
A proposito di questo, la richiesta è partita da questo meme. Che è ancora aperto. Spero ti piaccia la fict. (:
Per scriverla mi sono ispirata alla canzone “To Built a Home” che ho ascoltato per la prima volta giusto oggi e che ho adorato, e poi alla pioggia incessante che batteva su Bologna e su come mi sentivo io. Sono metereopatica e la pioggia, oltre che mettermi mal di testa, mi dà anche tutta una serie di sentimenti… che alla fine mi piacciono e che vorrei sfruttare. Quindi ecco qui questa fiction che è, come sempre, uhn, un tantino demente. XD Spero che tutto fili, alla fine non l’ho scritta che in un’ora e mezza… Ed ora che siamo diventati tanto sentimentali e malinconici ù_ù (bah), andatevi a vedere questa scena per farvi passare il tutto, soprattutto le vaghe aspettative su Tamaki (se le avete). X°D
Bon; alla prossima (:
   
 
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