Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |       
Autore: kazuha89    08/10/2011    1 recensioni
un fiore di pesco. due bambini. un amore sbocciato in tenera età, sopravvissuto intatto e segreto per tredici anni . ma ora heiji deve tirare fuori dal cassetto quel segreto amore.kazuha è in pericolo, e solo lui ran e conan possono aiutarla. e shinichi? chi può dirlo? una corsa contro il tempo, un amore non corrisposto, una promessa dimenticata daranno filo da torcere a ran, conan e heiji, nel tentativo di salvare la loro amica. riusciranno a evitare che kazuha vada incontro a un crudele destino? e heiji andrà incontro al suo, di destino?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Diamine! Ci mancava la pioggia!"
"ma se giorni fa imprecavi contro l'afa! sei vulnerabile di pensiero, cara Sonoko.."
"Uffa...mi hai mai sentita lamentarmi per la mancanza della pioggia?"
"Si, fino a nausearmi.."
"ho detto pioggia, non nubifragio. Di questo passo ci toccherà venire a scuola in gommone.."
Risi. Dopo tanti anni passati con sonoko, l'unica cura alla sua irrazionalità era la risata. però come darle torto, poverina. eravamo uscite da scuola da pochi minuti, e l'acquazzone impervio che ci aveva accolte aveva ridotto la mia povera migliore amica ad un pulcino bagnato, che ora camminava al mio fianco fradicia e furente. io però che ero sempre previdente, avevo l'ombrello, ed ero stata graziata.
"Ma chi sei, padre tempo? cm sai quando piove e quando no?" ringhio sonoko al mio ombrellino con aria invidiosa, rannicchiata più che poteva contro la mia spalla.
"io non lo levo mai dalla cartella, tutto qua"
sonoko sbuffò adirata, la metà del corpo esposta ormai fradicia
il ponte dove in genere le nostre strade ci dividevano era di fronte a noi.
"oh cielo e ora? venti minuti di doccia gelida no stop! avessi almeno il bagnoschiuma.."
"prendi il mio ombrello" le dissi allungandoglielo.
"e tu?" chiese, ma i suoi occhi già brillavano di gratitudine.
"Devo prendere Conan a scuola. per una volta si farà tenere in braccio e useremo entrambi il suo" risposi serena.
"che marmocchio anarchico... chissà perché odia tanto che lo si coccoli o lo si prenda in braccio... è un bambino, viene spontaneo farlo, no?"
"lo so, che ti devo dire? Lui è fatto cosi..ci vediamo martedì, ti voglio bene"
"anche io, saluta kazuha e il bel tenebroso.." salutò lei, con sguardo malizioso.
"smettila, o telefono al tuo di bel tenebroso!" rimbeccai.
lei rispose con una linguaccia e attraversò la strada allagata di gran carriera.
finalmente era arrivato il week end. erano settimane che aspettavo. Finalmente dopo mesi, heiji e kazuha sarebbero venuti a Tokyo, per ben 4 giorni poi! avevo veramente bisogno di averli vicini. erano state settimane difficili. Era passato un anno dalla sparizione di shinichi, e l'arrivo di quel doloroso anniversario mi aveva investita come un treno. da giorni stiracchiavo sorrisi bugiardi a mio padre e al bambino, per evitare di turbarli con i miei problemi. ma il mio cuscino ormai era salato di lacrime come l'acqua del mare...
Poi Heiji aveva chiamato. dio solo sapeva come riusciva a farlo, ma il solo sentirlo, era un balsamo ai miei occhi arrossati di pianto..
"Hei bambolina, sono io"
Bambolina. un bel giorno di sana pianta aveva preso a chiamarmi cosi. lo sapevo che aveva il vizio dei vezzeggiativi (la povera kazuha ne aveva un dizionario personale) ma non credevo ne desse uno anche a me. e invece quel giorno, mentre ci salutavamo, mi carezzò il viso e mi disse: ciao, bambolina.  Prometto che torneremo presto".
Lo so, è lezioso come soprannome. Al suono quasi viscido, ma non come detto da lui. Il suo era un "bambolina" tenero, affettuoso, da fratellone protettivo. Perché lui era questo me. Un fratellone.
"Ciao! cm va'? vi avevo dato per dispersi!" risposi io quel giorno, reprimendo a stendo la gioia.
"Colpa sua! lavoro, lavoro e ancora lavoro! o lo abbatto o non smette, Ran, lo sai com’è fatto, no? Hai il suo clone per casa ..."
"Allontanati kazuha, cosa sei una zecca? sono al telefono!"
"Metti il vivavoce, allora! è la mia migliore amica, in fin dei conti! voglio sentirla anche io!"
"E’ la ragazza del mio migliore amico, cioè quello che hai definito il mio clone un minuto fa, quindi la chiamo quando voglio e come voglio!"
Un colpo sordo. lo scatto del vivavoce. mai una volta che Heiji vincesse una disputa...
"Ciao Ran! dio come mi manchi, sono settimane che supplico questo coso di venire a Tokyo, ma lui niente...come va li tutto bene?"
"Meglio se foste qui, poco ma sicuro" risposi io ridendo"
"Grr,  visto? le manchiamo, essere insensibile!" ringhiò kazuha.
"Togli quel ginocchio dalla mia faccia, sto perdendo sensibilità al naso, maledizione!...grazie, molto obbligato..comunque, anche tu ci manchi molto, difatti se “meine damen” mi da il tempo di spiegarti, invece di piantarmi l sue nodose articolazioni in faccia! ...ho avuto da fare con un caso un po’ complicato nell'ultimo mese, per quello siamo spariti. Vienimi incontro per piacere, Ran, non potevo mica mollarlo lì a metà del lavoro, per di più ben pagato. sarei stato una bestia..."
"Sai che differenza abissale..." sibilò kazuha.
"Perché non fai cm il sole, kazuha? tramonta!"
Dio, adoravo sentirli litigare. Meglio di un film comico.
"Che rottura, lasciami parlare, e che diavolo!...dicevo, ho appena concluso il caso, quindi mia cara tira fuori il mio futon: heiji e kazuha in arrivo!"
Non fosse che ero al telefono e facendolo avrei smurato tutti i fili, avrei iniziato a correre per la stanza in preda alla gioia.
"Quando? non solo una giornata, ti prego!" dissi euforica.
"Ah no, stavolta lo metto a pane e acqua se non ci lascia fermare almeno il week end!" disse kazuha, eccitata"
"Difatti ho detto ai miei che stavamo via 4 giorni, no? sei contenta, bambolina?"
Mi sentivo come se natale fosse arrivato in anticipo. Li avrei avuti con me 4 giorni!
"Contenta non basta, non ho parole. Grazie ragazzi!" balbettai, commossa.
"Gesù, la senti? piange! stacanovista maledetto che non sei altro!" belò kazuha furiosa.
"Farò ammenda dei miei peccati, va bene? vi porto a fare shopping per Tokyo, contente? però mi porto Conan, occorre supporto morale maschile...a proposito, cm sta il mio rospetto?
Anche Conan aveva avuto il suo nickname. Era meno entusiasta di me però..
"Bene. Sarà contento di sapere che vieni..a modo suo ovviamente. Lo sai che non è molto espansivo, però ti vuole bene, lo so. "
"si si, come al solito. So che in cuor suo, tra una stalattite e l’altra, Shinichi mi vuole bene, e pure io glie ne voglio un sacco. Anche con quel suo fare da ghiacciolo ambulante.."
"Cosa c'entra Shinichi?" chiedemmo in coro io e kazuha.
"Eh? Chi..co..cosa shinichi? Ah..ci … deve essere un'interferenza, io..io non ho detto “shinichi mi vuole bene”, ho detto “siamo unici e mi vuole bene”.." rispose heiji, nervoso.
"Ma che interferenze, sono a un metro da te, ti ho sentito benissimo!" rimbeccò kazuha.
"tu le hai in testa le interferenze, quindi...beh ca..cambiando discordo, noi saremmo li venerdì. Se il treno cammina andremo tutti insieme a prendere Conan a scuola".
"Perfetto. Non vedo l'ora. a venerdì. ciao a tutti e due.
" Ciao Ran, a venerdì" salutò Kazuha allegra
"A venerdì,  bambolina" salutò Heiji con dolcezza.
E quel venerdì era arrivato. però i treni avevano collaborato a modo loro, e quindi Heiji sarebbe arrivato almeno mezz'ora prima della fine delle lezioni di Conan. Ma dato che ormai lo avevano lusingato, heiji decise che sarebbe andato a prenderlo prima della fine delle lezioni e gli avrebbe comprato un gelato mentre aspettavano che uscissi anche io da scuola. Quindi in quel momento dovevano essere ala gelateria del signor Mizu, la preferita di Conan, a gustarsi il suo famoso cono alle mandorle e cioccolato, mentre a passo rapido avanzavo verso quella direzione, con l’acquolina in bocca. Imboccato il sottopassaggio il sottopasso del ponte, avrei avuto solo un paio di isolati da fare. Non stavo nella pelle.
Ma qualcosa venne a distrarmi da quel pensiero. imboccato il sottopasso, avvertì una strana sensazione di disagio. La sotto non pioveva, e i suoni risultavano amplificati dall'eco, e avrei potuto giurare che un secondo passo risuonasse oltre al mio...
Mi voltai. Nessuno. Ripresi a camminare. Quel suolo riprese. Qualcuno camminava li dentro con me ne ero certa, ma dove se non vedevo nessuno?
Mi prese l'ansia. cercai il telefono nella tasca, intenzionata a fingere una conversazione per sviare chi che fosse in quel tunnel con me ad avvicinarsi. Se si nascondeva, non doveva avere buone intenzioni...
Ma con mio profondo terrore vidi che il panico mi aveva gelato i movimenti, riuscivo solo a muovere le gambe. allarmata, spiccai al corsa. usci correndo dal ponte un mucchio di persone mi si parò davanti. tra la folla ero al sicuro. tuttavia, mi sentivo ancora osservata...
continuai a camminare, senza voltarmi...
"Ran" senti ad un tratto.
quella voce, conoscevo quella voce. mi voltai. era lui
Subaru. Se ne stava la, fermo in mezzo alla folla. Che diamine voleva? avevo detto solo a Conan e Shinichi che non mi piaceva, quel tipo, ed ero sicura che ne uno ne tantomeno l'altro l'avessero avvertito, eppure in cuor mio ero sicura che lo sapesse, che lo avesse capito. Però la cosa aveva uno strano effetto su di lui. Sembrava divertirlo. Spesso, infatti, mentre ero in casa di Shinichi con Sonoko per delle commissioni, me lo ritrovavo silenzioso alle spalle, a scrutarmi...
"ah..ciao Subaru" dissi, gelida.
"dove vai?" chiese. odiavo quel suo tono di voce. sembrava uno di quei matti che parlano cantilenando nei manicomi...
"Vado a casa, dove vuoi che vada?" rimbeccai, acida. non riuscivo nemmeno a fingere di farmelo piacere..
Lui non rispose. si limitò a sorridere. Non era la prima volta, ora che ci pensavo, che in seguito all’essermi sentita seguire, me lo ritrovavo davanti....
Indietreggiai, fissandolo. Le mani mi tremavano lungo i fianchi. Shinichi, aiutami Shinichi...
"Beh..vado..ciao Subaru.."
Mi voltai, e iniziai a camminare, sempre più velocemente. Ma sentivo quegli occhi grigi puntati contro la mia schiena, seguirmi tra la gente. Oh perché..perché Shinichi aveva permesso che quel tipo vivesse in casa sua? oh shinichi..dove sei? Aiutami, ho paura...
"Bambolina!"
Mi voltai. Sotto una tettoia di un bar, vidi Heiji. Aveva il borsone aperto ai piedi e stringeva il telefono in mano. Kazuha al suo fianco lo riparava con l'ombrello dagli schizzi. Teneva Conan per mano, ancora con lo zainetto scolastico sulle spalle.
Mi senti immensamente sollevata. Spiccai la corsa e mi precipitai da loro. Senza pensarci, gettai le braccia attorno al collo di heiji, scossa dai brividi.
"Ci stavamo preoccupando. Conan non era sicuro avessi l’ombrello uscita da scuola, così stavo per chiamarti per chiedere se dovevo venire a prenderti...hei, che entusias… hei, che succede bambolina, che hai, stai bene?"
Mi aveva sentito tremare.
"No...Quel tipo...mi sta assillando, ho paura..." bisbigliai.
Avvertì Heiji irrigidirsi. Lo sapevo, Shinichi lo aveva avvisato.
Ne avevo avuto il dubbio un pomeriggio i cui avevamo trovato Subaru al supermercato. Heiji l'aveva fissato attentamente,  aveva preso subito Conan in braccio e messo me e kazuha dietro di lui con una scusa, per impedire che ci vedesse. E una volta a casa di Shinichi, aveva passato tutto il tempo con me con Conan sulle spalle, sapendo che quel tipo mi seguiva sempre quando era in casa e che avevo paura facesse domande al bambino e che rimanesse solo con lui, e mi aveva fatto chiudere a chiave la camera di Shinichi e quella dei signori Kudo. Nemmeno lui si fidava, lo sentivo. Nemmeno con Conan, che in genere lascia avvicinare agli assassini tranquillamente, durante i casi in cui lo porta con se, non teme nulla da parte loro.
Mi chiedo dunque che disegno si sia fatto di Subaru, se di fronte ad un assassino lascia Conan fare e dire ciò che vuole, mentre anche solo in presenza di quell’individuo non lascia ne me ne lui incustoditi.
Alzai lo sguardo. Heiji guardava la folla oltre la mia spalla, serio come non mai, le braccia stretto attorno alla mia vita e alle mie spalle
"Ran, cosa succede, stai male? perché tremi?"
Mi senti tirare la divisa. Guardai verso il basso. Conan era sgusciato via da sotto l’ombrello di kazuha e mi guardava, il faccino preoccupatissimo e bagnato di pioggia, la manina stretta attorno alla stoffa della mia gonna.
"kazuha, prendi il bambino, tienilo sotto il tuo ombrello, che si bagna tutto…" disse Heiji , sempre scrutando la folla, torvo.
kazuha lo guardò confusa, poi intercettò il suo sguardo, e annui decisa. Sollevò Conan e lo agganciò al fianco, riparandolo di nuovo con il suo ombrello, e attese. Lei conosceva heiji meglio di sua madre.  Lo capiva se qualcosa non andava...
“heiji..” mormorò Conan.                                                
“Stai li con Kazuha, piccolo, buono...” rispose heiji senza quasi muovere le labbra.
Anche Conan lo guardò attentamente, poi come Kazuha parve captare il segnale muto dello sguardo di Heiji, e obbedì. Si tenne ben stretto alle spalle di Kazuha, e vidi anche lui scrutare la folla.
Heiji sfilò l'ombrello dallo zaino, lo aprì e mi ci mise sotto, senza smettere di fissare la folla, senza lasciarmi andare.
Poi iniziammo a muoverci. Heiji cercava di protendersi sempre davanti a Kazuha mentre fendeva la folla, studiando ogni persona con la coda dell’occhio. La cosa sembrò bastare, poi heiji passò guardingo una mano dietro la schiena, e lo vidi affettare con due dita la cintura della gonna di kazuha, e tirarla verso di se, fino a farla appoggiare contro la sua schiena. Evidentemente voleva essere sicuro di averla con se anche se stava dietro di lui. Lei arrossì un po’, ma non dissenulla, mentre Conan, evidentemente capito il motivo del gesto, si aggrappò alle spalle di kazuha ancora più saldo, in modo da rendere nullo lo spazio tra noi e loro.
"Ancora un secondo..bene, è andato via”disse ad un tratto.
"Lo hai trovato? Ti ha visto?!" mormorai.
" Tranquilla, si è accorto di me solo circa un minuto fa. Non ci vede bene, il nostro uomo, e deve averti perso nel caos della folla. Ma tanto non volevo prenderlo, non ho prove che ti stia effettivamente pedinando, disgraziatamente. Volevo solo vedere dove andava. E’ora lo so. E’ a casa di shinichi che sta andando, ne sono certo. Ha svoltato per quella direzione, e dato che so da Shinichi che non conosce nessuno a parte voi, e casa tua è dall’altra parte...
"Ma che succede, chi stavi guardando?" chiese kazuha, allarmata.
"il co-inquilino di Shinichi. E’ un po’ strano, e ultimamente da fastidio a Ran, nulla di che, non le ha fatto del male. Però è fastidioso lo stesso...comunque ora credo che smetterà".
"Come fai a dirlo?" chiesi, lasciandolo andare, ma rimanendogli vicina per via dell'ombrello.
"l'ho spaventato. Non si aspettava che venissi da me, per quello ha cercato di seguirti anche fuori, casa Kudo. Poi però mi ha visto, ha constatato che lo vedevo anche io, e se l’è fatta sotto. Non l’ho perso di vista finché è stato visibile, poi ha preso una laterale e mi ha seminato, ma ho lo stesso fatto in modo di dargli la sua stessa medicina. Vediamo se fa ancora il furbo quando entri in quella casa...gli faccio mangiare la katana..."
"Ran" mormorò Conan "E’ colpa mia, mi dispiace, ho detto io a quello di prendere casa mi..cioè casa di shinichi.."
"oh amore mio, no, non è colpa tua" dissi, e mi sporsi per prenderlo in braccio e stringerlo a me. Odiavo quando si incolpava di quel fatto. Non poteva prevedere quando ha offerto la casa di shinichi a quel tipo che poi avrebbe avuto simili atteggiamenti, tanto era per bene alle apparenze Subaru, non poteva capirlo. In fondo, Conan era solo un bambino.
"Su andiamo a casa, che sono sfinito.." mormorò Heiji. Mi tolse Conan dalle mani e se lo agganciò al fianco, per poi proseguire.
"Potevi lasciarglielo, stavi sotto il mio ombrello, no? che modo è di portarle via il bambino, quello?" lo redarguì kazuha.
Stranamente, lui non si voltò nemmeno.
"beh adesso che ha? avete litigato?" chiesi. Sentivo lontana quella sensazione di paura. Con kazuha, Conan e heiji mi sentivo al sicuro.
"mah...no, niente di simile, poi ti spieghiamo tutto. E’ che è successa un cosa, ed è un po’ scorbutico, da allora..."
"A me non deve importare niente di niente di quello che fai, no?" rispose lui, secco. Conan ci osservava allibito, appeso cm un koala al fianco di heiji.
"no..non è così, e lo sai... " mormorò lei, cupa..."sennò perché mi hai protetta da quel tipo?" rincarò un secondo dopo.
"Riflesso condizionato. Me lo dovrò far passare, immagino. Non voglio crearti problemi, dato che ne hai già a sufficienza.."
lei lo guardò con espressione triste.
"No, Heiji..." mormorò.
Arrivati a casa, mi accorsi di una strana atmosfera, che era passata inosservata per via della confusione creata da Subaru.
Ora ,a mente lucida, mi accorsi che tra heiji e kazuha la tensione si tagliava come il burro. heiji, in genere spigliato e allegro, taceva e grugniva imbronciato, mentre kazuha sospirava e lo guardava triste e sconsolata. Non fosse per i commenti concitati di mio padre contro un fantino particolarmente scadente alla tv, sarebbe regnato il silenzio.
heiji andò in camera di mio padre, srotolò il futon, tirò fuori il cambio di vestiti, si cambiò, prese Conan, lo aiutò a cambiare i suoi, tornò con lui in soggiorno e si mise ad aiutarlo a fare i compiti senza aprire bocca.
Era un record secondo me, per heiji, stare tanto tempo in silenzio.
kazuha non fu da meno: andò in camera mia, si cambiò, si disfò e rifece la coda cambiando il nastro fulvo zuppo con uno azzurrò chiaro asciutto, poi andò in cucina a fare i tè in silenzio monacale.
Io e Conan pure tacevamo, ma per mancanza di parole.
"Ok, cosa succede? è morto mica qualcuno, vero?"
Conan posò subito la matita e fissò heiji, in attesa di risposta.
heiji e kazuha, di ritorno col tè dalla cucina, si guardarono, un occhiata fulminante, e di nuovo silenzio.
"allora! Che hai, dillo!" rincarò Conan a heiji.
"io?...chiedilo a lei che succede, non a me...io sono stato messo fuori.."
kazuha sbatté il bollitore sulla scrivania, e del te rovente schizzò sui pantaloni di mio padre, che imprecò saltando su come una molla.
"oh scusa zio goro...come messo fuori? te ne lavi le mani, dunque.."
"Cosa pretendi che faccia, vuoi che lo ammazzi? non mi tentare..."
"no, ma puoi parlare con mio padre!"
"A che serve, lo hai sentito, no? io non ho voce in capitolo..."
"Ok ignora papà, che tanto non dovrebbe nemmeno alzare monito... lui dovrebbe essere messo fuori, lui deve tacere, altro che tu..tu sei l'unico che mi è veramente vicino in questo momento, l’unico che mi può salvare.."
"Non posso, in che lingua te lo devo dire? tuo padre ha detto che quel tipo sa che sono solo un tuo amico. Se cambio le carte in tavola, passo solo per un bugiardo che tenta di portarti via da lui..."
"lo so..lo so..ma non so che cosa fare.."
kazuha sprofondò nel sofà, la testa tra le mani. "non voglio heiji, non voglio.." singhiozzò.
"lo so che non vuoi! nemmeno io voglio...o-obbligarti a farlo, intendo..."
"lo so...sei l'unico che non mi sta spingendo a farlo...grazia a dio ho te.."
"si beh...non posso fare nulla a parte dissentire e portarti il più lontano possibile fino al momento fatidico, quindi sai che bel aiuto...mi sento inutile, altroché di aiuto.."
"ah..signori? qui io e Ran si brancola ancora nel buio. Delucidazioni, prego" disse Conan, vagamente confuso. Ero d 'accordo.
kazuha ci guardò. Sospirò e andò a sedersi vicino a heiji, prendendo Conan sulle ginocchia per far sedere anche me.
"Vieni qui Ran, dobbiamo parlare" disse.
io preso la mia tazza e mi sedetti di fronte a lei. kazuha prese fiato:
"Tre giorni fa è successo una cosa orribile..no, non è morto nessuno, tranquilla..."
"tsè, potessi avere il porto d'armi che i Kudo hanno installato per di Shinichi nella loro villetta alle Hawaii per un quarto d'ora a mia disposizione, non prometterei nulla..." sbraitò heiji, tirandole via stizzito Conan dalle braccia e facendolo sedere sulla sua gamba. Conan lo guardò esasperato...chissà perché...
"No, che poi vai in galera e complichiamo ulteriormente la cosa. Se mi portano via te, non ho speranze,e poi pensarti in carcere mi ucciderebbe..." rispose lei, sorseggiando il tè.
"beh se lo spedisco in Messico dopo averlo fatto fuori no...scherzo" rispose lui, facendo la linguaccia a Conan, che lo guardava sconvolto.
"No, troppi francobolli, per carità. Se poi finissi a vivere in latitanza, uccideresti tua madre oltre che me, lo sai..."
"mm..vero, hai ragione.."
"Allora! che diavolo state dicendo, si può sapere di che state parlando?" sbottai spazientita. Conan annui con vigore.
"No, niente, sono sciocchezze queste, ignorale. Il fatto è che stiamo raschiando il fondo per impedire questo sfacelo, ma...non ci sono scappatoie, sappiamo che sono fregata, e siamo leggermente sotto pressione..."
"fregata? in che senso?" chiesi.
"In tutti i sensi. Vedi Ran...papà vuole che io..che io...che io mi sposi!"
ci misi qualche secondo. poi afferrai.
"oh mio dio...kazuha..non sarai incinta?!”esclamai e guardai heiji istintivamente.
kazuha si soffocò col tè caldo.
“Ma sei matta! E di chi, del Buddha? No, Ran, per l’amor di dio, no..”
Mi si calmò il cuore.
“Ah grazie a dio, sarebbe stato davvero un disastro. La scuola, il karate..”
“No no, per carità. Voglio dei figli in futuro, ma non sono incinta al momento, e non lo sarò prima della laurea, poco ma sicuro..non sono neanche sposata, poi..ah beh quello non per molto, già...”
E sospirò, amara.
“Ma perché tuo padre vuole che ti sposi, allora, e con chi?”
E guardai Heiji.
kazuha mi guardò. Poi guardo heiji. Arrossi dietro la tazza.
"no..non con chi credi tu.. tsè, magari...borbottò bevendo.
"Perché? chi crede lei?perché magari?chi è che vuoi sposare?" chiese heiji fissandoci, adirato.
"Keanu Reeves" rispondemmo io e kazuha in coro. heiji ci guardò confuso, poi rise sotto ai baffi. Per fortuna conoscevo il piano B di kazuha nel caso Heiji non potesse sposarla. Lo avevamo deciso un week-end che eravamo sole donne al mare, alla villa di sonoko. Secondo kazuha Reeves e heiji erano simili. il mio invece era Ashton kutcher, che aveva lo stesso sguardo di shinichi. sonoko invece voleva Brad Pitt. Non so perché...
"Ad ogni modo" riprese kazuha vagamente rossa in volto. "Papà vuole che mi sposi..ma non è contento di questo. in realtà non lo vorrebbe, ma deve, anzi devo farlo..."
"perché? ma sopratutto con chi?"
kazuha fece una smorfia schifata.
"oddio Ran, non sai che casino. credevo che heiji facesse una sciocchezza quando l'abbiamo saputo..beh era li con me quando me l'hanno detto...ancora non me ne capacito di come ho fatto a calmarlo ..."
"spiego io che qua si fa notte sennò" intervenne heiji. Parcheggiò di nuovo Conan in braccio a kazuha e prese a deambulare per il salotto, furente."
"Il tutto ha preso fuoco anni fa, quando ancora i nostri padri non si facevano la barba. Erano tutti e due poliziotti dello stesso distretto, ansiosi di far carriera e con buone prospettive. I migliori erano tre: papà toyama, mio padre heizo e..la causa dei nostri mali...beh dei suoi, intendo..."
si schiarì la voce.
"Ai tempi non era nessuno, ma adesso si è fatto un bel nome. Forse lo avete sentito nominare...Renoir belmount"
" belmount? vuoi dire cuore d'argento - belmount?" esclamò Conan, sbalordito.
"Beccato. si, ai tempi era cuore di latta se gli andava bene. Era tirocinante con i nostri padri, ed era particolarmente legato al suo...."
"Aspetta..ma non è quel poliziotto pazzo francese che spara ai ladri a vista? tentò di sparare anche al povero furto kid, che non è mai stato armato nei suoi lavoretti..."
"Si, è lui. No ha le rotelle a posto, per quello cuore d'argento. Cinismo da cyborg. E lo aveva anche allora..."
lo vidi stringere i pugni, collerico.
"Una sera invitò i nostri padri fuori a cena. Gli piacevano i localini con le donnine che ballano.."
"disgustoso.." sentenziò kazuha con una smorfia.
"già...beh loro sapevano che era cosi, ma erano giovani, se ne fregavano. Però quella sera cuore d'argento gli spiazzò...annunciò il suo matrimonio"
"Cosa? ma chi sposerebbe mai quel mostro?" esclamai, sconvolta.
"Beh ci sono donne pazze al mondo..beh tornando a quella sera, i nostri padri non lo presero sul serio, specie il futuro capitano toyama. belmount insistette che diceva sul serio, ma il capitano non gli volle dar retta, sicuro che belmount non sarebbe durato cinque minuti libertino com’era come marito. cosi belmount perse la pazienza..."
"oddio, che successe?" chiesi allarmata.
"belmount stipulò una specie di patto scritto con toyama. Era talmente sicuro che sarebbe durato come uomo sposato, che sfidò toyama. gli disse: toyama, se fra 20 anni sarò ancora sposato...tu mi darai la tua figlia femmina maggiore!"
Ci rimasi di sasso. Io e pure Conan, seduto sulle gambe di kazuha, la guardava sconvolto.
"tuo..tuo padre ha rifiutato, vero?" mormorai.
"Non..non era sposato, nemmeno conosceva mia madre...belmount era un libertino, perciò era sicuro che..."
"ha accettato" pigolo Conan, basito.
"Si. Sei mesi dopo belmount andò in Francia con sua moglie per completare gli studi. Un anno e mezzo dopo papà toyama ha conosciuto sua moglie e pochi mesi dopo è nata lei" continuò heiji, indicando kazuha. "toyama non rivide più ne sentì belmount,e presto dimenticò la promessa. Mio padre e il padre di kazuha rimasero amici, io e lei iniziammo a frequentarci fin da piccoli e divenimmo amici, come già sapete.."
"si, tutto scorreva liscio...fino a tre giorni fa..." disse kazuha con voce strozzata.
heiji le mise una mano sulla testa, mentre Conan tirava fuori dalla felpa un fazzoletto per porgerlo a kazuha.
"Esatto. Tre giorni fa nella buca delle lettere, papà toyama ha trovato un pacco proveniente dalla Francia. Tutto tranquillo lo ha aperto. Io e kazuha stavamo sul mio terrazzo a prendere il sole e lo abbiamo visto in diretta. Ha cambiato cinque - sei volte colore in faccia, ha imprecato e poi con voce strozzata ha urlato: heiji, porta kazuha immediatamente a casa!"
"li per li pensavamo rompesse perché avevo il bikini e lui lo trovava sconveniente." disse kazuha, asciugandosi gli occhi."Però abbiamo ubbidito, a heiji non piace contrariarlo, lo rispetta molto. Ci siamo messi qualcosa addosso e siamo andati a casa mia. La abbiamo trovato i suoi" e indico heiji "Mamma hattori era furibonda, sbraitava contro entrambi. Mai vista cosi livida. Poi mi ha visto, è corsa verso di me, mi ha stretta e ha urlato: è solo una bambina, no ti permetto di mandare la mia kazuha da quel depravato francese, Keiji! e poi lei appartiene già a hei..beh questo non aveva senso, no.."
"si, vero, mamma ha un mondo tutto suo nella testa..." rincarò heiji distogliendo lo sguardo da lei, visibilmente rosso in viso...
"beh in sintesi, il peggio è accaduto" continuò lei dopo qualche secondo, come lui rossa in viso " quel burino francese è riuscito a rimanere sposato 20 anni..e ha pure avuto un figlio, Hector..." deglutì, schifata.
"No aspetta...non vorrai dirmi...non vorrai dirmi che terrà fede alla promessa?"
kazuha singhiozzò disperata, stringendo Conan a se, che la guardava scioccato.
"Papà ha chiamato belmount. Gli ha chiesto come sapeva di me, e lui ha detto che aveva chiesto al distretto. Allora papà ha detto che non se ne parlava, ha detto che erano giovani e che erano stupidaggini di gioventù, che non voleva obbligarmi a sposarmi. belmount allora si è infuriato e ha dato a mio padre del disonore, che lo avrebbe fatto buttare fuori dalla polizia, che lo avrebbe rovinato. è molto potente, quello schifoso. Sa come sbarazzarsi delle persone o come rovinarle..."
"Ma non può farti questo, al diavolo il lavoro!" urlai io, furibonda.
"Mio padre allora" continuò kazuha, tamponandosi il viso dalle lacrime "ha guardato heiji. E poi ha detto..ha detto che io avevo già il ragazzo. ha detto che nel contratto l'avevano messo come postilla ed era vero, heiji lo ha letto..."
"Contratto? hanno fatto un contratto?!" ero sbigottita.
"belmount lo ha fatto, usando la firma di mio padre avuta quella sera. Da una cavolata, belmount ne ha fatto un contratto vincolante. Te l'ho detto, è potentissimo" rispose kazuha, furente...
"beh è risolto, no? belmount ora crede che heiji sia il tuo ragazzo, sei salva, heiji non permetterà che ti portino via.." dissi rincuorata. kazuha scosse il capo, lo sguardo spento.
"belmount ha riso in faccia a mio padre. ha risposto che sapeva del mio amichetto...come ti ha chiamato?” chiese rivolta a heiji.
“il moccioso di Hattori” grugnì heiji, livido.
“ah si, non gli piaceva tuo padre, vero...beh comunque sapeva che non stiamo insieme. Ci ha fregato anche per di la..."
emisi un verso di rabbia.
"Cavolo..beh e poi?"
"E poi colpo di grazia" disse heiji. Sedette accanto a kazuha e prese Conan sulle ginocchia. "ha detto: niente scuse. tua figlia è mia, e la darò in sposa a Hector, mio primogenito. Alla fioritura dei peschi lei sarà mia nuora. è tutto toyama."
Non avevo parole. kazuha era una maschera di sconforto. heiji un fascio di nervi. Conan scivolò giù dalle gambe di heiji e andò in cucina. lo vidi guardare il calendario. poi lo senti imprecare.
"Conan, lo sai che non voglio che dici brutte parole, anche se le senti da papà"
"I peschi!" disse concitato" i peschi ad Osaka.."
"lo sappiamo" rispose kazuha, assente. "i peschi ad Osaka fioriranno domenica. e domenica sarà anche il giorno del mio matrimonio.."
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: kazuha89