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Autore: Francienyc    15/06/2006    3 recensioni
Rilian impara da suo padre cosa significa essere re.
[Post "Viaggio del Veliero", pre "Sedia d'Argento"; spoiler fino al VI libro.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caspian, Rilian
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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THE CHAMBER OF INSTRUMENTS
di Francienyc
Tradotta da Clopina



Il principe Rilian ricordava bene il momento in cui la sua istruzione iniziò.
Aveva imparato tutte le arti regali da un po’ di tempo: strategia di battaglia, araldica, cavalcare e giostrare con la spada. Aveva già sentito i palafrenieri affermare che si comportava naturalmente su un cavallo, e aveva battuto Lord Drinian molte volte a scacchi, e ciò provava che sapeva usare la strategia. Aveva pensato che Drinian lo lasciasse vincere fino a quando lo udì sussurrare dopo una partita persa “Se quel dannato topo fosse qui, riuscirebbe a battere il principe sonoramente.”
Però, come lui stesso disse quando diventò re, questi non erano altro che gli “ornamenti” di un re, e iniziò ad capire cosa significasse veramente essere un sovrano solo nella Camera degli Strumenti a Cair Paravel.
Il suo custode, un fauno di nome Omuns, lo svegliò una notte proprio nel mezzo di questa. “Indossate il vostro mantello e i vostri sandali,” disse a Rilian. “Il re vi ha ordinato di andare nella Camera degli Strumenti.”
Rilian molto spesso dormiva poco la notte perché il sangue delle stelle scorreva nelle sue vene, quindi non fu disorientato quando Omuns lo svegliò. La sua gente viveva di notte. Anche se avesse avuto gli occhi assonnati, avrebbe spazzato via il sonno in pochi secondi. Era sempre un’avventura gironzolare nel mezzo della notte, e Rilian era doppiamente eccitato perché avrebbe finalmente visto la stanza che gli era stata negata così a lungo.
“Omuns,” disse Rilian, mentre camminavano lungo l’ingresso rivestito di tappeti, “perché non mi è mai stato permesso di entrare nella Camera degli Strumenti prima?”
“Vostro padre il re ha dato quest’ordine quando eravate ancora bambino,” rispose Omuns. Aveva una voce così musicale che ricordava il suono dello strumento che suonava così bene. “Ha detto che la Camera degli Strumenti e gli Stanzini di Guerra non sono stanze adatte ai giovani principi.”
“Cosa? Pensava forse che potessi rompere delle cose e corressi urlando intorno alla stanza?”
“Senza dubbio Vostra Altezza ha dei motivi, ma non mi ha spiegato altro al di là di questo. Non è diritto di Vostra Grazia domandarglielo.”
Rilian si rabbuiò; odiava essere zittito dal detto la-parola-del-re-è-legge. Non tenne il broncio per molto, però, perché ora gli zoccoli di Omuns tappettavano sul pavimento di marmo della Sala del Trono, e il fauno condusse Rilian ad una camera a sinistra del trono del re.
Omuns aprì la porta e disse con un inchino “Io vi lascio qui.” E così Rilian entrò da solo.
Quando fu entrato ebbe una doppia sorpresa. Si aspettava di trovare Lord Drinian all’interno, o forse il nano Briscola, dal momento che suo padre si trovava alle Isole Solitarie. Invece, l’uomo che salutò il principe altri non era che re Caspian in persona. Il re era sicuramente appena tornato dal porto: il suo mantello da viaggio era appeso sopra una sedia e lui profumava di mare quando Rilian lo abbracciò.
“Ti ho fatto chiamare appena sono tornato,” spiegò re Caspian a suo figlio. “È giunta l’ora per te di imparare cosa significa essere re, perché quando l’orologio suonerà sarai tredicenne.”
Il re era così serio che Rilian sentì un po’ di timore reverenziale verso di lui. “Per favore, sire,” balbettò. “Non sono ancora troppo giovane?”
Caspian sorrise. “Io non ero molto più grande di te quando salii sul trono. Lo stesso re Supremo Peter non lo era quando guidò i Narniani alla vittoria in entrambe le battaglie di Beruna. Ed era il più grande dei quattro che salirono sui loro troni a Cair Paravel. Non è certamente troppo presto per iniziare.”
Rilian deglutì. “Ma padre – era diverso. Io non penso ancora di essere pronto.”
“Bene. Se avessi detto che lo eri, avrebbe provato che non lo sei veramente,” disse Caspian con un sorriso. “L’ora è giunta, e tu devi fare il meglio che puoi. Figlio mio, guardati intorno.”
Qui il principe ricevette la sua seconda sorpresa. La stanza era magnifica; era una camera circolare con delle finestre che si affacciavano sui quattro punti cardinali di una bussola. Queste finestre erano circolari e poste abbastanza in alto sui muri. Anche se era molto buio fuori, Rilian riuscì a vedere che erano composte da vetri colorati, che dovevano splendere meravigliosamente durante il giorno; a quell’ora di notte poté appena vedere che ogni finestra aveva il suo proprio disegno.
Intravide anche degli arazzi appesi sotto di esse, ma c’era così tanto altro da vedere che non si soffermò a studiarli. C’erano tavole e mensole piene di strumenti scintillanti e all’apparenza strani. Alcuni erano familiari, come gli strumenti che usava alle lezioni – però quelli di Rilian non erano nemmeno lontanamente così finemente lavorati – ma altri erano oggetti che non aveva mai visto e poteva solo fare congetture sui loro possibili usi.
Per alcuni minuti Rilian corse attraverso la stanza, mentre Caspian lo seguiva sorridendo. La cosa più bella della stanza era che benché fosse piena di articoli interessanti, nessuno di questi era in brutte condizioni. Era come se tutte le cose più belle di Narnia fossero là – splendenti e stupende. Alla fine, però, Caspian andò da Rilian, che stava esaminando un astrolabio, e mise una mano sulla spalla di suo figlio. “Vieni. Voglio mostrati per cosa ti ho portato qui.”
Condusse Rilian sotto la finestra affacciata a Sud, e Rilian questa volta esaminò con più attenzione l’arazzo che era appeso sotto di essa. Rappresentava una ragazza più grande di lui di un anno o due, ma già portava un cerchio d’oro sulla testa, simbolo di una regina di Narnia. Aveva i capelli scuri ed era molto, molto bella, con il viso sorridente. “Chi è?” chiese Rilian.
“Questa è la regina Susan,” disse Caspian piano. “Vedo che sei stato conquistato dalla sua bellezza. È normale; lord e principi, anche da terre lontane, chiesero la sua mano.”
“E cosa sono questi?” domandò Rilian riferendosi agli oggetti posti con gran cura su un tavolo sotto l’arazzo.
“Sicuramente ti avrò detto di come i quattro sovrani misero fine ai cento anni d’inverno di Narnia, e che uno dei primi segni di questa fine fu la loro visita da Babbo Natale.”
Rilian annuì.
“Bene, allora; questi furono i suoi doni: frecce sicure di centrare il loro bersaglio quando lanciate con questo arco, e questo corno, un corno magico che chiama sicuramente aiuto. Io stesso l’ho suonato e chiamato i quattro sovrani indietro dal loro mondo.”
Rilian lo prese sulle mani e fece scorrere le dita sopra la superficie del corno. Se lo avesse suonato in quel momento, avrebbe chiamato i re e le regine? Pensò anche a suo padre, quando doveva essere molto giovane, lottare per una Narnia libera contro suo zio Miraz l’Usurpatore; la grande guerra che suo padre e i suoi amici e alleati avevano combattuto.
“E ora vedremo se presti attenzione alle tue lezioni di storia,” disse Caspian con un tono di voce strano. “Ricordi come era chiamata la regina Susan?”
“La Gentile,” rispose subito Rilian.
“Precisamente. E da lei, ho imparato cosa significa amare ed essere gentile mostrando quell’amore. Come re, è facile vivere una vita separata. Puoi trascorrere la tua vita in un castello, seppellendoti negli affari. Fai questo e diventerai come Gumpas, il pomposo governatore delle Isole Solitarie. Cammina tra la tua gente ed amala, e verrai ricordato con amore come la regina Susan.”
Il principe annuì e seguì suo padre fino alla finestra affacciata ad Ovest. Qui stava impiccato un arazzo di un ragazzo dai capelli neri e gli occhi attenti che era un po’ più giovane di lui. “Il re Edmund?” provò a chiedere.
Caspian annuì. “Lui non ha doni di quel Natale, ma abbiamo trovato questo mentre restauravamo Cair Paravel. È un miracolo di questo mondo: una torcia che da luce senza bisogno di fuoco.” Mostrò a suo figlio lo strumento argentato, più strano di tutti gli altri, con il nome ‘Edmund’ stampato su di esso.
“Cosa? Non può essere!”
“Guarda tu stesso. Sposta quell’interruttore qui.”
Rilian lo fece e si stupì. La luce veniva emanata dalla torcia e brillava sul muro rivolto ad Est. “Padre, che miracolo è questo?”
Caspian rise. “Non lo so. Se Edmund fosse qui, ce lo spiegherebbe; era bravo con il funzionamento delle cose. Io so solo che non dobbiamo lasciarla bruciare, perché la magia di questa cosa non durerà per sempre.”
Con rammarico, Rilian rimise l’interruttore dove era prima e la torcia tornò scura. La rimise a posto e guardò in su, verso l’arazzo. “Il re Edmund era così giovane.”
“Vero. Era forse un po’ più vicino alla tua età quando navigammo insieme sul Veliero dell’Alba, ma aveva una saggezza al di là dei suoi anni. È conosciuto come il re Giusto, ma io ricordo altre cose su Edmund. Era un amico leale, e per lui l’amicizia non significava fare cosa può rendere felici le persone, ma cosa le aiuterà di più. Ha combattuto al mio fianco senza che glielo chiedessi, ha seguito il re Supremo suo fratello senza domande, e ogni volta che pensavo di fare qualcosa di… avventato, mi ricordava per prima cosa le responsabilità di un re e secondo, che io non ero così potente. Ci sono poteri più alti di noi, Rilian, ed è facile dimenticarsi che abbiamo giurato lealtà al re Supremo e, sopra di tutti, ad Aslan. Io lo avevo quasi dimenticato, e se lo avessi fatto sarebbe costato molto a Narnia.”
“Quando? Cosa era accaduto?”
“Questa è una storia per un’altra volta. Ma, vieni, desidero portarti ad Est.”
Sul muro più ad Est c’erano sia un arazzo che una mappa. Caspian lo spiegò subito. “Ho diviso il muro della regina Lucy con un tesoro di mia proprietà, la mappa dei Mari all’Estremo Est che disegnò Coriakin. Era incredibile vederlo scrivere questa mappa – aveva semplicemente steso la pergamena sul tavolo e aveva fatto descrivere a Drinian il nostro viaggio. E mentre lui parlava, le linee si tracciavano da sole. Questo, Rilian, è ciò che si trova ad Est, alla Fine del Mondo.”
Rilian sentì un fremito attraversarlo mentre guardava la mappa. Suo padre era realmente stato su tutti quei posti? Perché un’Isola era chiamata delle Acquemorte? Come doveva essere esattamente il Mare d’Argento? Quando la prossima volta suo padre si sarebbe rincontrato con i suoi vecchi compagni, Rilian giurò a se stesso che sarebbe stato là ad ascoltare le storie dei marinai, ora tutti felici Lord di Narnia.
Caspian sembrò leggere i suoi pensieri, perché disse “Se ti unirai alla compagnia, ricordati che non tutti di noi saranno là. Ripicì il topo è andato alla Fine del Mondo. E il re Edmund, la regina Lucy e il loro cugino Eustachio – anche loro non ci saranno. Una vera perdita, perché la loro presenza è dovunque nelle storie del Veliero dell’Alba.” Allungò la mano e toccò l’arazzo di una giovane, sorridente ragazza con una straordinaria luce negli occhi. “Lucy amava il Veliero dell’Alba quanto me,” disse. “Insieme ne abbiamo fatto la nostra casa e insieme guardavamo meravigliati la lucentezza dell’Ultimo Mare. Se dovessi mai incontrare qualcuno come Lucy considerati fortunato, figlio mio. Era coraggiosa ma non audace, una donna con un cuore di leone. Aveva più fede di nessun’altro che abbia mai incontrato: fede in Aslan, in Narnia, fede in tutte le speranze che hanno gli uomini. Con lei, il mondo sembrava possibile. Ci furono così tante volte che disse esattamente cosa io sentivo… non potevo chiedere una migliore compagna di viaggio.”
“E mia madre?” chiese Rilian, accigliandosi.
“Non sceglierei nessuno se non tua madre come mia regina, ma lei non è una grande viaggiatrice. Come compagna su di una nave sceglierei Lucy ogni volta.” Caspian gli fece l’occhiolino e decise di lasciare fuori la lezione sulle complessità delle emozioni umane per questa volta. Invece indicò la piccola fiasca di diamante piazzata sotto l’arazzo e disse “Il dono della regina Lucy mostra la sua natura valorosa e il suo cuore tenero. Questo cordiale guarisce ogni ferita e cura ogni malattia. Usalo solo nei casi di bisogno, e con parsimonia – una sola goccia basterà per la cura.”
“Ma padre,” disse Rilian quando ebbe esaminato l’arazzo più da vicino, “è così giovane! Non è altro che una bambina – come può essere una regina, e una delle più famose regine di Narnia?”
“Innanzi tutto, la regina Lucy era una coraggiosa avventuriera. È stata lei a portare gli altri dentro Narnia. Quindi si può dire perfino che è stata lei a far finire il regno della Strega Bianca. Tutto è iniziato con lei. Serviva grande saggezza e un gran cuore per seguire tale fede. Tu puoi dire di non aver mai dubitato di Aslan? Io l’ho fatto, ma non ho mai saputo di lei che ne abbia dubitato.”
Rilian riportò lo sguardo sul viso della bambina sull’arazzo. Anni dopo, quando lo riguardò, realizzò che non aveva mai visto la fede scritta così sulla faccia di nessun altro. In quel momento non poteva comprendere il timore reverenziale che sentiva per lei, ma era pieno di ammirazione per la ragazza regina.
Con calma, Caspian condusse Rilian alla finestra affacciata a Nord. Rilian sapeva chi avrebbero visto là. Il suo nome era il più nominato quando si parlava dell’Età d’Oro di Narnia – Peter, il re Supremo di tutti i re di Narnia. Rilian sapeva che quando per lui sarebbe venuto il tempo di essere fatto cavaliere e di far promessa al Supremo Nobile Ordine del Leone, avrebbe giurato lealtà a Peter. Quando salì sul trono in un futuro distante, gli dissero che suo padre era stato incoronato da Aslan e dal re Supremo, e così sarebbe stato fino alla fine di Narnia. Rilian aveva imparato a venerare il suo nome e la sua persona come qualcosa al di là dei molti mortali.
Così, quando guardò in alto verso l’arazzo, fu molto sorpreso. Il re Supremo non era molto più grande di lui, con i capelli biondi e il viso sorridente. Attraverso i suoi occhi brillava la luce di nobiltà che lo avrebbe fatto il più celebrato sovrano che Narnia avesse mai conosciuto; le sue guance erano un po’ rosse e il suo sorriso allegro. Rilian abbassò lo sguardo sulla spada e lo scudo lucidati alla perfezione e vide che avrebbe potuto sollevare ed impugnare le armi del re Supremo con facilità. Rilian deglutì, e capì di essere deluso. Era evidente che il re Supremo fosse solo un ragazzo.
“Il nostro amico Briscola ha commesso lo stesso errore, sottovalutando il re Supremo,” disse Caspian. Rilian pensò per un momento che suo padre sapeva leggere nel pensiero, ma pensò poi che la sua faccia dovesse essere come un libro aperto. “Non ingannarti. Il miracolo non è che possedeva forza e abilità innaturali, ma che ha usato la grazia che aveva per diventare il miglior re che questa terra abbia mai conosciuto. E ancora, era maestoso ma gentile, autoritario ma non freddo. Dovresti averlo visto con le sue sorelle, come le proteggeva, o come in battaglia guardasse alla vita di suo fratello come se fosse più cara della sua. E io… quando arrivò alla Casa di Aslan quel giorno una delle prime cose che mi disse fu ‘Non sono venuto per prendere il posto che è tuo di diritto, ma per restituirtelo.’ Rischiò la sua vita incontrando Miraz in combattimento e guidando l’esercito alla seconda battaglia di Beruna. Questo era Peter. Amava tutti più di se stesso e si batteva per proteggerli tutti. Ecco come ha assicurato un’Età d’Oro per Narnia.”
Caspian si allontanò dall’arazzo. “Rilian, impara quanto puoi da questi quattro. Io li ho seguiti come uno segue i quattro punti di una bussola, e ho cercato di dare il meglio. Puoi imparare secoli di storia e migliaia di leggende, ma devi conoscere questi quattro. Non lasciar morire il loro ricordo. Quando se n’andrà, non saremo migliori dei vecchi Telmarini.”
Il viso di Caspian era così sincero che sembrò essere ancora un ragazzo, e Rilian sentì di nuovo timore insieme all’allegro desiderio di ridere. Guardò le espressioni di tutti i sovrani e capì cosa significava essere un ragazzo re, o un vero re. L’orologio suonò la mezzanotte, iniziando così il suo tredicesimo anno.


T/N: Eccomi qui ^^ Spero vi sia piaciuta questa fic, ho cercato di fare tutto il possibile per portare la traduzione al livello dell'originale, anche se temo di non esserci riuscita del tutto...
Piccola nota: * Nella versione monoblocco della Mondadori, quella che ho io, è Caspian a raccontare del loro viaggio; ma nella versione originale è Drinian, e ho lasciato lui ;)
Qui potrete trovare la versione originale, se vi interessa. ;)
E naturalmente né io né Francie possediamo niente del magico mondo di Narnia (purtroppo).
Grazie a tutti quelli che leggeranno, e se avete tempo lasciate un commentino, ve ne saremo grate ^o^
  
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