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Autore: Sherlock Holmes    08/10/2011    1 recensioni
Un Watson ansioso di sposarsi e un Holmes… Apparentemente non troppo contento dell’atto che il suo migliore amico sta per compiere.
E se poi le cose si complicano ulteriormente…
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 POV WATSON
Mi sistemai il fazzoletto da collo.
Lo specchio mi restituì l’immagine di un uomo raggiante di felicità.
Stavo per sposarmi.
Non potevo ancora crederci!
Io, John Watson, medico militare, che pensavo di rimanere scapolo a vita, stavo per recarmi all’altare… Per prendere in moglie la donna dei miei sogni: Mary… La mia dolce Mary…
Guardai la cipolla d’oro, dono del mio defunto fratello…
“E’ in ritardo…”
Sentii bussare alla porta.
Le domestiche stavano aiutando la mia futura moglie ad indossare l’abito bianco, così fui costretto a scendere la scalinata e ad aprire.
Mi si parò di fronte il mio più caro amico: Sherlock Holmes. Aveva la casacca strappata all’altezza del gomito e la camicia stropicciata. Un taglio campeggiava sulla sua fronte.
- Holmes! Grazie a Dio! Le avevo detto di trovarsi qui venti minuti fa! Che le è successo?-
Notai che si teneva un fianco.
- Oh, non importa!- continuai.- Non mi aspettavo la puntualità, ma almeno speravo che giungesse a Cavendish Place presentabile!-
Lo feci entrare.
- Il mio matrimonio è fissato tra mezz’ora…-
Holmes mi guardò vacuo:- Matrimonio?
- Sì, Holmes! Ricorda? Le avevo chiesto di essere il mio testimone!-
- E’ oggi?- lo sentii mormorare.
- Altrimenti, perché mai dovrebbe essere qui?-
Voleva farmi impazzire?
- Si metta una giacca…- gli dissi.
Gli gettai uno dei miei figari eleganti.
Vedendomi privo di giacchetta da smoking, Holmes ribattè:- Se la metta lei!
Gli sorrisi sarcasticamente. Comunque, la afferrai e la indossai.
Lo sguardo del mio amico era stranamente lucido e il viso era di un pallore quasi spettrale. Ma non volle contraddirmi.
Holmes, così, da dietro il mio paravento, si cambiò blusa.
- Non c’è un secondo da perdere…- dissi.
“Ma quanto ci mette?”
Ne emerse qualche minuto dopo, continuando a tenersi il fianco.
- Watson…- disse con voce flemmatica. – Io…-
Sapevo che voleva parlarmi.
- Holmes, ho preso la mia decisione. Voglio sposarmi con Mary e nulla di ciò che potrà dire o fare mi impedirà di...-
- A parte questo… Watson, io sono qui per…-
- Per essere il mio testimone!-
- Non ha capito! Io… io non mi sento molto…-
- Non aggiunga altro.- dissi, imperioso. - La prego, Holmes, la scongiuro! In nome dell’amicizia che ci lega, accetti il fatto. E non faccia stupidaggini.-
 
Holmes tacque per tutto il tragitto in carrozza.
Vidi che iniziava a sudare freddo.
Sospirai.
- Senta, Holmes. Questo dev’essere il giorno più bello della mia vita. Ed io sono felice. Lo sia anche lei, per me.-
Il mio amico chiuse gli occhi, poggiando la nuca al sedile.
Non staccava mai la mano destra dal fianco.
Scossi la testa.
Proprio non riuscivo a fargli comprendere che il mio destino era stare al fianco di Mary…
 
In chiesa, egli si sedette pesantemente al primo banco.
Alzai gli occhi al cielo.
Poco dopo, fece il suo ingresso la sposa. La mia sposa.
Mary era meravigliosa nel suo lungo abito bianco…
Il velo le celava parzialmente il volto.
Ella stringeva tra le sue delicate mani un bouquet di rose bianche.
Giunta all’altare, si scoprì, col mio aiuto, il viso.
Il prete iniziò la cerimonia.
 
POV HOLMES
“Maledizione!” pensai.
Osservai la mia mano destra. Era intrisa di sangue. Il mio stesso sangue.
La ferita che avevo riportato al fianco era profonda…
Alcune gocce del liquido rosso caddero silenziosamente a terra.
Sia la camicia che la giacca erano zuppe di sangue…
Vidi Watson accanto a Mary…
Era così contento…
Come potevo rovinargli quello che lui stesso aveva definito “il più bel giorno della vita”?
In cuor mio, non desideravo che si sposasse.
Quando aveva fatto i bagagli per andare a Cavendish Place con la sua dolce metà, avevo avuto una fitta allo stomaco.
Era gelosia quella che avevo provato? O forse era semplicemente una sensazione d’abbandono?
La mia esistenza non era stata più la stessa da quando avevo conosciuto Watson. Già, perché avevo compreso cosa volesse dire avere dei sentimenti.
Mai lo avevo ammesso, ma consideravo Watson un amico. Anzi, era per me l’unico amico.
Amicizia profonda.
Avrei sacrificato la mia stessa vita per salvare la sua.
Lo fissai, e vidi nei suoi occhi l’affetto per la donna che gli stava accanto.
Amore.
Ciò che io provavo per Irene. La mia musa.
Ebbi una fitta al fianco.
La ferita di coltello pulsava.
Giudicai di aver perso molto sangue. Forse troppo.
Ma… Non potevo rovinare a Watson le sue nozze…
“Devo uscire e medicarmi…”
 
POV WATSON
- Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora, o taccia per sempre.-
Fosse stato per me, avrei impedito al prete di pronunciare quella formula. Temevo che Holmes scattasse in piedi per dire: “Io mi oppongo a questo matrimonio!” o qualcosa del genere.
Con la coda dell’occhio, osservai Holmes.
Tentava di alzarsi!
Il mio incubo peggiore stava realizzandosi…
Lo fulminai con lo sguardo.
Holmes mi fissò, un po’ stupito, forse.
Con mani tremanti, riprese posto al bancone.
 
POV HOLMES
Crollai nuovamente sulla panca per il dolore.
“Watson… Non voglio sabotare il suo matrimonio… Voglio solo…”
Resistetti fino alla fine della cerimonia.
- Adesso può baciare la sposa.- proferì il celebrante.
“Finalmente!” pensai.
Mi alzai lentamente… Ma le mie gambe cedettero e, per la prima volta nella mia vita… svenni.
 
Mi svegliai di soprassalto in un letto candido.
Accanto a me, c’era Mary Morstan. Anzi, Mrs. Watson, ormai…
- John… Si è ripreso…- disse lievemente la donna al suo novello sposo.
Watson si stava lavando le mani in un catino, che man mano si tingeva di un rosso sempre più intenso. Afferrò un asciugamano e prese a tirarsi giù le maniche.
Mary si alzò dalla sedia e, gettandomi uno sguardo eloquente, uscì dalla stanza.
Watson mi si avvicinò:- Perché non mi ha detto che era ferito gravemente?-
Inspirai ed espirai.
- E’ lei il medico… Certe cose dovrebbe intuirle!-
Mi fissò, colpevole.
- Mi scusi, Holmes. Io pensavo che volesse…-
- …impedire le nozze?-
Annuì.
- Sono stato cieco.- disse – Ma sa che poteva morire dissanguato?-
Spostai lo sguardo sulle mie mani.
Watson, in quell’istante, comprese:- Ha taciuto sul suo stato di salute… per me?-
Sospirai. – Beh, in realtà neanche ricordavo che oggi era il giorno del suo matrimonio. A Cavendish Place ero intenzionato a rivelargli della ferita… Ma poi… Insomma, doveva essere un giorno perfetto per lei, no?-
- Lei è pazzo, Holmes! Ha rischiato di morire… Per una sua stupidaggine!-
- Vede, Watson? Alla fine non posso fare a meno di commettere stupidaggini.-
Gli sorrisi.
E lui ricambiò.
  
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