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Autore: madnesscake    09/10/2011    3 recensioni
salve gente! questa è la mia prima fanfiction... sarà una sasunaru... siate clementi =)...
Questa storia parla di un amore complicato, che non nascerà facilmente. Tra litigi e sorprendenti storie d'amore, la vita di tutti i giorni sarà sconvolta da un efferato omicidio... tutto per un ritrovato scientifico dagli effetti stupefacenti... Riusciranno i nostri eroi a svelare il mistero che permea le loro stesse vite e a scoprire e ad accettare i loro desideri più reconditi?
tratto dal prologo:In mano teneva un pugnale dal quale stillavano delle gocce di uno strano liquido rosso.
Sangue.
« Non ti aspettavo così preso »
Quella voce…
Il tono era minaccioso, ma quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille.
« Tu… » mormorò il ragazzo.
« Io? » disse la figura incappucciata, girandosi con un movimento lento e misurato, carico di presagi funesti e del pericoloso potere della verità.
« Non può essere… » fu un sussurro, ma l’altro lo percepì perfettamente e dispettoso abbassò il cappuccio....
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo IV








 

Senza neanche avere il tempo di guardare, un paio di forti braccia lo attirarono a sé, e delle calde labbra si poggiarono sulle sue. Dopo la confusione iniziale, rispose al bacio.
Si staccarono subito dopo per guardarsi felici negli occhi.
« Ciao anche a te… Gaara »
Gli diede un bacino lieve sulle labbra « Mi sei mancato così tanto! »
« Anche tu, cucciolo! » disse Gaara abbracciandolo stretto. « Sei in ritardo… »
« Lo so » rispose con un broncio che Gaara definì adorabile « La giornata è stata più stancante del previsto. »
« Davvero? »
« Si! Ti devo raccontare tutte le cose assurde che sono successe! Dovevi esserci, saresti rimasto piacevolmente sorpreso da com’ero conciato…» disse Naruto ridacchiando.
«Ora mi racconterai tutto per bene » disse accarezzandogli una guancia « Ma prima dimmi, dove vorresti andare? »
« Mmm vediamo se indovini? »
« Dunque… dove vorrà mai andare questa piccola peste? »
« Ehi! Non sono piccolo! »
« Certo che no! » disse scombinandogli i capelli « Sei grande e forte, un vero uomo!» disse prendendolo in giro.
« Oh che felicità essere presi in giro dal proprio ragazzo, dopo neanche cinque minuti che ci si è incontrati... È sempre stata la mia massima aspirazione -.-"»
Gaara rimase un attimo interdetto a fissarlo con occhi sgranati.
« Gaara? Tutto bene? » disse Naruto confuso da quella reazione.
« Ha-hai detto... "ragazzo"? » bofonchiò.
Naruto, dopo aver realizzato cosa gli era sfuggito, divenne rossissimo e cominciò a balbettare parole senza senso.
« Cioè... no... si… è... che... »
« Ehi, ehi, calmati, non volevo farti entrare nel panico » ghignò con occhi felici « Solo che è la prima volta che mi definisci come il tuo ragazzo e la cosa mi ha leggermente sorpreso. Tutto qui. Ma mi fa molto piacere che finalmente hai deciso di ammettere che stiamo insieme ».
« Sì, però sai quanto mi imbarazza questa cosa… » borbottò Naruto a disagio.
Gli occhi di Gaara si incupirono leggermente « Allora cambiamo discorso...Dove vuoi andare a mangiare?»
«Mmm direi... Ichiraku Ramen!! »
Gaara prese un profondo respiro, e, sconsolato, disse « Ma che te lo chiedo a fare? Ogni volta mi rispondi sempre allo stesso modo ».
Naruto gongolante cominciò a trascinare Gaara per le vie della città.
Ichiraku Ramen era un piccolo ristorantino dove Naruto andava molto spesso: a detta sua era il posto migliore per gustare una tazza fumante di ramen, il suo cibo preferito.
Stavano camminando tranquillamente per le strade affollate di Konoha, quando Naruto cominciò a raccontare la ‘’fantastica’’ giornata che aveva avuto.
Naruto metteva tutta la passione che possedeva in qualunque cosa, e questo suo modo di fare si rispecchiava anche nel modo di raccontare le cose.
Descrisse ogni singolo particolare che lo aveva colpito.
Quando arrivò il momento di raccontare del maniaco, Naruto fu indeciso se farlo o meno. Ma alla fine gli raccontò della torta e Gaara cominciò a ridere. Naruto rimase affascinato da quella risata pura e cristallina.
Gaara rideva raramente, ma quando lo faceva, era un momento assolutamente magico, riservato a pochi fortunati eletti: gli occhi acquamarina risplendevano di una luce inusuale, i capelli fulvi cominciavano a muoversi e i denti perfetti luccicavano. Spesso si chiedeva come un ragazzo così bello potesse stare con schifezza come lui; erano così diversi... la bella e la bestia. Ecco, quello era un esempio che calzava alla perfezione, anche se, pensandoci un po’ su, non era così sicuro di chi fosse la bestia…
Stavano ridendo insieme quando Gaara ebbe la straordinaria idea di far passare un braccio sopra le spalle di Naruto e stringerlo a sé.
« Bravo il mio Naruto! Avrei tanto voluto vedere quella scena! Deve essere stata veramente esilarante! »
Naruto non ascoltò nulla della frase pronunciata dal suo ragazzo, troppo concentrato sul braccio che Gaara aveva poggiato sulle sue spalle.
Resistette all’impulso di scacciarlo in malo modo, ma non poté fare a meno di diventare inquieto ed irrigidirsi.
« Gaara, per favore, mollami… » si sentiva quasi soffocare.
« Perché? »
« Ti prego » supplicò mentre faceva vagare lo sguardo da un lato all’altro della strada. Era teso e si vedeva lontano un miglio.
Con un sospiro infelice, Gaara lasciò andare Naruto, il quale era più triste che mai.
Non poteva farci nulla. Non sopportava quando le persone, in particolare Gaara, lo toccavano in quel modo, soprattutto se in pubblico.
 Si rendeva perfettamente conto che la sua era una reazione alquanto strana, ma era ben giustificata. Gli dispiaceva solo non poter stare abbracciati per lungo tempo, tenersi per mano come le altre persone o coccolarsi: si sentiva una vera merda…
Voleva chiedere scusa a Gaara per quel suo comportamento, ma non ebbe il tempo di fare nulla che Gaara cambiò abilmente discorso.
Naruto era sollevato, ma si ripromise che avrebbe lavorato molto per superare quel suo difetto.
 
Arrivati al ristorante si sedettero in un tavolino un po’ più appartato degli altri.
Quel posto non era molto grande, ma in compenso era arredato bene: tutto merito della figlia del proprietario, Ayame, che aveva studiato architettura per interni: chissà per quali motivi adesso lavorava al ristorante del padre.
A prendere le ordinazioni venne proprio il proprietario del locale, Teuchi, un uomo di media statura e con una pancia prominente. Era un uomo buono e adorava Naruto; beh, anche perché era principalmente grazie a lui che il locale non aveva fallito negli ultimi anni!
Mentre aspettavano il miso ramen, Naruto chiese a Gaara come mai non fosse potuto venire quella mattina a scuola.
Dopo un istante di tentennamento Gaara rispose: « Sai, il fatto é che... » si interruppe «mi dispiace tanto, ma il professore che ci ha accompagnati in viaggio aveva bisogno del mio aiuto per redigere la relazione da consegnare in presidenza ».
Naruto non sapeva se credere o meno alle parole di Gaara; a prima vista poteva sembrare sincero, ma il tentennamento iniziale gli aveva fatto nascere nel cuore il dubbio che gli stesse mentendo.
« Capito » disse semplicemente Naruto, cominciando a mangiare il piatto appena arrivato e tentando di sopire quell'ombra di angoscia appena nata.
 
 
Quella sera proprio non gli andava di uscire: faceva freddo e per di più l’indomani avrebbe avuto un test di algebra, meglio di così non poteva andare…
Ma doveva uscire, glielo aveva promesso a Shikamaru. Finalmente quella sera avrebbe conosciuto la fantomatica ragazza che aveva conquistato il cuore del giovane Nara.
Naruto era curioso di conoscerla; dopo tutto, doveva essere una ragazza particolare per aver scalfito l’aura di inerte pigrizia di Shikamaru.
Avevano appuntamento nella piazza centrale. Fortunatamente con lui ci sarebbero stati anche Kiba e Choji e, se non aveva capito male, Temari, questo era il nome della ragazza di Shikamaru, avrebbe portato i suoi due fratelli.
Shikamaru non lo dava molto a vedere, ma era estremamente ansioso di conoscere i fratelli di Temari: non avevano una bella fama, in particolare il minore.
Stava aspettando tutto solo al freddo da ben venti minuti.
‘’Che palle!’’
Mentre formulava questi pensieri in lontananza vide Kiba che correva verso di lui.
« Naruto! » urlò Kiba sbracciandosi per farsi notare.
« Kiba! Ma porca miseria, ti sembra modo? Sono venti minuti che vi aspetto, e tu sei il primo ad arrivare.
Poi il ritardatario sarei io, vero? ».
Naruto era più alterato che mai. Quel pomeriggio aveva nevicato molto, perciò quella sera faceva ancora più freddo, se possibile. Naruto odiava quelle temperature. Secondo lui in questi casi il rimedio migliore era chiudersi in casa, rannicchiarsi sotto le calde coperte, magari sorseggiando una tazza fumante di cioccolata calda (cosa che non disdegnava affatto) e vedendo la classica commedia romantica del venerdì sera: davvero troppa pigrizia per una persona come lui, che amava scorrazzare di qua e di là, facendo stancare tutti solo a vederlo.
« Ma tu il cellulare non lo controlli mai? » disse Kiba scocciato. La sua posa in quel momento sembrava quella di una mamma ormai esasperata: mani appoggiate ai fianchi, piede che batteva ritmicamente per terra e un cipiglio che avrebbe fatto invidia a Brontolo (ndr: ok, perdonate la rottura dell’atmosfera ma… non è divertente?? :P)
« Eh? » la faccia colpevole di Naruto era tutta un programma. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e vide che aveva ben cinque sms e sette chiamate perse. Naruto divenne rosso per l’imbarazzo.
« Così impari a fare come se non avessi un cellulare! Forza muoviti che gli altri ci aspettano. »
Kiba afferrò per un braccio Naruto e cominciò a trascinarlo per la piazza.
Naruto in quel momento sembrava tanto un cucciolo con la coda tra le gambe, si lasciava trascinare inerte, mentre osservava le proprie scarpe affondare nella neve fresca.
‘’Com’è candida’’ pensò “vorrei poter essere come lei..’’
Lo strattonare di Kiba si arrestò improvvisamente.
« Vedi di smetterla di fare il finto colpevole. Ora sorridi che devi conoscere pure tu quel mostro di Temari! » ghignò.
« Ma come sei gentile! » disse sarcastico
« Oh, caro mio, appena la conoscerai un poco, te ne renderai conto da solo che quella non è una normale ragazza. Dopo tutto, conoscendo Shika, non poteva essere altrimenti! »
Ci avvicinammo al gruppo che stava scrutando le varie locandine dei film.
« Ragazzi ho recuperato Naruto! » urlò felice « Come avevo immaginato, stava aspettando come un cretino in piazza ».
Innervosito dalla lingua lunga di Kiba, gli diede un pugno non proprio amichevole alla spalla.
« Ehi ma che modi sono?! » sbraitò Kiba massaggiandosi la parte lesa.
« Tu smettila di dire stronzate! » disse Naruto avvicinandosi finalmente al gruppo.
Con il miglior sorriso che possedeva, si presentò a Temari. Era una bella ragazza in effetti: bionda con i capelli raccolti il quattro strani codini e gli occhi di un verde scuro che trasmettevano determinazione e risolutezza.
« Piacere Naruto, io sono Temari, questi sono i miei due fratelli Kankuro… ».
« Piacere di conoscerti! » salutò un normale ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi come quelli della sorella, forse l'unica cosa che avevano in comune.
« E lì, isolato dal resto del mondo, c’è mio fratello più piccolo, Gaara ».
Poco distante, vi era un ragazzo appoggiato al muro con le braccia incrociate; sembrava molto nauseato dalla situazione.
Sentendo il suo nome, alzò il volto e Naruto, per la prima volta, perse un battito alla visione di quel viso tanto bello. La cosa che lo colpì di più furono gli occhi, così carichi di sentimenti nascosti, di rabbia ma anche di una profonda tristezza. Era affascinato da quella figura che sembrava uscita da un romanzo del periodo gotico. Lo avrebbe definito quasi dannato, come se portasse su di sé un peso troppo grande per la sua giovane età.
 Un brivido gli percorse la schiena quando lo sguardo di quell’inquietante ragazzo si posò su di lui. Divenne rosso per un momento, poi, preso di coraggio si avvicinò, porgendogli la mano.
« Ciao, il mio nome è Naruto »
L’altro ragazzo lo guardò indifferente per poi dire con tono gelido: « Sparisci, microbo »
Naruto rimase spiazzato da quella risposta, ma sia mai che Naruto Uzumaki si faccia mettere i piedi in testa da qualcuno!
« Ehi tu! Ma come ti permetti! »
« Naruto, lascialo perdere » disse Temari poggiando una mano sulla sua spalla « Questo stronzo non voleva neanche venire, l’ho dovuto minacciare. Non sarà di molta compagnia »
« Vedete che il film sta iniziando, meglio muoversi ».
Naruto guardava ostile Gaara, il quale lo ignorava.
Sfortunatamente, nella sala si dovette sedere proprio vicino al rosso. Per tutto il film Gaara non fece una piega, non un’espressione, non un movimento. Niente. Sembrava una statua.
Non lo degnò di uno sguardo, era come se per lui Naruto non esistesse.
Il livello di nervosismo di Naruto stava aumentando a dismisura. Lo osservò di soppiatto per tutta la serata, e anche dopo il cinema cercò in tutti i modi di farlo integrare nel gruppo, ma non ci fu verso.
Beh un'altra cosa che non capiterà mai é che Naruto Uzumaki si lasci demoralizzare da una cosa insignificante come quella!
Aveva deciso fin da subito che sarebbe diventato amico dei fratelli di Temari e così avrebbe fatto, con o senza il loro consenso. Non mi arrenderò mai!Parola di Naruto Uzumaki!
 
« Ti sei sbrodolato » disse Gaara sorridendo, cercando di asciugare con il tovagliolo il rivoletto di ramen che scendeva lungo il mento di Naruto.
« Hehe sai che sono negato a mangiare senza sporcarmi » ridacchiò Naruto.
Gaara lo guardava con sguardo dolce.
Se ripensava alla sera di quasi un anno prima, quando si erano conosciuti, a Naruto veniva quasi da ridere a pensare al cambiamento che aveva fatto il ragazzo che gli sedeva di fronte.
Da che non lo degnava neanche di uno sguardo, adesso lo riempiva di mille attenzioni, e si sentiva lusingato da tutto ciò, ma... non riusciva a levarsi di dosso la sensazione che il ragazzo gli avesse mentito poco prima.
 
Finirono di cenare tranquillamente tra una risata e l’altra. Uscirono. Sfortunatamente aveva ripreso a nevicare quindi faceva molto freddo. Stringendosi di più nel cappotto Naruto domandò: « Gaara, tu mi mentiresti mai? » quello di Naruto fu un sussurro. Probabilmente era una domanda rivolta a se stesso, ma Gaara la sentì.
Si fermò in mezzo alla strada indeciso se parlare o meno.
Sospirò buttando fuori la rabbia che gli si era formata nello stomaco a quell’insinuazione.
« Naruto » cominciò serio « Perché mai dovrei mentire all’unica persona su questo pianeta a cui importi qualcosa di me?»
Naruto fu colpito molto da quelle parole. Si sentì male per aver dubitato di lui.
« Mi dispiace, solo che io… » non aveva il coraggio di parlare. Gli avrebbe spezzato il cuore, già lo sapeva.
« Solo che tu… ? Naruto con me puoi parlare di tutto, e soprattutto puoi e devi dirmi sempre quali sono i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri » disse Gaara accarezzandogli dolcemente una guancia.
Naruto annuì incerto.
« Solo che io sono terrorizzato dal perderti… ».
« Naruto, sai che non mi perderai. » Gaara era mortalmente serio.
« Io non mi riferivo a quello…»
« Ti giuro che ho smesso da tempo… non ti mentirei mai su questo »
« Ti credo »
Mentre Naruto diceva quelle parole, un ragazzo per sbaglio aveva urtato Gaara.
Naruto si irrigidì, guardando di sottecchi il proprio ragazzo. Per un momento temette davvero di rivedere nel profondo dei suoi occhi l'abisso senza fondo dal quale lo aveva con tempo e fatica strappato; ma sebbene adesso Gaara galleggiasse in quel mare, aggrappato a ciò che Naruto era stato ed era tuttora, l'abisso era sempre lì e sarebbe bastato un'onda leggermente più alta o una corrente di poco più forte, e sarebbe precipitato nuovamente in quella pozza nera dell'oscurità. E chissà se Naruto avrebbe avuto nuovamente la forza di sprofondare con lui e risalire insieme. Questo vide Naruto negli occhi di Gaara e tremò, vedendo per un istante il verde acquamarina  adombrarsi ed incupirsi...
 
Panico.
 
 Era notte inoltrata ed ormai erano in quella discoteca da parecchie ore, cominciava a sentirsi stanco.
« Vattene a casa » disse caustico Gaara.
« Io non ti lascio qui! Quando te ne andrai tu, me ne andrò pure io, non prima » disse testardo.
« Mi rovini gli affari. »
« MEGLIO! » ringhiò tra i denti « Sai che non approvo il tuo ‘’lavoro’’» disse Naruto arrabbiato.
« Sarà, ma non sono cazzi tuoi quello che faccio o non faccio »
Con il tempo Naruto era riuscito a fare breccia nello scudo che il ragazzo rosso si era costruito per proteggersi. Erano diventati amici, o meglio, per Naruto erano amici, ma non per Gaara, il quale considerava Naruto come una fastidiosa presenza che si era insinuata di prepotenza nella sua già abbastanza faticosa esistenza.
« Invece si! Siamo amici e gli amici devono cercare di far capire quando uno sbaglia »
« Oi ma che cazzo vuoi dalla mia vita? » disse bevendo un’altra birra.
Naruto stava per rispondere a tono, quando si sentì afferrare per la vita e tirare. Le sue spalle si scontrarono contro un petto sudaticcio.
« Ehi bellezza, ti va di venire con me? » gli sussurrò “suadente” all’orecchio.
L’alito di quell’uomo era pestilenziale, non riuscì a reprimere un moto di schifo.
« Lasciami immediatamente! » strillò in preda al panico.
In risposta quell’uomo lo strinse di più a sé baciandogli il collo.
« Mmm… siamo difficili vedo... beh ma non basterà questo per respingermi ».
Fece strofinare il rigonfiamento dell’inguine contro i suoi glutei.Sentendo quella ‘’presenza’’, Naruto si immobilizzò.
« Lo senti? Non ti piacerebbe sentirlo meglio? Avanti sono sicuro che sei abituato a farti sfondare »
La volgarità di quell’uomo fece sgranare ancora di più gli occhi a Naruto. Era pallido come un lenzuolo e tremava. Gaara vedendolo, sentì nascere un moto di irritazione per lui inusuale.
« Ti conviene levargli le mani di dosso, coglione » disse caustico Gaara.
« Oh, è per caso la tua fidanzatina? Se vuoi, possiamo metterci d’accordo, magari facciamo una cosa a tre! Neanche tu sei male » disse lo scimmione leccandosi lascivo le labbra.
« Il mio non era un consiglio, ma un ordine » la voce di Gaara se possibile si fece ancora più gelida.
« Perché? Se no che mi fai? » disse canzonandolo.
In risposta un pugno andò a schiantarsi contro il naso di quell’energumeno, che fu costretto a mollare la presa su Naruto per portarsi una mano al naso sanguinante.
« Brutto pezzo di merda, me lo hai rotto! Vuoi la guerra? Bene, non aspettavo altro che sgranchirmi un po’ » disse l’uomo facendo scrocchiare le nocche in maniera inquietante.
Naruto era rimasto sul posto, ancora percorso da brividi e non sembrava molto presente a se stesso. Gaara lo guardò: il suo volto era impassibile ma dentro ribollì di rabbia per come quell'uomo aveva ridotto quello sbarbatello che si definiva suo "amico"... Ripensò alle mani e al volto e al corpo di quell'uomo, così vicino a quello innocente di Naruto e un lampo passò per i suoi occhi.
Gli si lanciò contro, sovrastandolo e afferrandolo per il bavero con la mano sinistra e piantandogli un montante destro nello stomaco. L’uomo sussultò, sorpreso dalla sua rapidità e dal colpo ricevuto, inarcando la schiena e sputando gocce di saliva mista a sangue. Ma il vantaggio di Gaara non durò a lungo. Un altro uomo lo colpì al fianco facendogli perdere la presa sul primo che si accasciò a terra, e facendolo ruzzolare sul pavimento schiacciato dal peso dell’altro. Approfittò di come erano caduti per piantargli una ginocchiata nelle palle e liberarsi.
Con uno slancio si rimise in piedi, afferrò per i capelli l’uomo caduto in ginocchio tenendosi l’inguine, e gli diede un’altra ginocchiata sotto il mento che lo fece crollare esanime al suolo.
Avvertiva l’adrenalina scorrergli in circolo, insieme ad altre sostanze, si sentiva potente ed eccitato; con un sorriso stampato in faccia e gli occhi assatanati, si girò e vide un terzo uomo che si era chinato per aiutare i suoi due amici; non ci pensò due volte e lo prese a calci nello stomaco. Stava ancora lì, a picchiare a sangue i corpi dei tre uomini, un ghigno terribile in volto e il desiderio atavico di rompere, spezzare, uccidere tutti quei bastardi che lo odiavano e che lo disprezzavano; non si sarebbe fermato, perché solo in quel modo si sentiva vivo…
Una mano sul suo braccio.
Gaara si fermò. Guardò quella mano candida poggiata sul suo polso sporco di sangue non suo e fece risalire lo sguardo lungo il braccio, fino alla spalla e poi vide Naruto. I suoi occhi non erano colmi di rimprovero o di paura, ma solo traboccanti di una tristezza infinita, profonda e buia. Per un istante ci si perse dentro, si sentì legato a lui come non lo era mai stato a nessun’altro e ci fu un attimo di profonda comprensione… ma subito dopo i suo occhi ridivennero opachi… lo scansò con fastidio e ancora più rabbioso, si voltò nuovamente per colpire l’uomo che aveva toccato Naruto, che a fatica si stava rialzando; mise tutta la rabbia e l’odio che lo divoravano in quel pugno ma, quando stava per colpirlo, con la coda dell’occhio vide un riflesso dorato frapporsi fra loro. Ormai era troppo tardi. Non poteva fermarsi e non gli importava. Quel pugno andò a schiantarsi potente contro una testa bionda.
Un istante dopo i suoi occhi rimisero a fuoco e, con orrore, realizzò quello che aveva fatto: il corpo svenuto di Naruto giaceva esanime al suolo, la testa riversa e le braccia abbandonate lo facevano sembrare un cadavere; un rivolo di sangue fuoriusciva dallo zigomo sinistro.
Si chinò su Naruto sollevandogli con delicatezza il capo, e per la prima volta ebbe paura di perdere qualcuno.
                                                                
« Mi-mi dispiace... » balbettò quel ragazzo spaventato dallo sguardo omicida di Gaara.
Naruto strattonò leggermente la manica del cappotto del suo ragazzo il quale si risvegliò dalla trance in cui era caduto. Immediatamente ammorbidì lo sguardo e fece come se nulla fosse successo.
 
Il ritorno verso casa di Naruto fu abbastanza tranquillo.
Arrivati di fronte la porta dell’appartamento, Gaara si lasciò andare, posando le proprie labbra su quelle calde e morbide del biondo.
Stava per approfondire quando Naruto, velocemente, sgusciò via dalla presa del rosso, e con sguardo colpevole rientrò in casa.
Gaara, sospirando flebilmente, poggiò una mano al muro, dove fino a qualche momento prima stava Naruto.
Girandosi, poggiò la schiena contro la fredda parete. Per un attimo si incantò a guardare le stelle che erano spuntate in cielo, finalmente limpido.
Non riusciva a spiegarsi il motivo per cui Naruto gli sfuggisse sempre… a volte non sapeva neanche perché stessero insieme. Il ragazzo biondo era così solare, allegro, così diverso da lui, anche se era fin troppo sfuggente.
Eppure, ormai, Gaara, non poteva più fare a meno della presenza dirompente di quell’uragano biondo. Finalmente riusciva a vedere una luce in fondo al tunnel della sua grigia esistenza. Ma nel suo cuore aleggiava un terribile sospetto circa la natura dei sentimenti di Naruto. Terrorizzato dal perdere il suo sole personale, Gaara per la prima volta giunse alla conclusione che avrebbe combattuto finalmente per qualcosa di prezioso ai suoi occhi.
Che devo fare con te, Naruto?
 







 
 
Note dell’autrice:
E il misterioso personaggio era... *rullo di tamburi*... Gaara!!! complimenti XD
Salve gente!!!!!
Siamo giunti al 4 capitolo… che fatica! XD e così il misterioso personaggio era il nostro bel rossino… era scontato lo so XDXD
All’inizio ero tentata di cambiare coppia ma… cavoli avrei dovuto cambiare tutta la storia!!! ò.ò troopo faticoso e io sono troppo pigra per fare una cosa del genere... chiedo venia ù.ù
Cmq tranquillizzatevi gente la coppia principale è e resterà sempre  la SasuNaru… e non lasciatevi ingannare! Non è una semplice AU scolastica come avete potuto intuire dal prologo… che ho aggiunto la scorsa settimana ù.ù
Ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito e che avevano puntato tutto su Sai e Gaara, chi l’ha aggiunta tra le preferite e chi l’ha messa nelle seguite!! =) un grazie di cuore!!!
Cmq spero vi sia piaciuto, anche se a me questa coppia proprio non mi va giù!!! Voglio la sasunaru subito!! =P
Fatemi sapere k ne pensate!!=) grazieeeeeeeeee
Alla prossima gente!!
Kiss kiss
  
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