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Autore: Stray cat Eyes     09/10/2011    1 recensioni
Tra chi recita, chi ringhia e chi si dà a un valzer.
[Cadenza/Reiga]
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My dearest, purtroppo per me questa non è una fanfiction comica, ma è pur sempre intrinsecamente demenziale e vorrei tanto, ma davvero tanto che ti divertisse anche solo un po’. Come l’altra, che ne dici? ♥
L’ho scritta con quell’intento, perciò facciamo un tentativo, vuoi? XD










[Il gioco delle parti]




Quando l’ha visto per la prima volta, Reiga aveva ancora molto del suo nome umano. Era ancora per parte Wakamiya Kanata.
Adesso è soltanto l’attore più scarso del mondo. Ipocrita con se stesso, testardo con gli altri.
Ma! Bisogna riconoscergli i suoi meriti; poiché si dà il caso che Reiga sia anche un attore così innamorato del proprio pubblico da prodigarsi in ogni occasione per recitare al meglio. O alla meno peggio, ché è quello il risultato.

Anche adesso sta recitando.
“Razza di...”
Con una mano assassina che gli tormenta la coscia, il fuoco di Cadenza alle spalle e il corpo stretto contro la parete di roccia nuda – con la notte che s’insinua tra le ante della finestra, soffiandogli il gelo addosso.
Cadenza preme la guancia contro la sua, spingendogli la testa contro il muro.
“Cos’è questo? Balliamo un lento?”
Lo sente ringhiare, e intanto lui se la ride, pesandogli addosso un po’ di più.
“Restiamo sul classico.” Gli raccomanda. “Un valzer, sì?”
Reiga è troppo fiero per cercare di agitarsi, ma ciò non significa che non tenti di sfuggirgli appena può – e preferisce voltarsi a baciare il muro, piuttosto che lasciare il viso alla sua mercé.
“Me la paghi, Cadenza... Questa... me la paghi...”
Oh, ma quale ardita messinscena! Ammirevole, davvero ammirevole quella sua persistenza. Una tenacia senza pari.
Sicuro, Master.
E senza dispari. Senza numeri, perché ne sta già dando via tanti, con quella sua lingua fatta apposta per mentire.
Perché – può concedergli almeno questo, via – volendo, Reiga avrebbe abbastanza forza da liberarsi dalle sue mani.
È solo che non vuole.
Gli piace far finta, dev’essere il suo più grosso kink. Fa sempre finta di essere il Demone Cattivo, il Signore dell’Oscurità che presto o tardi ucciderà tutti e raderà la Terra al suolo, dopotutto. Solo che qualcuno ha mangiato la foglia, ma questo lui non lo sa. Anzi, crede di essere piuttosto bravo, nel gioco delle parti.
E per punirlo di questa sua presunzione, nonché della sua proverbiale ignoranza, Cadenza preme e lo spinge più forte col busto quasi dentro la pietra, strizzandogli un fianco con quegli artigli che si ritrova per dita.
È il momento di giocare sporco, ha deciso. E un po’ per questo, un po’ per vezzo, gli annusa i capelli, il collo, la nuca, e lui striscia il mento contro la parete nel vano tentativo di allontanarsi.
“Hai sempre questo odore, ecco.” Gracchia, centrando il suo orecchio con la voce roca. “Sai di umano, puzzi.”
Ed ecco che Reiga torna a ringhiare, con il mento che gocciola sangue.
Ah, visto? Funziona!
È che, chissà perché, Master odia l’umanità – e soprattutto odia farne parte, foss’anche per un centilitro di quel che gli scorre in corpo. In qualche modo il mondo lo ripugna, e in questo Cadenza non può far altro che compatirlo, perché, sul serio, gli esseri umani sono così divertenti...!
Un sollazzo che, ah, neanche lui con la sua brava recita quotidiana riuscirebbe mai.
Lui, poi, che continua a fare la vittima - perché conviene sempre, no?
Eh, sì. La vittima è innocente. La vittima non ha colpe. E fra tanti roleplay, tra il Cattivo e il Gentile e l’Apatico e il Mostruoso, dev’essere questo il suo preferito.

Cadenza. Considerati già morto.”
E lui stringe di più, si muove con decisione, finché Reiga si lascia sfuggire il primo e frustrato gemito – troppo pieno per poter essere un altro ringhio, troppo basso per costituire una qualsiasi, stentata minaccia.
Cadenza apre la bocca, morde l’aria e manda giù, leccandosi via dalle labbra i residui di quel suono arrabbiato.
Ha! Questo era mio, Master.”

È che provocarlo è un’immane delizia.
Specialmente quando mente e fa la vittima.

“Bastardo–”
“Zitto, Kanata-san.”

No, vostro onore, io non volevo, è stato lui!


Ah, quanto lo ama quando fa così! Lo ucciderebbe a morsi.


















Note.
Alla fine, giusto accanto all’ultima parola, io ci avrei messo volentieri un cuoricino – ma non dava un’aria molto seria alla fanfiction, perciò ho pensato fosse meglio evitare. XD
Non prendetela sul serio, va bene? XD L’ho scritta perché volevo e perché Cadenza mi diverte (o forse è soltanto l’idea che ho io di lui a divertirmi XD), ma non ha grandi pretese, né di credibilità, né di... uhm... verosimiglianza, direi. E non travisate le mie parole, perché non è che Cadenza ami qualcuno per davvero – non mi sognerei mai neanche di pensarlo, figurarsi scriverlo XD
Spero sia stato un intrattenimento non troppo sgradevole, per voi. <3
Oh, e – consorte, facciamo finta di niente, ti prego. *hides*


  
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