Capitolo
1:
Risveglio
Era una mattina soleggiata di metà Ottobre. Il
sole batteva nella stanza del reparto Rianimazione, camera singola, in cui
giacevano il corpo pallido di un ragazzo di sedici, forse diciassette anni, con
gli occhi chiusi, attaccato ad alcuni macchinari che lo tenevano in vita, ed una
ragazza, che si era addormentata con la testa accanto alla mano del
ragazzo.
Le
lacrime che spuntavano dai suoi occhi e le si erano fermate sulle gote,
brillavano che diamanti, alla brillante luce solare.
Ad un tratto, il ragazzo mosse leggermente le
palpebre, poi, lentamente, aprì gli occhi e si guardò
attorno.
Oliver
Hutton, Martedì 15 Ottobre ore 9:38 AM
Apro gli occhi. Le mie palpebre.
Le sento terribilmente pesanti,
quasi non riesco a tenerle su.
Bianco, vedo un soffitto bianco, sopra la mia
testa. Riesco a sentire dei suoni, i suoni dei macchinari che mi hanno tenuto in
vita da… da quanto tempo sarà che mi trovo qui? Per quanto sono rimasto privo di
sensi? Da quel che ne so, potrebbero essere venti minuti come venti
anni.
Mi fa male la testa, la sento pulsare
violentemente, soprattutto se tento di pensare o di ricordare quel giorno, che
per le mie percezioni è oggi, ma per il resto del mondo chissà.
Ricordo… ricordo il sole che splendeva forte,
ricordo che doveva essere il primo pomeriggio di primavera, il cane ferito in
mezzo alla strada, poi… poi… c’era Patty… poi… poi… no, non ricordo più nulla.
Aspetta, c’è anche un forte suono, una via di mezzo tra un fischio ed un boato.
Non riuscirei a ricordare di più anche se lo volessi.
Forse, con il tempo, riuscirò a diradare la
nebbia che avvolge i miei pensieri e ricordare gli eventi, ma ora non ci riesco
proprio.
Oh, ma qui c’è Patty! Dorme, dorme al mio fianco. Chissà
per quanto tempo ha vegliato al mio capezzale? Forse, se riuscirò a parlare,
glielo chiederò. Chissà cosa farà quando si accorgerà che mi sono svegliato! Ma
non voglio svegliarla, sarebbe ingiusto da parte mia. Spero solo che si svegli
presto, non so per quanto riuscirò a restare cosciente.
Patty dormiva ancora, con la testa appoggiata sul letto,
quando sentì qualcosa sfiorarle i capelli e pensò che fosse solo un sogno. Si
passò distrattamente, ancora addormentata, la mano tra i capelli, poi sentì che
aveva urtato qualcosa di solido e caldo, che si mosse al suo contatto.
Lo scostò distrattamente e riappoggiò la mano
sulla coperta.
All’improvviso fu come se un fulmine,
all’improvviso, gli avesse snebbiato la mente, e spalancò gli occhi di scatto,
rendendosi conto che ciò poteva significare solo una cosa.
Sollevò di scatto la testa e guardò gli occhi
scuri che, dolci, grandi ed espressivi, la fissavano.
Holly sorrise, e fu allora che Patty, fuori di sé
dalla gioia, afferrò la sua mano e cominciò a piangere dalla gioia. Finalmente
il suo Holly si era svegliato dal coma, e lei era al settimo
cielo.
I violenti e rumorosi singhiozzi da cui era
scossa Patty richiamarono l’attenzione di un’infermiera, che all’istante,
rendendosi conto dell’accaduto, andò a chiamare un medico.
Patricia
Gatsby, Martedì 15 Ottobre ore 9:42 AM
E’ da quando mi sono svegliata che piango! Come sono
felice! Finalmente si è svegliato! Ho avuto così tanta paura di perderlo per
sempre! Che spavento quando ho visto quel camion sopraggiungere!
E’ stato più forte di me, correre verso quel
cagnolino ferito, lì in mezzo alla strada, senza guardare se qualcuno passasse.
Sono stata una sciocca! Quel colosso di metallo era terrificante, sembrava un
mostro, così rapido e gigantesco! Chissà se l’autista era ubriaco? O forse
è stata la paura a spingerlo ad accelerare invece che frenare, per poi scappare
a gran velocità? Io so solo che non c’erano segni di frenate sull’asfalto. Da
quel che mi hanno detto, perlomeno.
Ricordo solo fino a qualche secondo prima
dell’impatto, quando ho sentito Holly spingere me e il cane verso il
marciapiede. Ho battuto la testa e perso i sensi, ma mi è stato raccontato che
Holly è stato preso in pieno ed una ruota gli è passata su una gamba. Mi hanno
detto che era in frantumi, quando l’hanno portato qui.
Quanto tempo è passato! Pensare che quella era
una giornata d’Aprile! Quasi sei mesi in coma, solo per salvarmi da quella mia
sciocca imprudenza. Troverò mai le parole per ringraziarlo abbastanza?
L’importante ora è che si sia svegliato e stia meglio.
Pochi minuti dopo la notizia, Patty fu costretta a
lasciare la stanza di Holly, così decise di comunicare a tutte le persone più
vicine a Holly che si era finalmente svegliato.
La prima persona che chiamò fu Mark Lenders, che
per puro caso si trovava in città in quei giorni.
La reception dell’albergo gli passò la camera in
cui alloggiava Mark, che, per sfortuna di Patty, dormiva della
grossa.
Ci volle parecchio prima che Mark si decidesse ad
alzarsi e rispondere al telefono.
"Pronto? Qui parla Mark Lenders" disse
l’attaccante della Toho, con la voce impastata dal sonno.
"Salve Mark. Sono Patty. Telefono dall’ospedale.
Holly si è svegliato pochi minuti fa."
"Oh, mi fa molto piacere" disse Mark con tono
poco convinto.
Nonostante la notizia gli facesse molto piacere,
non gradì il fatto di essere stato svegliato così presto dalla
ragazza.
"Verrai a trovarlo, visto che ti trovi in città?"
chiese la ragazza, sorpresa dal poco calore espresso da
Mark.
Mark bofonchiò un “verrò più tardi, quando avrò
un po’ di tempo”, poi, stanco, riagganciò senza neanche salutare, immergendosi
di nuovo nel letto e rimettendosi a dormire (NdA: il
solito!).
In seguito Patty telefonò a Tom, che giocava nel
settore giovanile di una squadra italiana.
Patty era talmente felice che non le passò
minimamente per l’anticamera del cervello che se lì erano quasi le dieci del
mattino, da Tom dovevano essere quasi le due di notte.
Ad occhi chiusi, cercò la lampada, poi spinse
l’interruttore e alzò la cornetta del telefono.
"P… pronto?" disse Tom, con gli occhi quasi
incollati e la voce roca a causa del sonno.
"Tom, sono io, Patty!"
"Ciao Patty. Lo sai che ora è qui in
Italia?"
Patty ci pensò un attimo, poi
disse:
"Lo sai che non sono un asso con il fuso
orario."
"Te lo dico io, allora. Sono esattamente le 1: 54
di notte. Spero che questa tua telefonata notturna sia stata fatta per qualche
motivo molto più che valido, visto che per di più domani devo giocare una
partita."
Patty arrossì come un peperone, poi
disse:
"Scusa Tom, ma non potevo aspettare. E’ una
notizia troppo grossa. Holly si è svegliato! Holly si è svegliato non più di
quindici minuti fa."
In quel momento Tom si svegliò completamente e
balzò giù dal letto.
"Dici sul serio?"
"Non potrei mai scherzare su una cosa del
genere."
"E quando è stato?"
"Te l’ho già detto. Circa quindici minuti fa.
Verrai a fargli visita? Lo so che è un viaggio lunghissimo,
ma…"
"Arriverò il prima possibile, non
preoccuparti."
"Tom, mi sto chiedendo una
cosa."
"Spara."
"Sei in ritiro con la squadra a casa
tua?"
"Il nostro albergo si è allagato e non abbiamo
trovato niente libero, così, visto che la casa che ho comprato è abbastanza
vicina allo stadio ed è bella spaziosa ci siamo piazzati qui per il ritiro. Sai
che domani giocherò con la prima squadra? Pensa, giocherò con i mitici Gardoni,
Magnani e Porter" disse Tom, parlando a voce altissima.
"Sono tutti a dormire lì?"
"Sì."
"E dormono?"
Tom si voltò lentamente verso gli altri, che per
la maggior parte lo fissavano con gli occhi semichiusi, ma l’aria molto
adirata.
"Patty, credo che dovremmo chiudere la
discussione. Qui, se continuo a parlare, mi fanno nero."
"Un’ultima domanda Tom . Ma in che razza di casa
vivi?"
"E va bene! Lo ammetto. Non possiedo una vera
casa. Abito in un vecchio negozio e affitto letti a chi
capita."
"Grazie per l’informazione, Tom. Ci vediamo
presto!"
"Sì. Ciao Patty."
Appena Tom ebbe riagganciato, una quindicina di
cuscini volarono verso di lui, colpendolo in pieno.
La persona che Patty chiamò in seguito fu Benji,
e neanche questa volta pensò che al massimo ad Amburgo potevano essere le due e
mezza di notte.
Una voce assonnata ma dal palese tono irato,
tuonò un “Pronto?” da far gelare il sangue nelle vene.
"P… pronto Benjamin? Sono io,
Patty."
"Patty chi?" tuonò nuovamente la
voce.
"Ma come Patty chi? Patricia
Gatsby."
"Mmm…?"
"Benji, ma non mi riconosci? Sono Patty! Hai
presente il Giappone?
"Oh, ora capisco tutto! Tu stai cercando Benjamin Price,
il portiere della prima squadra! Io sono Benjamin Kerk, il portiere della
squadra Primavera. Non sai cosa è successo?"
"No!"
"E’ con la prima squadra a Tokyo, per
un’amichevole."
"Benji è qui in Giappone?"
"Esattamente."
"Ma perché non me l’avrebbe
detto?"
"Magari per farvi una sorpresa, Patty?" disse una
voce alle sue spalle.
Patty si voltò e davanti a sé trovo Benji,
cresciuto di una buona ventina di centimetri e diventato molto più muscoloso in
quegli anni.
"Benji! Che bella
sorpresa!"
"Anche a me fa piacere rivederti Patty. Ma perché
mai sei al telefono con l’Europa? E’ successo per caso
qualcosa?"
"Sì…"
"Ehi, Patty. Ci sei ancora?" chiese il ragazzo
dall’Europa.
"Oh, scusami Benjamin! E’ che è appena arrivato
Benji Price."
"Puoi farmi un favore, giacché mi hai svegliato a
quest’ora assurda?"
"Certamente."
"La partita com’è
finita?"
"Benji, Benjamin Kerk mi ha
pregato di chiederti com’è finita la partita" disse Patty, voltandosi verso
Benji.
"Annunciagli che qui sono
soltanto le dieci del mattino e che inoltre la partita è stata rimandata a
domani."
"Mi dispiace, ma la partita
doveva essere giocata più tardi, ma ha subito un ritardo di circa ventiquattro
ore."
"Ti ringrazio ugualmente,
Patty. Ora mi rimetterò a dormire, in ogni modo. Sai, sono le tre di notte
qui."
"Oh, scusami tanto."
"Di niente. Ciao Patty."
"Ciao Benjamin" disse Patty,
riagganciando.
Subito dopo si gettò addosso
a Benji, facendolo vacillare, e, ricominciando a piangere, disse:
"Si è svegliato! Holly si è
svegliato pochi minuti fa. E’ cosciente e mi ha riconosciuta!"
Benji rimase a bocca
spalancata per la sorpresa, poi disse:
"Qual è la stanza?"
"Ti accompagno io" disse la
ragazza, conducendo il giovane portiere alla stanza del suo amico.
"Hai cercato di metterti in
contatto con qualcun altro oltre me?"
"Sì ho già avvertito qualcun
altro, ma sono soltanto Mark e Tom"
"Quando chiamerai gli
altri?"
"Dopo averti condotto da
Holly, così potrete stare un po’ insieme e farvi quattro chiacchiere."
"Può parlare?"
"No, ma pensa al lato
positivo: hai trovato qualcuno che può ascoltarti in silenzio e non interverrà
mai nella discussione. Che cosa vuoi di meglio?" disse scherzosamente Patty,
poi, allegramente, prese Benji sottobraccio e si diressero verso la stanza in
cui giaceva Holly.
Il medico di Holly, vedendo la
ragazza accompagnata da Benji disse:
"Signorina Gatsby, se è
possibile vorrei parlarle un momento, in privato, delle condizioni di salute del
suo amico."
"Non si preoccupi di lui.
Questo è un carissimo amico d’Oliver, e qualunque cosa lei possa dire a me, può
dirle liberamente anche a lui. Le presento Benjamin Price, amico di vecchia data
d’Oliver. Anche lui è un giocatore di calcio, gioca a calcio in una squadra
europea."
"Ah,
Benjamin Price! Ho
sentito già parlare di lei, ed in termini molto lusinghieri, signor Price."
"Grazie per i
complimenti."
"Allora ragazzi, dovete
sapere in primo luogo che il vostro amico non è ancora completamente fuori
pericolo. Certo, il fatto che si sia svegliato dal coma rende molto più rosea la
situazione, ma dobbiamo essere ancora molto cauti sulle diagnosi. Per quanto
riguarda la sua gamba, la situazione è più chiara, ma non certo migliore. Voi
sapete benissimo che era in frantumi quando lo portarono qui e che la
ricostruzione è stata molto lunga e difficile, ma abbiamo avuto successo, per
cui a livello osseo non abbiamo particolari preoccupazioni. Il fatto è che non
sappiamo bene se i legamenti e i muscoli di quella gamba potranno tornare ad
essere abbastanza elastici e robusti per affrontare nuovamente un’attività
agonistica faticosa che li stanca molto, proprio come il calcio."
Patty, distrutta da quelle
parole, si sentì improvvisamente svuotata e, come se perdesse le forze un po’
alla volta, scivolò lentamente a terra e scoppiò a piangere. Non riusciva
proprio ad immaginare né Holly senza il calcio, né tantomeno il calcio senza
Holly.
Patricia
Gatsby 15 Ottobre 10:21 AM
In questo momento
sto piangendo dal dolore. Holly quasi sicuramente ha perso la cosa a cui tiene
di più al mondo, solo per la mia imprudenza. Che sciocca che sono
stata!
I
medici sembrano ottimisti, sostengono che ha buonissime possibilità di tornare
completamente alla normalità, ma io non ci credo. Dopo quello che ho scoperto
oggi, mi dispiace, ma non posso crederci.
Perché, perché quel camion doveva passare proprio in quel momento? E perché,
invece di passare sopra la sua gamba invece che alla mia? Perché proprio lui
doveva rischiare di rimanere zoppo, mentre io sono ancora in grado di correre?
Come potremo farlo, ad annunciargli che molto probabilmente la sua carriera da
calciatore finisce qui? Chi sarà ad avere il coraggio di dirgli di dimenticare
il calcio giocato, proprio ora che manca un anno e mezzo al Mondiale nel nostro
paese? Mi si spezza il cuore al solo pensiero. Se solo potessimo fare qualcosa…
io darei qualsiasi cosa, addirittura la mia vita, se questo potesse evitargli di
soffrire!
Benjamin
Price, 15 Ottobre 10:22 AM
Perché, quando una
persona è al culmine della felicità, deve esserci sempre qualcosa o qualcuno
pronto a rovinare tutto? Io e Patty eravamo al culmine della felicità, fino a
qualche secondo fa, a festeggiare, finalmente, il risveglio di Holly, ed ora
siamo qui, infelici per il fatto che molto probabilmente ha perso per sempre il
suo sogno più grande. Manca relativamente poco all’inizio del Mondiale. Se anche
Oliver ce la facesse a tornare a giocare a calcio, riuscirebbe a tornare ad
altissimi livelli per allora? Distrutti noi e distrutto lui per questa notizia.
Per ora, credo che potremo accantonare l’argomento, ed il dottore è legato dal
segreto professionale, per cui non credo che annuncerà che Holly rischia di
finire qui la sua carriera da calciatore, ma un giorno dovremo affrontare il
fatto, e sarà difficile rivelarlo al diretto interessato. Holly, io prego Dio
che ti faccia guarire completamente e che il tuo, anzi, il nostro sogno, quello
di diventare campioni mondiali, possa diventare realtà.
"Avanti Patty, cerca di ricomporti.
Non vorrai mica che Holly ti veda in questo stato, con quell’aria da funerale e
gli occhi rossi dal pianto? Per il momento lui deve stare il più calmo possibile
e non deve sapere che rischi ci sono, ma se ti presenti davanti a lui in queste
condizioni…" disse Benjy, che cercava di rincuorare la ragazza, ancora
accasciata sul pavimento del corridoio.
"Lo so perfettamente cosa è
bene o no per Holly, che cosa credi? Ma avevo bisogno di sfogarmi. Sono stata
io… sono stata io a condannarlo ad una vita d’insoddisfazione e rimpianto, e mi
sento colpevole, non lo capisci?" disse Patty, che era a dir poco disperata.
"E che sia ancora vivo non
t’importa? Holly è un ragazzo intelligente e non ti potrebbe mai incolpare di
essere la causa di una probabile fine della sua carriera calcistica."
"Infatti, ma io mi sento
responsabile allo stesso modo. E lui, un giorno o l’altro, me lo
rinfaccerà."
"Ma non dire certe cavolate,
Patty. Sentimi bene, Holly non si pentirà mai di ciò che ha fatto per te quel 24
Aprile, e sai perché?"
Patty scosse la testa.
"Lui ti vuole bene e in quel
momento si è accorto che senza di te, per lui non sarebbe valsa la pena vivere.
Ecco qual è stato il motivo che l’ha spinto a farsi investire da quel camion al
posto tuo."
"Per favore Benjy, non
parlare come uno di quei romanzi rosa che trovi in edicola a poco prezzo. Lo sai
perfettamente che quello è stata solo una reazione dettata dall’istinto, e non
un gesto premeditato. Sono una sua cara amica da anni, ma nulla di più" disse
Patty, che era diventata rossa come un peperone, poi si alzò e si diresse verso
la stanza.
"Sarà come dice lei, ma io
ho i miei dubbi" si disse Benjy, seguendo la ragazza nella stanza.
"Holly, sei sveglio?" chiese
con voce molto bassa Patty, entrando con cautela nella sua stanza.
Holly aprì gli occhi.
"Sono felice che tu sia
sveglio, perché ho qui una grandissima sorpresa per te. Guarda un po’ chi è
venuto a farti visita, stamattina?" disse Patty, facendo entrare Benjy.
Gli occhi di Holly
brillarono dalla felicità.
"Salve Holly! Ti vedo
abbastanza bene, amico mio. Pensavo peggio. Ma… Patty! Che stai facendo? Perché
ti sei di nuovo messa a piangere?" chiese Benjy, vedendo in un angolo la
ragazza, che piangeva nuovamente.
La ragazza non poteva fare a
meno di piangere, nel vedere Holly felice e soprattutto sveglio, dopo tutti quei
giorni che aveva passato a vegliarlo, giorno e notte, senza lasciarlo solo per
più di mezz’ora, tenendo la sua mano nella sua e parlandogli
ininterrottamente.
Holly, vedendo le lacrime,
le fece cenno di avvicinarsi al letto.
Lei obbedì all’istante,
accostandosi e sedendosi al suo fianco.
Holly, faticosamente, alzò
la mano e, con un dito, asciugò una sua lacrima, poi si schiarì un po’ la voce,
con tono basso e roco, e non senza moltissima fatica, riuscì a dire:
"Non devi piangere più per
me, Patty. Ora sto bene e molto presto, appena uscirò da qui, andremo tutti
insieme a fare una bella passeggiata e disputare una partita di calcio
all’ultimo sangue."
Un po’ commossa dalle parole
che le aveva detto per incoraggiarla, un po’ intristita dall’amara realtà delle
cose, si appoggiò sulla mano di Holly e riprese a piangere, più a dirotto di
prima, mentre Holly la guardava sorridendo e Benjy sogghignava divertito,
pensando alle parole dette poco prima da Patty, ossia che Holly l’avrebbe
considerata responsabile, e a quel quadretto felice.
Sentendosi in grande
imbarazzo, il ragazzo prese la scusa di andare a telefonare agli altri, per
lasciarli un po’ da soli. In fondo, dopo tutto quello che avevano dovuto
passare, gli sembrava giusto che si godessero a fondo quel momento d’idillio e
felicità. Ormai sapeva che la dura realtà li avrebbe raggiunti di nuovo tra non
molto, e momenti del genere sarebbero stati più unici che rari, durante la dura
riabilitazione che avrebbe dovuto fare Holly.
Oliver
Hutton, 15 Ottobre 10:35 AM
Di nuovo
insieme. Non riesco neanche a ricordare quando sia cominciato tutto ciò, so solo
che Patty è al mio fianco in ogni momento importante della mia vita. Deve
volermi davvero molto bene, mentre io in troppi casi sono stato davvero troppo
freddo. Dovrò sdebitarmi il prima possibile nei suoi confronti. Patty, sempre
così dolce, disponibile e comprensiva, sei il mio angelo custode, ed io non
merito di essere protetto da un angelo di così grande bontà. Non mi basterebbero
due vite per ringraziarla di tutto il bene che mi ha fatto, ma in un modo o
nell’altro dovrò farcela utilizzando solo questa.
Nonostante le parole del dottore,
Benjy era certo al cento per cento che Holly si sarebbe ripreso completamente,
soprattutto ora che lo aveva visto parlare per rincuorare Patty.
"Ha trovato la forza di
parlarle, nonostante non abbia parlato per mesi e fosse ancora molto debole. La
sua forza di volontà è grandissima, e sono certo che questo avrà gran peso nel
suo processo di guarigione" si disse, mentre si dirigeva di nuovo verso i
telefoni.
La prima persona che cercò
di contattare fu Bruce Arper.
Una voce femminile
disse:
"Sì? Qui casa Arper, chi
parla?"
Deve
essere certamente la madre di Bruce si disse Benjy.
"Signora Arper, sono
Benjamin Price. Si ricorda di me?"
"Benjamin Price hai detto?
Ah, Benjy! Tu eri il portiere della prima New Team, non è vero?"
"Esattamente signora Arper.
Vorrei poter parlare con Bruce."
"Mi dispiace Benjamin, ma
Bruce non è in casa. E’ andato a disputare una partitella d’allenamento insieme
ad altri giocatori della vecchia New Team. Sono al solito campo
d’allenamento."
"Grazie per l’informazione
signora Arper."
"Vuoi che gli dia un tuo
messaggio?"
"No, visto che sono in città
passerò io da loro. Ma visto che ci sono do anche a lei la notizia: Oliver
Hutton si è finalmente svegliato dal coma."
"Ma è una notizia
fantastica, Benjamin! Ma quando è successo?"
"Dovevano essere suppergiù
le nove e mezza di questa mattina. C’era Patty insieme a lui, in quel
momento."
"Sono molto felice per sia
per Patty che per Holly. Benjamin, spero di poterti rivedere presto."
"Se n’avrò la possibilità
passerò certamente a salutarla, signora Arper."
"Arrivederci Benjamin."
"Arrivederci a lei."
Bene, ed una è fatta! si disse Benjamin dopo aver riattaccato e dirigendosi
verso la hall per farsi prestare qualche elenco telefonico, per trovare i numeri
di telefono di Julian Ross e Philiph Challagan.
Il primo a cui telefonò fu
Julian.
Dopo un paio di squilli, Amy
rispose.
"Pronto?"
"Pronto. Mi chiamo Benjamin
Price. Desidererei parlare con Julian Ross."
"Oh, ma che sorpresa Benjy!
Non mi riconosci? Sono io, Amy!"
"Ciao Amy. E’ da tanto che
non ci si sentiva, eh?"
"Da parecchio, è vero."
"Dove ti trovi? Dallo
squillo, non sembrava un’intercontinentale."
"Infatti non sono in
Germania. Mi trovo qui in Giappone."
"Come mai?"
"Una partita amichevole con
una squadra di Tokyo."
"E quando?"
"Domani sera."
"Come mai hai chiamato?"
"Ho una notizia
stratosferica per voi due. Per piacere, va a chiamare anche Julian. E’ davvero
una grande notizia."
"Va bene, Benjamin. Attendi
in linea" disse Amy, appoggiando la cornetta sul mobile del telefono.
Un paio di minuti dopo Benjy
sentì un click, tipico segnale dell’inserimento della viva voce.
"Salve Benjamin. Mi fa
piacere sentirti nuovamente."
"Lo stesso vale per me,
Julian."
"Allora, Amy mi ha detto che
devi darci una notizia stratosferica. Avanti, sputa il rospo."
"Ebbene ragazzi, dovete
sapere che il nostro caro amico Oliver Hutton si è svegliato dal coma."
"Sì è svegliato dal coma? E
quando?"
"Più o meno un’oretta fa, da
quel che ha detto Patty."
"Ti ha contattato lei?"
"No, mi trovavo lì per caso,
ed ho trovato Patty intenta a fare il giro di telefonate per avvertirci
tutti."
"Un vero e proprio colpo di
fortuna."
"Sì, puoi ben dirlo."
"Benjy, come sta Patty?"
chiese Amy, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
"Puoi ben immaginare che è
al culmine della felicità. Era con lui quando ha riaperto gli occhi."
"Hai altre notizie sulla sua
salute?" chiese Julian.
"No, non ne so niente" mentì
Benjy.
"In fondo l’importante è che
stia bene" disse Amy.
"Già. Scusate ragazzi se mi
congedo così in fretta, ma devo avvertire anche Philip Challagan, poi devo
andare a cercare i vecchi giocatori della New Team e soprattutto la famiglia di
Holly. Credo che Patty non abbia pensato ad avvertirli, per la gioia
dell’evento."
"Ok. Ci sentiamo presto
Benjy" disse Julian.
"Arrivederci Benjy" gli fece
eco Amy.
"A presto ragazzi" disse
Benjy, poi riappese.
Ok, ed ora telefoniamo a Philip si disse Benjy, cercando il numero sull’elenco
telefonico.
Compose il numero ed
attese.
Dopo una decina di squilli,
s’inserì la segreteria telefonica.
'Qui parla la segreteria
telefonica della famiglia Challagan. Ci dispiace, ma al momento non è in casa.
Vi preghiamo di lasciare un messaggio oppure telefonare nuovamente più
tardi.'
Accidenti! si
disse Benjy.
"Philip, sono Benjamin
Price, ti ricordi di me? Comunque sia volevo informarti che finalmente Oliver
Hutton si è svegliato dal coma" disse Benjy, prima di riagganciare.
Benjy, dopo aver ripreso un
po’ di fiato, compose il numero telefonico della famiglia Hutton.
Immediatamente Benjy
ricevette la risposta della madre di Holly.
"Pronto, qui parla la
signora Maggie Hutton. Chi è che parla?"
"Signora Hutton, è un
piacere risentirla! Sono
Benjy Price."
"Benjy! Ma che bella sorpresa! Qual buon vento ti porta a
telefonare qui a casa? Sai che Holly…"
"Le ho telefonato proprio
per Holly, signora Hutton. Deve sapere che sono passato qui in ospedale
stamattina e ho saputo da Patty, oltre ad averlo visto con i miei stessi occhi,
che Holly si è svegliato."
"Holly… il mio Holly… si è
svegliato?!" disse la signora Hutton, cominciando a piangere.
"Sì, stamattina alle nove e
mezza circa."
"Vengo subito! Vengo
subito!"
"Non crede che dovrebbe
avvertire anche suo marito?"
"Oh sì, hai ragione tu. Ci
vediamo più tardi lì."
"Certamente, signora Hutton.
Ora la lascio. Devo andare ad avvertire Bruce e gli altri" disse Benjy, e
riattaccò.
Benjy ricordava
perfettamente i luoghi della sua infanzia e sapeva bene quanto il campo fosse
distante dall’ospedale.
Sono circa decina di chilometri. Potrei anche chiamare un taxi ma oggi non ho
fatto allenamento ed una corsetta mi farà sicuramente bene si disse Benjy, cominciando a
dirigersi in quella direzione.
In meno di mezz’ora, giunse
ai margini di quel campo che risvegliava in lui tantissimi ricordi.
Si rivede, poco più che
bambino, mentre, scorbutico, litigava con tutti i ragazzi che gli si paravano
davanti e si vantava di essere il miglior portiere della città; poi Holly e quel
rocambolesco goal; ed infine, si rivedeva insieme ad Holly e Tom durante il
primo torneo della New Team.
I ragazzi della vecchia New
Team erano così concentrati che si accorsero di Benjy solo quando il pallone,
impazzito, volo ad alta velocità nella sua direzione e lui, con un balzo felino,
l’aveva fermato come se la palla fosse stata tirata da un bambino di due
anni.
In un primo momento i
ragazzi, che avevano il sole negli occhi, non riconobbero Benjy in quell’oscura
figura, poi, quando si diresse verso di loro, Bruce sorrise ed esclamò:
"Ehi, ma quello è Benjy! Ehi
Benjy, che cosa ci fai qui? Non sapevamo che saresti passato da qui."
"Sapevate della mia partita,
allora."
"Sì, eravamo intenzionati a
venire a vederti domani sera. Allora, ti ripeto la domanda, qual buon vento ti
porta qui?"
"Ero qui per farvi una
sorpresa e magari dare quattro tiri al pallone" disse sorridendo Benjy.
Tutti i ragazzi si
rabbuiarono all’improvviso, e Benjy n’intese immediatamente il motivo: pensavano
a Holly.
"Ehi ragazzi, come mai
quelle facce lunghe?"
"E non l’immagini?" disse
Bob Denver.
"E’ per Holly. Tutti noi
vorremmo tornare a giocare a calcio con lui- disse Ted Carter."
"O, almeno, ci piacerebbe
che si svegliasse da quel maledetto coma. Insomma, sono sei mesi che è rinchiuso
in quella stanza e non da minimi cenni di ripresa. Ci piacerebbe moltissimo
dirgli quanto ci manca e quanto vorremmo stare in sua compagnia e aiutarlo"
disse Bruce.
"Allora andate a dirglielo.
Vedrete, sono sicuro che ne sarà felice" disse Benjy con naturalezza.
"Benjy, sei sicuro di
sentirti bene?" chiese Bruce.
"Certo. Non mi sono mai
meglio di oggi! Andiamo tutti insieme da lui, e parlategli. Sono sicuro che
sfodererà uno dei suoi soliti sorrisi incoraggianti" disse Benjy,
sorridendo.
I ragazzi guardavano Benjy
con gli occhi sgranati. Non capivano se scherzasse o parlasse seriamente.
"Ragazzi, ma ve lo devo
spiegare come a dei bambini dell’asilo nido? Holly si è svegliato."
Dopo quelle parole erano
sempre più stupiti, poi, Bruce gridò “Evviva” saltellando e facendo capriole per
tutto il campo, seguito a ruota dagli altri, tutti felici all’inverosimile.
Dopo il festeggiamento
generale, i ragazzi, di comune accordo, decisero di correre fino
all’ospedale.
New Team campione di
Giappone per tre anni consecutivi 15 Ottobre 11:39
Non posso ancora
crederci! Siamo qui, per la strada, a correre tutti insieme verso l’ospedale
dove il giocatore che più a dato a questa squadra in quel fantasmagorico
triennio è ricoverato da mesi, per salutarlo di nuovo. Non ci sembra vero! Non
crediamo che nessuno di noi riuscirà a connettere, se non quando oggi diventerà
ieri ed il presente sarà diventato passato. Questo bellissimo, fantastico
presente, che ci ha reso il più grande calciatore che il Giappone abbia mai
conosciuto, conosca e conoscerà.
Purtroppo erano troppo numerosi per
entrare tutti insieme nella stanza, ma un paio alla volta potevano, ed ognuno di
loro fece felice Holly, mentre Patty, stanca morta, dormiva con la testa
appoggiata al letto. Nessuno, vedendo l’espressione serena del suo viso, ebbe il
coraggio di svegliarla per farla spostare da lì.
Durante il giorno moltissime
persone si alternarono al capezzale di Holly, che la maggior parte del tempo
dormiva come un sasso, così come Patty, che si svegliò soltanto verso le sei del
pomeriggio.
Tra i molti visitatori che
andarono da Holly, vi furono anche Mark Lenders, Julian Ross, Amy, Philip
Challagan, Jenny, Danny Mellow ed Ed Warner.
Mark
Lenders, 15 Ottobre 5:05 PM
Finalmente potremo affrontarci di nuovo,
Hutton.
Sono passati dei mesi dalla nostra ultima sfida, ma presto ci sfideremo di
nuovo, e sarò io a vincere, questa volta! Di nuovo noi due, l’uno di fronte
all’altro, su un verde campo di calcio.
Vedrai, mi farò trovare in forma, e tu non potrai avere scampo, neanche se fossi
nella forma migliore.
Non riuscirai a battermi un’altra volta, non te lo permetterò. Ti giuro che ti
straccerò, Oliver Hutton.
Danny
Mellow 15 Ottobre 5:11 PM
Ancora
rimugino sulle parole di Mark, quando mi annunciò che molto probabilmente non
avremmo mai più rivisto Oliver Hutton in vita, ed ora mi sento molto sollevato.
Avevo paura che le parole di Mark potessero rivelarsi profetiche. Gli è capitato
molto spesso di dire qualcosa ed indovinare, ma per fortuna stavolta si è
sbagliato.
Non vedo l’ora di poter rivedere una lotta tra il falco e la tigre. Se la
meritano entrambi, una nuova sfida.
Ed
Warner 15 Ottobre 5:12 PM
La
notizia che apparve sei mesi fa, su tutti i giornali nazionali e anche su
qualche quotidiano straniero, apparve quella notizia a titoli cubitali. Ricordo
benissimo tutti i titoli che furono scritti sul caso: “Incidente Stradale:
Gravissimo Promessa del Calcio Giapponese”, “Oliver Hutton in Fin di Vita”, “Per
Salvare l’Amica, Holly Hutton Rischia
Per fortuna si è ripreso. Certo, dormiva profondamente quando io, Mark e Danny
l’abbiamo visto, ma dalla sua espressione e soprattutto quella di Patty, si è
capito che il peggio è passato.
Philip
Challagan, 15 Ottobre 6:34 PM
Lo so che non dovrei
dire questa cosa proprio oggi, ma sono stato felice come una pasqua da quando ho
saputo che Jenny sarebbe arrivata questa mattina dagli Stati Uniti. Era dal
giorno di quella corsa a perdifiato verso l’aeroporto che non la vedevo, e sono
rimasto senza fiato quando è apparsa. Bellissima, stupenda, fantastica, sono
state le uniche parole che occupavano la mia mente in quel momento. Credo che
non avrei saputo neanche rispondere alla domanda “che cos’è una palla?” in quel
momento. Ma credo d’aver fatto anche la figura del pesce lesso, perché mi pare
che qualcuno, passandomi vicino, abbia detto “Ma non le vedi le mosche che ti
ronzano in bocca?” “ Chiudi quella bocca, se no ti si sloga la mascella”, oppure
“ Ma che cosa ti prende?Stai per caso avendo un’apparizione mistica?”, ma la
frase che mi ha colpito di più è stata “Non lasciartela scappare! Una così bella
la trovi ogni centomila, se non ogni milione!”. Fatto sta che è stata Greace a
spingermi verso Jenny, visto che ero rimasto impalato e rigido come un baccalà
in quel momento. Quando mi ha sorriso, mi sono sentito sciogliere,mi sentivo
come su una nuvoletta rosa, ho visto attorno a me esplodere fuochi artificiali a
non finire, ho addirittura sentito suonare delle campane. Una dea come Venere in
confronto sarebbe parsa una vecchia strega incartapecorita.
La cosa che ha migliorato ancora di più la giornata è stata proprio la notizia
del risveglio di Holly. L’ho visto bene, se penso che è stato in coma per sei
mesi. E’ riuscito perfino ad alzare una mano per salutarci, visto che insieme a
me c’erano anche Patty, Jenny, Amy e Julian, e per fortuna che abbiamo
incontrato Julian all’entrata, oppure Jenny ed io saremmo stati cacciati a calci
dal reparto. In fondo l’orario delle visite era finito.
Spero che possa tornare presto ad allenarsi. Mi piacerebbe moltissimo poter
giocare insieme a lui.E’ stato stratosferico nelle ultime due competizioni, ma
stavolta è tutto diverso. Oramai siamo
Julian
Ross, 15 Ottobre 6:43 PM
Per una volta tanto,
la mia conoscenza di medici e dottori vari ha dato i suoi frutti. Se non fosse
stato per la celebrità che ho negli ospedali, Amy, Philip, Jenny ed io non
saremmo mai potuti andare a fare visita a Holly tutti insieme fuori dall’orario
di visita.
Non vedo l’ora di poterlo incontrare di nuovo su un campo di calcio, ma
soprattutto, non vedo l’ora che lo dimettano o perlomeno lo portino via dal
reparto Rianimazione.
L’ho visto abbastanza bene (NdJ:lo so, è una frase fatta) per ciò che gli è
accaduto. Posso affermare di capire come si debba sentire Oliver in questo
momento, in fondo anche io ho avuto un’esperienza del genere, anche se lui ha
avuto problemi diversi dai miei. Io ho trovato la forza di reagire, e sono
sicuro che anche Holly guarirà presto.
Credo che anche la povera Patty non debba sentirsi bene. Ho notato che, mentre
Philip ed io chiacchieravamo un po’ di calcio, Amy e Jenny facevano cerchio
attorno a lei, e mi pareva molto abbattuta, mentre parlava. Credo proprio che si
senta in colpa per l’incidente. In fondo, è per salvarle la vita che Holly si è
gettata contro quel camion. Quel ragazzo è proprio addormentato nei confronti di
Patty, ma ha avuto un grandissimo coraggio quel giorno. Patty è profondamente
innamorata di lui da parecchi anni, e lui ha sempre visto solo e soltanto il
pallone da calcio, non accorgendosi dei sentimenti che lei nutriva, poi, un
giorno come un altro, lo vedi gettarsi sotto un camion allo scopo di
proteggerla.
Com’è strana la vita, certe volte! La gente capisce quanto realmente tenga ad
una persona solo quando è sul punto di perderla! Certo, io mi sono accorto
dell’amore che Amy nutriva per me quel giorno, proprio durante la partita contro
Holly. Desiderava che lui mi lasciasse campo libero, pur di farmi felice e non
farmi stare male. Cara, dolce Amy, come potrei fare se non ci fossi tu a
rischiarare le mie giornate?
Chissà cosa sarà passato per la mente di Holly in quel momento… che sia stato
amore? O soltanto una profonda amicizia l’ha spinto a proteggerla spingendosi
così all’estremo delle sue possibilità? Fatto sta che deve provare un
grandissimo affetto nei suoi confronti per arrivare a gettarsi per lei sotto un
camion. Quando Holly si sentirà meglio, credo che glielo
chiederò.
Naturalmente se si ricorderà cosa è accaduto. Ho sentito parlare molto spesso di
persone che perdono completamente o parzialmente la memoria dopo dei traumi alla
testa. Speriamo proprio che non sia il suo caso! Tutti i ricordi delle nostre
sfide internazionali e non, sono cose molto preziose per Holly. Ah, come vorrei
che sei mesi fa non fosse accaduto nulla!
Amy, 15
Ottobre 6:52 PM
So che è davvero
ingiusto dire questo, ma credo che tra i due, chi sta più male è la povera
Patty. Non l’ha detto apertamente, ma sia io sia Jenny, dalle sue parole e dal
suo sguardo, abbiamo capito che si sente responsabile dell’incidente. Credo che
anche Julian abbia intuito qualcosa. Lui ha molto fiuto per cose del genere. In
effetti, lui è molto bravo a capire i sentimenti delle persone, al contrario di
Holly, sfortunatamente per Patty. Certe volte mi sembra fatto proprio di coccio!
Non riesce a capire quanto Patty lo ami, per di più si vede palesemente che lei
sarebbe capace di buttarsi sotto un camion per lui. Che brutta battuta che ho
appena fatto! Proprio fuori luogo! In ogni modo, per ora l’importante è che
Holly si sia svegliato e stia meglio. Speriamo che possa tornare a giocare a
calcio. Julian ci rimarrebbe molto male se fosse così, per non parlare di Patty,
che credo potrebbe anche fare una follia.
Jenny,
15 Ottobre 7:04 PM
Distrutta. E’ l’unico aggettivo che potrebbe accompagnare
al nome di Patty in questo momento. L’ultima volta che l’ho vista, qualche anno
fa, era allegra, solare e sprizzava energia da tutti i pori, mentre ora sembra
una mummia, priva d’energia e molto triste. Pochi secondi in sua compagnia e ho
captato che c’era qualcosa che non andava in lei. Doveva essere felice per il
risveglio di Holly, ed in effetti sembrava felice, ma si notava che era soltanto
una maschera per nascondere la sua infelicità, la sua angoscia e la sua
preoccupazione. Deve avere un segreto, questo è poco ma sicuro, ma ora basta
parlare di cose spiacevoli. Voglio ripensare a Philip ed alla sua accoglienza
all’aeroporto. Non mi aspettavo una reazione del genere. Sembrava una statua di
marmo, lì fermo, bello come un bronzo di Riace. E’ diventato ancora più bello,
alto e muscoloso, ma i suoi occhi sono sempre gli stessi, gli occhi pieni di
determinazione con cui si è scontrato contro
Chissà se ha ancora la mia fascetta? Holly, non si sa come, riuscì a
sfilargliela con una pallonata. Spero che l’abbia ancora con sé. Sarebbe segno
certo che non mi ha dimenticata e che, forse, non mi considera soltanto una
semplice amica. Oh, come vorrei che pensasse a me come più di
un’amica!
Erano circa le sette della sera,
quando Patty e Benjy uscirono nel corridoio del reparto.
Sollevata, alla fine della
giornata, Patty sospirò, poi si rivolse a Benjy, che era tornato per salutare
Holly dopo una breve visita a casa della signora Arper, dove oltretutto s’era
rimpinzato d’ogni buon manicaretto della donna, grande esperta nell’arte
culinaria.
"Allora domani giocherai la
partita e poi tornerai in Germania, vero?"
"Sì, non posso fermarmi di
più. Mi dispiace dovervi lasciare così presto, ma credo che da domani avrete
compagnia."
"Cosa vorresti dire?"
"Che se conosco bene il buon
vecchio Tom, ve lo ritroverete tra i piedi molto, molto presto."
"Dici?"
"Dico."
"Allora, arrivederci Benjy.
Spero di poterti rivedere molto presto."
"Arrivederci" disse Benjy,
stampandole un bacio sulla guancia, prima di andarsene lungo il corridoio.
"Bene Holly - disse Patty,
rientrando nella stanza – Anche stasera resterò io a farti un po’ di
compagnia."
Holly aprì gli occhi e la
guardò intensamente.
"Patty, perché non butti giù
la maschera? Ce l’hai scritto in faccia che c’è qualcosa che non va."
Patty abbassò lo sguardo a
terra, poi si sedette e disse:
"No, non c’è niente. E’
solo… è solo che sono molto felice che tu stia bene. Tutto qua."
"Non posso crederci."
"Non riesci a credere che io
sia felice per te?"
"No, non a questo. Non
riesco a credere che sia tutto qui. Sento che c’è qualcosa che non va."
"Non dovresti stancarti con
certe fantasie. Devi solo pensare a riposarti e a stare bene."
Holly la fissò negli occhi,
e vide che erano lucidi.
"Patty, perché non vuoi
dirmi cosa hai?" chiese Holly.
"Holly, io non è che non
voglio angustiarti con i miei problemi" disse Patty, cominciando a piangere.
"Patty, ti senti forse
colpevole per il mio incidente?"
La ragazza trasalì.
"Allora è così. Tu ti senti
responsabile. Ti dico solo una cosa: non devi, perché non è così."
"Invece lo è. E’ stata tutta
colpa mia."
"No, ti sbagli" disse
Holly.
" E’ così invece. E’ proprio
così!" disse Patty prima di scappare a gran velocità fuori della stanza.
Holly non poté fare altro
che guardarla allontanarsi, prima di chiudere gli occhi e addormentarsi,
stremato.
Patty tornò nella stanza di
Holly quando erano scoccate ormai le undici. Si sedette nuovamente al fianco
dell’amico, poi scoppiò di nuovo a piangere a dirotto.
Patricia
Gatsby 15 Ottobre 11:04 PM
C’è mancato davvero
pochissimo. Ho rischiato di dirgli tutta la verità. Mi guardava con quei suoi
occhi, così pieni di curiosità e compassione! Voleva aiutarmi a liberarmi da
questo peso, ed io stavo quasi per farlo. L’ho fatto anche stancare, questa
sera. Non avrei dovuto cercare d’intavolare un discorso. E’ ancora troppo debole
per parlare così a lungo. Ho sbagliato, come al mio solito. Io sbaglio sempre
tutto! Sono una vera e propria catastrofe. Forse… forse dovrei vagliare
seriamente la possibilità di lasciarmi tutto e tutti alle spalle e sparire dalla
vita di Holly. Io … io sono soltanto la causa dei suoi guai. Holly, ti chiedo
perdono. Io non merito la tua amicizia.
Tom arrivò il pomeriggio seguente,
dopo un lungo ed estenuante viaggio, durante il quale non aveva chiuso
occhio.
Patty era andata a prendersi
qualcosa di fresco da bere, quando davanti a lei apparve un ragazzo alto e
muscoloso. La forma fisica era cambiata, ma quei capelli di quella tonalità
chiarissima di castano, gli occhi limpidi e splendenti ed il volto angelico,
erano inconfondibili: quel ragazzo non poteva essere altri che l’amico del cuore
di Holly, Tom Backer.
"Tom!" esclamò Patty,
correndo verso di lui.
"Patty!" disse lui,
abbracciando la cara amica.
"Come sono felice di
rivederti!"
"Anch’io lo sono."
"Vogliamo andare subito da
tu sai chi?"
"E me lo chiedi?"
"E’ nervoso da stamattina.
Aveva paura che non arrivassi mai. Come mai sei arrivato così tardi?"
"Tardi? Guarda che dovevo
giocare quella partita nel pomeriggio, e tra fuso orario e viaggio, direi che
c’ho messo davvero poco!"
"Va bene, va bene! Non ti
scaldare. Questa è la sua stanza."
"Tom!" esclamò Holly, con
voce più forte del giorno prima.
"Ehilà, come va campione. Ti
senti meglio?"
Holly annuì.
"Non può parlare molto -
spiegò Patty - Ah, Holly, ti saluto. Tra poco verrà tua madre. Ci vediamo
domattina, d’accordo?"
"Guarda che io da qui non mi
posso spostare."
Scoppiarono tutti e tre a
ridere fino alle lacrime, poi Patty salutò i ragazzi e se n’andò.
Pochi secondi dopo Tom, con
tono scherzoso disse:
"Bene bene. Adesso capisco
tutto."
Holly lo guardò con aria
interrogativa.
"Sai cosa capisco? Come mai
tu ti sia gettato sotto quel camion. In fondo, se non riesci a trovare la forza
per dirmi un sì, ma ne trovi per fare una battuta per Patty, il quadro si fa
chiaro. Tu, mio caro Holly, sei innamorato cotto della nostra carissima
Patty."
Holly arrossì come un
peperone e cominciò a boccheggiare.
"Ehi, non farti prendere una
crisi d’asma, Holly! Capita a tutti di innamorarsi, almeno una volta nella vita.
E dopotutto, era più che naturale che le tue attenzioni andassero ad un angelo
del focolare come Patty. Mi sembra che abbia abbandonato quelle maniere forti
che la contraddistinguevano negli anni scorsi, e poi, è cresciuta molto. E’
diventata davvero una gran bellezza. Mozzafiato, direi. 'Belle femme', come
direbbe Pierre le Blanc oppure 'bella
muchacha', se
lo chiedessi al mio amico Ignaçio De Cerva."
Holly sorrise.
"Io mi domando come tu
ancora non ci abbia provato con lei" chiese Tom a bruciapelo.
Holly sembrò di nuovo sul
punto di morire asfissiato.
"Ehi, non reagire così."
"Patty è soltanto un’amica
per me, e non potrei mai, e ripeto mai, provare ad approfondire il nostro
rapporto" disse Holly.
Purtroppo Holly non sapeva
che madornale errore aveva fatto. Patty aveva dimenticato la lattina d’aranciata
nella stanza di Holly ed era tornata indietro, poi, da dietro la porta della
stanza, aveva sentito i complimenti di Tom e aveva compreso che parlavano di
lei. Purtroppo anche le parole di Holly l’avevano raggiunta, e rimase ferita da
quelle parole così dure.
Patricia
Gatsby 16 Ottobre 5:29 PM
Mai. Lui ha detto
che non si potrà mai innamorare di me! Ha detto che non mi potrà mai amare! E io
che lo amo tanto! Si vede che gli do tantissimo fastidio, se non mi vuole tra i
piedi. Non tornerò mai più, Holly, non preoccuparti. Io non ti starò più tra i
piedi. Patricia Gatsby non ti darà più fastidio. Dimentica il suo nome. No, non
potrai mai dimenticare il nome della persona che ti ha distrutto la vita. Mi
odierai per sempre, ed io non te ne farò una colpa, perché la ragione sarebbe
dalla tua parte.
Patty, disperata, scappò via, senza
ascoltare la fine del discorso.
Infatti Holly, dopo una
piccola pausa, disse:
"Ho paura che lei possa non
ricambiare i miei sentimenti, e mi darebbe grandissimo dolore se la nostra
amicizia venisse compromessa dai miei sentimenti nei suoi confronti. Io… io
bisogno di lei. Ormai sono Patty-dipendente e senza di lei, sento che sarei come
un guscio vuoto. Lei mi conosce benissimo, mi è stata sempre accanto, in ognuno
dei momenti importanti che ho vissuto. Se non ci fosse più lei, anche una grande
parte della mia anima e della mia vita se ne andrebbero insieme a lei."
"Tu, in parole povere, mi
stai dicendo che la ami, ma per non perderla ti terrai tutto dentro. Ho capito
bene?"
"Sì."
"In effetti così non la
perderesti, ma non credi che un giorno o l’altro dovrai confessarle ciò che
provi?"
"Spero di non doverlo mai
fare. Il suo rifiuto sarebbe insopportabile per me. Credo che potrei addirittura
morirne dal dolore."
"Holly, perché parli come
uno di quei pessimistici libri da donne? Non ti è mai passato per l’anticamera
del cervello che forse anche lei possa provare per te gli stessi
sentimenti?"
Holly scosse la testa.
"Sappi che io non lo so, ma
se fossi in te mi butterei."
"Lo escludo categoricamente.
Scusami Tom, ma vorrei riposare un po’. Sono davvero molto stanco."
"Non c’è problema. Io ancora
devo abituarmi al fuso orario, per cui anch’io sono stanchissimo. Ci vediamo
domattina."
"Ciao Tom" disse Holly prima
di chiudere gli occhi.
Tom
Backer, 16 Ottobre 6:21 PM
E’ stata una
grandissima emozione, per me, rivedere Holly finalmente in stato
cosciente.
Appena l’ho saputo, ho fatto l’impossibile per arrivare il prima possibile, e ci
sono riuscito anche senza perdere il mio esordio in serie A. Più tardi
telefonerò a Marco per farmi dire che voti ho preso. Speriamo che non mi abbiano
lasciato senza voto. In fondo ho giocato sì per soli venti minuti, ma ho anche
fatto un goal, quindi credo di meritarmi un voto numerico.
E’ stata dura correre all’aeroporto subito dopo la partita ed avrò cambiato tre
o quattro aerei di quelli a breve distanza e costosissimi, prima di arrivare
finalmente qui, ma sono felice che i miei sforzi non siano stati
vani.
E’ stato lo spettacolo più bello che io abbia mai visto. Certo, Holly non poteva
sforzarsi troppo per parlare, ma sapere che è quasi fuori pericolo mi rende la
persona più felice del mondo. Il mio migliore amico è vivo, ed è soltanto questo
che conta.
Quando Mark mi ha chiamato, mi è preso un colpo. Non riuscivo a credere alle mie
orecchie, sei mesi fa, quando mi telefonò. A dir la verità, non è che sia stato
molto facile recepire ciò che diceva. Non sono molto sveglio alle sette del
mattino, visto che di solito mi alzo alle dieci.
Sono passati sei mesi, sei lunghissimi mesi da quella mattina, e finalmente sta
bene. Sono proprio felice per lui, e anche per Patty. In fondo, se Holly
migliora, anche Patty sta meglio.
Patty, nonostante si fosse
ripromessa di non andare mai più da Holly, continuò a fargli visita ogni volta
che n’aveva il tempo.
***
Nota
dell'Autrice:
Bene, e così finisce questo primo capitolo. Lunghetto, non è vero? Forse avrò
esagerato, soprattutto se contiamo che la prima giornata trascorre nel corso di
“sole” 17 pagine Word (circa), di cui una dozzina solo per le prime tre ore (non
mi vorrete per caso linciare, vero?).
Vorrei fare un paio di chiarimenti su questa storia:
-
questo dovrebbe essere il seguito della storia dalla fine del terzo campionato
vinto dalla New Team, ed è ambientato un paio d’anni dopo.
-
ho cambiato la trama del manga e dell’anime, lo so, ma per rendere la trama più
verosimile, era d’obbligo farlo.
-
non ricordo perfettamente quanto abbiamo i ragazzi nella serie che
-
ho cambiato la località del Mondiale Under18 per motivi che verranno chiariti in
seguito, ma vi dico che per farlo mi erano strettamente necessari immensi
boschi, e l’Italia ormai non è più molto ricca di luoghi del
genere.