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Autore: Fra_2897    09/10/2011    0 recensioni
Dal capitolo 27
< Oh, adesso hai imparato a leggere Cherie? > chiese sarcastico mentre con una mano richiudeva il libro che stavo leggendo, e con l'altra mi accarezzava delicatamente la schiena.
La sensazione del suo tocco mi fece impazzire, e averlo lì, di fronte a me, più meraviglioso che mai non fece che aumentare i brividi che mi correvano su per la schiena.
Alzai lo sguardo ed incastrai i miei occhi nei suoi.
< Certo... > sussurrai in punta di piedi, a pochi centimetri dal suo viso.
< è un'attività... interessante... > risposi lasciandogli un piccolo bacio sull'angolo della bocca.
< Mh-mh.. > annuì lui.
< Dovresti imparare... > conclusi con un altro piccolo bacio dall'altra parte delle labbra.
< Davvero? > disse lui, intuendo il doppio senso e la sfida che gli avevo lanciato.
Camminò in avanti di qualche passo e io fui costretta ad indietreggiare.
Così mi ritrovai schiacciata tra il muro ed il suo corpo statuario.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina aprii gli occhi presto,quando la sveglia segnava ancora le 5.30.
Era il 5 Giugno,ed il caldo cominciava a farsi sentire.
Girai il cuscino dal lato fresco,e mi rigirai più volte nel letto tentando invano di riaddormentarmi;dopo svariati tentativi,rinunciai. Così scalciai via le coperte,mi alzai e andai a spalancare la finestra sperando almeno così di sentire sulla pelle un po d'aria fresca...ma niente.
Il cielo cominciava ad illuminarsi,ed in lontananza si potevano scorgere i primi leggeri raggi di sole,che davano inizio ad un nuovo giorno.
C'era silenzio,Parigi era ancora addormentata,in tutta la sua bellezza,così mi soffermai per ammirarne meglio i dettagli...
E quando la vidi veramente capii,capii per la prima volta che mi sarebbe mancata. Inizialmente non avevo dato molto peso al fatto di andarmene dalla mia città,ma in quel momento immersa nel silenzio e nella sua più totale bellezza capii che mi sarebbe mancato tutto di quel posto,gli antichi palazzi,di fronte la finestra della mia camera,la torre Eiffel,che dalla mia visuale sembrava minuscola,ma pur sempre bellissima,le piccole vie illuminate da lucine scintillanti,la vecchia casetta di legno nel parco,dove quando da bambina mi sentivo sola,o sentivo la mancanza di mamma e papà andavo a rifugiarmi,e puntualmente Michael veniva,e mi faceva compagnia in silenzio aspettando che mi sentissi pronta per parlare,e che dicessi che era tutto ok...
Lui,era una di quelle persone delle quali non potevo fare a meno,era mio fratello,e gli avevo sempre voluto bene,ma dopo l'incidente tutto per noi era cambiato,e così anche il nostro rapporto,eravamo più che semplici fratelli,lui per me era tutto,c'era sempre quando avevo bisogno di lui,mi aveva sempre protetta,e aveva sempre cercato di fari stare bene mettendo me al primo posto...SEMPRE.
Di lui potevo fidarmi,e lo stesso poteva fare con me...
Poi c'era lei,Lola,la mia migliore amica,era stata la prima persona a parlare con me quando arrivai a Parigi,e di li non c'eravamo più lasciate,eravamo inseparabili. Le volevo un bene dell'anima. L'avevo salutata la sera prima e mi aveva promesso che sarebbe venuta a trovarmi. Era una bella ragazza,poco più bassa di me,con capelli biondi corti,che portava sempre scompigliati e occhi azzurrissimi. Aveva la carnagione chiara e solo a volte le guancie si coloravano di rosa.
Mi voltai a guardare la sveglia che adesso segnava le 6.00,così andai in bagno,mi liberai della culotte e della canotta bagnati dal sudore,entrai nella doccia e finalmente l'acqua fresca mi fece svegliare del tutto.
Una volta uscita mi avvolsi nell'asciugamano,andai in camera mia e presi i miei pantaloncini di jeans ed una maglietta rossa con i pois bianchi dalla valigia che lasciai aperta,avrei sistemato dopo le ultime cose...
Quando mi fui vestita,con i capelli ancora bagnati,andai in cucina e aprii il frigorifero,il mio stomaco brontolava,ma dato che odiavo il latte,optai per una barretta di cioccolata e del succo.
Guardai l'orologio,che adesso segnava le 6.40.
Così mi sedetti sulla piccola poltroncina vicina alla finestra,e cominciai a mangiucchiare la mia barretta guardando fuori,non volevo perdermi niente di quel posto nelle ultime ore che mi restavano li,osservai tutto nei minimi particolari,così che le immagini avessero potuto rimanere impresse nella mia mente,e se avessi sentito nostalgia di casa,l'avrei comunque ritrovata nei ricordi...
Certo,non era la prima volta che cambiavamo casa,prima dell'incidente vivevamo in Italia,a Venezia,ma quando ci siamo dovuti trasferire qui,eravamo piccoli,ed ero contenta di andare via da quella città troppo piena di vita e di ricordi,i MIEI ricordi...i NOSTRI ricordi.
Purtroppo zio Dave, nonchè nostro tutore legale,ha lasciato la sua fidanzata Doreen, e così ha deciso di tornare da sua madre,nella sua città natale:SALEM,almeno per ora,non ha ancora le idee ben chiare su quello che farà quando sarà finita l'estate.
< Buongiorno! > la voce di Michael mi fece sobbalzare,si era appoggiato allo stipite della porta,aveva addosso una T-shirt grigio scuro e dei jeans neri.
Mio fratello era bello,non a caso molte ragazze gli andavano dietro,era di corporatura muscolosa,alto più o meno 1.83 m,aveva i capelli neri arruffati,e gli occhi verdi,che cambiavano colore in base alla luce...Bello,si,avevo sempre pensato che lui fosse bello,ed infatti lo era,com'era completamente diverso da me,che ero alta circa 1.67m,di corporatura normale,con occhi castano scuro,e lunghi capelli castani,lisci,tremendamente lisci...
Eppure,le persone dicevano che nonostante la diversità,saltava subito all'occhio che fossimo fratelli...
Quando mi alzai per buttare ciò che rimaneva della mia barretta,mi venne incontro,e mi diede un bacio sulla fronte.
< Buongiorno > sussurrai,la mia voce uscì un po smorzata,così mi schiarii la gola...< Dave dorme ancora? > chiesi.
< E' in bagno... > rispose riempiendosi una tazza di latte.
< Ok. > dissi tornando in camera mia,per infilare le ultime cose in valigia.
Quando Dave fu uscito dal bagno,mi lavai i denti e misi un leggero strato di fondotinta,per coprire le occhiaie,che mi erano venute per il poco sonno di quella notte,pettinai i capelli,che ormai erano quasi completamente asciutti e poi tornai in cucina, < Buongiorno Chris! > .Dave stava seduto su una sedia con in mano una tazza di caffè e fissava la televisione...< Buongiorno Dave! > risposi.< Siete pronti? > chiese a me e Michael,che nel frattempo aveva finito di fare colazione.
< Si. > mentii,non ero per niente pronta,non volevo andarmene,ma per legge,dato che mio fratello non aveva ancora compiuto 18 anni,eravamo costretti a seguirlo.
Mi ero sempre trovata bene a Parigi,e mi dispiaceva lasciarla,mi dispiaceva lasciare tutti i miei amici,la mia scuola e tutto il resto.
Il lato positivo,era però che avrei rivisto mia cugina Cathleen, nonchè mia migliore amica,che viveva li da circa 4 anni...
Io e lei eravamo sempre state unite,come sorelle,era più grande di me di circa 5 mesi,ed essendo coetanee,avevamo sempre condiviso tutto,finché un giorno per aiutare la nonna rimasta sola dopo la morte del nonno,si era dovuta trasferire con la sua famiglia li da lei.
Di questo ero immensamente felice.

< Chris,hai bisogno di una mano? > Michael stava portando fuori i suoi bagagli.
< No,ce la faccio. > dissi prendendo le ultime cose rimaste per portarle fuori.
Salimmo sul taxi,e ci dirigemmo all'aereoporto.
Quando arrivammo erano le 9.30,e dopo aver fatto tutti i controlli necessari,finalmente salimmo sull'aereo.
Qualche ora dopo mi addormentai.

Era buio,stavo correndo,ma non sapevo dove stavo andando,scappavo da qualcosa...da qualcuno,ma non riuscivo a capire da chi...
Qualcosa mi bloccò,un muro. Era un vicolo cieco.
Mi voltai,e nella penombra riuscii a vedere chi mi stava inseguendo.
Erano due uomini ed una donna,vestiti di nero, con dei mantelli rosso scuro.
L'uomo più alto,quello che mi parve avere una sfumatura di blu nei capelli,si avvicinò a me con un sorriso malefico. Chiusi gli occhi.


Mi svegliai sobbalzando sul sedile dell'aereo,Michael si girò a guardarmi.
< Tutto bene? > chiese con espressione interrogativa. < Era solo un incubo. > sussurrai,per convincere più me stessa che lui. < Quanto ho dormito? > chiesi sentendomi un ancora un po scossa.
< 7 ore > rispose lui sorridendo < Non hai dormito stanotte? > continuò.
< Non tanto > risposi.
Mancavano ancora 3 ore di viaggio,circa,così presi il mio mp3,misi le cuffie,e mi sistemai sul sedile.
  
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