Perdersi di nuovo in quello sguardo

“La professoressa McGranitt accompagnò gli allievi del primo anno fino al tavolo dei professori, cosicché, sempre tutti in fila, si fermarono davanti agli altri studenti, dando le spalle agli insegnanti.”

(Harry Potter e la Pietra Filosofale, J.K. Rowling)

Severus Piton fece scorrere lo sguardo sulla fila di ragazzini in uniforme nera che gli dava le spalle: riconobbe il figlio di Lucius Malfoy, con gli stessi capelli lisci e biondi, in un'impeccabile uniforme nuova e senza dubbio costosa, poi scorse dei capelli rossi “sicuramente un altro Weasley” pensò, osservando la divisa logora di Ron.
Storse il naso, senza riuscire a reprimere uno sbuffo pensando a quella famiglia, a tutti quei figli, tutto quell'amore, tutta quella felicità, nonostante i pochi Galeoni.
Il suo sguardo si spostò di poco e il suo stomaco si strinse in una morsa.

“Eccolo, il nuovo Potter. Dannatamente uguale a suo padre anche di spalle, gli stessi capelli arruffati per attirare l'attenzione, la divisa pulita e profumata come un principino viziato. Il Bambino che è Sopravvissuto si crogiolerà nella sua fama e nella sua arroganza. Il bambino che non sarebbe nato se lei avesse amato un altro. Se solo lei avesse amato me, forse si sarebbe anche salvata.”

«T-t-tutto b-b-bene, Severus?» il tartagliare di Raptor lo riportò alla realtà e Severus si accorse che stava stringendo le posate così saldamente che le sue nocche erano diventate bianche.
«Sì, certo» rispose, cercando di riacquistare il controllo mentre la professoressa McGranitt aveva cominciato a chiamare i nomi degli alunni.
«Potter, Harry!»
Severus seguì i passi incerti del ragazzo fino allo sgabello, e rimase in attesa come gli altri nella Sala. Alla sua sinistra, sentì Raptor irrigidirsi mentre Harry camminava.
«F-f-finalmente P-p-potter» disse più a se stesso che a Piton. Tuttavia il mago si voltò di scatto a quelle parole, e intravide un lampo scarlatto negli occhi del collega. Il ragazzo venne smistato in Grifondoro, e tutto il tavolo lo accolse con grida di gioia.
Lo Smistamento terminò e, dopo il consueto discorso del Preside ai suoi studenti, i piatti si riempirono e tutti cominciarono a mangiare. Severus alzò lo sguardo, e in quel momento il ragazzo fece lo stesso, guardando nella sua direzione.
Il cuore dell'uomo ebbe un sussulto mentre i suoi freddi occhi neri si specchiavano, dopo anni, in quel verde luminoso.
“Silente aveva ragione, ha i suoi occhi.” Severus distolse in fretta lo sguardo mentre un groppo gli si formava nella gola, facendogli bruciare gli occhi.

“Lily...dove sei, Lily? Mi hai abbandonato, avevi detto che saremmo stati sempre insieme. Eri la mia migliore amica, Lily, e mi hai voltato le spalle. È colpa mia, lo so. Ho fatto le scelte sbagliate, ma non avrei immaginato...non avrei potuto mai immaginare che ti avrei messo in pericolo. Te ne sei andata, Lily, e io credevo di non poter più rivedere i tuoi occhi, quegli occhi che tante volte hanno scoperto la verità leggendola nei miei. Li proteggerò adesso, proteggerò quell'ultima parte di te che è rimasta in questo mondo. Proteggerò tuo figlio, Lily, anche a costo della mia stessa vita, così che il tuo sacrificio non sia stato vano. Ti amo, Lily, ti ho amato dalla prima volta che ti ho visto, e ti amerò sempre, anche se non sono mai riuscito a dirtelo. Aspettami, dammi il tempo di finire quello che tu hai iniziato, e poi potrò stringerti di nuovo tra le mie braccia.”

Severus Piton chiuse gli occhi, e una lacrima che non riuscì a trattenere gli rigò la guancia.