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Autore: Sakura00    10/10/2011    5 recensioni
Un anno dopo il matrimonio fallito, com'è la situazione tra i nostri due fidanzati? Un'ombra scura del passato di Ranma sembra intenzionata a tornare... forse perché il ragazzo non l'aveva voluta affrontare a tempo debito?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9






Uscii dal negozio di musica, tutta su di giri. Ero uscita per fare il regalo di Natale per Ranma e già non vedevo l'ora di darglielo. Quando ero piccola la mamma mi aveva insegnato a suonare una dolcissima melodia al pianoforte e io avevo deciso di suonarla registrandola in un CD, chissà se gli piacerà...

Arrivai a casa con la testa fra nuvole e quasi non mi accorsi di Genma e Ranma che si allenavano in giardino, quest'ultimo aveva ovviamente una tecnica più carente del solito, ma tuttavia efficace.


Dai Ranma, concentrati sulle sensazioni che ti circondano!” Lo incitava il padre quando dava un colpo a vuoto o ne riceveva. Sorrisi, ero contenta che Ranma fosse tornato più o meno normale. Corsi in camera a nascondere il regalo e ne approfittai per mandare un po' avanti i compiti per le vacanze.


Akane! Scendi è ora di pranzo!” Sentii Kasumi chiamare dopo... Bah, non avevo calcolato il tempo, ma avevo fatto tre problemi di algebra.


Mi stiracchiai, soddisfatta. “Eccomi!”


Scesi le scale e andai in camera da pranzo dove trovai tutti già accomodati.

Ranma e Genma erano in versione ragazza e panda. Mi sedetti vicino 'al ragazzo'. “Come? avete fatto il bagno con questo freddo!?”


E' colpa di quell'imbecille di mio padre! Tsk, ma io l'ho portato giù con me!” Risi e cominciammo a mangiare. Kasumi diede in mano a Ranma la ciotola di riso e fin qui niente problemi, ma ogni condimento che Genma si ostinava a rubare dal piatto del figlio corrispondeva ad altre urla di litigio, perché alcune volte se ne accorgeva da solo, altre gliele rivelavo io, da brava spiona. A fine pasto andai in cucina a prendere dei dolcetti fatti da me. Ne presi uno e lo misi in mano a Ranma.


Tieni il dessert, Ranma. Qualcuno ne vuole?” Improvvisamente ognuno si mise a fare qualcosa, alzandosi dal tavolo e scusandosi con me tra i vari colpi di tosse, per il poco appetito. M'infastidì molto questo comportamento, così mi girai verso Ranma speranzosa che però annusava accigliato ciò che aveva in mano.


Akane. Lo hai fatto tu? Cioè, da sola, senza mia madre?” Disse con diffidenza.


Cominciavo a urtarmi. “Sì...”


Gli tremò la mano. “Scusami Akane, ma io...”


Aveva uno sguardo serissimo e per un attimo credetti che parlasse d'altro. “...non voglio morire di atroci agonie!”


E scappò via. “Ranma! Sei uno stupido!”


======


"Insomma! Qualche punto di riferimento per favore!" Giravo da una settimana per quelle vie che mi sembravano tutte maledettamente uguali, come al solito. Akane mi aveva lasciato in giardino da solo per correre da Ranma. In fondo io non ero altro che uno stupido e insignificante maialino nero. Strinsi i denti, Accetta la dura e cruda realtà, Ryoga, lei ama un altro. Appoggiai una mano al muro. “Perché sono così sfortunato!”


Alzai lo sguardo e vidi la mia mano appoggiata su una targa di legno, lessi a bassa voce incredulo: “Palestra di lotta indiscriminata... Tendo...”


Strinsi la mano in un pugno. Com'era possibile?! Giravo da una settimana per ritrovarmi nel posto da cui ero fuggito! Sferrai un pugno al muro, facendo un buco. “Perché, Akane!?”


Ranma! Ferm... Oh, ciao Ryoga.” Mi girai verso di lei ed eccola lì, bella come sempre e sorridente. Era come se intorno a lei tutto fosse più bello e luminoso e il suo sorriso era, come sempre, una sensazione indefinita. Un coro di angeli e un migliaio di pugnalate nel cuore contemporaneamente. Sentii la serenità pervadermi come ogni volta che la vedevo, mi misi la mano sulla nuca, imbarazzato.


E-ehm, ciao Akane.” Ti amo. Ti amo. Dicevo, ma le mie labbra non si muovevano. Sospirai sconsolato, non ce la faccio.


Vuoi entrare? Ho fatto dei dolcetti.” La guardai e in mano aveva una ciotola piena di... non riuscii a identificarlo, ma lo aveva fatto lei, con le sue mani e lo stavo offrendo a me! Sentii le lacrime affiorarmi.


Accetto l'invito, se non dispiace...” Mi guidò in casa, per fortuna c'era lei perché mi sembrava un vero e proprio labirinto. Poggiò la ciotola sul tavolo della camera da pranzo e si mise seduta, feci altrettanto mettendomi accanto a lei.


Mi sorrise di nuovo, sciogliendomi. “Allora, vuoi favorire?”


C-certo!” Allungai una mano verso i dolci, dovevano essere biscotti, ma non ero sicuro. Li ha fatti lei con le sue mani. Mi emozionai e misi in bocca il primo. Il sapore mi colpì subito, l'amore per lei mi stava facendo cogliere ogni tipo di gusto, mi lacrimarono gli occhi e sentii la gola in fiamme. Ah, cosa mi fa l'amore...


=======


Mi tranquillizzai. Akane non mi stava più seguendo con quella sottospecie di veleno. Era stato faticoso scappare rendendomi conto di dove andavo, avevo cercato di toccare tutto ciò che avvicinavo ed ero caduto non poche volte.

Drizzai le orecchie e sentii solo lontani chiacchiericci, quindi uscii dal mio nascondiglio e cercai il muro di casa per andare a fare il bagno e tornare maschio. Una volta toccato il muro. Camminai con una mano su quello e sentii ancora una volta la rabbia del giorno prima montare, ma stavolta per un altro motivo.


Ehi P-chan, che ci fai qui?”


Avevo sentito la voce di Ryoga e di Akane, le avevo seguite e, a quanto pare, ero finito in veranda.


Sentii un fruscio mentre diceva: “Chi sarebbe P-chan?!”


Schivai appena in tempo il colpo diretto sul naso, ma comunque mi sfiorò la guancia.


Sei lento oggi, Ranma... E guardami quando ti parlo!” Come altre volte negli ultimi giorni cercai il suo volto nel oscurità che mi avvolgeva e come tante altre sentii qualcosa accusare un colpo dentro di me alle sue parole.


Riabbassai lo sguardo sentendo lo sbalordimento nel suo sospiro. Come tutti d'altronde dopo aver visto il difetto nei miei occhi. “Raccontaglielo tu, Akane. Io non ne posso più.”


Detto questo non aspettai risposte e sempre guidato dalla mano mi diressi in bagno. Una volta nell'acqua calda, lasciai andare tutta la rabbia come un elastico. Avevo bisogno di uno sfogo, ero stato fin troppo calmo negli ultimi giorni.


Noo!” Gridai mettendomi le mani sulla testa, non m'importava se qualcuno mi sentiva, non m'importava se non avesse un significato preciso. Dentro di me sentivo le emozioni più varie agitarsi e mi sorpresi di trovarci la gelosia. Ryoga la vede e tu no. Lui la vede sorridere. Scossi la testa, che centrava il sorriso di quel maschiaccio?!

Tuttavia cercai di figurarmelo ed eccolo lì bellissimo come sempre, solo che era un'illusione, un sogno inafferrabile. Strinsi i pugni di nuovo in preda alla rabbia.


======


Ranma non ci vede? Nel senso che ha perso la vista?” Ripeteva, ancora.


Si, Ryoga te l'ho già ripetuto.” Dissi sommessa. Era più o meno la quinta volta che chiedeva e ancora se ne stava lì abbacinato. Gli avevo raccontato della trasformazione di Kuroshi e di ciò che era accaduto a Ranma, stranamente fu quest'ultima parte che non riuscì a figurarsi. In preda al panico lo vidi sull'orlo di un'altra domanda, quando sbucò Ranma in soggiorno col suo sguardo perso e una mano appoggiata al muro.


Akane?” Mi chiamò timidamente. Vidi il suo sguardo vagare per la stanza, senza trovare nulla.


Siamo qui, Ranma.” Aggrottò le sopracciglia e si avvicinò. Quando fu abbastanza vicino gli presi la mano per farlo sedere accanto a me.


Una volta seduto assunse la sua aria scocciata e si volto verso il giardino. “Ryoga, sei ancora qui, a quanto ho capito.”


S-si.” Balbettò Ryoga in difficoltà. Mi ricordai di quanto fosse sensibile. Probabilmente in quel momento non sapeva come esprimersi, nonostante tutto voleva bene a Ranma.


Ma purtroppo Ranma non gradì, digrignò i denti e ricominciò a cercare invano con lo sguardo. “Non ho bisogno della tua pietà! Io...”


La frase di Ranma fu spezzata da un ringhio mostruoso, verso il quale ci girammo tutti nello stesso momento. Kuroshi se ne stava lì, in piedi sul muretto di casa e ci osservava sorridendo. “Bene, bene. Ranma, come va? Ti vedo in forma! Tu come mi vedi? Oh, scusa non puoi!”


Rise di gusto e vidi Ranma scattare in piedi. “Maledetto! Ridammi... qualunque cosa tu mi abbia preso!”


Ti riferisci a Kaho-chan? Oppure alla tua vista?” Scoppiò in una fragorosa risata e poi lanciò a Ranma una sferetta nera che gli si fermò altezza del viso.

Cominciò a urlare di dolore, ma io non ebbi neanche il tempo di dire nulla perché Kuroshi mi si avventò contro.



Evviva il nono capitolo!! XD

Vabbè rigrazio e me ne vado per vostra gioia!

Grazie a tutti i lettori e a LoveAnimeManga89 e The barbarian per le recensioni. Spero piaccia anche questo capitolo. Che purtroppo è... IL PENULTIMO!! Lo so, sono sconcentrata anch'io U_U


Sakura.

  
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