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Autore: Rainbone    12/10/2011    5 recensioni
La mia storia è basata su un complesso di solitudine.
Vi fa paura il fatto di svegliarvi in un letto a due piazze e di non trovarvi accanto la persona che c'era stata.
Di sentirne ancora il calore sulle lenzuola e di vederne l'impronta del cuscino. Il suo odore è ancora nell'aria ma questa persona non c'è.
A questo punto non sarebbe meglio un letto sigolo?
Per voi : Single Bed.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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~ Dunque … purtroppo sono tornata già così presto. Insomma ho avuto una strana ispirazione e questo è il prologo di ciò che verrà.
Credo che questo sia iniziato come piccolo esperimento , pensavo di riuscire a scrivere periodi più lunghi … ma a quanto pare non è così.
Spero soltanto di riuscire a sostenerla e a portarla avanti.
Specifico che il primo paragrafo di questa introduzione è dal punto di vista di Matt mentre il secondo è dal punto di vista di Mello.
Infine premmetto di non essere sicura di poter aggiornare quotidianamente .. suppongo almeno ogni due giorni. Se va tutto bene.
Semplicemente dal prossimo capitolo si partirà da alcuni mesi dopo la morte di Kira.
Ora smetto di chiacchierare e vi lascio alla poesia del prologo.



 




 
E il tramonto giunse troppo in fretta.
Avanzai lentamente in quel valzer crepuscolare.
Uno scoppio e il mio risveglio di fumo.

Corri. Corri. Corri.

Una voce che rimbomba e che grida attraverso le membra.
Il mio piede preme l’acceleratore senza che il mio cuore possa esitare.

Perché il cuore non esita. Ama.

E non piange. Ama.
 
So che sono dietro di me.  Mi braccano. Mi marcano stretto.
E il piede preme, con forza quasi a volerlo sfondare quel pedale che
inerme … si arrende alla sovrumana forza dell’istinto di sopravvivenza.
Il vicolo è stretto e ricoperto di sterpaglie.
L’auto inciampa e arranca tra quell’erba troppo alta che brucia.
Brucia di attrito.
Corrode e lacera.  Sfonda e arde.

Le ruote lo vedono.


Gridano. Stridono.
Urlano e temono perché loro lo guardano in faccia, il profondo vuoto della morte.

Lo vedono prima di me.
Sblocco la sicura della portiera e sgancio la cintura.
E l’auto corre e non si ferma.  Non mi risponde .
La ruota pende su quel vuoto del baratro mentre …
 
 

ruzzolo fuori.
 
Sull’erba fredda ma secca.
Tra quella sterpaglia ocra che mi si intreccia tra le gambe.
La testa mi pulsa
Rimbomba e grida.
Esplode. Come l’auto.
E nella mente suona il tuono di lei come petardo.
La mano va a tastare la parte lesa.
Mentre le gambe molli per la caduta sembrano poltrire da anni.
 
Il mio corpo pesa, mentre la mano si macchia di rosso lucido.
Il cuore perde un battito e ne prende un altro subito dopo.
 
Mi nascondo tra le fronde e dinanzi a me tutto diventa un fumo di auto che mi inseguono e burroni che si frappongono tra me e la vita.
Giusto il tempo di vederli.

Giusto il tempo per la sosta.
Mentre gli occhi soddisfatti fissano il fuoco della mia fasulla morte nel baratro.
 
 


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Le mani cingono la pelle scura.
Si, signorina Takada. Io sono Mello.
E sfreccia la moto.
E sfrecciano le ruote mentre sento che stai scappando.
Corri. Corri. Corri.
E il tramonto giunge troppo in fretta, perché intorno fa freddo e il buio avvolge in macabro abbraccio.
Si. Signorina Takada. Io sono Mello.
Numero uno.
E la Chiesa si avvicina e non Io ad Lei.
Si inginocchia il Pallido e Immacolato * al potere.
I piedi battono sulla piattaforma metallica del lurido furgone.
Hai paura.
Non provo pena per nessuno.
E quegli occhi mi sembrano così languidi e deboli.
Giuro che ti taglierei la testa solo per la sua debolezza.

Si, signorina Takada. Io sono Mello.

Fuoco e fiamme.
   Signorina.
Fuoco e istinto.

Levati tutto.
Perché è la carta. Ed è il mio nome .
È quella carta sopra il mio viso che regge, la morte, sospesa … Sospesa.

Taci,  mia signorina Takada.
E il tuo corpo nudo è suadente e succube.
Mentre la paura ti incurva il viso e incrina gli occhi.
L’intimità scivola dentro di te.


Tu che affianchi il maligno.

Tu che la giustizia privata approvi.

Taci e    godi.
Mentre ti marchio.
Gridandoti contro il mio odio e se solo potessi farei lo stesso di Lui.
Che ha spento la mia luce **.
La nostra luce e quella degli orfani.
 
E lo vedo perché lo stringi tra le mani.
Quel misero pezzo di carta … ti sfugge via dalle dita magre che artigliano l’aria.
Il mio seme ti riempie , signorina Takada.
 
 
Che gridi e ti allunga per acciuffare il mortale frammento.

Non ce la fai.

Il corpo debole.


Non ce la fai!
 
Sopra la pedana in metallo, lontano, il fruscio della carta sembra ululare.
  
   Hai perso.
E ti lascio, signorina Takada mentre tra le mie mani è il mortale frammento.

E il tuo lurido corpo  tra le future fiamme
che non all’inferno apparterranno.
Mentre i piedi battono sulla terra e le gambe cingono oscene la moto.
Perché   …
Si. Signorina Takada. Io sono Mello.





*Si riferisce a Near
**Si riferisce a Elle

 
 
  
  
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