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Autore: Atelo_Phobia    12/10/2011    7 recensioni
Qualche tempo fa ho avuto un'ispirazione per una one-shot Brittana. Man mano scrivevo, sorprendentemente ho perso l'ispirazione, ma se sono un po' fortunata non è venuto uno schifo totale.
purtroppo sono una persona sfortunata per natura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Scarpetta Di Cristallo











 

Santana si aggirava per la scuola come un fantasma: invisibile. Era la fine: l’ultimo giorno di scuola. Non avrebbe mai più potuto tornare indietro.
Si guardava intorno, avvertendo in lontananza le risa dei suoi compagni, ma non riuscendo a partecipare alla loro gioia.
Camminando, cercava invano di trattenere, di fissare per sempre nella sua memoria ciascuno degli istanti trascorsi in quella scuola, ogni crepa sul muro, ogni scritta volgare nei bagni, ogni banco su cui aveva inciso le iniziali di Brittany.
Chiuse gli occhi, lentamente, tentando di ricordare il suo primo giorno alla Mc Kinley, e per un attimo avvertì le sue paure riaffiorare; così infantili, così sincere.
Rammentò con un sorriso nostalgico la gioia provata nello scoprire di essere diventata una cheerleader, le prove estenuanti mentre la coach Sylvester strillava e le docce bollenti negli spogliatoi. Ricordò il giorno in cui aveva varcato la soglia di una piccola aula semivuota entrando a fare parte del glee club. Sorrise, per quanto non avesse voluto, al pensiero di Rachel, con quel naso fuori misura e i maglioncini con le renne; scosse la testa suo malgrado divertita, mentre il ricordo dell’aria perenne da imbecille di Finn riaffiorava. Poi nella sua testa, li rivide tutti. Artie. Mercedes. Puck. Kurt. Tina. Mike. Quinn.
Ricordò i minuti passati a fissare le lancette dell’orologio, chiedendosi quanto mancasse alla fine della lezione, perché non ne poteva più di sentire Rachel che cantava, quando paradossalmente la campanella, proprio nel giorno in cui stava cercando di trattenere il tempo, suonò, privandola di un’ora ancora, mentre il momento dell’addio si avvicinava.
Riaprì gli occhi, dirigendosi verso l’aula di matematica; ma prima un ultimo ricordo fece capolino nella sua testa e rivide i suoi occhi azzurri, sempre gli stessi dopo tanti anni, che la guardavano.
Abbassò lo sguardo, spaventata da ciò che avrebbe potuto trovare nel profondo di quegli occhi, eppure anche fissando con intensità la copertina del libro di matematica stretto tra le braccia, anche fingendo che non vi fosse nient’altro da guardare, non riusciva a vedere che lei, perché era parte di lei, di quel piccolo universo esattamente a metà tra il sogno e la realtà. Come una favola.


“ Oh, San, ti prego, guardiamo Cenerentola... ” implorò Brittany, sette anni appena compiuti, fissando l’amica speranzosa.
Santana roteò gli occhi, fingendosi spazientita, ma non riuscì a trattenere un sorriso, e annuì. “ Va bene, dai... Mettilo su.”
Brittany abbracciò l’amica stretta stretta. “ Grazie Santi. Grazie. Ti prometto che la prossima volta facciamo quello che vuoi tu. ” trillò battendo le mani per la gioia, poi si zittì, perché il film stava per cominciare.
Per quanto Santana, accoccolata accanto a lei, cercasse di concentrarsi sul cartone, il suo sguardo continuava a scivolare su Brittany, e la bambina non riusciva a smettere di osservarla mentre dondolava la testa a destra e a sinistra a ritmo con le canzoni, canticchiando sottovoce la metà delle parole, e strappando qualche risata a Santana.
Ma mentre le sorellastre stavano strappando il vestito di Cenerentola, Brittany si irrigidì e Santana la avvertì stringersi più forte a lei, e la accolse tra le sue braccia, cercando di soffocarne i tremiti; mentre il cuore cominciò ad accelerare i battiti, riscaldato dalla tenerezza della bionda, che piangeva sulla sua spalla commossa dalla tristezza di Cenerentola.
“ Ehi, Britt. ” le sussurrò all’orecchio “ Va tutto bene. Ci sono qui io.” La strinse ancora “ Ci sono qui io. ”
Brittany, incapace di parlare a causa delle lacrime annuì, per farle segno che lo sapeva, e Santana poté giurare d’averla vista sorridere.
A fine film Brittany esibiva un sorriso che andava da orecchio a orecchio, ma aveva ancora gli occhi umidi, e guardandola mentre si soffiava il naso, Santana pensò che fosse come un arcobaleno, sorto alto nel cielo dall’incontro tra una pioggia di lacrime e quel sole capace di far splendere i suoi occhi.
“ E’ una storia bellissima. ” disse più a se stessa che a Santana, annuendo tra sè e sè.
La latina sorrise, stringendosi nelle spalle. “ Tutta questa faccenda dell’amore non mi convince molto. ” borbottò “ Insomma, non capisco cosa ci trovi Cenerentola nel principe. È un bel tipo e tutto il resto, ma... ” si bloccò, lasciando in sospeso la frase.
Rimase in silenzio un istante “ Io non mi innamorerò mai. ” dichiarò poi. “ Mai. ”
Brittany la guardò, dispiaciuta. “ Ma Santi ” sussurrò Brittany “ Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami; lo dice sempre mamma. Là fuori, c’è un principe per ciascuna di noi, e quando lo troveremo saremo davvero felici. Tu non puoi non innamorarti. Non puoi. ”
Santana sbuffò incrociando le braccia. “ Non ho bisogno del principe azzurro. Sto bene così. ”
Brittany restò in silenzio fissandola per qualche minuto, poi estrasse un oggetto dalla tasca e lo strinse.
“ Tieni. ” disse Brittany tendendo la mano verso Santana.
“ Che cos’è? ” chiese l’altra con aria interrogativa.
Brittany aprì la mano rivelando una collana con un piccolo ciondolo in vetro a forma di scarpetta.
“ Tienilo. ” ripetè, ma Santana scosse il capo. “ No, Britt. Te l’ha regalato tuo zio Algie per il compleanno. È’ tuo. ” Ma Brittany la ignorò e rimase per alcuni minuti con la mano aperta tesa verso l’amica, finchè questa non si decise a prenderlo.
“ Grazie. ” sussurrò la latina imbarazzata. “ Ma perché lo stai dando a me? ”
La bionda alzò lo sguardo su di lei, guardandola con una tale intensità che Santana fu costretta ad abbassare lo sguardo. “ Un giorno. ” mormorò Brittany dolcemente “ mentre starai camminando per strada, incontrerai il tuo principe azzurro. Non appena lo avrai visto, capirai di averlo aspettato tutto il tempo, e di avere bisogno di lui per essere felice. Anche lui avrà trascorso tutta la vita alla ricerca di te, alla ricerca dell’altra scarpetta, e non appena avrà visto questo ciondolo. ” indicò la collana ch ora giaceva ella mano di Santana “ capirà che sei tu la sua Cenerentola, colei di cui è andato in cerca tutta la vita. E poi vivrete per sempre felici e contenti. ”
Brittany sorrise. “ Capito adesso? ” chiese.
Santana strinse il ciondolo nella mano, e annuì, incapace di dire altro.
“ Britt? ”mormorò infine.
“ Cosa? ”
“ Mi aiuti ad allacciarlo? ”



La campanella suonò. Ora era davvero finita.
Santana sistemò nello zaino l’astuccio e il diario, restando immobile per un istante ad osservare la sua classe. Anche gli altri erano scattati in piedi al segnale della fine dell’ora, ognuno diretto per la prima volta verso una strada che avrebbe percorso da solo, diversa dagli altri, ma ugualmente piena di ostacoli.
Camminando nel corridoio incrociò Dave, che camminava a testa bassa come se volesse ricordarsi la sequenza delle piastrelle del pavimento, e Finn, che stava svuotando il suo armadietto, guardandosi intorno con aria abbattuta.
Camminò ancora, quando ad un tratto avvertì il suo respiro spezzarsi, mentre Brittany, stagliata di fronte al portone d’uscita, la fissava.
Camminò ancora, ad ogni passo avvicinandosi di più a lei; nella folla sorse il nasone di Rachel, che le strizzò l’occhio incoraggiandola. Le sorrise, perché in quel naso per cui l’aveva tanto derisa, in quella sua voce, nei suoi maglioncini da denuncia, dietro tutte le volte che l’aveva chiamata nana, persino nel suo semplice essere lì, in quel momento, a strizzarle l’occhio, Santana aveva trovato un posto da chiamare casa.
Rachel capì, senza bisogno di una parola, e le restituì il suo stesso sorriso.
Incoraggiata dalla ragazza, Santana continuò a camminare verso Brittany, verso il loro addio.
Rimasero l’una accanto all’altra in silenzio per alcuni minuti, fingendo di dover guardare l’orologio o controllare di aver preso tutto, mentre accanto a loro gli studenti oltrepassavano l’uscita, alcuni pronti a tornare l’anno dopo, altri consci che non sarebbero mai più tornati.
Dopo quella che parve un’eternità la scuola si svuotò, lasciando Brittany e Santana l’una accanto all’altra, senza null’altro da ascoltare che il quel silenzio che si accompagna tra due battiti, e che solo il ritmo del cuore dell’altra poteva colmare.
“ Sei triste. ” disse Brittany, dopo quella che parve un’eternità. Non era una domanda.
Suo malgrado Santana sorrise. “ Anche tu, eppure ti preoccupi per me. ” sussurrò fissandola. “ Sai, è proprio così che immaginavo il mio principe azzurro... ” mormorò con voce tremante.
Brittany le lanciò uno sguardo vacuo con quei suoi occhi color dell’infinito. “ Eh? ” chiese, ma Santana scosse la testa, fingendo che non fosse importante.
“ E’ che... non posso credere che sia finita. ” sussurrò con voce spezzata. “ Non torneremo mai più qui. Mai più. ” riuscì a dire Santana guardandosi intorno. Le sembrava tutto così strano, così sbagliato.
Brittany si strinse nelle spalle. “ Ti mancherà, per un po’, ma poi te ne dimenticherai. ”
Santana sorrise tristemente. “ Lo so Britt, ma non sono abituata agli addii. ”
La bionda rimase in silenzio per un po’. “ E’ per questo che sei qui? Per dirmi addio? ” chiese con voce flebile.
Santana aprì la bocca, ma la richiuse immediatamente, perché quella volta cercare le parole giuste non sarebbe servito a niente.
“ Non c’è bisogno che tu dica nulla. Lo so che sono stupida, ma ho capito. ” disse trafiggendola con quegli occhi azzurri “ lo so che tu ti trasferirai lontano da qui e non ci vedremo più. Lo so che non mi farai più i compiti, che non verrai più a vedermi quando ballerò. Lo so che non mi darai più il mignolo. Lo so. ”
Santana la fissava con intensità, ignorando quella lacrima solitaria che le scivolava lungo la guancia offuscandole la vista. Per un istante rivide una bambina di sette anni compiuti, alta per la sua età, con un piccolo ciondolo al collo, e capì.
Brittany aveva abbassato lo sguardo, sulle labbra una richiesta inespressa. “ Per l’ultima volta... ” iniziò, ma la voce le si spezzò, costringendola ad interrompersi.
Eppure Santana capì, e senza una parola avvicinò la sua mano a quella dell’amica, intrecciando il suo mignolo a quello di Brittany. Rimasero così in silenzio per un po’. Forse, pensò Santana, avrebbe dovuto lasciarla andare, ma non ne era capace.
In quel momento il campanile batté le dodici.
Brittany alzò lo sguardo verso l’orologio che si trovava nel corridoio scolastico. “ E’ mezzanotte. ” sussurrò indicandolo.
Sorrideva, di nuovo. “ Come in Cenerentola. ”
Santana sorrise. “ No, è mezzogiorno, Britt. Fuori c’è ancora chiaro, vedi? ”
Brittany annuì, mortificata dell’errore.
“ Però. ” continuò Santana “ Se chiudi gli occhi puoi fare finta che sia notte. ” le sussurrò all’orecchio.
Santana indossava quel vecchio ciondolo che l’amica le aveva regalato quando avevano sette anni.
La bionda inspirò profondamente, e tutto attorno a lei si fece nero.
“ Lo vedi? ” chiese Santana a voce bassa, come se temesse di infrangere il sogno di Brittany, come il vento fa con un castello di carte “ Riesci a vedere il palazzo del re? ”
Brittany annuì.
“ C’è una grande festa: dame, cavalieri... Hai ballato tutta la sera, ma ora... ” si interruppe e Brittany cominciò lentamente a fare oscillare la testa al ritmo d una danza che solo lei era capace di udire “ Ora per Cenerentola è giunto il momento di andare. Non li senti? Non senti i battiti del grande campanile? ” si zittì per permettere a Brittany ascoltare quei rintocchi regolari, avvicinandosi silenziosamente a lei.
“ E’ mezzanotte. ” sussurrò con dolcezza “ E’ mezzanotte, Britt. Devo tornare a casa. ”
Respirò profondamente. “ Apri gli occhi. ” le mormorò all’orecchio.
La bionda ubbidì.
“ Te lo ricordi? ” le chiese. Brittany annuì, sorridendo lievemente.
“ Ti ricordi cosa mi hai detto quella volta? ” continuò.
Di nuovo Brittany annuì. “ Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami. ” sussurrò ripetendo esattamente le parole di dieci anni prima. Aveva creduto di essersele dimenticate, ma eccole di nuovo riaffiorare dal passato, eccole di nuovo posarsi sulle sue labbra accarezzandole “ Un giorno, mentre starai camminando per strada, incontrerai il tuo principe azzurro. Non appena lo avrai visto, capirai di averlo aspettato tutto il tempo, e di avere bisogno di lui per essere felice. Anche lui avrà trascorso tutta la vita alla ricerca di te, alla ricerca dell’altra scarpetta, e non appena avrà visto il ciondolo, capirà che sei tu la sua Cenerentola, colei di cui è andato in cerca tutta la vita. E poi vivrete per sempre felici e contenti. ”
Brittany guardò Santana con intensità. Solo in quel momento notò che non indossava più il ciondolo.
“ Ti sei sbagliata. ” sussurrò la latina.
“ C-cosa...? ” chiese Brittany con voce flebile.
“ Ti sei sbagliata. Io avevo già incontrato il mio principe azzurro, solo che non lo sapevo. ”
Santana sorrise. “ Ti ricordi cosa succede a mezzanotte? ”
Brittany la guardò confusa, ma annuì. “ Il principe trova la scarpetta di Cenerentola. ”
“ Già. ” convenne Santana debolmente “ Ma adesso si è fatto tardi. Devo andare. ”
Alzò lo sguardo su Brittany, osservandola come non aveva mai fatto. Piangeva silenziosamente, ma non riuscì ad asciugare quelle lacrime che facevano brillare i suoi occhi color del paradiso ancora di più.
Le scostò il ciuffo con delicatezza, e poggiò per un istante le labbra su quelle della bionda.
Si rese conto solo in quell’attimo di averle stretto il mignolo per tutto quel tempo, e con fatica riuscì a lasciarlo.

Mentre si allontanava Brittany capì. “ Sono io, vero? ” le chiese. “ Sono io il tuo principe azzurro? ” Una nota di speranza traspariva dalle sue parole.
In mano stringeva una collana, con un piccolo ciondolo a forma di scarpetta.
Santana si voltò, e annuì. “ Lo sei sempre stata. ” riuscì a dire tra le lacrime.
“ Ti ricordi come finisce la fiaba? ” domandò Santana.
Brittany fece cenno di sì con la testa.
“ E vissero per sempre felici e contenti. ” dissero insieme.
“ Vorresti vivere per sempre con me? ” chiese Brittany.
“ Non desidero altro. ” disse Santana in un sussurro.


“ San? ”mormorò Brittany.
“ Cosa? ”
“ Mi aiuti ad allacciarlo? ”











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E va be'... è venuta una cacca!!
Mi scuso per questo scempio, ma all'inizio mi sembrava una bella idea.
Oh... speriamo di fare meglio la prossima volta...
  
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