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Autore: JohnnyMignotta    12/10/2011    12 recensioni
"Usuratonkachi" fece Sasuke, derisorio: "era implicito. È innamorata di te, ma anche di me e pensa che noi due facciamo sesso". Gli prese una mano e "guarda" soffiò: "due più".
"Uno" sibilò Sakura, con gli occhi lucidi.
Naruto la osservò attentamente, imprimendosi come a fuoco il modo in cui appariva in quel momento: bianca, sottile, impalpabile, coi capelli raccolti, quasi innocente.
Poi diede un'occhiata anche a Sasuke, fotografando la sua espressione divertita, sarcastica, infinitamente complice.
Poi "tre" pronunciò. E si fece aria con una mano.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Questo è - e sono abbastanza presuntuosa da dirlo senza false modestie XDDD - il manifesto ufficiale del NaruSasuSaku. Chiunque passerà, d'ora in avanti, per questo pairing, passerà anche per Indaco, rosa pallido, arancio. E lo dico perché è quello che volevo leggere, perché è venuta esattamente come mi premeva fosse scritta e perché, personalmente, la amo di un amore tenero.
Ma non è per me che l'ho scritta. No-no. Sono due le signorine alle quali Il Manifesto dei NaruSasuSaku va ("ma quanto si prense sul serio 'sta zeroschiuma?". "Guarda, non lo so, tu lasciala fare"). Le dividerò in due deliziosi punti. *_*;;
1. Ilarione, che oggi compie gli anni! AUGURI, OFFICIAL BETA-READER! ♥♥♥ Spero proprio che questo threesome-regalo sia di tuo gradimento, my love. *w*
E, 2., Fra', la famosissima admin dell'altrettanto famoso Sharingan's Force, la quale non aveva mai pensato alla possibilità dell'OT3 e ne è rimasta estremamente colpita, grazie ad uno stralcio di questa storia XD sulla bacheca di un amico comune. *Coff coff* rekichan *coff coff*.
Ma, adesso, mi tocca dire un paio di cose su questa storia. ù_ù
A dispetto della mia solita tendenza ":D si tratta, ahimé, di una vera fanfiction: non i miei soliti racconti AU su charachter non miei, ma una fanfiction purosangue. Per questo ed altri motivi, ho fatto in modo di tenermi stretto l'IC dei personaggi e, se in alcuni punti non ci sono del tutto riuscita, chiedo scusa in anticipo ai miei adorati lettori panno-Nutellosi. :3
L'ambientazione, come capirete immediatamente, è la Konoha del Dopo Guerra Ninja.
Ho impostato il rating sull'arancione perché a Judine sembrava più opportuno (grazie per la consulenza, honey, a proposito ♥) "XD, ma per me sarebbe stata un giallo un po' ocra. ù_ù Nel senso che ci sono scene lime con tre personaggi coinvolti, ma non c'è veramente traccia delle mie solite lemon spintissime, sorry guys. XD L'ho fatto un po' per rendere omaggio ad Ilarione, che prima di conoscere me non aveva mai scritto roba a rating rosso ed un po' perché è così che m'immagino tutto questo: come dovrebbero andare le cose per il mio OTP. *CCC* Kishimoto, sul serio, se sei in ascolto, prendi esempio. ò_ò
E questo è quanto! XD Spero che Indaco, rosa pallido, arancio sia di vostro gradimento! Saluti e baci, merendine della mamma! :*





Indaco, rosa pallido, arancio

Le cose, a Konoha, procedevano meravigliosamente.
L'Hokage, dal divano, scosse la testa bionda, diede una sistematina al suo spolverino. Sbadigliò, indolente, controllando che il coprifonte fosse dritto. "Adoro dare udienza alla gente del villaggio" disse, distendendo le gambe.
Il capitano Uchiha, indaffarato com'era, fu costretto a sollevare lo sguardo dalla montagna di carte che sovrastava di quasi un metro la scrivania dell'Hokage, alla quale, per inciso, era lui a sedere. "Ed allora perché non lo fa, Hokage-sama?" chiese il ragazzo alto, muscoloso, ma magrissimo, assottigliando gli occhi già strettissimi, come fessure incandescenti.
"E perché" fece Naruto, grattandosi la pancia, "cosa ti sembra che stia facendo, di grazia?".
Il capitano Uchiha scosse la testa, facendo schioccare la lingua a ripetizione. Poi "Naruto-" disse, ma quello lo bloccò.
"Hokage-sama di giorno, bello" lo ammonì, sorridendo, furbo.
"Hokage-sama" si corresse Sasuke: "io sto dando udienza alla gente del villaggio. Lei" precisò "se ne sta tutto il tempo su quel divano, saluta tutti cortesemente, scambia due chiacchiere e poi, però, mi occupo di tutto io".
Il Settimo Hokage fece una smorfia. Poi stava per dire qualcosa, anche, ma il suo Kage Bunshin, alla porta, fece entrare il prossimo. Sia l'Hokage che il capitano delle sue guardie sorrisero, divertiti.
Che ci faceva Sakura lì?

"Sakura-chan!" fece Naruto, sollevandosi a sedere.
"Comodo, Naruto-" stava per dire, cortesemente, la ragazza col camice da ninja medico, i capelli legati da un fermaglio, gli occhi chiarissimi.
Ma "Hokage-sama" la corresse subito il capitano Uchiha, con un sorriso abbozzato: "chiamalo così, altrimenti si sente spodestato e si arrabbia". L'Hokage lanciò un kunai al capitano delle sue guardie. Quello lo scansò con estrema maestria, senza neanche voltarsi, continuando a sorridere a Sakura. "Perché sei qui? Fuori c'è gente che aspetta per parlarci-".
"Parlarmi!" sbottò l'Hokage, rosso in viso, facendo una linguaccia a Sasuke.
"-Per parlare con l'Hokage" gli concesse quello, esasperato, coprendosi la fronte con una mano: poi si rivolse a Sakura e "qualcosa non va?" le chiese, gentilmente.
Lei si lasciò cadere sul divano, accanto all'Hokage. Quello sbadigliò, assonnato. "Sì" fece Sakura, stiracchiando gli arti, in un suo caratteristico modo di manifestare imbarazzo, "c'è qualcosa che non va".
"No" urlò Naruto, serio, coprendosi la bocca con le mani, "non me lo dire. Hai finalmente deciso di lasciare la tua carica all'Ospedale di Konoha per farmi da capitano delle guardie, al posto di questo bastardo qui".
Sakura scosse la testa, sorridendo. "Direi proprio di no" si scusò, con un'alzata di spalle.
"Allora" fece Sasuke, con gli occhi bassi su un documento, "Tsunade e quell'idiota di Kakashi si sono finalmente ricreduti ed hanno deciso di dare a me la carica di Hokage, visto che quest'usuratonkachi lascia comunque fare tutto a me".
Sakura rise, si strinse appena appena a Naruto. "Ma no, gli anziani sono entusiasti dell'operato di Naruto".
Naruto fece una linguaccia al capitano delle sue guardie e "ci hai provato, Uchiha" lo ammonì. Poi, a bassa voce, fingendo di non voler essere sentito, "nukenin" sussurrò, coprendosi la bocca con una spanna.
Sasuke scosse la testa e "dai" disse, incitando Sakura: "si può sapere cosa ti ha spronato a fare una fila di due ore per parlare con questo". Qui si fermò, silenzioso. "Scendiletto?" apostrofò l'Hokage, completando la sua domanda.
Sakura arrossì di colpo. Si fece minuscola, a contatto con la trama colorata del divanetto. Naruto le si avvicinò, le cinse le spalle con un braccio. "Sakura-chan?" la invocò, quasi paterno.
Lei socchiuse gli occhi. Sospirò. Poi "voi due" disse, seria, "mi avete chiesto di uscire. Tutti e due".
Sasuke lanciò un'occhiata di fuoco all'Hokage, il quale, per qualche istante, si sentì già incenerito dall'Amaterasu. Si toccò il petto, per assicurarsi di essere tutto intero, e poi guardò intensamente Uchiha Sasuke che, divertito, non aveva neanche attivato lo Sharingan.
Allora Naruto annuì, teatrale, fingendosi disinvolto. "Sakura-chan" disse, stringendola più forte, "non dovevi scomodarti, venendo fin qui, per dire a Sasuke che hai scelto Ichiraku e me".
Sakura lo guardò per un istante negli occhi, seriamente perplessa. "Hokage-sama" pronunciò, convincente, "lei sa che io le voglio bene, che rischierei la vita per lei, come ho già fatto in passato e farei ancora, altre mille volte, ma-".
Qui Uchiha Sasuke la interruppe, imbustando un documento, mettendolo in un cassetto della scrivania. "Ma" continuò lui per Sakura "io sono il suo primo amore, la sua cotta adolescenziale: non vedo proprio come avrebbe potuto scegliere te". Poi prese una penna, scrisse qualcosa su un foglio, lo ripiegò, leccò la punta della penna e "idiota" aggiunse, perentorio.
Naruto fece una smorfia piuttosto eloquente e sollevò il dito medio.
Ma Sakura stava scuotendo la testa. "Sasuke-kun" sibilò, stropicciando gli orli del proprio camice bianco, "non è proprio così".
Naruto spalancò gli occhi. "Sasuke" balbettò, allungando a dismisura le vocali, in un'intonazione tipica che usava spesso, pronunciando il nome del capitano delle sue guardie, quando c'era da lamentarsi per qualcosa. "Sta dando buca a tutti e due".
Allora Sakura si alzò in piedi. "No, no, no" disse, quasi isterica: "proprio l'opposto!" gemette, quasi rabbiosa.

E, visto che i suoi due compagni di squadra continuavano a tacere, tra il perplesso e lo stupito, spiegò tutto per bene, senza omissioni.
"Il fatto è che io amo Sasuke" cominciò. "Lo amo da sempre. All'inizio era il bello della rivalità con Ino, del fascino del bello e dannato che emanava in età prepubere. Poi era la comodità dell'amore impossibile, che cade a fagiolo, quando non sei pronta per una vera relazione. E poi c'è il fatto che non riuscirei mai a smettere di pensare a te, Sasuke-kun" gli spiegò, avvicinandoglisi: "sei e sarai per sempre il mio unico, vero amore".
Qui prese fiato. Sasuke le stava sorridendo. Naruto, attonito, la fissava, come ipnotizzato. "Quanto a Naruto" continuò: "mi hai amato così tanto, quando eravamo ragazzini, che sei diventato il mio punto di riferimento. Ho quasi dovuto imparare ad amarti. Tu ed io condividevamo lo stesso dolore, la stessa angoscia, le stesse paure. Eravamo così simili e tu diventavi ogni giorno più bello. Era inevitabile che m'innamorassi di te, visto il fisico che ti ritrovi".
Naruto, rosso come un pomodoro, "grazie" biascicò.
Sasuke fece dondolare una penna e "io non vedo ancora il punto" annunciò.
"Il punto" spiegò Sakura "è che voi due vivete insieme da quando è finita la guerra". Contò uno, due, tre anni sulle dita. "Vivete insieme. Mangiate alla stessa tavola, lavorate insieme e, sinceramente, non mi meraviglierei, se venisse a sapere che ci dormite anche, insieme". Qui prese un profondo respiro. "È inevitabile, per una persona che abbia la testa sulle spalle, farsi delle domande a proposito della vostra relazione".
Sasuke, semplicemente, rise.
Naruto inclinò la testa di lato e "non ho capito" concluse, serio.
Il capitano delle guardie dell'Hokage lasciò la scrivania e si andò a sedere accanto al suo amico biondo. "Naruto" gli disse, mettendogli una mano su una gamba, "ho una brutta notizia per te: la nostra Sakura-chan ha fantasie yaoi su noi due insieme".
L'Hokage sbarrò gli occhi. Sasuke annuì, come per consolarlo. Sakura si portò il palmo di una mano alla fronte e schiacciò forte.

"Non ho detto questo" si difese, cercando di calmarsi.
Sasuke rise. "No, no" la corresse: "hai detto proprio questo".
Naruto continuava ad avere gli occhi sbarrati. Cominciò a farsi aria col suo berretto da Kage, che teneva nascosto sotto il divano, e si sfilò lo spolverino della Terra del Fuoco, ereditato direttamente da suo padre.
Sakura, alla fine, si lasciò ricadere le baccia lungo i fianchi. "E va bene" concesse loro: "è di relazioni omoerotiche che stiamo parlando".
Sasuke applaudì molto lentamente, come prendendola in giro, sottolineando quanto questa constatazione fosse scontata. "E ci tieni qui da quindici minuti per dirci che ti piace immaginarci in atteggiamenti affettuosi?".
Naruto si coprì le orecchie, arrossendo. "Sakura-chan" brontolò, lamentoso, "ci sono altre venti persone, qui fuori, da ascoltare prima di cena: il mio Kage Bunshin sta per suicidarsi e francamente anche io, se penso a ciò che immagini venga fatto al mio povero popò".
Sakura sgranò gli occhi. "Al tuo povero che?" chiese, attonita.
Sasuke gli accarezzò una spalla, dolcemente, e "non necessariamente al tuo, usuratonkachi" lo corresse, non sembrando rassicurante neanche per un istante.
Allora Sakura si fece coraggio e si sedette tra di loro. "Ok" disse, seria. "In un certo senso è quello che volevo sentirmi dire" ammise. Poi scosse la testa, pensierosa. "Ma voi siete sicuri di non aver mai conigliato?".
Sasuke rise fragorosamente, poggiando un gomito su un bracciolo del divano.
L'Hokage, con un'espressione disgustata, "assolutamente no!" esclamò, come scottandosi.
"Be'" fece Sasuke, ripensandoci. "Il nostro Hokage si masturba molto frequentemente-" disse e stava anche per continuare, ma l'attimo dopo Naruto aveva sovrastato Sakura con tutto il corpo, fino a raggiungere Sasuke, per tappargli la bocca. Però Sasuke continuava a parlare contro la sua mano, con buona pace di Sakura, che urlava, imprecava e rideva.
Poi Sasuke leccò la mano che gli tappava la bocca. "Usuratonkachi" ringhiò, quando Naruto la tolse, prima di avventarsi su di lui, contro il pavimento.
Naruto gli diede un calcio, rotolando fin quasi sotto la scrivania e "questa me la paghi, gattaccio" disse, asciugandosi la saliva sulla stoffa del giubbotto verde da Jonin.
Sakura arricciò le sopracciglia e "shannaro!" esclamò, lanciandosi sul pavimento a sua volta, l'attimo prima che la porta si aprisse, per far apparire Kakashi.

"E allora" chiese il Sesto Hokage, "voi tre?". Il Kage Bunshin alla porta sollevò le spalle, come per scusarsi, per averlo fatto entrare. "Hokage-sama, star qui a giocare coi suoi ex-compagni di quadra, mentre i suoi concittadini aspettano per parlare con lei, non mi sembra un atteggiamento molto serio".
Naruto, sollevandosi dal pavimento, abbassò lo sguardo. "Mi dispiace, Kakashi-sensei" balbettò, a testa bassa.
"È colpa mia, Kakashi" fece Sasuke, tornando alla scrivania: "avevo voglia di giocare, per scaricare lo stress".
Sakura fu l'ultima ad alzarsi dal pavimento. Si sistemò il camice sulle ginocchia, scrollò la testa, i capelli rosa e "no, Sensei" abbozzò, risentita, "sono io che avrei potuto parlare con loro senza venire a colloquio. Mi dispiace".
"Va bene" sbottò il Sesto Hokage, sistemandosi la sua maschera nera sul viso: "è colpa di tutti. Adesso, per favore, a lavoro: Konoha dipende da voi".
Quando si chiuse la porta alle spalle, Sakura prese immediatamente la parola. "Stanotte" disse: "qui".
Sasuke, dalla scrivania, "che succederà?" le chiese, scambiandosi occhiate interrogative con l'Hokage.
Sakura arrossì per un istante, ma poi sorrise, estremamente consapevole. "Capiremo" spiegò, "se ho davvero bisogno di scegliere uno tra voi due idioti".

Quando anche l'ultimo abitante del Villaggio della Foglia lasciò l'ufficio dell'Hokage, finalmente anche Sasuke potè rilassarsi.
"Sono stanchissimo" fischiò Naruto, accavallando le gambe sul bracciolo della poltrona.
Il capitano Uchiha lo guardò di sottecchi. "Ma se non hai fatto praticamente nulla!" protestò, pungente. "Mi riesce davvero difficile credere che un tale pigrone abbia vinto una guerra praticamente tutto solo" lo derise, sarcastico.
Naruto sollevò le sopracciglia, tenendo gli occhi chiusi, e "pensa che questo pigrone ha battuto anche te, capitano" asserì, mettendo l'accento su quel vocativo. Ed avrebbe volentieri aggiunto ancora qualcosa a proposito, ma il sonno stava sopraggiungendo ed il sole, lentamente, stava tramontando su Konoha. "Sasuke" lo invocò allora piano, facendogli segno di avvicinarsi, "vieni qui" aggiunse: "non riesco a dormire, se sei distante".
Allora Sasuke semplicemente sorrise e si sollevò dalla poltrona alla scrivania. Guardò Naruto dall'alto, i suoi lineamenti sereni, le palpebre calate su quegli occhi chiarissimi, i capelli biondi come grano duro, l'espressione innocente, nonostante i suoi 20 anni, nonostante la guerra, nonostante il Kyuubi, nonostante tutto, e poi lo spinse contro lo schienale.
Naruto, brontolando, si sistemò sul fianco. Sasuke sbuffò, ma si tolse il giubbotto verde. Quando si distese accanto all'Hokage, i loro respiri erano vicinissimi.
Dormivano sempre così, da tre anni. Era, in segreto, il loro modo per dirsi, ogni sera, sono qui.

L'Hokage, di tanto in tanto, sorrideva. Apriva per un istante gli occhi, per assicurarsi che Sasuke fosse lì, e poi li richiudeva. Il capitano Uchiha era solito deridere quell'ossessivo verificare la sua presenza, ma, quella sera, non appena Naruto schiuse i suoi occhioni chiari, parlò. "Secondo te" chiese, "cosa intendeva Sakura?".
Naruto alzò le spalle. "Insinua" rispose, lapidario.
Sasuke notò che il coprifronte sulla testa dell'Hokage era un po' storto. Lo raddrizzò, premuroso, e Naruto, in segno di gratitudine, gli appoggò la testa contro il petto. Sasuke sospirò. "Konoha" precisò, duramente, "insinua".
Naruto aprì finalmente gli occhi. "E cosa insinua?" chiese, perplesso, grattandosi una tempia.
Sasuke si strinse un po' l'Hokage addosso, possessivo. "Le stesse cose che insinua Sakura" spiegò, sovrappensiero.
"E cioé" fece Naruto, ai massimi storici della perplessità, "che conigliamo, per dirla come la direbbe lei?".
Sasuke annuì. Trascorse qualche istante di assoluto silenzio, mentre Sasuke accarezzava la schiena dell'Hokage dolcemente, sintonizzando il proprio respiro col suo, per non dargli fastidio. Poi, tutto d'un tratto, ricominciò a parlare, scuotendo Naruto da un lieve torpore. "In effetti" cominciò, "non è poi da biasimare".
"Chi?" fece Naruto, storcendo la bocca.
"Sakura e chi insinua con lei" precisò il capitano delle guardie dell'Hokage, perentorio, lapidario, quasi cattivo.
Naruto gli accarezzò piano una guancia. "Ma se non ci siamo neanche mai baciati" ridacchiò, un po' sovrappensiero, come sognante.
Sasuke rise. "Be'" snocciolò, felice, "questo non è del tutto vero".
Naruto fece il gesto di buttarlo giù dal divanetto, scherzoso. "Sasuke" biascicò, sempre con quel suo tono lamentevole, vagamente sensuale, "non erano baci veri quelli! Né quello dell'ultimo giorno di Accademia, né quello nella cascata!".
Risero ancora e per un po' se ne stettero ancora così, vicinissimi, a chiacchierare sottovoce ed a lottare dolcemente, come bambini. Poi qualcuno bussò alla porta.
"Entra, Sakura" fece Sasuke. E Sakura, coi capelli raccolti in una treccia intorno alla testa ed una coperta tra le braccia, entrò.

Non c'era imbarazzo, né tensione.
Mentre Sasuke distendeva la coperta sul pavimento, Naruto si tolse il giubbotto da Jonin ed il coprifronte e Sakura restò alla scrivania dell'Hokage, sorridendo, a guardare la loro foto, quella di quand'erano bambini.
"Non smetterò mai di dire" accennò, ridacchiando, "che questa foto ci descrive in modo precisissimo".
Naruto la raggiunse alle spalle, chiudendo le tende sui vetri delle finestre. "Guarda la faccia di Sasuke" indicò, coprendosi gli occhi. "E te, Sakura!".
Anche Sasuke si unì a loro. "Naruto, per piacere" lo smontò. "È la tua faccia ad essere una vergogna per il ninja che sei diventato". Naruto e Sakura si voltarono verso Sasuke all'unisono, di scatto. "Che c'è?" chiese Sasuke, aggrottando la fronte.
"Sbaglio o hai appena fatto un ben celato complimento alle mie qualità di ninja?" chiese l'Hokage, gesticolando.
Uchiha Sasuke restò zitto, ma andò a sedersi sulla coperta, borbottando qualcosa in una lingua tutta sua, criptica. Sakura e Naruto si guardarono per qualche istante, profondamente perplessi, ma poi lo raggiunsero sul pavimento.
Sakura poggiò la schiena alla scrivania dell'Hokage. Sasuke incrociò le gambe. Naruto si distese sulla coperta, poggiò la testa sulle gambe di Sasuke ed i piedi in grembo a Sakura. Nessuno dei due si oppose.
Nessun imbarazzo. Nessuna tensione.

"Ok" fece Sakura: "direi che possiamo dare ufficialmente inizio alla nostra prima lezione per il ciclo Team 7".
Naruto agitò una mano, come scacciando un insetto, e "salta i convenevoli, Sakura-chan" disse "e va' al sodo".
Sasuke, accarezzandogli i capelli, "delicato" lo apostrofò, beccandosi un ceffone all'apparenza affettuoso, ma non per questo meno doloroso.
Sakura assunse quella sua aria da maestrina che le veniva, di tanto in tanto, quando c'era da stilare liste, compilare rapporti o essere fiscali. "Vogliamo riassumere le conclusioni alle quali siamo arrivati fino ad ora?" abbozzò, un po' imbarazzata.
Sasuke storse la bocca e "ad occhio e croce direi che il tutto possa essere sintetizzato con la frase: dovremmo fare sesso in tre" annuì, completamente sicuro di sé, sfoggiando persino un sorriso sfacciato.
"Cosa?!" sbottò Naruto. "E quando l'avremmo detto? Io dov'ero?" cominciò a preoccuparsi, mettendosi a sedere, asciugandosi rivoli di sudore immaginari dalla fronte.
Sakura riuscì solo a balbettare qualcosa di incomprensibile, arrossendo, e poi a sospirare.
"Usuratonkachi" fece Sasuke, derisorio: "era implicito. È innamorata di te, ma anche di me e pensa che noi due facciamo sesso". Gli prese una mano e "guarda" soffiò: "due più-".
"Uno" sibilò Sakura, con gli occhi lucidi.
Naruto la osservò attentamente, imprimendosi come a fuoco il modo in cui appariva in quel momento: bianca, sottile, impalpabile, coi capelli raccolti, quasi innocente.
Poi diede un'occhiata anche a Sasuke, fotografando la sua espressione divertita, sarcastica, infinitamente complice.
Poi "tre" pronunciò. E si fece aria con una mano.

Stettero zitti per qualche istante: l'Hokage col suo tre sulle dita, il capitano Uchiha vicinissimo a lui e Sakura con la schiena appoggiata alla scrivania, rossa in volto, ma determinata.
Fu lei a parlare, quando capì che, se non l'avesse fatto, non avrebbero più detto una sola parola. "Sì" disse, non sapendo in che altri termini metterla: "credo che il ménage à trois sia la soluzione".
"No" fece Naruto, scuotendo la testa. Sasuke e Sakura si bloccarono per un istante. Poi però l'Hokage continuò, dicendo: "niente paroloni altisonanti davanti all'Hokage, signorina". E allora Sasuke e Sakura poterono scambiarsi un'occhiata, sollevati.
"Ménege à trois sta per" spiegò Sasuke, impersonando l'esasperazione: "cosa a tre".
Sakura si nascose per un attimo dietro una spanna, poi sospirò e "io non ho mai fatto sesso" confessò, come se avesse aspettato, trepidante, fino a quel momento, solo per tirarlo fuori.
Naruto alzò le spalle e "neanche io" vibrò, in risposta.
L'attimo successivo stavano entrambi fissando Sasuke, il quale scosse la testa, inclinando le sopracciglia. "Siete i peggiori" disse loro, accusandoli.
"Che abbiamo fatto adesso?" si lamentò Naruto, dondolando la testa da un lato e dall'altro, quasi teneramente.
Sasuke storse la bocca. "State per tirare fuori un'altra volta l'argomento Orochimaru" constatò, come risentito. "Come ve lo devo dire che non mi ha mai toccato con un dito?".
Sakura scosse la testa. "Ma infatti nessuno parla di dita, Sasuke-kun" ridacchiò: "noi ci riferiamo ai serpenti".
Naruto annuì, stando al gioco, e "ed a quella disgustosa lingua" aggiunse.
E fu così che si meritò un cazzotto al centro della testa. Poi Sasuke guardò Sakura, la puntò con un dito e "ringrazia che sei una femmina, Haruno" le intimò.
Naruto fece di no con la testa e "non la pensavi allo stesso modo, quando stavi per farle la pelle, dopo aver ucciso Danzo" commentò, sottilmente.
E fu così che Naruto si meritò un secondo cazzotto al centro della testa. Da Sakura, 'sta volta. "Grazie per avermi ricordato quel piacevole momento, Hokage-sama, mille grazie" sbottò, dura. Poi si rivolse a Sasuke. "E comunque non eri un sostenitore dei diritti delle donne neanche quando ti sei fatto scudo della povera Karin, sempre contro Danzo, Sasuke-kun" gli ricordò, ferma, posata, distaccata.
"Già" esclamò Naruto, concorde: "quei capitoli sono stati proprio l'apoteosi del tuo odio verso le donne".
E fu così che si meritò un terzo cazzotto al centro della testa, da Sasuke, che sospirò, stremato. "Ma non stavamo parlando di sesso noi tre?".
"Vero? L'avevo scordato" lo prese in giro Sakura, gesticolando, teatrale, con un sorriso complice.
Naruto annuì a sua volta e "ci stavi dicendo cosa ti faceva quel viscido squamoso di Orochimaru con la sua bella lingua lunga" rise, facendo in tempo a scanzare l'ennesimo cazzotto in testa, questa volta doppio, perché sferrato contemporaneamente da Sakura e da Sasuke.
Poi Sasuke sfoggiò uno dei suoi sorrisi seducenti, pericolosi, quasi velenosi. "E così vi piacerebbe che vi raccontassi di un serpente nel mio sedere" sussurrò. Naruto inghiottì. "Delle mani e della lingua di Orochimaru sul mio petto nudo" continuò, mordendosi le labbra. Sakura annuiva velocemente. "Della sua lingua esperta attorno al mio". E qui si fermò, prima che sia Naruto che Sakura andassero in iperventilazione. Rise di gusto, osservando le espressioni sconvolte sui loro volti. "Spiacente, ragazzi" disse, alla fine, "ma devo deludervi: sono vergine".
Naruto strabuzzò gli occhi. "Ops" deglutì, imbarazzatissimo. "Credo di avercelo duro".
Sakura si coprì la bocca con le mani. Ridacchiò, dolcissima, e "oddio" sibilò.
Sasuke sorrise, facendo come un accenno di inchino, e "lo prendo come un complimento" disse, sensuale.
Naruto inghiottì oceani di saliva. Poi si fece coraggio. "Lo è" azzardò.

Trascorse qualche istante, in cui Sasuke e Naruto si guardarono così intensamente che pareva stessero per combattere l'ennesima battaglia all'ultimo sangue. Poi però Sasuke sorrise. Naruto allora abbassò lo sguardo per qualche istante, prima di sorridegli in risposta.
Allora Sakura si fece forza. "Naruto" chiese, "ti posso fare una domanda?".
Naruto fece sì con la testa. "Tutto quello che vuoi, Sakura-chan" precisò, zelante. Il capitano Uchiha si mise comodo, pregustandosi la scena.
Sakura prese fiato. "Tu" fece, mordendosi le labbra rosee, carnose, "pensi mai a me o a Sasuke in quel senso?". Naruto guardò Sasuke, come per cercare appoggio. Non lo trovò. Allora scommise di nuovo su Sakura, che aggiunse, semplicemente, un "sii sincero" neutrale.
"Per in quel senso" chiese allora Naruto "intendi proprio quel senso lì?".
Sakura annuì e "conosci altri sensi?" lo sfidò.
Sasuke lo incitò, rassicurante. "Su, usuratonkachi" pronunciò, sorridente, "rispondi".
Allora Naruto sbuffò. "Sì" ammise. "Contenti?".
Sakura rispose con un'altra domanda. "Nel senso che" indagò "ti viene duro, pensando a noi?".
Naruto capì immediatamente che tanto valeva strapparsi il cerotto in fretta ed "esatto" confermò.
Allora intervenne Sasuke e "e ci immagini fare sesso?" domandò, leccandosi le labbra.
Naruto annuì, guardando a turno prima Sakura, poi Sasuke.
"E ci sei anche tu?" incalzò Sakura, curiosa, disinibita, con uno strano sorriso sul volto sottile.
"A volte sì" specificò Naruto; "altre no". A quel punto piombarono tutti e tre in un religioso, imbarazzante silenzio. Poi Naruto sospirò e "cazzo" imprecò: "sono eccitatissimo".
Sakura socchiuse gli occhi e, quasi dolorosamente, "anche io" sibilò.
Sasuke guardò negli occhi Naruto. Naruto, semplicemente, annuì. E così Sasuke la baciò.

Sakura si staccò da Sasuke, quando Naruto brontolò, trafficò con la coperta, mugolò improperi.
Allora il capitano Uchiha si voltò a guardare il suo Hokage: si era inginocchiato accanto al loro abbraccio e teneva le braccia conserte. "Che c'è, idiota?" gli chiese, prendendolo in giro.
Sakura si aggrappò alla felpa indaco di Sasuke, scosse la testa rosa pallido, osservò attentamente i riflessi arancio nei capelli di Naruto.
Naruto gonfiò le guance, in protesta. Poi "bacia anche me" disse, soltanto.
Sakura ridacchiò, strofinando la fronte contro il petto di Sasuke, e lui sorrise in quel suo modo pericoloso, ma dolcissimo. "Questo è un ordine, Hokage-sama?" chiese, pieno di sottintesi.
Naruto gli si avvicinò. Moltissimo. "Mi baceresti comunque" disse, sottovoce, "anche se non lo fosse".

Stava succedendo.
Sakura chiuse gli occhi per qualche istante. Quando li riaprì, si stavano baciando.
Ed il loro primo bacio consenziente non fu solo un bacio. Fu animalesco, brutale, virile. Non erano solo le bocche a baciarsi: anche le loro braccia muscolose erano coinvolte, le mani possessive ed i fianchi affamati. Sembrava stessero lottando, quando Naruto finì con la schiena sul pavimento, quando Sasuke cominciò a sfregargli il bacino contro.
"Questa" ammise Sakura, controllando di non avere la febbre, con una manina sulla fronte, "è decisamente la cosa più sexy che io abbia mai visto".
Naruto leccò ancora una volta la lingua di Sasuke, girandole intorno, con gli occhi socchiusi; poi gli diede un bacio di commiato sulla bocca umida di saliva, facendo schioccare le labbra, e "Sakura- chan" obbiettò, "ne sei sicura?".
Sakura annuì. "Anche tu hai ammesso che ti eccita immaginare me e Sasuke insieme. Perché per me dovrebbe essere altrimenti?".
Sasuke morse il labbro inferiore di Naruto. "Le mancava solo l'omofobia" puntualizzò, morbido, contro il suo corpo, "Hokage-sama".
"Omofobia?" chiese Naruto, grattandosi la testa, con la mano appena sfilata dal sedere del capitano delle sue guardie. "Ma io non sono omofobo! E poi omofobo contro chi, scusate, io non vedo gay qui-". Poi però s'interruppe. Da solo. Sakura e Sasuke lo guardarono come se avesse appena detto di essere ancora sicuro al cento per cento che Tobi fosse Madara. "Ah" annuì immediatamente l'Hokage. "Perché baciare Sasuke è una cosa da gay".
Sakura scosse la testa, rassegnata alla dilagante ed immutabile ingenuità di Uzumaki Naruto. "Non c'è niente di male" tentò di tranquillizzarlo Sakura, visto che era arrossito di colpo. "Siete bellissimi. Non so se preferirei gettarmi tra di voi o restare a guardarvi per sempre".
Naruto sorrise, divertito, e "porcellina" la apostrofò, con buona pace di Sasuke, che fu costretto a schiaffeggiarlo, prima di ricominciare a baciarlo. Si strusciarono, leccandosi, con la bocca aperta, per qualche minuto, con Sakura ferma, zitta, a guardarli, come ipnotizzata. Poi Sasuke divise la sua bocca da quella di Naruto, che socchiuse gli occhi e "sì, scusami" tentò, distogliendo lo sguardo. "Sono in condizioni patetiche".
Sasuke gli accarezzò la fronte. "Mi piace" asserì. Poi si spinse più a fondo contro i suoi addominali di marmo. Anche le sue condizioni non erano delle migliori. "Mi piace molto" rafforzò.
Sentirono entrambi Sakura gemere qualcosa, sommessamente. Lei arrossì per un istante, quando entrambi si voltarono a guardarla. Poi "mi pare" accennò "che una sola delle tre coppie possibili non abbia ancora riscosso successo".
E allora Naruto si sollevò sui gomiti, facendo sì che Sasuke gli si sedesse sul bacino, intrappolandogli i fianchi tra le gambe muscolose. "Vieni qui" disse a Sakura.
E Sakura si avvicinò, si sistemò i capelli sfuggiti alla pettinatura dietro le orecchie e si chinò. Naruto le afferrò la nuca, si portò la sua bocca contro la propria. Le labbra, le guance, i denti, le salive parteciparono a quel bacio. Quando Sasuke posò le proprie labbra, chiuse ed asciutte, contro il collo esposto di Sakura, quella gemette nella bocca aperta di Naruto.
Stava succedendo.

"Ho le farfalle nello stomaco" asserì Sakura, quando il bacio tra lei e Sasuke si risolse in un ennesimo bacio tra Sasuke e Naruto che, possibilmente, sarebbe presto culminato in un altro bacio tra Naruto e Sakura.
Naruto si staccò dalla bocca di Sasuke bruscamente. "A me gira la testa" si lamentò.
Sasuke si tolse la felpa, esponendo il suo petto glabro, bianchissimo, nudo, quasi splendente e "io non ne posso più" ammise. Sakura ansimò forte. Naruto si morse le labbra.
"Sai cosa mi è sempre piaciuto di te, Sasuke-kun?" gli chiese Sakura, con entrambe le mani aperte sul suo petto nudo.
Naruto intervenne, ridacchiando. "Che colga ogni buona occasione per restare seminudo? È lo stesso motivo per cui piace a buona parte dei suoi fan".
Sasuke parlò contro la sua bocca. "Come se non fosse anche il tuo, di motivo" sussurrò. Poi gli leccò piano le labbra, lascivo.
"Stai scherzando?" sbottò Naruto, non lasciandosi coinvolgere dai suoi modi melliflui, sensuali. "Mi piacevi da prima che cominciassi a spogliarti ogni due scene, a caso".
Sasuke sorrise, malizioso. "Che dichiarazione d'amore toccante" lo derise, facendolo arrossire.
"Ehi" s'intromise Sakura, facendo notare la propria presenza: "sai cosa mi è sempre piaciuto di te, Sasuke-kun? Due".
Naruto ridacchiò. "Diglielo, Sakura-chan!" la incitò.
Sasuke raggiunse una delle sue manine contro il proprio petto. "Dimmelo, Sakura-chan" ripetè, sensualissimo.
Sakura sollevò le sopracciglia. "Che riesci sempre a far fare a noi il lavoro sporco, mentre tu resti a guardare" disse, fingendosi indignata.
Sasuke scosse la testa. "Guarda che questo è quello che fa il nostro Hokage".
Naruto, che stava tentando di sbirciare sotto l'abitino di Sakura, fu colto in flagrante. Rise, nervoso. "Sono stato nominato?" chiese, abbassandosi la zip della felpa nera ed arancio.
Sasuke e Sakura lo degnarono a stento di un'occhiata. Poi Sakura spiegò cosa intendeva, portandosi le mani alla schiena e sbottonandosi l'abitino rosso. "Io vi ho confessato che mi piace immaginarvi insieme da subito" disse, morbidissima, liscia, abbassandosi le bretelle del vestitino e rivelando un reggiseno rosa piccolissimo e il ventre piatto. "A Naruto abbiamo estorto qualcosa" continuò, portando l'abitino oltre le cosce morbide, sfilandoselo. "Ma tu?" concluse.
Naruto trattenne il fiato, quando Sasuke infilò una mano tra le gambe di Sakura, a contatto col cotone delle sue mutandine. E Sakura tremò, singhiozzò, per poco non perse l'equilibrio, quando Sasuke afferrò qualcosa di turgido di Naruto in una mano, attraverso la stoffa dei pantaloni. "Direi" rispose, con gli occhi socchiusi, "che Naruto in me ed io in te potrebbe essere la soluzione ad uno a caso dei nostri problemi".

L'Hokage, dal divano, cominciò a russare. Era nudo. Si grattò la testa, indolente, continuando ad emettere versi osceni.
Sakura, distesa sopra di lui, anch'essa nuda, bianchissima, dormiva con la bocca socchiusa.
Il capitano Uchiha li guardò ancora per qualche istante, prima di sollevarsi in piedi. Barcollò. Aveva mal di testa. Si avvicinò alla finestra, camminando lentamente, ed aprì le tende. Un'alba bellissima stava sorgendo su Konoha. Sasuke guardò le case, i giardini, le prime persone al mercato. Da lì, loro tre potevano vedere tutto. Potevano avere tutto.
Erano invincibili.
Naruto aprì gli occhi all'improvviso. "Sasuke!" urlò immediatamente, non avvertendo il suo calore. Poi sentì il peso di Sakura.
Sasuke, alla finestra, "sono qui" disse, piano.
Ed il Settimo Hokage si tranquillizzò, accarezzando i fili rosa dei capelli di Sakura, contro il suo petto. "Mi hai spaventato, bastardo di un Uchiha" sibilò, con gli occhi socchiusi, alzando un braccio, per esibire un'ascella disseminata di peli biondissimi. "Vieni qui".
Sasuke ci andò. Si baciarono nell'alba.

Tra un'udienza e l'altra, sul divano, il capitano Uchiha e l'Hokage si baciavano, si toccavano, ridevano.
"Questo" disse ad un tratto Naruto, con le mani di Sasuke nei pantaloni, "non è molto professionale da parte mia".
Sasuke sbarrò gli occhi, interrompendo l'azione altruista che stava compiendo lì sotto. "Perché startene tutto il giorno ad oziare, mentre io lavoravo, lo era" sbottò, serio.
Naruto ridacchiò, incitando quella mano a ricominciare. "Coinvolgere anche l'unico che faceva qualcosa nella mia nullafacenza lo è" asserì, contro le sue labbra, proprio quando il Kage Bunshin alla porta bussò.
"C'è Sakura" disse quello. "La faccio entrare".
E l'attimo dopo erano in tre, sul divano, nell'ufficio dell'Hokage, ed in due nei pantaloni di Naruto. "Ciao" gemette Sakura, scrollando la capigliatura rosa, unendosi al loro abbraccio.
Sasuke le spostò una ciocca di capelli dal viso e le baciò una tempia. Naruto si prese la sua bocca.
Le cose, a Konoha, procedevano davvero meravigliosamente.
   
 
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