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Autore: Seraphyne    12/10/2011    0 recensioni
"Non avevo mai fatto caso a quanto splendente e affascinante potesse essere. Senza accorgermene stavo ululando.. "
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte senza luna. Una notte d'estate come altre, macchiata però,da una torrenziale pioggia e da folgori acceccanti. Solo una come tante altre, quella sera.
Nulla cambiava ormai, ho fermato il tempo a quando le stelle erano ancora padrone del cielo, e vantavano la loro bellezza, orgogliose dominatrici della limpida oscurità che abitavano.
Non c'era freddo, non c'era pioggia, non c'era tristezza, ne tantomeno la solitudine.
Sulla riva del lago intonavo puntuale una delle tante melodie che amavo, le note sulle corde della chitarra erano del tutto automatiche, uno sbaglio in più uno meno, ci riuscivo.
Ero sola, e felice di esserlo. Io la natura e la musica.
La pace era con me, la felicità forse non ancora, anche se pensavo di averla provata. Mi sbagliavo.
Il fruscio del vento tra le foglie degli alberi,era il mio coro, le stelle il mio pubblico, e il lago il mio meraviglioso palcoscenico. Tutto era in armonia con se stesso e con gli altri. Si poteva desiderare di meglio?
Le ultime note risuonarono lente e basse, non era di certo una melodia attiva e allegra. Sorrisi, non ricordo perchè.
Avevo la luna davanti agli occhi, grande, mai vista così, ne credo succederà di nuovo.
Non avevo mai fatto caso a quanto splendente e affascinante potesse essere. Senza accorgermene stavo ululando.. alla luna.
No, non ero un lupo mannaro, o almeno credo.
Ho sempre pensato che i lupi ululassero alla luna per un motivo, forse non scientifico, ma vedendomi come un lupo, quella sera, senza nememno accorgermene, avevo la sensazione di richiamare il vero mondo da dove venissi.
Un po' come noi comuni umani,abbiamo bisogno di "ricordare" chi siamo e da dove veniamo, ma non riusciamo a trovare risposta e allora chiediamo aiuto. Come l'ululare dei lupi per farsi ascoltare. << Ritornerò>> Così sembra dire.Così sembra a me. Amelia Fritjof. Importava il mio nome?
Troppe domande esistenziali ruotavano senza sosta nella mia testa, eppure la sentivo così leggera e vuota, ma bene.

Una folata di vento molto forte e gelida, mise a fine a tutto, pensieri, sogni, ricordi,speranze.
Quando riaprì gli occhi, il vento era cessato. Quando riaprì gli occhi, qualcosa avanzava verso di me, camminava come se nulla fosse sull'acqua. Un lupo nero. Occhi d'argento.
Portava al collo un ciondolo illuminato dai raggi della luna. Dovevo provare qualcosa, oltre alla meraviglia che avevo davanti?
Quando mi fu vicino da qualche centimetro, perdermi in quegli occhi mi sembrò la cosa più normale del mondo.
Ogni cosa si oscurava d'innanzi a quelle iridi così brillanti.
Accarezzai la sua testa, ma il lupo non si mosse, non finiva di osservarmi, poi fece un cenno come per prendere quel ciondolo. Era metà sole fatto d'oro giallo,e metà luna d'oro bianco. Lo presi in mano, inizialmente sentì un formicolio, poi una luce si spriogionò da esso, guardai verso il cielo instintivamente.
Una donna dai lunghi capelli neri, e gli occhi ambrati, volava nel cielo.Aveva la carnagione leggermente abbronzata, un sorriso come pochi, labbra sottili.Snella.Era vestita in modo semplice legata alle braccia da fili d'oro e argento, intrecciati tra loro.
La sua voce poi, non ho ancora sentito mai nulla di simile.

<< Il sapere è un pregio di pochi. Le porte non si apriranno se di pregi non ne sei stato purificato. Figlio del Sole, gioiello di Luna. A te l'onore di portare nel nostro Regno, l'Eden ripudiato.>>

Sentii allora il lupo ululare maestosamente, un ululare pieno di tristezza e forte emozione, ma anche con la stessa grinta di un grido di battaglia, e la dolcezza di una consolazione.

Era possibiloe descrivere l'emozione?
Posso solo dire che era stato come ritornare nel grembo materno, laddove nessuno avrebbe disturbato il mio sonno ed il mio mondo sicuro. Dove conoscevo ogni singola cosa, poichè era mio, solo mio.
Era un lupo, ed ero una dea, al contempo steso ero un umana. Ero ogni cosa mischiata a loro, ero una di loro?

Il vento, ancora una volta fece la sua apparizione, così come aveva portato tutto questo, lo fece sparire. Per sempre.

Da allora, ogni cosa non è più sembrata la stessa. La notte mi sembra così falsa, ogni cosa dà l'aria di essere solo una brutta replica.
Ogni tanto stringo forte il ciondolo, l'unica cosa che mi rassicura e dice " io non sono pazza, nè è stato solo un sogno".

Da allora, nulla è lasciato per scontato, noi tutti abbiamo una missione, solo che la dimentichiamo vivendo nel falso.
" La salvezza è di pochi, poichè senza sapere, non si ha la chiave".
  
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