Vi è mai capitato di vedere ogni vostra certezza andare in frantumi? Che quel pilastro indistruttibile nella vostra mente, fatto di sole verità, venga giù con un soffio, manco fosse un castello di carte? Vi è mai successo di specchiarvi e non riconoscere la persona dall’altra parte dello specchio?
A me si.
Vedevo la solita ragazza pallida dai capelli neri e verdi petrolio, quella che faceva la scontrosa ma sotto-sotto era una buona amica.
Prima.
Da tempo ormai vedevo il riflesso di una puttana. Una di quelle oche stronze che ruba il fidanzato alle amiche tanto per vederle soffrire, o che lascia il proprio ragazzo manco fosse spazzatura con fare gelido e perfido. Avevo sempre criticato questo genere di persone. Le reputavo superficiali, cattive e assolutamente da evitare.
Almeno fino a quando non ho capito di essere esattamente come loro.
Mi ero sempre creduta un’artista. Uno di quelli tormentati come Foscolo o Leopardi, ma che nascondevano un animo profondo, con forti valori e sani principi. Quell’illusione di essere, in qualche modo, diversa da chi mi circondava, quella sensazione di essere migliore degl’altri, mi riempiva segretamente di orgoglio.
Ma poi il mio pilastro d’illusioni è crollato senza pietà.
Avrei potuto cominciare a vestirmi in modo provocante, a truccarmi con ombretti rosa e lucidalabbra, e magari mi sarei fatta bionda. Non cambiava assolutamente nulla fra me e quella che sarei potuta diventare.
Ma alla fine la domanda era una.
Io chi ero?
Ero l’artista tormentata e profonda o l’oca stronza? O magari ero qualcun altro ancora?
Ero mai stata la gotica scontrosa ma ben’amata da tutti? O mi ero illusa di poter essere chi non ero? Ero o non ero la futura biondina troia?
Non avevo certezze di nessun tipo. Non sapevo se ero una gallina, una gotica o magari un unicorno.
Quella domanda mi rimbombava nel cervello, in cerca di risposta. Spingeva le pareti del mio cranio per uscire fuori , ma non ci riusciva. Rimaneva chiusa lì, a girare intorno senza trovare alcuna conclusione.
E io?
E io me ne stavo lì, sdraiata sulla terrazza di casa mia, a cercare di capire se la luna era sempre stata così grande, o era la mia mente che guardava con occhi nuovi.