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Autore: _Bec_    12/10/2011    25 recensioni
Inghilterra, 1845. Emma Marie Wimsey, giovane aristocratica in rovina, è costretta ad accettare la proposta di matrimonio di Charles Edwin Wilkinson, figlio del più caro amico del suo defunto padre.
Emma ha sempre desiderato sposarsi per amore, avere un matrimonio perfetto, ma è presto costretta ad abbandonare i suoi sogni per salvare la sua famiglia dalla povertà, scoprendo così che la vita segue spesso un corso totalmente inaspettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The unexpected life of Emma Wimsey by Rebecca S. is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Italy License.
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Image by Sara and Tania
Emma sapeva bene quanto sua madre fosse rimasta destabilizzata dopo la morte del padre

    

The unexpected life of Emma Wimsey

 

                           

   

Prologue

 

 

Emma sapeva bene quanto sua madre fosse rimasta destabilizzata dopo la morte del padre. Vuota, frivola, dispersa, come una nave in mezzo all’oceano senza nessun punto di riferimento.

Per questo aveva assecondato i suoi ridicoli capricci in quegli ultimi mesi, per questo aveva accettato di vestirsi in quel modo quel giorno.

Il corpetto stava quasi rischiando di soffocarla, per non parlare di quel cappellino azzurro che la faceva tanto sentire come la vecchia zia Peach: un fenomeno da baraccone.

Una farfalla si poggiò leggera su una pagina del libro che stava leggendo e le sue labbra si distesero in un sorriso intenerito, -Ciao.- La salutò, studiandone meravigliata i colori.

Emma era convinta che molti animali fossero più sensibili e intelligenti della maggior parte delle persone che conosceva. Tollerava la presenza di una farfalla sul suo prezioso libro, ma non avrebbe mai tollerato che le sudice mani di qualche suo coetaneo toccassero quella stessa pagina.

-Emma! Emma!-

La voce acuta di sua madre la raggiunse anche in quel posto paradisiaco, così silenzioso e pacifico da farle persino dubitare che avesse a che fare con il resto del mondo.

Si era rifugiata sotto un albero, tolta il capellino che le schiacciava i capelli sudati e aveva iniziato a sfogliare rapita uno dei suoi libri preferiti. L’aveva preso in prestito, di nascosto e convinta che nessuno se ne sarebbe accorto, dalla biblioteca del padrone di casa e contava di restituirlo una volta finito quel noioso ricevimento da cui era scappata.

Sua madre non voleva che si dilettasse in quell’attività, secondo lei leggere riempiva solo la sua testolina di inutili parole e ideali come l’Amore.

Ed Emma era innamorata dell’Amore, quello vero, quello che non aveva mai provato, quello che leggeva negli occhi di suo fratello ogni volta che poggiava lo sguardo sulla sua donna, quello che spingeva due persone a stare insieme per sempre, senza obblighi o costrizioni di mezzo.

Non riusciva a capire perché sua madre fosse diventata così rigida e ferrea sull’argomento, da quando suo padre era morto, non ricordava di aver più potuto pronunciare quella parola, non senza ottenere un’occhiata gelida in risposta.

Si alzò non appena la vide sbucare tutta trafelata da dietro la collina, le guance rosse ma il portamento sempre impeccabile.

-Emma, eccoti qui!- Sua madre si stirò il vestito, stizzita per quella lieve piega formatasi sulla gonna, -Ti stavo cercando da…- Si bloccò e le sue labbra si arricciarono alla vista di sua figlia…delle sue condizioni piuttosto, -Cosa sono quei capelli? Santo Cielo e il vestito…!-
La ragazza fece scorrere velocemente gli occhi sull’indumento azzurrino che indossava, scoprendo con orrore una macchia di terra piuttosto evidente.

-Ehm, io…madre, posso spiegarvi…- Cercò di giustificarsi, sforzandosi di riacquistare un certo contegno dopo essersi passata le dita fra i capelli nel tentativo di rendersi più presentabile.

-Oh Signore!- La donna si portò molto teatralmente una mano alla fronte, -Questo è il grande giorno di mia figlia e lei pare una serva intrattenutasi nella stalla con gli animali.-

Emma non capì che cosa intendesse dire sua madre con la definizione “il grande giorno”, ma non vi badò troppo. Si era abituata ormai alle sue stranezze.

-Sono mortificata madre, datemi solo il tempo di…-

-Oh no! Oh no!- Trillò quella afferrandola senza troppa premura per il braccio, -Non c’è tempo! È adesso!-

La giovane emise un lieve mugolio di protesta per quella presa troppo forte, ma non fece nulla per sottrarsi, la seguì docile fino alla festa dove gli invitati sembravano tutti in attesa. In attesa di cosa, ad Emma non era dato saperlo.

-Avete intenzione di mettermi al corrente dei vostri pensieri?- Si sforzò di non essere scortese per non mancare di rispetto alla madre, anche se tutta quella situazione la stava innervosendo.

Già accompagnarla a quella sfarzosa festa organizzata da Lord Winchester era stata una tortura per lei. Aveva accettato, senza protestare più di tanto, solo in nome dell’amicizia che legava il Marchese di Winchester al suo povero e defunto padre. Se avesse saputo che le cose sarebbero andate in quel modo, avrebbe cercato di opporsi con molta più veemenza.

-Questo non ti serve.- Con un veloce gesto, molto simile a quello di un’aquila che con gli artigli afferrava la sua preda, sua madre le sfilò il libro dalle mani e se lo strinse in grembo con l’intento di nasconderlo.

-Ora…ti ricordi di Charles, vero?- Un luccichio pericoloso attraversò gli occhi della madre dopo aver pronunciato quel nome.

Charles.

Emma aggrottò la fronte contrariata; c’erano talmente tanti nobili e Sir con quel nome, sembrava che la fantasia dei genitori si fosse ridotta parecchio in quell’ultimo secolo.

-Il figlio del Marchese!- Sua madre fu costretta a sibilare l’ultima frase, guardandosi intorno circospetta per assicurarsi che nessuno avesse sentito quella precisazione.

Oh no. Aveva purtroppo compreso a quale Charles si stesse riferendo ed il suo sguardo volò immediatamente verso quell’individuo dal discusso intelletto.

Charles Edwin Wilkinson, Ed per gli amici e Lord Charles Wilkinson per tutti gli altri. Per Emma solo Charles, poiché non era così vicina alla sua persona da potersi considerare sua amica -né avrebbe voluto esserlo, ma non era neanche una totale estranea.

A lei era stato concesso l’onore di chiamarlo per nome già da piccola, quando era stata costretta ad accompagnare il padre a trovare l’amico Marchese a Winchester House…o quando aveva dovuto comportarsi da brava padrona di casa con gli ospiti alle feste organizzate nella sua tenuta.

Charles stava sicuramente discutendo di qualcosa di poco intelligente con i suoi amici dell’alta società, mentre una delle dame si lasciò scappare una risatina talmente acuta che Emma si sorprese nel non vedere il bicchiere che aveva in mano sgretolarsi a quel suono tanto stridulo.

Era quasi certa che ad aver scatenato quella reazione nella giovane, fosse stato il solo sorriso del Lord padrone di casa. Aveva un modo di fare indubbiamente attraente e raffinato, capace di catturare l’attenzione di chiunque fosse nelle vicinanze.

Emma, con una punta di imbarazzo, ricordava bene quanto lei stessa, qualche anno prima, si fosse lasciata incantare da quello sguardo e da quel sorriso, da quei capelli biondi e da quella voce così calda e sicura.

Peccato che il Lord sembrasse intenzionato ad utilizzare le sue straordinarie qualità al solo fine di ammaliare un po’ tutte le dame che avevano la sfortuna di incontrarlo. Tutte, eccetto una; lei.

Forse per quello, l’orgoglio ferito di una Emma allora quattordicenne, le aveva impedito di tentare di sostenere una qualsiasi conversazione civile con lui negli ultimi anni.

Non che lui si fosse mai sforzato di farlo, l’aveva sempre e solo ignorata, forse non considerandola abbastanza per lui. L’unica volta che le aveva parlato per più di due secondi, l’aveva definita in modo molto lusinghiero una “pazza” per via del suo parlare con gli animali.

Si rese conto dello sguardo ansioso della madre e così si decise a risponderle, -Sì, ho capito di chi parlate.- Purtroppo.

-Preparati, perché da oggi la tua vita, la nostra vita, cambierà!- Non le piaceva quella frase, proprio per nulla.

Inclinò la testa confusa, decisa comunque a non lasciar correre il discorso questa volta, -Di che state parlando? Spiegatemi, vi prego.-

La donna poggiò affettuosa una mano sulla spalla della figlia, orgogliosa di annunciarle ciò che stava per succedere, -Charles ti farà la proposta!-

Emma vacillò molto poco elegantemente per un attimo, -Che cosa? Quale proposta?- Aveva un brutto presentimento e lo sguardo della madre glielo confermò.

-Lord Winchester ha deciso di tener fede all’accordo fatto anni fa con tuo padre! Suo figlio ti prenderà in sposa!- L’avrebbe abbracciata dalla gioia, se solo farlo davanti a tutti non fosse stato a dir poco sconveniente.

Sua figlia, invece, sentiva che sarebbe svenuta di lì a poco, le forze cominciavano a venirle meno. -Cos-come?-

-Chiudi la bocca Emma e cerca un attimo di sistemarti.- La rimproverò la madre, passandole una mano sulla nuca come si poteva fare ad una bestiola per accarezzarla.

Fece come le era stato detto, ma un attimo dopo aver serrato le labbra in una smorfia contrariata, le riaprì per protestare, -Ma madre, io…non voglio sposarmi.- Non ebbe il tempo di aggiungere il “non con lui” e il “non adesso”, perché la donna schiaffeggiò l’aria con una mano, come per cacciar via un insetto, e la interruppe, -Ma certo che vuoi, sciocchina!-

Scosse ripetutamente la testa, -No, non voglio. Non posso sposarmi con qualcuno che non amo e che non mi ama.- Concluse la frase decisa, ma si pentì immediatamente di aver osato tanto.

Vide il volto della madre rabbuiarsi sempre di più a quelle parole, -È per via dei libri, vero? Ti hanno messo in testa tutte queste stupide idee su un qualcosa che non esiste!- Sbottò stropicciandosi la gonna fra le mani.

-Sì che esiste.- Azzardò, la voce e lo sguardo bassi, -William l’ha trovato.-

Suo fratello William era da sempre stato il suo modello da seguire. Lui si era innamorato di una donna che lo ricambiava e con cui era felice. Una donna “qualunque” agli occhi di sua madre, visto che, non avendo nessun titolo nobiliare, era stata classificata come un’opportunista, una strega che aveva ammaliato e convinto suo figlio a sposarla.

Sospirò, -Emma…- I lineamenti del viso si rilassarono un poco, -Ricordi quello che ti ho detto riguardo gli averi di tuo padre?-

Emma si irrigidì al ricordo. Sì, ricordava bene quanto le era stato raccontato, ricordava bene le parole del notaio quel giorno.

Suo padre li aveva lasciati in mezzo ai debiti: quei vestiti, quei gioielli, quella spensieratezza…era tutta una facciata, presto non avrebbero avuto più nulla.

-Tuo fratello ha gettato la famiglia in una grossa, immensa pozza di fango sposando quella donna. Ma tu…tu piccola mia, non deludermi. Charles è l’unico erede del Marchese di Winchester, erediterà tutti i suoi averi. Ti rendi conto di quanto è importante per tutti noi questa opportunità?-

La ragazza deglutì più volte a vuoto e sgranò gli occhi incredula: sua madre stava rigettando tutti i problemi della famiglia addosso a lei, si aspettava che fosse lei a mantenere tutti, con i soldi di…suo marito.

Stette male e le si chiuse lo stomaco per la nausea. Quella festa, tutte quelle persone…tutte erano lì per quell’annuncio? Lo sapevano tutti tranne lei?

-Come…come potete chiedermi questo?- Come poteva non lasciarle alcuna scelta, alcuna possibilità di essere felice? La voleva davvero condannare ad una vita fatta sì di ricchezza, ma anche e soprattutto di infelicità?

-Emma, come puoi essere tu così egoista da non pensare a noi?- Sua madre abbassò la voce e sporse il labbro, nel chiaro tentativo di farle pena, -Con Charles sarai felice piccola, sarai in buone mani. Sarai sposata ed il tuo nome sarà legato a quello degli Wilkinson, per te non potrei desiderare un futuro migliore!-

Non era sicura di voler sentire altro. Dette un’occhiata ai presenti e si accorse solo in quel momento di essere al centro dell’attenzione. Probabilmente lo era stata anche prima, al suo arrivo, ma distratta com’era e desiderosa di estraniarsi il prima possibile, non vi aveva fatto caso.

-Charles non accetterà mai.- Si aggrappò con tenacia alla sua unica speranza. Perché sicuramente Charles si sarebbe opposto a quel matrimonio, non l’avrebbe mai sposata.

Un rumore catturò l’attenzione di tutti i presenti, compresa la sua e quella di sua madre.

-Miei signori, mie signore…- Lord Peter Wilkinson, Marchese di Winchester, sotto il gazebo e vicino a suo figlio, fece un piccolo inchino rivolto ai presenti, -Credo sappiate tutti perché siamo qui.-

Tutti tranne me.

Emma indietreggiò di un passo, l’irrefrenabile voglia di scappare che si insinuava sempre di più dentro di lei.

-Lady Emma Wimsey…- Tese una mano in aria, in sua direzione, -Mia cara…vorreste farci l’onore di raggiungerci qui?-

No.

Sentì qualcosa spingerla con delicatezza e guidarla verso il gazebo: la mano di sua madre.

-No, Charles deve accettarlo.- Le rispose allora la donna, sussurrandole nell’orecchio, -Non può disobbedire al padre; verrebbe diseredato altrimenti e lui lo sa.-

Emma strinse i denti. Un matrimonio costretto. Senza amore, senza affetto, senza alcun sentimento. Niente. Solo indifferenza.

Avanzò piano, senza aver ancora deciso cosa fare. La sua famiglia dipendeva da lei.

Fra la folla impaziente, scorse suo fratello, il volto preoccupato e una profonda ruga a solcargli la fronte, mentre stringeva la mano della sua Moira, bella, dolce, intelligente e…prossima a diventare madre. E allora, dopo essersi lasciata sfuggire un triste e rassegnato sospiro, si decise.

Non avrebbe mai lasciato che la sua famiglia cadesse in rovina: si sarebbe sacrificata. Per sua madre, ma, soprattutto, per suo fratello ed il suo bambino.

Raggiunse il Marchese e Charles, le gambe molli e la testa che le girava.

Poggiò la sua mano su quella ancora tesa del suo futuro suocero che, dopo averle sorriso affabile, la spostò su quella del figlio.

Una strana scossa la pervase nel momento in cui sfiorò la pelle del ragazzo, ma cercò di non darlo a vedere.

Era normale, si disse. Non aveva mai avuto contatti fisici con uomini della sua età.

Di una cosa fu certa e se non altro la consolò: anche Charles non era per niente contento della cosa, si vedeva lontano un miglio quanto gli pesasse inchinarsi davanti a lei.

Magari avrebbero potuto imparare ad andare d’accordo, magari si sarebbero fatti forza a vicenda per quel destino crudele. Forse non si sarebbe sentita così sola.

-Lady Emma Marie Wimsey.- Incominciò, la voce strascicata e quasi annoiata, lo sguardo freddo e per nulla amorevole come invece avrebbe dovuto essere quello di un uomo innamorato, -Volete farmi l’onore di diventare mia moglie?-

Un “dite di sì e finiamo presto questa sceneggiata” ci sarebbe stato bene dopo quella proposta, visto il tono scocciato.

Tremava, Emma. Tremava perché piangeva. Solo interiormente, non avrebbe mai permesso alle lacrime di uscire, non si sarebbe mai fatta vedere triste davanti a suo fratello, non lo avrebbe mai fatto sentire in colpa per quella sua scelta.

Si stava per consegnare ad un uomo che non amava e avrebbe tanto voluto essere sola nella sua stanza per poter soffocare i suoi singhiozzi nel suo cuscino.

Sentiva lo sguardo addosso di tutti i presenti, alcuni brusii insinuavano che avrebbe accettato, altri sostenevano il contrario.

Inaspettatamente e sorprendendo tutti, Charles compreso, sorrise. Sorrise come solo una brava moglie amorevole e obbediente avrebbe potuto fare e rispose. -Sì.-

 

                                              

******

 

 

Note dell’autrice:


Grazie di cuore a Tania (La Evans) e Sara (Pettyfer) per aver realizzato la meravigliosa immagine che vedete qui in cima, questa storia non avrebbe una copertina non fosse stato per loro! :D


 

Questa è una storia senza alcuna pretesa, scritta in un momento di crisi per passare un po’ il tempo che spero riesca ad appassionarvi come ha appassionato me.

Non era previsto che la scrivessi, né che la pubblicassi. So di averne un’altra da finire e mi scuso infinitamente con chi pazienta da mesi per un mio aggiornamento.

Mi è servito molto scrivere queste pagine agli inizi di giugno però, mi è servito rileggerle adesso e spero mi servirà a qualcosa pubblicarle.

Volevo staccarmi per un attimo dall’epilogo di “Tra l’odio e l’amore c’è la distanza di un bacio”, ne avevo bisogno per ricaricarmi e tornare più decisa di prima su quel benedetto capitolo finale e cercare di concluderlo. Finalmente fra qualche giorno arriverà anche quello.

Ma cambiando discorso, per chi non conoscesse nessuna delle mie “storie” ed è capitato qui per sbaglio…condoglianze. No, scherzo, benvenuti a tutti :)

Non so quanto bene e accurata verrà fuori questa storia, era da tempo che volevo scriverne una ambientata nell’Inghilterra del 1800 e ho fatto il possibile –compreso rompere le scatole alla cara amministratrice del forum Bea, per documentarmi e rendere il tutto credibile. Se ci sarà qualche incongruenza, qualcosa che non vi torna o che non vi sembra possibile, fatemelo assolutamente notare vi prego! Qualsiasi commento, consiglio o suggerimento è più che gradito! Dagli errori si impara (:

So che all’apparenza questa storia sembra il classico cliché del matrimonio combinato…forse lo sarà, forse no. Lo scoprirò anche io scrivendo!

Per quanto riguarda i personaggi…come vi sembrano? Ora come ora Emma sembra molto debole caratterialmente e succube della madre, ma vedrete che non è così. Se ha accettato tutto questo è stato solo per poter aiutare il fratello e il figlio che deve nascere, non per questo si farà mettere i piedi in testa, saprà cavarsela e farsi valere. 

Charles? Io preferisco chiamarlo Ed, ma al momento Emma non può ancora farlo. Quindi nei suoi pensieri rimane l’odioso Charles Wilkinson, figlio del Marchese amico di suo padre, snob e donnaiolo. Se cambierà o no opinione su di lui conoscendolo si vedrà, vi dico solo che non sarà un matrimonio facile.

Detto questo, ringrazio di cuore Bea (Panna_) per aver sopportato ogni mio accenno a questa storia, per avermi aiutata con il titolo e per aver praticamente scritto tutta la meravigliosa introduzione di questa pazzia xD

Passate a leggere le sue storie se riuscite, perché la ragazza ha del potenziale anche se non lo ammette…

Spero che questo primo capitolo/prologo vi sia piaciuto e vi abbia convinto a seguire la storia!

Ah vi informo che da più di un anno ho iniziato a rompere le scatole anche su forumcommunity

 e su facebook, dove posto spoiler e avvisi. Quindi, se voleste aggiungermi, sono qui :)

Grazie infinite per l’attenzione e la pazienza!

Bec

   
 
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