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Autore: Slytherin Nikla    19/06/2006    0 recensioni
Attraverso gli occhi di un personaggio inventato, la più nobile famiglia agli ordini dell'Oscuro Signore: i Malfoy!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lucretia

« NO!»

Mi sedetti bruscamente sul letto, in preda al terrore e all’affanno. Brividi di ghiaccio mi scivolavano sul corpo, eppure il calore che bruciava le mie viscere ricordava troppo da vicino il fuoco di un drago. La porta si aprì all’improvviso, una falce di luce mi investì. Una manciata di secondi più tardi un peso alla mia destra fece abbassare di qualche centimetro il materasso; quella luce inaspettata, dopo avere aperto gli occhi nel buio più totale, mi impediva di vedere chi era seduto al mio fianco, ma la stretta di quelle braccia era inconfondibile: mi accompagnava da sempre, quell’abbraccio, non avevo bisogno degli occhi per capire…E ad esso mi abbandonai piangendo.

« Ancora quell’incubo, Lucretia?» Assentii timidamente con la testa, strizzando gli occhi per abituarli alla luce. Il volto di mio fratello diceva tutta la sua preoccupazione. « Dobbiamo fare qualcosa, una volta per tutte.

« Forse dovremmo chiedere a Severus di prepararti qualcosa per eliminare questi incubi.» Nello specchio della porta era apparsa mia cognata, e rimasi senza fiato nel constatare quanto fosse bella anche appena svegliata, di soprassalto e nel cuore della notte. Si avvicinò a me e mi accarezzò i capelli, come se fossi ancora una bambina…ma non me la presi: Narcissa mi conosceva da abbastanza tempo da sapere quando rischiare un gesto che potesse ledere il mio orgoglio, e al tempo stesso ristorare il mio cuore. Mio fratello mi allontanò un poco da sé, guardandomi. Aspettava la mia risposta, ma io mi strinsi nelle spalle.

« Se credi che possa servire…» Il suo sguardo allora divenne duro.

« Non – essere – debole.» Sibilò « Tu – devi – decidere. Non io, non Narcissa…Tu.» Lucius mi aveva punto nel vivo: essere debole era sempre stato il mio spettro più grande…Non me l’ero mai potuto permettere, né mai avrei potuto. Non con la mia famiglia. Non con il mio nome. Incontrai gli occhi di mio fratello e trassi forza dalla sua determinazione.

« Non sono sicura che sia una soluzione. Per quanto doloroso possa essere, devo andare avanti. Ho il dovere di scoprire chi vuole…» Mi interruppi. Lucius e Narcissa non sapevano che cosa vedevo nei miei incubi, e mai lo avrebbero saputo fino a che la cosa fosse dipesa da me.

« Chi vuole…cosa?

« Niente, Lucius. Niente. Va tutto bene.» Mi sforzai di sorridergli, e vista la mia educazione di alto rango non fu difficile più di quel tanto. « Torna a letto, ti ho disturbato abbastanza.

« Ne sei sicura?

« Sì, Cissy, davvero. Non preoccupatevi, sto bene.» Aspettai che i loro passi si spegnessero in fondo al corridoio, e solo allora mi alzai. Era notte fonda, ma qualcosa sfrecciò fuori dalla mia finestra. No, non qualcosa, era troppo grande per essere un gufo… Il sangue mi rimbombò nelle orecchie per la rabbia, e in pochi istanti ero perfettamente vestita, pettinata, e nel parco con la scopa ben stretta in mano. Un paio di respiri, e già volavo all’inseguimento di mio nipote. Sapeva volare bene, molto bene, ma non aveva mai nemmeno sfiorato il livello mio e di suo padre: nel giro di qualche minuto, nonostante il suo vantaggio, lo raggiunsi e lo costrinsi ad atterrare. Era letteralmente furioso, ma io lo ero altrettanto: e, se possibile, ancor di più ero decisa a dargli una lezione. A differenza dei suoi genitori lui era al corrente del contenuto dei miei incubi, come poteva essere così irresponsabile?

« Fuori la bacchetta, Draco, non intendo attaccarti da disarmato.» I suoi occhi sputarono disprezzo.

« Allora è vero quel che dice zia Bellatrix. Tu non sei una vera Mangiamorte.» Dominare l’istinto di ridurlo in cenere fu incredibilmente difficile, ma la mia voce suonò perfettamente ferma.

« Sai quel che penso di Bellatrix, e sai quanto peso attribuisco a ciò che dice. Ma se fossi in te, Draco, non approfitterei troppo del privilegio di essere sangue del mio sangue.

« Ah, davvero?

« Sì, davvero. Rictusempra!» L’averlo colpito a tradimento conferì al mio incantesimo un potere almeno dieci volte più forte, cosicché scagliai mio nipote a un paio di metri da dove si trovava. Il Marchio Nero mi infiammava il braccio: la piacevole sensazione del potere. Draco si alzò barcollando, e mi puntò contro la bacchetta. Con naturalezza, quasi con fastidio, ruotai il polso e con voce annoiata bisbigliai. « Expelliarmus… Accio!» Con in mano la sua bacchetta risi di soddisfazione di fronte al suo disorientamento. Poi gliela resi, con un lancio più che preciso. « Hai ragione, non sono una vera Mangiamorte, ti sto risparmiando. E comunque, Bellatrix non avrebbe mai tentato di impedirti di comportarti da idiota come stai facendo.

« Idiota?» Le sue dita stringevano la bacchetta rabbiosamente, e per qualche istante temetti che sarebbe riuscito a romperla.

« Se vuoi colpirmi, ti prego di farlo. Certo non posso prometterti che ne uscirai intero.

« Non permetto a nessuno di chiamarmi idiota.» Non potei impedirmi di sorridere, e di annuire con compiacimento.

« Lo so, Draco, lo so perfettamente… Non dimenticare che ho contribuito io ad insegnarti cosa significhi essere un Malfoy. Io, e non Bellatrix.» Avevo trascorso molto tempo con lui e Narcissa, soprattutto quando mio fratello era stato arrestato e portato ad Azkaban, e avevo sempre fatto il possibile per non fargli perdere mai la consapevolezza del suo nome, della sua famiglia e della razza cui appartenevamo. Mi ero impegnata ad educarlo come avrebbe fatto Lucius, e ora il risultato stava davanti ai miei occhi: mio nipote aveva abbassato la testa, cosa che, aveva imparato, gli era concesso di fare solo davanti ai parigrado e ai superiori, e in quel gesto riconosceva il proprio errore.

« Hai ragione, zia. Ti chiedo scusa.» Sorvolai sull’ultima frase: all’interno della famiglia scusarsi gli era permesso; al di fuori, era tassativo che un Malfoy non si abbassasse mai a tal punto.

« Perché sei uscito?» Ebbi in risposta un’alzata di spalle. « Ti ho avvertito di ciò che vedo…Non voglio che ti succeda qualcosa, Draco.» Mi fermai per un istante, lottando per non dare troppa visibilità alla mia preoccupazione. « Sei il futuro della nostra famiglia, tesoro, la nostra sola speranza. Per questo, devi fare attenzione.» Lui sorrise, e in quell’istante rividi il bambino che tanto tempo prima era stato: il bambino che, prima dell’intervento della sua famiglia e soprattutto mio, sapeva amare. Ma in quel sorriso, forse troppo ingenuamente per una Mangiamorte, compresi che, anche se a modo suo, ancora mi voleva bene.

« Lo farò.

« Promesso? Posso fidarmi?» Abbozzò un mezzo sorriso, un gesto che aveva indubbiamente ereditato dalla mia famiglia.

« Come ci si può fidare di un Mangiamorte.» Risi, non potei farne a meno: ero una cinica servitrice di Lord Voldemort, ormai priva di ogni sentimentalismo e illusione, ma letteralmente adoravo quel ragazzo.

« Va’ a casa, ora…

« Tu non vieni?

« No, ho un impegno da portare a termine.» Gli occhi grigi dei Malfoy si accesero, sulla sua pelle resa ancor più pallida dalla luce della luna.

« Una missione? Portami con te.» Scossi la testa decisa a mentirgli. Come avrei potuto dirgli che da quando Bellatrix mi aveva dichiarato guerra non c’erano più state missioni che il Signore Oscuro volesse affidarmi? Ma soprattutto, non doveva scoprire ciò che mi era appena passato per la mente.

« Non se ne parla, Draco, è fuori discussione. Tutto ciò che abbiamo detto finora che fine ha fatto? Va’ a casa, ho detto. E non provare a seguirmi.

« Ma se mamma e papà dovessero chiedermi dove sei?» Stava giocando l’ultima carta, ma purtroppo per lui quello era un tipo di cosa che con me non aveva mai attaccato.

« Non lo faranno. E nel caso invece succedesse, riferisci loro che un Mangiamorte sa sempre tutelare i suoi segreti…» Aspettai di vederlo volare verso casa, poi risalii sulla scopa con in mente un viaggio tutt’altro che breve.

  
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