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Autore: JKEdogawa    13/10/2011    2 recensioni
-" Uno scherzo!" pensai "E' sicuramente uno scherzo!"-
Camilla e Gianna sono due ragazzine italiane. Non sanno di avere dei parenti oltreoceano e Camilla in modo particolare non ricorda di aver avuto un incontro parecchio ravvicinato con l'omnitrix.
Spero che mi sia venuto bene e che vi piaccia!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai l'ora. Era tardissimo, sarei arrivata a scuola cinque miniti dopo come sempre. E per giunta mia sorella non aiutava molto!
Scusate: io sono Camilla e vivo a Bologna, in Italia. Ho 12 anni e una sorella di 9. Lei si chiama Gianna. E' molto simile a me nell'aspetto, mentre in fatto di carattere siamo diversissime. Io sono sempre preoccupata e precisa, mentre lei è parecchio avventata e lenta quando non vuole fare le cose. A volte nostra madre dice "Sei tutta tuo cugino...". Qual è il problema? Che noi non abbiamo un cugino, o almeno pensavamo di non averlo fino a quel pomeriggio.
Ma andiamo con ordine. Quella mattina sarei arrivata come sempre in ritardo per colpa di mia sorella visto che la dovevo accompagnare a scuola. La fulminai mentre tranquillamente si lavava i denti.
- Vuoi sbrigarti! Oggi ho una verifica!- le dissi iniziando a pestare con il piede destro
- Sei tutta tua cugina! Sempre perfetta e ligia!- mi descrisse mia madre
- Alessandra!? Ma se è più avventata di Gianna!- le feci notare
- Intendevo...- si bloccò- Ho detto tua? Intendevo mia cugina, sua madre Lorena!-
- Sarà, ma io devo arrivare a scuola in tempo per fare la verifica di francese e mi sono preparata benissimo!-
- Sei la solita sorellona... ora arrivo...- biascicò Gianna sputando la schiuma del dentifricio e risciacquando la bocca. Si pulì sull'asciugamano e venne a mettersi la giacca. Non aveva lo zaino perché era Venerdì e da lei il Giovedì fanno lasciare gli zaini a scuola visto che esce alle quattro del pomeriggio. Magari succedesse così alle medie! Finalmente uscimmo e c'incamminammo verso i due istituti. Arrivai al pelo, per la prima volta. In compenso il bracciale che portavo al polso destro mi dette una piccola scossa. Non sapevo cosa fosse, sapevo solo che erano sei anni che ce l'avevo e che non me lo potevo togliere. Era come una manetta agganciata al mio polso che non riuscivo a sfilarmi, inoltre in quel periodo dava scossette strane a volte anche facendomi male.
Verifica impeccabile come sempre e altre tre ore di interessanti nozioni su cui presi appunti. L'unica materia che mi annoiava era l'inglese, che arrivò all'ultima ora della giornata. Sapevo tutto, praticamente nostra madre ci aveva fatto imparare quella lingua fin dal primo vagito. Così mi misi a disegnare un cerchio con una specie di clessidra dentro o con un rombo: cambiava, ma non sapevo perché. A volte li facevo su un foglio piegato e li facevo muovere, sembrava che uno si trasformasse nell'altro. Tutte le volte che li facevo sentivo del pizzicore al palmo della mano destra. Solo che quella volta arrivò anche una scossa sul polso che mi fece cadere dalla sedia gridando:-Ah!-
- Signorina Pantiferlisi! Lo so che sa la risposta, ma lasci provare anche i suoi compagni!- mi rimproverò l'insegnate
- Mi scusi, mi ha fatto male il polso, forse un crampo...- risposi tirandomi su tutta rossa d'imbarazzo
E così la discussione fu chiusa. O almeno lo speravo. Il professore si avvicinò al banco e vide i disegni che facevo.
- E questi!?- disse sbattendo la mano sui fogli
- Mi scusi signore, li metto subito a posto!- risposi adagiando i fogli nello zaino
Non disse niente e ritornò alla cattedra.
- Patelli, vai a chiamare la bidella!- disse improvvisamente. Il caro Lorenzo ci andò e la responsabile ATA si mise a confabulare con il professore. Io mi misi a guardare basso e iniziai a tradurre una frase dal libro.
Ad un tratto la mia compagna di banco, Clarissa De Benedetti, mi dette una gomitata e mi sussurrò all'orecchio:- Ti sta’ indicando! Il prof ti sta’ indicando!-
- Cosa!?- rizzai la testa e vidi il suo dito ritrarsi appena in tempo. Cosa stava succedendo non lo sapevo, ma lo avrei scoperto molto presto.
Finite le lezioni tornai a casa passando a prendere mia sorella. Stavamo per entrare quando un signore con un pastrano color daino ci avvicinò e ci disse:- Questo è per voi, apritelo solo quando sarete dentro, chiaro!-
Ci lasciò un pacco postale e si dileguò il più velocemente possibile. Entrammo e iniziai a scaldare il pranzo che ci aveva preparato nostra madre la mattina. Subito dopo mangiato Gianna si andò a chiudere in camera a sognare ad occhi aperti.
Eravamo rimasti soli: io e il pacco. Lo guardai per un po'; non ero come mia sorella, non ero avventata. Lo studiai a fondo, così venni a conoscenza che c'era stato spedito dall'America! Controllai a chi era stato inviato e i nomi erano proprio i nostri, cioè era stato mandato a "Camilla e Gianna Pantiferlisi".
Lo aprii con cautela e una luce verde mi colpì facendomi chiudere gli occhi.
- Ciao cugina!- disse una voce tra lo sconosciuto e il conosciuto che parlava in inglese (la traduco per facilitarvi la lettura)- Immagino non ti ricordi di me, dopo l'incidente con l'omnitrix ci sono stati dei problemi...-
Aprii gli occhi e mi trovai davanti l'immagine proiettata di un ragazzo di sedici anni dai capelli castani. Portava una giacca verde e nera. E lui chi era? Perché mi chiamava cugina!?
- Tu... tu chi sei...- balbettai in inglese
- Tuo cugino Benjamin, ma gli amici mi chiamano Ben!- mi rispose
- BEN! QUANTO CI VUOLE!?- si sentì una voce femminile da lontano
- ARRIVO! Quella era tua cugina Guendaline, chiamata Gwen... comunque... io, lei e un nostro amico siamo in una situazione un po' difficile e ci servirebbe il vostro aiuto...-
- Nostro!? Intendi io e mia sorella!?-
- Sì... anche la sorella minore di Kevin, si chiama Alexandra e dovrebbe vivere vicino a voi...-
- HA CAMBIATO NOME E CREDO CHE SI COLORI I CAPELLI! UN' IDEA DI NOSTRA MADRE!- arrivò la voce di un ragazzo
- Capito!? Se noterai dentro alla scatola ci sono tre distintivi da risolutore e l'omnitrix, mi raccomando!-
- E che ci devo fare, scusa!? E come mai io disegnavo questo simbolo!?- mi ero accorta che sia i distintivi a cui aveva accennato sia quella strana cosa che aveva nominato avevano una specie di clessidra verde disegnata sopra
- E' una storia lunga, molto... appena ci vedremo ti spiegherò meglio... noto che hai ancora l'inibitore, è un bene!-
- Il cosa!?-
- Quel bracciale che tiani al polso destro...- la comunicazione s'interruppe e io mi ritrovai a guardare stordita gli oggetti che mi aveva detto
" Uno scherzo!" pensai "E' sicuramente uno scherzo!"
   
 
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