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Autore: Claire Knight    13/10/2011    2 recensioni
Questa shot è ambientata nel corso del 10° volume del manga di Host Club. (Kaoru P.O.V).
Dal testo:
"Nascosi il volto fra le mani e scoppiai in lacrime. Non potevo dire addio ad Hikaru, ma lui? Lui avrebbe rifiutato Haruhi per me, come io stavo facendo per lui? "
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera! Che dire, è la prima volta che scrivo in questo settore. Adoro il manga di Host Club, ma fino ad ora non ho mai avuto la fantasia necessaria per scrivere qualcosa di carino. L’ispirazione è venuta mentre leggevo il volume 10 del manga, perciò anche il periodo è quello, dato che non so cosa avviene nei prossimi episodi. Spero sia venuta bene come shot. Fatemi sapere, mi raccomando!
Vi allego qui sotto il link di un video sui gemelli Hitachiin, i miei personaggi preferiti, che spero possiate gradire:
http://www.youtube.com/watch?v=OwJZy7Awz8M&feature=fvst
 
 
I’m nothing without you.
 
Era straordinario, mi dicevo, come quante immagini potessero abitare il colore blu scuro del cielo in certi attimi di silenzio.
Incredibile quanti momenti vissuti riprendessero vita all’improvviso; come i colori, i suoni e le parole tornassero, più reali di prima, a farsi sentire dentro di me, ferendo quella pace apparente che animava l’aria circostante.
Sì, ero innamorato di Haruhi anch’io. Proprio come Hikaru: in fondo, però, avevo sempre sospettato che sarebbe finita così. Avevo capito di esserne innamorato, ad un certo punto. Eppure, perché solo ora sentivo il  disperato ed inestinguibile bisogno di piangere?
Forse, confidarsi con Haninozuka su ciò che avevo sempre provato, dirlo con le parole e non con i pensieri, aveva reso ancora più reali e tangibili i miei sentimenti.
Sospirai, passandomi una mano tra i capelli. Pensai ad Hikaru e mi venne da sorridere. In qualche modo, si poteva dire che io amassi mio fratello, quasi più di Haruhi. Anzi, sicuramente di più. Da sempre avevo avuto il bisogno di averlo accanto. E, quando era lontano, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa. E questo lo sapevo anche se non eravamo mai stati davvero lontani… in effetti, da piccoli il gioco che più odiavamo era il nascondino: perché, giocando da soli, uno doveva sempre cercare l’altro e una volta era capitato che io, non riuscendo a trovarlo, mi fossi messo disperatamente a piangere.
A volte mi chiedevo se fosse possibile che una sola anima potesse essere divisa in due corpi. Altrimenti cos’era quel vuoto che sentivo dentro quando lui era lontano; anche in quel momento, mentre Hikaru era in giro per la casa, lontano da me?
Di solito, se volevamo una cosa, provavamo a prenderne due copie uguali, così che potevamo averne una ciascuno. E se ce n’era una sola la dividevamo. Ma Haruhi non si poteva dividere, e non potevamo nemmeno averne due, di Haruhi.
Alzai lo sguardo alle stelle, sconsolato, ed una lacrima solitaria mi rigò il viso. Non potevo credere che una ragazza sarebbe stata mai in grado di mettere a rischio la nostra armonia. E quel terribile presentimento che mi straziava il petto faceva male sempre più, ogni giorno che passava.
Nascosi il volto fra le mani e scoppiai in lacrime. Non potevo dire addio ad Hikaru, ma lui? Lui avrebbe rifiutato Haruhi per me, come io stavo facendo per lui? Ecco, cominciavo a dubitare dell’affetto di mio fratello, della sua fiducia e lealtà. Come poteva una sola ragazza scompigliare, forse anche inconsciamente, la nostra vita a quel modo? Ma era quello l’enigma che mi tormentava. E, forse, la risposta era ovvia; ma non lo era per me, non per il mio cuore diviso a metà nel petto che si contraeva per i singhiozzi.
< Kaoru >.
Una voce mi riportò alla realtà. Sobbalzai, sentendola così vicina, alle mie spalle. Non avevo il coraggio di voltarmi. Mi vergognavo dei pensieri che mi attraversavano la testa.
< Cosa ci fai qui sul tetto tutto solo? Mi sono preoccupato molto… > continuò Hikaru.
Poi mi venne vicino, inginocchiandosi accanto a me. Solo in quel momento notò le troppe lacrime che mi rigavano il viso e si preoccupò davvero.
< Kaoru! Kaoru cosa succede? Perché piangi? > fece prendendomi il viso fra le mani. Non seppi mai cosa lesse nei miei occhi; forse, tutta la verità che nascondevano.
Io gli buttai le braccia al collo e mi feci stringere da lui, avvinghiandomi alla sua camicia e respirando il suo profumo. Godetti di quel calore che mancava da tanto tempo e desiderai di non lasciarlo mai più.
No, non potevo vivere senza di lui: ad Haruhi avrei rinunciato tranquillamente, non valeva tanto dolore. Solo ora me ne rendevo conto. Se Hikaru l’amava, aveva tutto il diritto di stare con lei se ricambiato. Ma io non ci sarei mai potuto stare assieme, mentre l’altra parte dell’anima che abitava in me doveva osservare tutto dall’esterno.
< È per Haruhi, vero? > mi sussurrò Hikaru nell’orecchio. Io annuii sommessamente in risposta, continuando a piangere. Non potevo immaginare che anche lui fosse afflitto dallo stesso dolore in quel momento.
< Hikaru > dissi finalmente, < ti prego, andiamocene >.
< Cosa? >.
< Andiamo via! Via dal club, da questa casa, dalla scuola. Via da lei! Andiamo via… andiamo via… > continuai a singhiozzare.
Hikaru mi guardò in viso, mentre io stringevo le sue mani nelle mie, sconvolto. Lui mi guardò accigliato, poi sorrise amorevolmente vedendomi così disperato.
< Ma cosa dici, Kaoru? Non possiamo >. La voce che sembrava accarezzare le mie orecchie.
< Invece sì. Non lo vedi cosa ci sta facendo, Hikaru? Non lo vedi quanto soffri anche tu? >.
Restammo in silenzio per un tempo che mi parve infinito. Lentamente, smisi di piangere, ma i singhiozzi non si potevano domare così facilmente. Erano insopportabili. Affondai il viso nell’incavo del collo di Hikaru, che mi fece sedere sulle sue gambe.
< Non voglio perderti per lei, Hikaru. Io non sono nulla senza di te. Non sarò mai felice senza di te >.
< Kaoru > disse lui fissando i suoi occhi nei miei, < davvero credi che lei possa prendere il tuo posto nel mio cuore? Per me sei indispensabile, lo sai, no? Non dubitare… in qualsiasi modo si concluderà questa storia, noi staremo sempre assieme. Capito? >.
Poggiai la mia fronte alla sua.
< Giurami che non mi lascerai mai solo, te ne prego >. Hikaru posò una mano sulla mia guancia ed io inclinai la testa di lato quasi inconsciamente. Era un tocco diverso dagli altri.
< Te lo prometto > e mi diede un bacio sulla fronte.
< Ti voglio bene, Hikaru >. Che affermazione stupida. Era palese. Eppure, a volte le cose più ovvie e semplici erano quelle più vere.
< Anch’io. Tanto, Kaoru. Ora andiamo a dormire, tu non sei stanco? >.
< Sì > dissi, ma non feci in tempo ad alzarmi che lui già mi aveva preso in braccio e mi portava verso l’interno del palazzo. Probabilmente, rischiai di assopirmi ancora prima di arrivare in camera. Come faceva Hikaru a non affaticarsi portandomi in braccio? Non ero molto leggero, in fondo. L’ultima cosa che sentii, tuttavia, furono le sue braccia che mi stringevano a sé sotto le coperte, e la sua bocca sussurrarmi di dormire.
Obbedii senza problemi, perché ormai sapevo che sarebbe sempre stato al mio fianco, qualunque cosa fosse successa.


_________________________________________________________


Bene, scusatemi se ho pubblicato questa schifezza. Non credo sia venuta bene, come prima shot... ho iniziato col piede sbagliato... vabbé, comunque, spero almeno che non vi abbia fatto vomitare, per quanto orrenda.

Claire Knight.

  
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