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Autore: Yuchimiki    14/10/2011    2 recensioni
Ho sempre cercato di farmi i fatti miei, di non legare con nessuno, stavo bene da me. I miei obbiettivi mi bastavano ed avanzavano.
Lui è stato un incidente di percorso.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Intanto HxH non mi appartiene, solo Esther è di mia proprietà.
Buona lettura



La situazione in cui si ritrovava era pari al ridicolo e se ne sarebbe rimproverata a vita, poco ma sicuro.
Era incredula del fatto che due mercenari tanto insignificanti potessero causare così tanti problemi, proprio a lei, che aveva potenziato i suoi sensi oltre ogni limite possibile.

“Arrenditi Esther, tanto è inutile fare resistenza a questo punto!”
Il forte vento le stava causando qualche problema dato lo stato in cui era. Infatti, non riusciva a sentire niente, e solo con l’ausilio dell’En riusciva a individuare gli avversari, ma stava velocemente esaurendo le proprie energie, e il fogliame non aiutava molto. Una tempesta si stava avvicinando. Doveva sbrigarsi.

“Ma davvero siete tanto stupidi da credere che mi farò prendere così facilmente? Ma per chi mi avete preso?!” Accelerando il passo ingannò i due nemici e in un ultimo sforzo spezzò ad uno l’osso del collo, sgambettò l’altro e lo colpì al petto con tutta la propria forza. 

Credendo di aver ormai vinto, cominciò ad allontanarsi il più velocemente possibile. Errore fatale: non aveva verificato la morte dei mercenari, consapevole del pericolo che correva se fosse rimasta oltre.
Il secondo, ancora vivo, le aveva sparato alla sprovvista un proiettile nella spalla sinistra, arrivando vicino all’osso. Le sfuggì un lamento e tutta l’energia Nen si sprigionò, come a formare uno scudo per difenderla.

Dimenticato il nemico, aumentò il passo considerevolmente, allontanandosi. Non avrebbe resistito molto nelle condizioni in cui era. Dannazione, ma tutte a me capitano?
L’adrenalina dovuta alla fuoriuscita di Nen stava svanendo poco a poco, lasciandola senza forze.
Sentendo di stare per crollare, con una mano sulla ferita, si abbandonò accanto ad un albero ai margini di una larga radura. L’energia vitale del nemico era svanita, quindi era sicura di poter riposare senza pericoli.
Non poteva sbagliarsi maggiormente.



A qualche kilometro di distanza dal combattimento, un uomo, dall’aspetto poco rassicurante, camminava tranquillo, cercando magari qualche vittima su cui sfogare l’intento omicida. La sua concentrazione era indirizzata ad analizzare la folla.
I suoi sforzi furono ripagati quando un gruppo di uomini all’apparenza forti cominciò ad allontanarsi dalla città, verso il bosco.  Li seguì come un predatore con la sua vittima, aspettando il momento giusto per attaccare.

Per sua sfortuna non si divertì molto col gruppetto, sbuffando annoiato dopo lo scontro. Era già pronto ad andarsene quando avvertì una strana sensazione, come uno sprizzo d’energia Nen oltre la norma, che mischiato al forte vento gli scompigliò i capelli.

Incuriosito, si diresse nella direzione da cui credeva fosse provenuta l’onda, eccitato dall’idea di trovare un’altra vittima con cui divertirsi.
Dopo pochi minuti arrivò in una vasta radura circolare, dove sentì una forte presenza che poco a poco stava come svanendo. Era come un bambino di fronte a una caramella. La voleva a tutti i costi.
50, 40, 20, non vedo l’ora di far sgorgare un po’ di sangue…

Ma quello che si ritrovò davanti era tutt’altro rispetto alle sue attese: una figura poggiava ansimante sul tronco di un albero, proprio dalla parte opposta da dove era arrivato.
La mano destra teneva la spalla opposta, nella vana speranza di bloccare la fuoriuscita di sangue. Ma più che dal sangue, la sua attenzione fu attirata da altro. Con le braccia incrociate si sedette davanti alla donna per poterla scrutare meglio.
Non aveva mai visto un colore di capelli simile; forse Gon, ma i suoi erano talmente scuri che era difficile distinguerli.
No, i suoi erano di un verde smeraldo molto scuro, lunghi nella parte di davanti, andando ad accorciarsi vero la parte anteriore del capo. Davvero una particolarità contando che gli unici soggetti che aveva visto se li erano solo tinti.
Altro particolare era lo “scudo” di Nen che la ricopriva nonostante fosse incosciente, che minacciò di ferirlo quando cercò di avvicinare una mano alla donna, lasciandogli un piccolo taglio sull’indice.

A guardar da lontano quella scena, sarebbe sembrato che un uomo, con comportamento infantile, analizzasse la donna che aveva davanti come se fosse un giocattolo, totalmente incurante della situazione in cui lei si ritrovava.

Non riusciva a decidere se valeva la pena lasciarla in vita, con lo scudo che la permeava e il sangue che sgorgava a fiotti sarebbe morta velocemente. D’un tratto però il suo volto impallidì di molto rispetto a prima, con lo scudo che s’indebolì notevolmente. La mano scivolò via dalla ferita e il suo respiro si fece più flebile.
Provò nuovamente ad avvicinare la mano alla donna, avvertendo solo una leggera sensazione di fastidio questa volta.

Dopotutto sarebbero passati ancora alcuni giorni prima che Gon e Killua fossero arrivati in città, e fino allora aveva la vaga impressione che si sarebbe annoiato in modo indicibile. Doveva scegliere in quel momento: salvarle la vita oppure lasciarla lì, a morire dissanguata?
Infine, a mo’ di sacco di patate, la prese in spalla, raccogliendo anche la borsa che aveva con lei. Almeno per un paio di giorni il divertimento sarebbe stato assicurato.




Come primo capitolo non credo sia male, almeno come intro attira. Spero vi sia piaciuta.
Commenti e critiche sono ben accette!

Alla prossima!
 
  
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