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Autore: SaraCullenSalvatore    14/10/2011    4 recensioni
Questa è una Os Delena dove vedremo quale decisione prenderà Elena riguardo al suo futuro: continuerà a cercare Stefan, o andrà avanti con la sua vita?
Di colpo, si rese conto realmente di quello che era successo durante la notte e capì che aveva fatto benissimo a lasciarsi andare. In fondo, Stefan se ne era andato per sempre e lei voleva continuare la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ormai l’estate è finita e cominciano già le prime piogge autunnali, quelle che portano con sé l’aria fredda e gelida che ti fa rabbrividire.
Elena è alla pensione dei Salvatore ancora intenta e ostinata a riportare Stefan a casa. Damon è molto probabilmente alla banca del sangue a rifornirsi e tra poco dovrebbe tornare.
In questi 3 mesi la ragazza non ha fatto altro che struggersi l’anima per riportare a casa il suo ragazzo, ormai tornato al lato oscuro.
E’ seduta sul divano del salotto a guardare fuori dalla finestra il lento scorrere della pioggia sui vetri delle finestre.
Inspiegabilmente quel leggero rumore la aiuta a rilassarsi, ma sente che ancora i nervi non sono del tutto riposati.
Si alza e comincia a vagare per casa Salvatore in cerca di qualcosa che la aiuti a calmarsi dal troppo stress. D’un tratto passa di fianco al mobiletto degli alcoolici di Damon.
Lo aveva visto tante volte trangugiare quel liquido color ambrato e le era parso di vederlo molto più rilassato.
Li per lì non sapeva se fosse giusto abbandonarsi o no ai piaceri dell’alcool, ma cosa aveva da perdere? Primo, l’amore della sua vita che credeva le sarebbe rimasto affianco in eterno, se n’era andato; secondo, dopo la morte di sua zia Jenna non si sentiva neanche più umana, solo una figura indistinta costretta a vivere a contatto con altre persone; terzo, mai come in quest’ultimo periodo aveva avuto una tale voglia di farla finita per sempre con tutto e con tutti.
Decisa come non mai, aprì il mobiletto, prese una bottiglia a caso e versò il contenuto in uno dei bicchieri di cristallo sul carrello del salotto.
Senza pensarci due volte, preso il bicchiere, cominciò ad assaporare quel liquido così famigliare alla vista quanto sconosciuto al suo palato e si sentì come percorsa da una scarica elettrica che la rese molle come una gelatina all’istante: “Pare funzioni”, pensò tra sé e sé.
Di colpo le venne una voglia improvvisa di ballare, così si avvicino allo stereo e prese un disco a caso facendo partire la prima canzone.
Le prime note che riempirono la grande stanza la movimentarono così tanto da farle venire voglia di svestirsi; e dire che aveva bevuto solo un bicchiere.
L’alcool non lo reggeva proprio. Cominciò a saltare cantando per tutta la casa buttando all’aria tutto quello che le capitava a tiro.
Qualche minuto dopo, con in mano la bottiglia di whisky ormai arrivata a metà, sentì aprirsi la porta, ma non se ne curò più di tanto.
Damon comparve sulla soglia con una nota di dubbio stampata sul viso contornato dai capelli corvini zuppi per la pioggia. Con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio cominciò ad ispezionare il salotto e vide il suo mobiletto aperto e lo stereo acceso con la musica a palla.
D’improvviso, si ritrovò Elena di fianco intenta a strusciarsi contro i suoi pantaloni neri di pelle.
Quella posizione lo eccitò particolarmente, visti i sentimenti che provava per lei, ma miracolosamente riuscì a contenersi e a girarsi per guardarla in faccia e chiederle spiegazioni.
- Si può sapere che ti è saltato in mente?! Sai che non voglio che si tocchi la mia roba - la canzonò lui strattonandola per farla riprendere dalla momentanea sbronza.
- Dai, Damon, balla con me! Mi sto divertendo così tanto! Questa roba è uno sballo, cavolo! - disse lei con fare suadente che a Damon fece per un attimo pensare di assecondarla.
Ritirò subito questi pensieri dalla sua mente, la prese per un braccio e la lanciò sul divano, poi andò a mettere apposto la bottiglia nella vetrinetta e spense lo stereo.
Lei si era stesa completamente sul vecchio divano pieno di grossi e vecchi cuscini decorati ad arte e lui le si accomodò affianco deciso a farle qualche domanda, per quanto potranno essere sensate le risposte che riceverà.
- Allora, dolcezza, mi spieghi cosa ti sta prendendo? Non è da te ubriacarti - disse in modo paterno come si parla ad una figlia che è rientrata tardi dal coprifuoco.
- Ehi, io posso fare quello che voglio! E poi avevo bisogno di distrarmi un po’. Ultimamente sono sempre nervosa e ho pensato che bere mi avrebbe potuto fare bene, visto che tu quando bevi sei sempre così tranquillo - rispose lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Sì, ma tu sei una donna e voi donne l’alcool lo reggete bene poco - ribatté lui con un mezzo sorrisetto all’angolo destro della bocca.
- Sai, quel tuo modo di sorridere mi ha sempre affascinata - esternò lei facendogli, per un attimo, strabuzzare gli occhi.
Non se l’aspettava di sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, ma diede subito la colpa di tutto all’alcool che aveva in corpo; non poteva averle pensate veramente quelle parole!
In quell’istante la prese fra le braccia e la portò di sopra nella doccia per farla riprendere. Scese poi di sotto a prepararle un caffè ristoratore che portò in non meno di 3 secondi al piano superiore.
Lei era avvolta nel suo asciugamano da bagno con la faccia un po’ stravolta stesa sul letto di Damon, ma sembrava essersi ripresa. Lui le porse la tazza e Elena lo ringraziò con un caloroso sorriso.
Gli fece segno di stendersi accanto a lei e lui acconsentì. Si sistemò più di lato per fargli spazio e quando si fu accomodato, si strinse alla sua muscolosa figura.
Aveva bisogno di quel contatto che non aveva più da molto tempo con nessuno e le si dipinse un enorme sorriso appagato sul volto. Lui se ne accorse e le chiese il motivo di quella felicità.
- Mi sento bene abbracciata a te. E’ da molto che nessuno mi stringe a sé facendomi sentire protetta - detto questo, si accoccolò ancora più stretta a lui che, seppur un po’ scioccato, non la respinse.
Rimasero così per un tempo indefinito, quando Elena cominciò a scoppiare in lacrime seguite da convulsi singhiozzi che le percorrevano da capo a piedi il corpo snello ancora stretto a Damon.
Quest’ultimo, allarmato la girò verso di sé e le chiese - Ehi, piccola, cos’è successo? - ma lei non accennava a spiccicare parola, così la strinse in un abbraccio pieno di affetto e compassione che mai avrebbe pensato di poter donare a una persona, ma ormai quella ragazza lo aveva completamente sconvolto.
Lei si avvinghiò e con un filo di voce gli disse - Ti prego, fammi dimenticare… Fammi dimenticare Stefan - Damon rimase un po’ interdetto da quelle parole senza sapere cosa fare.
Ci pensò lei a fargli capire cosa intendeva: prese il viso del bel vampiro fra le mani e avvicinò le labbra alle sue per aprirsi ad un bacio carico di urgenza.
Damon non rispose subito, ma vedendo che lei non accennava a smettere si lasciò andare.
Ancora una volta aveva preso lei l’iniziativa, sconvolgendolo come non mai. Quello che successe di lì a poco lo si capisce e i due, dopo aver consumato ogni briciolo di energia, ritornarono alla posizione iniziale e vi rimasero fino all’indomani mattina.


 

*************


Elena fu la prima a riaprire gli occhi e non fu per niente turbata dalla persona che si ritrovò, beatamente addormentata, di fianco.
Si girò piano verso di lui attenta a non svegliarlo e con il sorriso sulle labbra aspettò di rivedere quei due cieli primaverili che tanto la facevano sciogliere.
Di colpo, si rese conto realmente di quello che era successo durante la notte e capì che aveva fatto benissimo a lasciarsi andare.
In fondo, Stefan se n'era andato per sempre e lei voleva continuare la sua vita. E in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto farlo con Damon.
Il vampiro si svegliò stiracchiandosi e non si accorse subito che lei lo stava fissando.
- Buongiorno Damon - trillò Elena al suo fianco con ancora il sorriso sulle labbra. Lui, ancora un po’ assonnato non poté fare a meno di accarezzarle il volto, di farle sentire che le era vicino e che, a differenza del fratello, ci sarebbe stato sempre per lei.
- Perché ieri ti sei comportata così? Non che mi dispiaccia, sia chiaro, ma non capisco; prima sei così ostinata a volere che lui torni a casa, poi di sana pianta vuoi dimenticarlo. Spiegami, ti prego - le chiese lui con un leggero tono grave nella voce ancora roca per il risveglio.
- L’ho fatto semplicemente perché ho capito che provo qualcosa anche per te e che devo continuare la mia vita senza compiangermi addosso e cercare di riportare indietro una persona che non mi vuole più.
Dovevo fare una scelta e l’ho fatta: sei tu. Io credo di amarti, Damon - Quelle parole lo colpirono con una tale potenza che credette di morire di infarto, cosa impossibile visto che un vampiro può morire solo impalettato.
Ma lui in quel momento non si sentiva per niente vampiro; si sentiva umano. Lei lo faceva sentire vivo, come se Katherine non lo avesse mai trasformato.
Con una tale felicità, le prese il viso tra le mani e la baciò appassionatamente per farle capire tutto l’amore che anche lui provava per lei.
Elena ricambiò di buon grado e nella sua testa sapeva che da quel giorno la sua vita sarebbe ricominciata.

 

 

Ehi ragazze! Questa storia, davvero non so da dove mi sia uscita e spero tanto vi sia piaciuta. Credo abbiate capito che sono una fan incallita dei Delena, ma non credo che metterò altre storie a breve e quindi penso che tornerò a limitarmi a scrivere recensioni ai vostri racconti. Chissà, magari verso le vacanze di Natale, quelle di Pasqua e poi quelle estive (che vorrei tanto arrivassero SUBITO! :D) sfornerò altre storie, magari non delle OS ma delle vere e proprie FF. Di sicuro con non più di 20 capitoli: non mi piacciono le storie troppo lunghe che ti impegnano “a vita” :P Vi saluto e spero di ricevere tanti vostri commenti. Baci baci, SaraCullenSalvatore :* 

   
 
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