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Autore: pucia    14/10/2011    3 recensioni
Tom Riddle diverrà mai Lord Voldemort? sarà lui il buono della storia? Come mai Harry Potter è il cattivo della situazione?
Tom purtroppo scoprirà una verità che non si aspettava. Perchè questa è soltanto una sua vita parallela.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Amichevoli sorprese

Ormai gli acquisti erano stati completati e Silente portò ora Tom in un luogo che lui ben conosceva.
«Io so dove siamo!» esclamò con entusiasmo, finalmente sapeva dove si trovava, «è la stazione di Londra»
Non era andato molto lontano allora. Era sempre rimasto in un certo senso, nella città dov'era nato.
«Precisamente»
La stazione King's Cross brulicava di parecchia gente, tutti intenti a correre per prendere il treno.
Tom alzò gli occhi. Il soffitto era davvero alto e i treni erano di un colore nero accesso, lucenti. Il pavimento era ricoperto di piccole mattonelle color marrone chiaro e la luce rifletteva su di loro, illuminando ancora di più l'ambiente.
«Non ero mai entrato. E' davvero molto bello»
Oltre ad non esser mai entrato alla stazione, non aveva neanche mai preso un treno. Non si era mai seduto su una di quelle poltrone, che subito pensò fossero soffici col schienale rigido.
«C'è sempre una prima volta»
Silente non abbassò mai lo sguardo sul ragazzo, anzi andò dritto vero il binario giusto, ma probabilmente ancora non sapeva quale fosse il binario esatto perchè si fermò in mezzo a due numeri, il 9 e il 10.
Dapprima Tom rimase stupito, si domandò com'era possibile che il preside non sapesse qual'era il binario per la partenza.
«Siamo arrivati»
Forse si sbagliata. Silente sapeva bene da che parte andare.
Consegnò a Tom il biglietto bianco con su scritto...
«Ma... come è possibile signore? Il biglietto dice che il treno parte nel binario 9¾ e sono quasi certo che qui ci sono soltanto numeri interi!»
Aveva guardato bene quando erano entrati, perchè voleva catturare ogni singolo particolare mai visto in passato.
«Mio caro Tom... solo perchè non lo vedi non vuol dire che non possa esistere, come l'aria. Tu non la vedi, ma sai che c'è. Se no non respireresti»
La risposta non faceva una piega, anche se era un po' contorta.
Silente indietreggiò senza farsi notare dalle altre persone che camminavano vicino a loro. Si appoggiò al muro di mattoni e in un attimo non fu più davanti agli occhi di Tom.
«Signore?»
La sua voce rimbombò, ma ancora nessuno si era accorto di lui, come capitava spesso nella sua vita.
Guardandosi intorno fece alcuni passi in avanti e con la mano toccò il muro che non sembrò così solito come dalla vista. Chiuse gli occhi, prese un respiro e continuò a camminare, sperando di non spiaccicare il suo naso su qualcosa di duro.
«Cosa fai con gli occhi chiusi?»
Era la voce di Silente. Chissà come ci era riuscito, ma si ritrovò in un'altra stazione, diversa dalla precedente.
La parete da dove era passato non c'era più. Al suo poco si estendeva un arco di ferro battuto e un cartello. “Binario Nove e Tre Quarti”. Allora era arrivato a destinazione in qualche modo.
«Ma come...» iniziò puntando il dito verso il cartello di color nero carbone.
«Magia» intervenne Silente ridendo per la sua presunta battuta, ma Tom non ricambiò. Del resto non era la prima volta che non capiva l'umorismo del vecchio. «I tuoi bagagli sono da questa parte»
Il fischio del treno provocò un sobbalzo nel ragazzo che per qualche istante era perso nella sua mente. Scrutò per bene la locomotiva. Era uguale alle altre, ma aveva soltanto il colore diverso. Un rosso fiammeggiante la ricopriva e davanti portava un numero, 5972, che poteva sembrare quasi il suo nome. Sopra di essa c'era un cartello che indicava la prossima partenza. “Espresso per Hogwarts, ore 10”.
Seguendo Silente finalmente arrivò davanti ai suoi bagagli. Era davvero tanti! Tre valigie, un baule di dimensione media, una cartella simili a quella per la scuola e un pacco contenente il suo nuovo calderone. La sua prima e bella bacchetta era ancora dentro alla sua scatolina situata nella tasca destra della giacca. Aveva tutto quello che gli occorreva e che era stato scritto nella lista.
«Non dimentichi nulla?»
Scuotendo con la testa tirò fuori il pezzo di carta, doveva aveva spuntato tutto quello che doveva comprare.
«Mi sembra di no, ho preso... accidenti! Manca l'animale!!!!!»
Come poteva aver dimenticato una cosa così importante? Non era importante quanto la bacchetta questo lo immaginava, ma se era scritto di comprarne uno, sicuramente sarebbe stato utile averlo.
«E ora come faccio? Perderò il treno!»
Si sentì disperato. Mancava davvero poco alla sua partenza e quel momento l'aveva aspettato da... beh non sai molto, aveva scoperto soltanto il giorno prima di essere un mago, ma nello stesso tempo si sentì di aspettare quell'istante da tutta la vita. Silente sorrise, probabilmente si divertiva vedere Tom così disperato da mettersi le mani addirittura nei capelli.
Iniziò a farneticare, non badando alle altre persone che lo stavano guardando in modo torvo. Il preside si sentì in dovere di fermarlo, per non attirare di più l'attenzione su di lui.
«Tom tranquillo. Guarda»
Entrambi si spostarono di qualche passo a destra, notando che dietro ai bagagli c'era una gabbia. Conteneva un bellissimo gufo di un colore bruno con striature tutto lungo le ali. Aveva anche sfumature nere e gialle. Era molto grande, anche se sembrava ancora un cucciolo.
«Per me?» domanda sciocca, stava tra le sue cose.
«Certo. Un gufo reale. Quando sarà adulto potrà arrivare anche ai due metri. È un gufo importante!»
Il gufo aveva due bellissimi occhi giallo-arancio. Le sue piume erano allungate e sembravano tanto soffici. Tom allungò la mano, lentamente. Appoggiò le dite sulla fredda gabbia e il gufo ne approfittò per beccarlo sul mignolo, lasciando a Tom un bel ricordino che si colorò velocemente di rosso.
«Ahi!» urlò, portando subito il dito in bocca, cercando di fermare il sangue che usciva.
«Siete diventati amici»
Sembrò compiaciuto del gesto da parte del gufo, forse così si instaurava un rapporto tra animale e uomo.
Si udì un cupo verso in risposta da parte dell'animale, «uh-ohh»
Sarebbero diventati amici, anche se Tom era sicuro di amare di già il piccolo gufo.
~ Credits to HTML © puciotta
  
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