Forever
together
La soffitta della Tana era da
sempre un luogo accuratamente evitato da tutti - tranne Fred e George,
ovviamente. Quel pomeriggio Katie era stata invitata assieme a Lee
nella dimora
dei Weasley; Natale era passato da qualche giorno, Capodanno si
avvicinava e
insieme a lui si avvicinava anche il compleanno della giovane
Cacciatrice di
Grifondoro - il sedicesimo.
I gemelli e Lee le avevano
preparato una sorpresa, rispondendo alle sue domande curiose solo con
dei
sorrisetti scaltri e incredibilmente dolci; la ragazza non era
preoccupata,
nonostante sapesse che di quei tre ci si potesse fidare fino a un certo
punto.
I suoi timori vennero a galla
solo quando Fred le porse una benda in velluto bordeaux, un po'
logorata dal
tempo ma che sarebbe sicuramente servita allo scopo, ordinandole
divertito di
metterla sugli occhi. Katie provò a ribattere qualcosa, ma
l'espressione
risoluta dell'altro gemello la convinse a fare ciò che le
era stato richiesto
senza protestare. Di cosa si doveva preoccupare, in fondo?
Le mani calde di Lee la
aiutarono a salire le scale senza rischiare imbarazzanti cadute a
faccia in
giù, abbandonandola soltanto quando furono davanti alla
porta polverosa della
soffitta.
Dall'interno della stanza
provenivano strani rumori, Katie rabbrividì
involontariamente mentre sentiva
l'aria tiepida e stantia della camera sfiorarle il viso: la
cecità momentanea
le permetteva di distinguere con inaspettata chiarezza il diverso suono
dei
passi degli amici, i loro sussurri leggeri mentre disponevano qualcosa
su un tavolino davanti alla ragazza, l'odore polveroso della soffitta
che le
solleticava il naso minacciando di farla starnutire.
Dopo qualche attimo di
completo silenzio avvertì le dita di uno dei gemelli - le
riconobbe perché
erano appena più fresche rispetto a quelle di Lee -
armeggiare con il nodo
della benda, attento a non tirarle i capelli castani, per poterla
sfilare e
mostrare finalmente all'amica la sorpresa che le avevano preparato con
tanta
cura.
Katie vide,
finalmente, e inopportune lacrime di commozione minacciarono di
sopraffarla.
C'erano quattro ciondoli
dorati, sullo sgangherato tavolino di legno mezzo marcito, posti uno
accanto
all'altro su una spessa tovaglia di velluto color porpora smangiata
dalle
tarme; i piccoli gioielli brillavano alla luce delle lanterne rossastre
che gli
amici avevano acceso prima di condurla nella soffitta ed erano le
perfette ed
accurate rappresentazioni in scala delle loro quattro bacchette,
incrociate a
formare un fiocco di neve d'oro un po' rudimentale.
– Speriamo che ti piacciano,
– sorrise Lee un po' imbarazzato, grattandosi la nuca. Katie
non disse nulla,
continuando a guardare i ciondoli con un'espressione illeggibile.
– Se non ti
piacciono dillo, possiamo riportarli indietro e... –
– No, – lo interruppe la
ragazza, allungando appena una mano per sfiorarne uno; non appena le
sue dita
entrarono in contatto con il metallo prezioso, Katie scoppiò
a piangere. –
R-ragazzi, sono splendidi, – mormorò tra le
lacrime, aggirando il tavolino e
gettando loro le braccia al collo.
Da quel giorno, il bellissimo
e inaspettato regalo di Fred, George e Lee rimase sempre con lei,
legato ad un
elegante nastrino di velluto bordeaux che le permetteva di averlo a
contatto
con la pelle, poco sopra l'avvallamento tra i seni, sul cuore.
Aveva sempre sostenuto che
quel ciondolo era come avere i suoi migliori amici sempre al suo
fianco,
nonostante la distanza, i problemi, la morte.
E, nonostante suo marito
continuasse a mostrarsi un po' infastidito - geloso - dal suo
attaccamento agli
altri tre uomini, non se la sarebbe mai tolta, per nessuna ragione al
mondo.
Sarebbero sempre stati uniti,
loro quattro, per sempre.