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Autore: Cara_Sconosciuta    14/10/2011    6 recensioni
Kate Beckett era seduta sul divano con il computer in braccio e le cuffie nelle orecchie e tentava, con scarso successo, di concentrarsi sulla stupida commedia che aveva scelto di vedere.
La gatta bianca e nera, sdraiata accanto a lei, era rimasta immobile per tutta la durata del film, con gli occhi verdi a volte chiusi e a volte spalancati, il nasino troppo bianco, il respiro irregolare.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Scrivo questa flashfic seduta di fianco alla mia micetta, Diesel, che sta morendo.

Dick Shawn disse che se i gatti potessero essere dotati di ali non si accontenterebbero di essere uccelli, sarebbero angeli.

Non so quanto tempo rimane alla mia piccina su questa terra, forse non arriverà a domani mattina ma una cosa posso dire con certezza: quel signore aveva ragione. Ho la fortuna di condividere la casa con cinque di questi angeli a quattro zampe e, credetemi, non esiste un animale più nobile.

Questa perla è per te, piccola stella, la gattina più dolce e buona che abbia mai avuto... o meglio, che abbia mai avuto me.

Ti voglio bene

Elisa

 

Cats

Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra.

Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola.

-Jules Verne-

 

Kate Beckett era seduta sul divano con il computer in braccio e le cuffie nelle orecchie e tentava, con scarso successo, di concentrarsi sulla stupida commedia che aveva scelto di vedere.

La gatta bianca e nera, sdraiata accanto a lei, era rimasta immobile per tutta la durata del film, con gli occhi verdi a volte chiusi e a volte spalancati, il nasino troppo bianco, il respiro irregolare. Ogni tanto, la testa sembrava diventare troppo pesante per lei, e crollava, onde poi essere immediatamente rialzata. In quelle occasioni, Kate sorrideva, orgogliosa: quella bestiolina era esattamente uguale a lei, troppo fiera per lasciarsi piegare, troppo attaccata alla vita per lasciarsela scivolare via.

Da due ore stavano su quel divano, insieme, appoggiate l’una all’altra.

Kate sapeva che se ne sarebbe andata presto, che non c’era possibilità per lei, e aveva deciso di starle vicino finché non fosse successo, finché non fosse stata costretta a separarsi da lei, sua compagna di letto ogni notte da cinque anni.

Era giovane, non era giusto, pensò. La vita sapeva essere davvero cattiva anche con quelle piccole, meravigliose creature.

E poi, inaspettatamente, il film era finito e, come i titoli di coda avevano iniziato a scorrere, la gatta si era mossa.

Piano, stancamente, ma con tutta la sua grazia di piccola tigre, si era alzata ed era andata ad acciambellarsi nel suo grembo e l’aveva guardata con quei suoi immensi occhi verdi, facendo forte le fusa.

Non andare via, le stava dicendo, stai con me finché posso stare con te.

Allora Kate l’aveva stretta forte e, con la sua testolina appoggiata sul seno, si era addormentata.

Non si rese conto subito di aver dormito più di due ore. Semplicemente, quando si svegliò, si accorse che il capino del gatto era morbidamente reclinato sulla sua spalla e che il suo piccolo corpo aveva smesso di riempirsi e sgonfiarsi.

Se n’era andata, in silenzio e con classe, come mai nessun’altra creatura sarebbe stata capace di fare.

 

Quando i verdi occhi di un gatto scrutano dentro di voi

potete essere certi che qualunque cosa intendano dirvi è la verità.
-Lillian Moore-

   
 
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