Anime & Manga > My HiME - My Otome
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Autore: hb84    15/10/2011    0 recensioni
Un piccolo viaggio nel tempo, tra Otome e Shinigami.Natsuki improvvisamente si trova catapultata in una vita che non é la sua, malgrado la sia stata molto tempo prima, Shizuru sará sempre al suo fianco.Nella guerra infinita tra bene e male, tra dei e mortali, chi avrá la meglio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OGGI
 
 
Guardarla dormire la rendeva felice.
Il suo ventre saliva e scendeva, un ritmo costante, le veniva voglia d´abbracciarla.
Non poteva, se lo avesse fatto non si sarebbe fermata a quello.
La donna sospiró nel sonno, si giró, le sue labbra sussurrarono il suo nome, quanto era bella pensó, le diede un bacio e poi bació la sua pancia, lì c´era una nuova creatura.
Se qualcuno glielo avesse detto dieci anni prima che sarebbe finita cosí probabilmente si sarebbe messa a ridere.
Ricordava ancora chiaramente quando glielo disse: “Aspettiamo un bambino”. La sua prima reazione fu il soffocamento, il tè le andó di traverso, “cosa?”, poi realizzo, non poteva essere suo, “chi è il padre?”, “tu, baka, come potrei tradirti?”, “ma come…….”, “ dovrei chiedertelo io”, la donna le sorrise.
Le sue nano-macchine, ecco la spiegazione, i suoi poteri avevano interferito su di esse, almeno questo era quello che le disse Yoko. Una grande scoperta dal suo punto di vista, attraverso l´analisi del suo sangue avrebbe potuto dare vita a delle nuove Otome.
 
La porta si aprí, “mamma Shi…”, “ schhhh, la mamma dorme, vieni qua, Shizuki”, la bambina si strinse tra le sue braccia, “ mamma Axel, cosa fai giá sveglia? non hai combattuto gli Slave sta notte?”, si mise a ridere, “ andiamo a fare colazione, vuoi latte e cereali?”, “ no, voglio uova e pancetta, cosí poi li mangia anche mamma Shizuru e la sorellina”, “o il fratellino?”, “ no, è una sorellina, me la detto la pancia”, trattenne una risata, “dovresti darle ascolto tesoro, l´ha detto anche a me la pancia”, i suoi occhi, non resistette e la bació.
 “sto aspettando la colazione, non credere di scamparla”.
 
 
La donna le sorrise, la piccola Shizuki giocava con i suoi animaletti, facendo finta di sconfiggere un nemico imbattibile, “non puó essere altro che tua figlia, guarda che disastro”, scoppio in una risata fragorosa, “ehi, io non ho mai affrontato un T-rex, e poi se non sbaglio eri tu Kyoen no Murasakisuisho, Ametista dal sorriso incantevole, terzo pilastro dell´accademia di Garderobe”, “Giá, e ora se non mi sbaglio sono il tuo capo, e tu sei in ritardo come tutte le mattine”.
“ etto…ettooo, io.. bé .., mi sono persa a guardare l´affascinante Kaichou”, “Fenice Bianca sta sera ti puniró, ed ora vai ad adempiere ai tuoi doveri”.    
 
 
 
DIECI ANNI PRIMA
 
 
“Si sveglierá presto, ha affrontato una dura prova”, la donna accarezzó il viso della ragazza che iniziava a muoversi tra le lenzuola, “mi chiedo se la nano-macchine non interferiscano troppo con i suoi poteri”, chiese la donna dai capelli verdi, “è l´unico modo per non correre rischi, qui non c´è una barriera anti-slave”, “ ma non ci ha mai messo cosí tanto a riprendersi”, “si ricordi Amane-sama che è stata colpita da un raggio d´argento, è la prima volta che qualcuno sopravvive, aveva ragione Tokhia-san, questa ragazza racchiude in se un grande potere”, “che peró qui non saprá controllare”.
Proprio per quel motivo Himeko aveva chiesto a Yoko di appiccarle le nano-macchine, la donna peró non aveva la minima idea del potere che quella ragazza dai capelli blu possedeva dentro di se, “spero di non aver esagerato con l´effetto, se avessi avuto piú dati sarebbe stato piú facile”, “non preoccuparti Yoko-sama, hai sicuramente fatto un ottimo lavoro, e per quanto riguarda i dati, bé mi dispiace ma mentre scappavo non ho pensato che sarebbero stati utili”.
 
Kuwahara era stata distrutta, gli slave avevano attaccato di notte, qualcosa gli aveva attirati li, la barriera non aveva retto ad un attacco massiccio, tutte le Otome avevano combattuto fino allo sfinimento, poi una luce bianca nel cielo e il buio.
Questo era ció che ricordavano le alte cariche dell´accademia Sakurgabe, uguale a Garderobe tranne per un particolare, era dall´altra parte del mondo.
Le accademie erano molto simili tra loro, una era stata fondata da Fumi-san l´altra da Tokhia-san, due rivali nel combattimento tra Otome ma amiche da sempre, la loro idea era creare un luogo sicuro dove far crescere le piccole Otome per poi combattere contro gli slave, entitá demoniache che infestavano il mondo.
La differenza essenziale tra le due accademie era che a Sakurgabe non si erano mai verificati incidenti, non era mai stata sotto attacco, qualcuno l´aveva definita inespugnabile, ora che tutto era finito che le Otome erano in posto sicuro il preside rideva tra se, “giá, inespugnabile”, tutto era andato distrutto, ma quello che c´era di peggio è che probabilmente la ragazza che dormiva tranquilla nella stanza accanto avrebbe messo in pericolo anche Garderobe.
 
 
“Hikariiiiiiiiiiiii”, la ragazza non riusciva a respirare, sentiva il mondo girare intorno a se, nausea, “tranquilla Axel, respira, Hikari sta bene”, nel sentire quelle parole, cadde indietro con la testa, “abbiamo dovuto usare le nano-macchine, potresti sentirti un pó stordita, ma passerá in fretta credimi”, “perché? a me non servono”, “ i tuoi poteri hanno avuto un aumento esponenziale, fino a quando non sarai in grado di controllarli nuovamente, dovrai portare quei bei orecchini, ma tranquilla sono uno bianco e uno blu”, disse cosí solo perché sapeva che la ragazza odiava quel genere di cose, non era molto portata per le cose femminili, tutt´altro, il suo carattere era spigoloso, odiava il mondo intero, ma aveva fatto una promessa, cinque anni prima a Tokhia-san, avrebbe protetto sua figlia da qualsiasi cosa.   
“Himeko-sama, è stata colpa mia, …. Gli slave,….io gli ho attirati… non sono riuscita a controllare la rabbia….gomenasai”, “non è stata colpa tua, ho sentito la tua aurea aumentare solo pochi secondi prima che ci attaccassero, non è colpa tua ok? anzi devo ringraziarti, tutte le Otome sono salve, e bé era da un pó che volevo tornare a Garderobe”, le sorrise dolcemente.
 
 
Erano passati tre giorni da quando era stata colpita dal raggio d´argento, nemmeno lei ricordava bene cosa era accaduto, ma finalmente la nausea era passata e poteva riprende le sue normali mansioni, o almeno cosí credeva.
Busso alla porta della presidenza, non pensava che ad attenderla ci fosse cosí tanta gente, ma il suo sguardo cadde subito su Hikari, “Axel-chan”, disse la ragazza saltandole addosso, “la barriera che hai creato per me era grandiosa dove hai imparato?”, non ricordava di averlo fatto, subito le due ragazze furono interrotte, “signorine? Cerchiamo di non perdere le buone maniere”, disse Himeko, “mi scusi Kaichou”, disse mentre faceva un leggero inchino, “bene Axel, vi presento il preside di questa scuola, lei è Maria-sama, la donna accanto è Yoko, lei è quella che ti ha donato gli splendidi orecchini che porti ora”, la donna voleva stemperare la pressione, sapeva che la ragazza dai capelli blu era sempre molto nervosa quando si trovava in situazioni come quelle, “benvenuta a Garderobe”, disse il preside, “ mi congratulo per l´ottimo lavoro che hai svolto, le Otome hanno bisogno di ragazze come te, ma d´ora in poi sappi che dovrai concentrarti solo sui tuoi studi e il controllo dei tuoi poteri, niente moto da questa parte del mondo”, sorrise, “se dovessi avere problemi con le nano-macchine rivolgiti pure a Yoko-sama, lei saprá come aiutarti ”, la donna dai capelli neri fece un passo in avanti, “ piacere di conoscerti Axel, spero che il lavoro che ho fatto non disturbi troppo i tuoi poteri” sorrise, aspettando una risposta che non arrivó.
  
 
Concentrarsi sui suoi studi? Niente moto? Controllare i suoi poteri? quello era un incubo pensó, camminava a testa bassa verso la sua nuova stanza, quella scuola era uguale a Sakurgabe, gli stessi lunghi corridoi luminosi, lo stesso rumore di passi, l´unica cosa che la differenziava era l´odore, era piú dolce, peschi in fiore pensó.
“Axel-chan? tutto bene?”, la ragazza dagli occhi neri la guardava fissa, “oh…. Nina-chan, sì tutto bene, tu?”, “bene, ho temuto per voi, non avevo mai visto una barriera cosí, il colore era diverso dal solito”, “colore? ha proposito di questo, cosa è successo?”, la ragazza spalancó i suoi grandi occhi, “non ricordi nulla?”, “a dire il vero no”, “ bé, io ho solo visto la tua barriera intorno a Hikari-chan, era blu trasparente, ma non posso aiutarti con altro, solo un´altra cosa, non avevi materializzato”, cosa? Come aveva potuto produrre una barriera senza materializzare?
 
  
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