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Autore: Dadasopher    15/10/2011    3 recensioni
"Per la strada c'è una bionda, un po' svestita, dotata di ventiquattro costole sporgenti. Le è appena passata accanto tacitamente una rossa; ella porta un caschetto sbarazzino."
[Clodia, amica di tutti, amica di nessuno]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla Compagna con gli occhi tinti di vita e le labbra cucite.


Il rosso.

Protagonista incontrastato di idilli tessuti dalla tua fantasia.
Usualmente un carnefice, primate felice agli occhi della sua vittima.


Il biondo.

Truculento io-narrante, sottoposto a una crudeltà immane.
Addendo necessario, ma secondo in tutto, dotato di incapacità di vita e di adattamento.


[BINOMIO COSTANTE:] “Rosso~Biondo”, “Carnefice~Vittima”.
Connubio tra idealità e marcescenza, collocato in una dimensione parallela,
possibilmente incastonato nella tua mente.

Il risultato? La somma delle somme, neanche chi studia aritmetica da sempre è riuscito a trovare gli addendi necessari a dare una somma costante. Insomma, tu hai scoperto la regola perfetta senza nemmeno volerlo.

Dunque, dicevi «Per ottenere una buona ricetta, ci vogliono sempre e solo i soliti ingredienti nelle loro dosi esatte.»
Farcivi l'impasto con pezzettini “canditi” di esperienze esperite e cuocevi il tutto insieme, sicura della compattezza finale.
Potrei passare ore nel raccontare su come eseguivi queste tue ricette, tanto conoscevo perfettamente te e gli ingredienti.
Se c'è una cosa che mai ho compreso è cosa avessi in quella testa.
[Le vittime non dispongono di parole]


Hai salutato la terra nel mese dei morti, già da quello avrei dovuto capire, quale sarebbe stato il tuo destino. Sei sempre stata incline a giochi delittuosi (come me del resto), ricordi? Ci piaceva giocare alle “piccole disadattate” in quei pomeriggi stupidi.
[A te è sempre mancato qualcosa e io, mi stavo adattando a quel tuo vuoto. Cominciai poi ad amarlo, era una grande novità. Non avevo minimamente compreso quanto potesse essere letale per te]
Ci votammo a ideali che mai ci erano realmente appartenuti, giacché ci pareva il modo migliore di fare parte di qualcosa.
Sigillammo tutto con un patto di sangue, immolate al culto della eterna solitudine.
[Perché ci escludevamo l'un l'altra, vendendoci la falsa superficialità]
Una cosa era certa: prediligevamo quel binomio nelle nostre scelte, era ormai un processo inconscio.

Ketchup e Maionese, direi
Tulipano e Girasole, aggiungerei

Bastava che fossero iponimi, egualmente importanti nella nostra tassonomia ideale, anche se irrimediabilmente la violenza delle tinte di cui le cose erano fatte, ti facevano sentire “da meno”.
[C'era perfino una odiosa persona a dare voce ai tuoi “incubi” di inferiorità. Ricordo che erano tali.]

Un particolare di te mi confermava la tua irrequietudine, il tuo sentore di inettitudine: avevi gli occhi, castani e maturi, tinti di vita mentre le labbra erano cucite.
Poi è successo che quei colori ci sono venuti a noia.
Comportando la distruzione di quelle, che un tempo forse, erano le (nostre) certezze del vivere.

Solo ora mi rendo conto che per quanto abbiamo cercato di liberarcene, il rosso e il giallo ci sono filtrati completamente dentro. Adesso li incarniamo anche noi fuori, al contrario dei giorni lontani, quando non lo ritenevamo possibile.
[ La mia mente torna indietro a quel giorno settembrino e alle ciocche rosse disseminate per il pavimento; Poi ci aggiungo l'odore nauseante della tinta bionda pronta per essere applicata, circa qualche mesetto prima, a una donna pallida. Et voilà! ]

Per la strada c'è una bionda, un po' svestita, dotata di ventiquattro costole sporgenti. Le è appena passata accanto tacitamente una rossa; ella porta un caschetto sbarazzino.

la tua Valja.



Note dell'Autrice:

Ci terrei a puntualizzare due o tre cose stilistiche, in quanto non vorrei che passassero come casualità.
Tormentosi sono “quei/quelle/quelli” per un esatto scopo di indicazione precisa del passato e della possessione (anche ideale) di quel qualcosa a cui fanno riferimento.
Ci sono altrettante parole in corsivo. Ecco o alludono, come avrete ben capito, alla compagna oppure sono messe in risalto rispetto al resto, sia per il fatto che le commentano le frasi tra parentesi sia perché devono portare a una riflessione oltre il testo. Eccezione del corsivo è il "perfettamente", è  detto in modo sarcastico, perché in realtà non conosceva nulla dell'altra compagna.
Per il resto, avrete capito che si parla di due amiche di infanzia che adesso non si rivolgono più la parola (i motivi non sono specificati e ognuno usi a proprio piacimento la sua fantasia),che addirittura sono diventate due estranee. Eppure quei colori che le legavano dal passato, come scelte prettamente interiori o esteriori (ma non legate all'aspetto esteriore della persona), si riversino successivamente in scelte superficiali, quali la tinta dei capelli.
È ispirato alla realtà, a delle osservazioni che ho fatto in un periodo durato due anni.

porco_spino.
  
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