Cera

L'orologio segna le due.
Le luci sono spente, le finestre spalancate.
Una candela accesa resiste sul tavolo.

C'era solo lui.
Lui, e le tracce delle piccole zampe di un uccellino bianco impresse sulla sabbia.
«Ti amo.»
Lo scroscio delle onde copriva quelle parole.

Stridio di freni del treno, chiacchiere di gente sconosciuta che viveva la propria vita.
Era seduta da sola, sotto l'orologio che segnava le tre.
La panchina era dipinta di verde.
C'era solo lei.

Le tapparelle sono abbassate, le lancette cominciano ad andare lentamente all'indietro.
Il quadrante è rosso scarlatto.
La candela si spegne.
C'è solo cera che cola.