Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: giulina    16/10/2011    4 recensioni
Missing Moments della storia "Il garage".
Si dondolano sul posto, fuori ritmo, fuori tempo, fuori da qualsiasi cosa che non sia loro due che ridono per i loro movimenti impacciati, da imbranati.
La coperta sotto i loro piedi li fa perdere l'equilibrio e cadono insieme nel letto con di sottofondo la voce di Lou Reed e la risata di gola di Alice che ora si ritrova schiacciata dal corpo di Filippo che sorride rivivendo la scena nella sua mente.
Chi l'avrebbe mai detto che la felicità si può raggiungere con così poco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

One-shot tratta dalla storia originale “Il garage”. Può essere letta anche senza aver seguito la storia.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=690940&i=1

 

Buona lettura.

 

 

 

Quando aveva dieci anni, Alice ha frequentato un corso di danza classica.

Non che le interessasse imparare a piroettare sul pavimento oppure eseguire un Port de bras impeccabile.

Non aspirava a diventare una ballerina e passare tutta la vita su quelle scarpette dalla punta dura. Lei quelle scarpette le odiava, se deve dirla tutta.

Non amava nemmeno quei body neri e severi che era costretta ad indossare e per i quali sua madre spendeva metà dello stipendio di suo padre.

Le piaceva però, quando, finita la lezione, tutte le bambine si ritrovavano nello spogliatoio per cambiarsi e chiacchieravano tra di loro, ridevano per qualsiasi cosa.

Alice si ricorda di come le osservava seduta su quella fredda panca di legno chiaro con la coda alta che ormai si stava sfacendo e provava un'innocente punta d'invidia.

Le guardava mentre si ricorrevano per tutta la grande stanza riscaldata. Le sentiva parlare di giochi per il computer a cui avrebbero giocato appena tornate a casa e di barbie che avrebbero voluto comprarsi.

Alice non parlava mai con quelle che, a tutte gli effetti, erano delle estranee. Le guardava da lontano come se fossero un quadro d'autore in un museo. Lo puoi guardare, si, ma se provi a toccarlo scatta subito l'allarme.

Alice non si era nemmeno mai presentata. Quelle bambine conoscevano il suo nome soltanto perché l'insegnante di danza ogni tanto la richiamava quando si perdeva a fissare il vuoto.

La verità era che lei aveva voluto iniziare quel corso per farsi qualche amica, per poter chiacchierare con loro di barbie anche se lei odiava giocare con le barbie. Scambiarsi le cassette dei cartoni animati e le calze colorate. Essere una bambina normale, in poche parole, con delle amiche normali da salutare quando incontrava per la strada.

Non era riuscita nel suo intento, però.

Dopo un mese si era ritirata dal corso e aveva buttato nel cestino il body e le scarpette per cui sua madre aveva speso tanto.

Non aveva delle amiche normali ma c'era Filippo che l'aspettava a casa e poteva ritenersi soddisfatta.

D'altronde, anche lui odiava le barbie.

 

 

 

Alice ripensa a quel periodo della sua vita quando appaiono sullo schermo nero i titoli di coda di “Dirty dancing”.

Si scrocchia le dita della mano destra e fa uno sbadiglio silenzioso.

Quando la luce si accende socchiude gli occhi marroni e si porta una mano sulla spalla indolenzita per massaggiarsela.

Sente la parte di letto accanto a sé, piegarsi al peso della figura che si stende e appoggia il capo sul cuscino morbido dalla federa celeste.

-Non ti è piaciuto-

-Si! Si..cioè molto istruttivo. La parte che mi è piaciuta di più è quando lui la prende per la farle fare la presa ad angelo. Lì mi sono proprio emozionata-

Filippo guarda Alice con un'espressione di indifferenza sul volto, abituato ormai alle sue frasi ironiche.

-Non ti è piaciuto- Conferma lui portando le mani dietro alla testa.

-Ma hai sentito cosa ho detto sulla presa ad angelo?-

-Alice...-

-Troppo stucchevole e tragico per i miei gusti-

-D'altronde eri te quella che un'ora fa voleva vedere Rocky Balboa-

Alice si passa una mano sul viso nascondendo un sorriso sul palmo prima di voltare lo sguardo verso il ragazzo accanto a lei.

Lo guarda mentre chiude gli occhi e sbadiglia. Lei allunga una mano e gli accarezza la guancia coperta dalla barba di qualche giorno.

Vede le sue dita dalle unghie smaltate di verde che sfiorano lo zigomo e passano leggere sulla mascella. Strizzano il naso, facendolo sorridere contro la sua mano, per poi tracciare il contorno delle sue labbra che tiene socchiuse come se stesse dormendo.

In verità, lui quando dorme si porta una mano chiusa a pugno davanti alla bocca. Lo fa sempre, un piccolo vizio che ha da quando era bambino.

Alice si china sul suo viso e alcuni ciuffi biondi lo sfiorano come stanno facendo le sue labbra.

Le passa prima sulla fronte e poi sulle guance, compiendo lo stesso percorso che hanno fatto prima le sue dita. Lentamente.

-Posso darti un bacio?-

Alice chiede sempre a Filippo se può baciarlo quando è ad un passo da farlo.

Le viene quasi automatico, le sembra giusto chiedere il permesso anche se è sicura che lui le dirà di si.

Filippo spalanca gli occhi verdi e porta una mano sul collo di Alice, tirando inavvertitamente qualche capello.

-E se ti dicessi di no?-

-Me lo prenderei con la forza-

Le sue labbra sono morbide e cedevoli e le assaggia come se fosse impossibile smettere.

Chiudono entrambi gli occhi mentre la testa di lui ricade sul cuscino e Alice è costretta a spostarsi leggermente con il busto per riuscire a baciarlo meglio.

Le mani di lui le tirano indietro i capelli dispettosi e le dita si infilano tra quei ciuffi dorati per farle cambiare la posizione della testa.

Filippo è diventato un baciatore provetto ma ha sempre quel lato impacciato che la eccita in modo incredibile.

Lento, profondo e paziente è il loro bacio. C'è una passione dietro i movimenti delle loro labbra che solo Alice e Filippo possano apprezzare.

La mano di lui scende sul fianco e si inoltra sotto la maglietta a maniche corte che si è alzata. Ha le mani fredde, quasi ghiacciate ma lei non si lamenta.

Tocca la pelle liscia in punta di dita e poi a palmo pieno quando la sente rilasciare un sospiro nella sua bocca.

Passa sul ventre teso e poi su fino ad incontrare il bordo del reggiseno di cotone dove le sue dita si fermano.

Le loro labbra si staccano per un momento ed entrambi prendono un profondo respiro.

-Io odio la danza-

-Eppure non sono stato io ad indossare un tutù per un mese intero-

-Body, si chiama body. E poi non ero tanto male, devi vedere che piroette facevo-

-Davvero?- Le chiede Filippo sorridendo e facendo sfiorare i loro nasi, posandole un bacio sul labbro inferiore mentre la punta della lingua ne saggia la consistenza.

-Si..-

Si baciano ancora, ancora e ancora.

-Fammi vedere come sai ballare, allora-

Filippo le parla vicino all'orecchio mentre la sua mano ha sconfinato oltre il reggiseno e traccia il profilo di quella pelle più morbida di qualsiasi altro punto di cui ne conosce il sapore.

Alice sorride sulle sue labbra e si alza dal letto sfatto, cercando di non inciampare nella coperta, e poggia i piedi per terra.

Il pavimento del garage è freddo e lei non indossa nemmeno i calzini. Filippo è riuscito a farle prendere le sue stesse brutte abitudini.

Alice si sistema alcuni ciuffi dietro le orecchie e si morde il labbro inferiore schiarendosi la voce. Le sembra di essere quasi ubriaca da come tremano le sue gambe e sente le guance scottare.

Mentre continua a guardarlo in quegli occhi che stanno ridendo apertamente, corre verso il giradischi e inserisce un disco che ha preso dalla mensola.

Lou Reed, Walk on the wild side.

Filippo adora quella canzone e lei lo sa.

Si avvicina a lui ancheggiando esageratamente, con un sorriso che di malizioso non ha proprio niente e con l'indice gli fa segno di raggiungerla.

-Lo sai che non so ballare-

-Dai, concedimi un ballo-

-E poi te cosa mi concederai?- Le chiede Filippo guardandola mentre si alza in piedi, guardando solo e soltanto lei.

-Il mio cuore?-

-Quello ce l'ho già da sempre-

-Il solito esagerato!-

Le si è avvicinato e le mani di Alice si sono incrociate nei suoi capelli già scompigliati.

Sembrano appiccicati con la colla da quanto sono vicini. Alice si è addirittura alzata sulle punte dei piedi per riuscire a guardarlo meglio negli occhi di quel verde che riesce sempre ad emozionarla. Quanto gli è mancato in quei mesi lontana da lui.

Si dondolano sul posto, fuori ritmo, fuori tempo, fuori da qualsiasi cosa che non sia loro due che ridono per i loro movimenti impacciati, da imbranati.

La coperta sotto i loro piedi li fa perdere l'equilibrio e cadono insieme nel letto con di sottofondo la voce di Lou Reed e la risata di gola di Alice che ora si ritrova schiacciata dal corpo di Filippo che sorride rivivendo la scena nella sua mente.

Chi l'avrebbe mai detto che la felicità si può raggiungere con così poco.

 

Hey babe, take a walk on the wild side.

 

 

 

 

 

 

 

 

Link del mio gruppo su facebook:

http://www.facebook.com/groups/262965880410553/

 

E del mio profilo personale. Se mi aggiungete mandatemi un messaggio privato dicendomi chi siete!

http://www.facebook.com/profile.php?id=100000067901971

 

 

Questa one-shot è ambientata qualche settimana, mese, anno, quello che volete voi, da quando Alice è tornata a casa.

Ve l'avevo promessa e quindi...eccola qui.

Spero vi piaccia.

Un abbraccio stritolatore,

Giulia :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giulina