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Autore: frannn    16/10/2011    1 recensioni
"Ci aveva pensato, in passato, quando si era resa conto che Damon era il fulcro dei suoi pensieri. Aveva pensato di cambiare, di modificare aspetto e carattere e somigliare più al prototipo di ragazza che poteva piacere al vampiro. Ma un esatto secondo dopo si era resa conto che anche volendo non sarebbe mai riuscita a rinnegare se stessa."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Y   o   u      c   a   n      k   i   l   l      m   e. 

 - But I can touch your heart.

Bonnie fissava Elena che, seduta sul letto della stanza di Stefan, avvolta in un plaid blu, si raggomitolava sempre più su se stessa e raccontava quanto era successo con Damon nella trappola in un cui erano caduti per colpa di Shinichi. Ad ogni parola sembrava che gli occhi dell’amica si riempissero un po’ di più di lacrime, tanto che sarebbe dovuta scoppiare in un pianto frenetico ed inarrestabile. Ed invece non successe. Elena controllava se stessa senza alcuna fatica. Non voleva piangere, in quel momento non le sarebbe stato di nessun aiuto. Voleva confidarsi con le sue migliori amiche, Bonnie e Meredith, per far loro un resoconto dell’accaduto che le permettesse nel contempo di riordinarsi le idee.
Ma non sapeva cosa stava scaturendo la sua precisa narrazione nel cuore di Bonnie. La ragazza era felicissima che Elena stesse bene, le era grata per averla salvata e non avrebbe mai saputo come sdebitarsi, infatti non  le dava alcuna colpa per il dolore che stava provando. Il dolore nel sentire come Damon si fosse dichiarato, di come si erano baciati più volte, di come si era fatto aiutare da lei e di come si era affidato alle sue cure. Tutto questo la pungeva al cuore, mozzandole il fiato. Cercava di soffocare l’amarezza e la frustrazione, ma non era abile come Elena a tenere a bada il cuore. Lei era costituita solo da quello. E probabilmente per questo Damon preferiva Elena. Era più forte, più abile, più intelligente, più bella. Più tutto. Più Elena di quanto Bonnie potesse mai sforzassi di essere. Ci aveva pensato, in passato, quando si era resa conto che Damon era il fulcro dei suoi pensieri. Aveva pensato di cambiare, di modificare aspetto e carattere e somigliare più al prototipo di ragazza che poteva piacere al vampiro.
Ma un esatto secondo dopo si era resa conto che anche volendo non sarebbe mai riuscita a rinnegare se stessa. Era sempre stata semplicemente ciò che sentiva, senza maschere e senza trucchi.
Essere amata nei panni di un’altra era come non essere amata affatto.
Quindi la conclusione era sempre la stessa. Non c’era spazio per lei nel cuore di Damon, quello che c’era, nascosto e privo di battito, ma c’era. Quello che l’aveva fatta innamorare, inutilmente.
 
- Scusate. Devo.. devo proprio andare ora -. La voce della rossa era insicura e tremante, quindi anche volendo far credere alle altre che andava tutto bene non ci sarebbe mai riuscita.
Elena sussultò, presa alla sprovvista.
- Perché? Cosa c’è che non va? -. Domandò, allarmata, mentre Meredith allungava una mano verso quella di Bonnie. Probabilmente non essendo coinvolta nella vicenda con Damon, Meredith aveva già capito, al contrario di Elena che era presa ancora da quanto accaduto.
- Non è niente, ma sapete, ho una casa e una famiglia che chiamerà la CIA, FBI, i Servizi Segreti, pensando come minimo che mi hanno rapito gli alieni e … -.
- Sono tutte scuse, queste, Bonnie. Ormai sei fuori tempo massimo per tornare a casa, quindi restare un altro po’ non cambierebbe le cose … -.
- Non voglio restare un altro po’ okay? Non mi va, voglio andarmene a casa! -. Strillò Bonnie, in faccia all’amica. Non voleva prendersela con lei, ma Elena continuava a farle pressione con le sue parole e questo rischiava di farla esplodere, di farla piangere, di far venir a galla la verità. Non era una cosa che Bonnie poteva permettersi. Elena non aveva colpe e lei non poteva rischiare che se ne addossasse altre venendo a scoprire che Bonnie provava qualcosa di molto forte per Damon. Sapeva che questo avrebbe complicato le cose a tutti. Prima che qualcun altro fiatasse, Bonnie si voltò e scattò verso la porta. Proprio in quel momento stavano entrando Stefan, Damon e Matt. Matt. Aveva creduto di provare qualcosa per lui, soltanto per ingannare se stessa ed indursi a dimenticare Damon. Ma come si poteva sfuggire da quegli occhi maledetti? L’avevano incastrata nel buio di una passione indomabile.
Andò a sbattere contro il petto di Stefan, che rise, alzandole il volto con una mano e incrociando il suo sguardo. Stefan per Bonnie era stato un’infatuazione iniziale che si era trasformata in una bellissima amicizia. E temeva che il vampiro la conoscesse fin troppo bene, così da capire cosa stesse capitando anche senza chiedere o - peggio - intrufolarsi nei suoi pensieri.
- Che succ….? -.
Non ebbe il tempo di terminare la domanda, perché Bonnie si divincolò, scostando bruscamente la sua mano e oltrepassandolo. Urtò il braccio di Damon senza rendersene conto. Quando capitava di solito si sentiva invasa da un calore improvviso e diventava paonazza. Ma in quel momento era troppo sconvolta e troppo arresa al fatto che non sarebbe mai stato suo. Mentre fuggiva via dalla pensione, si sentì stupida anche solo per averci sperato. Eppure Bonnie aveva sempre creduto che nella speranza non ci fosse proprio nulla di male. Ora si rendeva conto, che quando questa si spezza, taglia come il vetro in frantumi e non si fa scrupoli a lacerarci le pareti del cuore.
   
 
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