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Autore: VanNotOk    16/10/2011    3 recensioni
Gerard è un ragazzo che non a da che parte dev'essere, Frank invece capisce direttamente dove deve stare incontrando gli splendidi occhi verdi di Gerard, al provino che gli darà il post come secondo chitarrista nella band. Ma un nuovo incontro introdurrà nella storia nuove confusioni.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                   "Why don't you blow me a kiss before she goes?"





 Le giornate sembrano infinite se non si sa come impiegare il tempo, ed è così anche per me, la noia mi assale e questa giornata uggiosa e umida di fine Ottobre sembra non avere una dannata fine. Fra quattro giorni ci sarà un rimpatrio popolare in onore della festività di Halloween, e non c'è tempo peggiore per la pianificazione di una festa. Succede ogni anno, ogni fottuto anno, la città si riempe di addobbi neri e color zucca, gruppi di marmocchi riempono le strade trasvestiti come clown di uno sporco circo scadente e maleodorante.  Note di canzoni popolari risalgono dalle strade sino alle mie orecchie apparendo banali e ripetitive. 
Certo, è Halloween, solo e semplice Halloween. Sono le undici di un mattino uggioso e umido di Ottobre, fra quattro giorni sarà solo Halloween.  Ogni anni la frustrazione di trascorrere solo la propria vita si fa spazio in ogni pensiero, è sicuramente il peggior periodo dell'anno. Il giorno di Halloween eclissa da sempre il giorno del mio compleanno. Nessuno se ne ricorda mai, nessuno sa che quest'anno Frank compie i suoi 19 anni. Nessuno tranne Mikey, è fantastico avere Mikey. Lui se ne ricorderà, ne sono certo. Mikey è  quel che si può definire un migliore amico anche se lo conosco da sette mesi circa e non conosco i suoi amici, la sua famiglia o i componenti della sua band. Ma a volte penso che non è la mia ragazza e che non occorre avere tutte queste informazioni, lui c'è sempre indipendentemente dai suoi amici, dalla sua famiglia o dalla sua band. Ma lui non approva affatto, vuole farmi conoscere la sua band e la sua famiglia oggi pomeriggio alle sei. Non una semplice conoscenza. Mi ha convinto a fare un'audizione, a loro serve un secondo chitarrista e a me un impiego per la solitudine.  Riesco a mettere su un paio d'uova per pranzo ma non riesco a finirle, ho lo stomaco chiuso dalle riflessioni su quanto io sia fottutamente solo, non è da me. Arrivano le cinque e il suono di un clacson rimbomba per le pareti della stanza, più e più volte, finchè la curiosità non mi assale e mi affaccio alla finestra che da sulla strada. Dal secondo piano del mio palazzo intravedo un biondino con gli occhiali spessi e neri., da cui spuntano un paio d'occhi curiosi che fissano verso di me. E' ARRIVATO MIKEY!
Metto un paio di converse smesse e rovinate: le mie preferite,afferro Pansy, scendo velocemente le scale ed eccolo li, nascosto da una vecchia auto grigio topo. 

«Mikey? Da quando hai un auto?»

«Io? Mai avuta. E' di mio padre. Ma ho una patente ed ho intenzione di usarla!» dice estasiato dall'dea di guidare un auto. Sembra un bambino di sei anni a cui regalano un giocattolo nuovo di zecca, luccicante e colorato, sfavillante. Come sfavillanti sono i suoi occhi in questo momento e quasi mi dispiace deluderlo.

«E' figa, davvero! Ma mi spiace deluderti. Guido io!»

«Ehm..ok Frankie.»

In un momento scatto in piedi, da seduto che ero sul posto del passeggero, Pansy, che è al mio fianco, traballa e si deposita con tutto il suo peso sul sedile posteriore emettendo una nota data dalla corda che sbatte contro il sedile. Lo guardo sgranano leggermente gli occhi, odio il solo suono di quel nomignolo. Lo prendo come un dispregiativo pur essendo un diminutivo, io odio essere ridimensionato. Mi basta la mia più giovane età rispetto alla sua, e a quella dei suoi amici a quanto mi dice. Mi porto quel nomignolo dietro dalle elementari. Il piccolo e dolce Frankie, il piccolo Frankie, troppo piccolo per aver luce, troppo piccolo per non stare nell'ombra di qualsiasi cosa o persona da sempre. Riprendo coscienza solo al suono delle sue parole.

  «Mikey.. lo sai!»


«Si, cazzo, scusa. Non lo faccio più. » dice sfoggiando un sorriso talmente genuino da mettermi allegria, gli sorrido e mi scuso per la mia reazione forse troppo esagerata.
 Mi incinta ad andare via, mi metto sul posto del guidatore, poggio le dita sul volante lentamente e poi accendo l'auto e mi sento quasi felice. Il piccolo Frankie può guidare un auto, perchè è abbastanza grande per mettersi al volante e guidare. Il piccolo e povero Frankie.Gli chiedo dove andare e finalmente, imboccando una strada di città mi trovo davanti ad una casa gialla dal tetto rosso scuro. L'ansia mi assale, conoscerò il suo mondo, e le persone che gli gravitano attorno. E mi sento quasi una neo-fidanzata isterica e eccitata. E poi ricontatto la realtà passando da fidanzata idiota a idiota e basta. Mikey mi invita a parcheggiare e usciamo entrambi dall'auto, cammino piano, l'ansia mi assale. Coraggio...

  
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