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Autore: fila    17/10/2011    5 recensioni
«Ti dico che esiste, amico mio» disse Aro.
Nell'ospedale di Forks Carlisle aggrottò la fronte.
«Temo non ci sia nessuna evidenza scientifica fondata circa l'esistenza del gene del collezionismo...
Una nuova storia sui Volturi tutta dedicata a Dragana: tanti auguri di buon compleanno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Felix, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Questa storia è per te Dragana: tanti auguri di buon compleanno.

Sappi che la storia è nata per colpa tua ;-)

Bacioni.

 

 

Collezionismo

 

 

 

«Ti dico che esiste, amico mio» disse Aro.

Nell'ospedale di Forks Carlisle aggrottò la fronte.

«Temo non ci sia nessuna evidenza scientifica fondata circa l'esistenza del gene del collezionismo. Ti assicuro, se ci fosse lo saprei. Leggo ogni rivista, ogni studio, ogni ricerca in campo medico che venga prodotta.»

«Mio caro, semplicemente gli umani sono limitati e quindi non l'hanno ancora scoperto. Io stesso sono la prova pratica della sua esistenza » dichiarò l'italiano.

«Come sempre non riesco a seguire il tuo pensiero» sospirò il medico.

«Pensaci, amico mio, tutti noi immortali amiamo raccogliere oggetti particolari. Caius possiede ogni tipo di arma mai ideata sulla faccia della Terra. Marcus raccogli opere d'arte, in particolare ama i quadri. Io poi sono un collezionista di collezioni: posseggo di tutto, monete, francobolli, talenti..» Aro ridacchiò interrompendo il suo elenco.

«È vero, ma credo che sia soprattutto un modo per trascorrere l'eternità più che un input genetico» rispose Carlisle.

«Un banale passatempo, quindi? No, non credo. Te lo dimostrerò a modo tuo: scientificamente» disse Aro concludendo la telefonata.

 

 

«Fammi capire un po': tu vorresti impegnare tutte le nostre Guardie per una stupida ricerca scientifica? Non se ne parla nemmeno! Sono stufo dei tuoi capricci da bambino viziato!» urlò Caius.

«Neanche se questo servisse a ridicolizzare il Clan della Penisola di Olympia?» sussurrò Aro al fratello.

«Cosa intendi dire?» domandò il platinato.

«Se dimostro a tutto il mondo che ho ragione, e sul campo medico-scientifico di Carlisle, sicuramente un domani riusciremo a stroncare, allo stesso modo, questa “moda vegetariana”» spiegò Aro pazientemente.

«Perché non lo hai detto prima? Da dove cominciamo?» disse Caius sfregandosi le mani.

 

 

Due giorni dopo Marcus stava scrivendo, accanto ai nomi di tutti i vampiri esistenti, gli oggetti che ciascuno di loro collezionava.

«Allora, con il Clan dei Rumeni siamo a posto. Amun e gli egiziani sono stati già contattati. Tutti i nostri alleati sparsi per il mondo ci stanno inviando le risposte alle nostre missive. Chi manca ancora, Chelsea?»

«Il Clan di Denali, il Clan di Carlisle e la Guardia, mio Signore » rispose l'interpellata.

«La Guardia?» domandò stupito il Volturo.

«Caius non ha provveduto a raccogliere i dati più semplici da reperire?» chiese con un sospiro.

«No, Signore»

«Va bene. Convoca tutta la Guardia nella stanza dei Banchetti tra un'ora» ordinò Marcus.

 

 

«Afton?» chiamò Yvett, la segretaria privata di Marcus, una vampira bruna.

«Teschi di cristallo» rispose l'interpellato

«Chelsea?»

«Vst da sps» biascicò la vampira.

«Cosa?» domandò Yvett

«Vestiti da sposa ha detto, vero tesoruccio?» intervenne Aro sorridendo. Lei annuì sospirando.

«Corin?»

«Libri e racconti» fu la chiara risposta.

«Felix?»

«Nulla. Quelle sono cose da femminucce» rispose il grosso vampiro.

«Ma come? Non hai una bellissima collezione di conchiglie? Ricordo benissimo di avertene regalate io stesso un paio insieme ad un Hukulele» interloquì Aro nuovamente.

Santiago e Alec cominciarono a ridacchiare mentre Felix chinava la testa bestemmiando sottovoce.

«Già, Felix, perché non ci mostri la tua stupenda collezione di conchiglie?» lo derise Jane.

Prima che il vampiro potesse dire o fare qualcosa di sconsiderato Caius intervenne.

«Ci manca ancora qualche informazione. Conosciamo le manie di tutti i ciuccia- animali tranne quelle di Bella. Felix occupatene tu».

 

 

Mentre era in volo per il Brasile, Felix ripensò a quel maledetto moccioso che, a metà degli anni novanta, gli aveva fatto scoprire le sorpresine che una nota ditta di dolciumi produceva. Alec, dopo essersi bevuto il ragazzino, aveva trovato questa tartarughina che ”ascoltava i racconti delle conchiglie e sognava i mari lontani”. Il problema era nato quando avevano letto il nome di tale oggetto.

«Porca puttana ma proprio Felix doveva chiamarsi» pensò irato il vampiro. Da quel momento, per circa un decennio, era stato costantemente sfottuto dai suoi compagni d'armi che gli regalavano conchiglie. Poi con gli anni la cosa era passa di moda e le scatole con i doni erano finite ad ammuffire sul fondo di un armadio.

«Chissà perché la famigliola del Mulino Bianco si è nascosta su una cazzo di isola sperduta nell'oceano» si chiese pensando alla sua missione.

 

 

Edward era andato con Nessie a caccia sul continente. Bella aveva preferito restare sull'isola di Esme. Dopo aver passato la giornata sulla spiaggia, era appena uscita dalla doccia, quando udì qualcuno entrare in casa.

«Siete già tornati? Ecco, amore, questa è per te!» disse baciando di slancio l'uomo che la guardava appoggiato allo stipite della porta e mettendogli in mano una conchiglia.

«Wow! Non sapevo di esserti mancato tanto, Bellina» disse Felix facendole l'occhiolino.

«Scusa. Pensavo fossi mio marito» balbettò lei arretrando spaventata.

«Tranquilla, vampirozza, sono qui solo per farti qualche domanda per conto dei miei Signori» la tranquillizzò lui. Poi guardò l'oggetto che aveva ancora in mano.

«Non è che collezioni queste» domandò.

«No. Ho cercato solo questa in particolare. È un regalo per il mio amore.» rispose Bella.

Felix la guardò con sguardo interrogativo.

«È per ricordare la magnifica prima notte passata con lui. Sai, si sente il rumore del mare... Mi piace raccogliere oggetti che mi ricordino la mia eternità con lui» rispose lei imbarazzata.

«Ecco, adesso so quello che volevo.» decretò il vampiro italiano.

«Mi sa che me la devo guadagnare» aggiunse mostrandole la conchiglia che ancora teneva stretto nel pugno.

Felix si avvicinò con un sorriso sornione.

 

 

 

Note: Questa storia è stata su richiesta di Vannagio e Dragana. La tartarughina esiste veramente: era una delle collezioni degli Ovetti Kinder degli anni novanta.

La vampira Yvett è tutta per te Nimue ;-)

 

Grazie mille per avermi letto.

  
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