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Autore: keytvd    17/10/2011    5 recensioni
One-shot sulla puntata 3x05. Ho semplicemente trasportato le immagini in scrittura, ovviamente cercando di entrare un po' nella mente di Elena, che è colei che racconta la storia. Se non avete visto la puntata, attenzione perchè ci sono spoiler
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3x05
He was in the dark, my little, imperceptible ray of light.



One-shot sull'episodio 3x05. Mi sono basata sulla scena e l'ho riportata in scrittura, cercando di entrare nella testa di Elena, che nella mia storia è anche la narratrice. Sono Delena, quindi ho dato un'impronta a questa storia, ma nulla di esagerato, ho cercato di attenermi il più possibile alla scena che abbiamo visto, senza strafare. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Key



Sentivo le mie vene pulsare, e la mia mente svuotarsi sempre di più.
A fatica ricordavo tutto ciò che era successo, ero troppo debole per focalizzare, e più mi sforzavo più la mia mente si rifiutava di mettere a fuoco tutti gli avvenimenti di quella giornata.
Come se ricordare fosse troppo doloroso.
Sentivo il mio sangue scivolare via dal corpo, quell'ago infilato nelle mie vene portava via tutto ciò che ero.

"E' molto importante per il tuo amico Klaus " aveva detto l'infermiera.

Ma certo, Klaus. Tutto ciò che era successo negli ultimi tempi era colpa sua, non gli era bastato portarmi via la zia Jenna, ora anche Stefan.

Pensare a quel nome le provocava una voragine nel petto. Il suo Stefan era perso oramai, non c'era più nulla dell'uomo che amava, e la ferita che aveva sul collo era pronta a ricordarglielo.

Chiusi gli occhi per cercare di alleviare quel dolore, ma era inutile, tutto mi ricordava lui, tutto ciò che avevo perso era li nella mia mente che scorreva come un film.

Persa nel mio dolore sentii dei passi lungo il corridoio che si avvicinavano sempre di più alla mia stanza.

Era venuto a prendermi. Klaus era pronto ad uccidermi, e io in fondo al cuore non aspettavo altro, era l'unica cosa che poteva alleviare il mio dolore.

Continuai a tenere gli occhi chiusi, non volevo vedere, non volevo mai più guardare in faccia l'uomo che mi aveva portato via la felicità.

Entrò in camera, e il mio cuore pulsava più sangue di quanto ne possedessi in quel momento in corpo.

Sentii gli aghi sfilarsi dal mio corpo e provai inevitabilmente sollievo.

Poi in un attimo alle mie narici arrivò quel profumo, non potevo non riconoscerlo, gliel'avevo regalato io per Natale, insieme a Stef.. No.
Quel nome non dovevo pronunciarlo, non dovevo permettere che la mia testa lo materializzasse.

Aprii gli occhi e lo vidi, li davanti a me, con in mano il tubicino che pochi secondi prima mi stava portando via il sangue.

"Damon" dissi

Lui mi guardò, accennò un sorriso, e finalmente dopo quella serata, trovai in quegli occhi la speranza di rimanere in vita.
Era in quel buio, il mio piccolo, impercettibile spiraglio di luce.

"Hey" rispose

Ma non disse altro, si limitò a togliermi le coperte di dosso, e in quel momento trovai un briciolo di forza dentro di me per sporgermi verso di lui e appigliarmi al suo corpo che mi sollevava.

Damon mi strinse a se e io automaticamente mi appigliai ancora di più a lui, lui che in quel momento era la mia unica ancora di salvezza.

Uscimmo da qull'ospedale e mi addormentai fra le sue braccia, con la convinzione che finchè sarei rimasta la, nessuno avrebbe potuto farmi del male.

Arrivati a casa, mi adagiò sul divano e aprii gli occhi, ero completamente spaesata, come se quella casa non mi appartenesse.

Lo vidi andare verso il tavolino degli alcolici, e riempire due bicchieri

"Hey, un po' di Bourbon"

si sedette nel divano accanto a me e me ne porse uno.

Titubante allungai la mano e lo presi

"Ti aiuterà a dimenticare" disse.

Bevvi, non tanto per dimenticare, quanto perchè per la prima volta sentivo davvero la necessità di qualcosa di forte.
Molto forte, la mia espressione era inequivocabile e lui se ne accorse.

"Si, è forte" sussurrò

Ci fu un attimo di silenzio, non sapevo cosa dire, e forse nemmeno lui.

"Anch'io posso aiutarti a dimenticare, sai"

A quelle parole non potei fare a meno di guardarlo sbarrando gli occhi.

"Almeno i ricordi che non vuoi tenere" disse ancora.

Ma io non volevo, non volevo dimenticare nulla di quella serata, nè quelle più brutte, Stefan che cambiava davanti ai miei occhi, nè tantomeno quello che aveva fatto Damon per me, mi aveva portato in salvo, e non potevo dimenticarlo, io non volevo.

"No, niente ammaliamento. Ho bisogno di ricordare. Tutto quanto"

Damon annuì, e dalle sue mani vidi qualcosa luccicare. Lo riconobbi subito, d'altronde era rimasto appeso al mio collo per così tanto tempo.

Mi porse il mio ciondolo, lo guardai oscillare fra le sue mani, quasi ipnotizzata, ma tornai in me, prima che la memoria potesse uccidermi ancora una volta.

"Te l'ho ri-rubata"

Troppo tardi, erano troppi i ricordi nella mia mente, ma soprattutto erano molto più forti di me, e mi portarono giù nell'abisso.

"Questa volta l'abbiamo perso sul serio. E' successo sotto i miei occhi. Dopo tutto quello che abbiamo passato per cercare di aiutarlo... ora è semplicemente... andato"

Le lacrime si facevano sempre più spazio nei miei occhi, e nonostante cercassi con tutta la mia forza di volontà di scacciarle, ebbero il sopravvento.

Damon posò il ciondolo sul tavolino accanto a lui, aveva capito che mi faceva del male vederlo.

Non riuscivo a non pensare a tutto ciò che era successo, mi ero sentita così sola, senza un appiglio, senza qualcuno a cui chiedere aiuto, non uno qualsiasi, lui.
Mentre ero in quella palestra  avevo sperato fino all'ultimo che Stefan potesse resistere, ma quando ho capito che non poteva farcela, che era più forte di lui, avevo iniziato a pregare e a sperare che da quella porta potesse entrare una sola persona, lui, Damon, e mi portasse in salvo.

"Dov'eri, Damon"

Vidi il senso di colpa sopraffarlo, si sentiva in colpa per non essere stato li in quel momento, i suoi occhi mi chiedevano perdono.

"Non me ne sarei dovuto andare"

Appoggiò la sua mano sulla mia gamba e a quel calore provai un senso di protezione, come se con quel gesto volesse farmi capire che lui era li, pronto ad aiutarmi.

Alzai lo sguardo e mi persi in quel mare dei suoi occhi.

"Ti prometto che non ti lascerò mai più"

Provai un conforto inspiegabile alle sue parole.

Per la prima volta in quei mesi senza Stefan, mi resi conto che non ero sola, non ero mai stata abbandonata, lui era sempre stato li pronto ad aiutarmi in ogni momento, ma io ero troppo presa dalla voglia di ritrovare il mio ragazzo per potermi accorgere che in fondo bastava alzare lo sguardo per trovare la sua mano pronta a trascinarmi in salvo.

Tutto quello che volevo fare in quel momento era diminuire la distanza fra di noi, volevo solo sedemi accanto a lui, e, semplicemente addormentarmi fra le sue braccia. Cosa c'era di sbagliato in questo?

Una voce, troppo familiare interruppe i miei pensieri.

"Che bella atmosfera intima"

Stefan, era lui, ma com'era possibile?

Damon subito balzò in piedi, sulla difensiva, pronto a tutto per proteggermi.

Stefan sorrise sornione, ma io non lo vedevo più, non riuscivo a vedere l'uomo che amavo in quell'essere che stava vicino alla porta

"Che ci fai qui fratello?" disse Damon

Stefan si avvicinò verso di noi, ma si fermò davanti al tavolo degli alcolici.

Un'altra conferma che non era più lui. Stefan non beveva, se non in casi eccezionali.

"L'ultima volta che ho controllato, vivevo qui"

Anche la sua voce era diversa.

Si versò anche lui del Bourbon, e si rivolse a me.

"Klaus se n'è andato, ma mi ha chiesto di tenerti d'occhio finchè non ritornerà. D'ora in poi sarai sotto la mia protezione"

Riempitosi il bicchiere, voltò le spalle e se ne andò, non prima di lanciarci una frecciatina allusiva che nonostante tutto mi colpì.

"Prego, continuate pure"

Guardai Damon con un misto di paura e stupore.

Dopo tutta l'estate a sperare che il mio uomo tornasse a casa, in quel momento c'era solo una cosa che desideravo di più... che se ne andasse via.

Perchè non era quello lo Stefan che amavo.





  
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