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Autore: Spiretta97    17/10/2011    1 recensioni
Questa è la storia di Mary che, raccontando la sua storia partendo da quande era piccola ripercorre alcuni fatti della sua vita fino alla conclusione drastica del racconto.
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ho ventott’anni e vivo a Londra da quando sono nata: 31 Agosto 1860. Mi chiamo Mary e sono la figlia di un macellaio. Fin da piccola lo aiutavo nel suo lavoro. Non mi interessava se le bambine della mia età sapevano già leggere e scrivere, ero convinta che, se un giorno si fossero trovate in difficoltà, il saper leggere e lo scrivere le avrebbero aiutate fino ad un certo punto. Io a sette anni sapevo contare e uccidere un maiale con le mani. In realtà le invidiavo le bambine sempre ben vestite che come mezzo di trasporto avevano una carrozza. Io vestivo con una gonna fatta di stracci e, se volevo arrivare in fretta in un posto, legavo un carretto al mio cane e lo facevo correre per le vie sconosciute di Londra.
Tuttavia avevo un’amica tra le ragazzette con la puzza sotto al naso. Si chiamava come me, ma aveva anche un secondo nome. Il suo nome intero era Mary Ann Evans . Con lei mi divertivo a parlare di ciò che accadeva nella nostra amata Londra. Lei, che amava leggere, ogni tanto mi leggeva alcuni versi di libri del suo scrittore preferito. Lei lo chiamava il Bardo, ma io (come ancora oggi) ero disinteressata sull’argomento. Comunque mi piaceva ascoltarla e, grazie a lei, imparai l’alfabeto e a scrivere il mio nome. Quando compii quattordici anni, un ragazzo mi proteggè da un paio di bulli che mi volevano violentare. Io, lui ed Ann diventammo amici e giocavamo sempre assieme sulle sponde del Tamigi. Si chiamava Jack e a sedici anni io lo amavo. Ogni volta che ci tenevamo per mano Ann faceva un sorrisetto e ridacchiava. Sembrava felice del nostro amore. A diciassette anni ero sua promessa sposa, ma purtroppo morì il giorno prima di sposarci: 31 Agosto … il mio compleanno. Morì assassinato da una ragazza dai facili costumi. Questa da non si sa dove tirò fuori una pistola e, come Jack le passò davanti, sparò un colpo. Quella donna non fu mai trovata. Qualche tempo dopo scoprii che la famiglia di Ann era andata in rosso e lei per fare soldi fu mandata sul ciglio di una strada. Lei e Jack a quanto pare avevano avuto una storia, ma il giorno prima del nostro matrimonio, lui le disse che aveva scelto me. Questo la portò a fare quella pazzia. Almeno questa è la versione di un’altra prostituta amica di Ann. Mi disse anche che era da un po’ di tempo che lei non si faceva vedere, ma dal suo sguardo capii che stava mentendo e che la teneva nascosta da qualche parte per impedirmi di staccarle il collo dalla testa.
Sono passati ben dieci anni da quel giorno e io non ho più preso marito. Oramai sono troppo vecchia per assurde storie di fughe romantiche e matrimoni da sogno. Quel giorno, come ogni mio compleanno del resto, mi trovavo in un bar per soli uomini. Mi ero vestita con i vecchi vestiti di mio padre che avevo trovato nel suo mattatoio che si trova proprio di fronte al bar. Alzando un dito ordinai del vino. Entrò nel bar un uomo, mezzo nudo senza maglietta. I suoi amici lo accolsero facendo, come al solito, un rumore infernale.
-Allora, come è andata con Mary Ann?!- chiesero loro ridendo
“Mary Ann?” Qualcosa si sbloccò in me
-AH! Quella è una puttana fantastica!-
“E’ lei, è lei!” Chiesi all’uomo dove avessi potuto trovare quella donna e lui mi rispose che doveva ancora gironzolare da quelle parti
Uscii correndo e togliendomi il giaccone di mio padre. Rimasi vestita solamente con un paio di pantaloni neri e la maglia di mio padre, lanciai il bastone all’aria ed entrai nel mattatoio di mio padre. Mi guardai intorno e sorrisi. Alla parete c’erano appesi dei coltelli. Ne presi uno e testai la lama sulla carcassa di un maiale appeso a testa in giù. Con un colpo solo riuscii a staccargli una zampa che cadde a terra sanguinante. Uscii nuovamente nascondendo il coltello nei pantaloni e andai alla ricerca di Ann.
-Mary Ann!! Mary Ann, vieni c’è un cliente che chiede di te! Oggi vai alla grande!-
Alla chiamata della sua amica, davanti ai miei occhi si presentò una donna che ancora si stava mettendo a posto le spalline di una camicetta verde. La ragazza che aveva chiamato Ann si era dileguata. Io e lei eravamo sole.
-Allora, come vuoi il trattamento?- chiese senza stare a guardarmi negli occhi. Si stava accendendo una sigaretta.
-Vieni un attimo sotto la luce. Ti ricordi di me?- chiesi togliendomi il cappello.
La donna rabbrividì e scosse la testa
-Io non tocco una donna-
-Ann! Sono io ti ricordi di me? Brutta bastarda, hai ucciso tu Jack!-
-Ehi ragazza, io non ho ucciso nessun Jack! Per chi mi hai preso?!-
-Ann, non mi mentire! Lo so bene! –
- Non ti ho mai visto in vita mia!-
La donna era effettivamente troppo vecchia per essere Ann
-Forza signorina, dimmi hai bisogno dei miei servizi? Per una volta potrei infrangere le mie regole.-
Mary Ann si poggiò sulla mia spalla. La sua camicia provocante era mezza aperta.
-Ann… Jack….. cosa ti ha fatto… chi è che ti ha ucciso? Ann? Lei ti ha ucciso? Avevo ragione io allora…. Ann…..- Sussurrai.
In un momento di pazzia, saltai addosso alla donna e sbattei a terra. Tolsi il coltello dai miei pantaloni ferendomi alla coscia. Lentamente lo alzai sopra la mia testa puntando al collo di Mary Ann. Le coprivo la bocca con una mano e le stavo in ginocchio sulla pancia. Vidi le sue pupille dilatarsi dalla paura. La colpii al collo così forte che degli schizzi di sangue mi sporcarono il viso. Per poco non la decapitai, riuscivo infatti a vederle le ossa del collo spezzate. I suoi occhi si erano chiusi, ma io glie li riaprii. Volevo che lei vedesse ciò che le stavo per fare, volevo che lei soffrisse, anche se lei non era la mia Mary Ann. Infierii ancora sul suo corpo. Dal centro collo le passai il coltello tracciando una linea drittissima e profonda. Mi fermai nei pressi del ventre che squarciai tirandone fuori l’intestino. Le mie mani si facevano rosse mentre mi divertivo ad affettare come un suino una donna che non conoscevo. Arrivata alla fine del suo corpo impugnai meglio il coltello e glie lo conficcai ancora più in profondità più e più volte nella zona dei genitali. Sorridevo durante quell’esecuzione, sorridevo quando le passai nuovamente il coltello sulle guance. Mi alzai in piedi e mi pulii le mani sporche di sangue sulla sua camicetta. Poco più in là era caduta la sua sigaretta, ancora accesa. La spensi io pestandola, poi mi avvicinai e le chiusi gli occhi.
-Buona notte Mary Ann-
In lontananza vidi una luce. Restai ferma, immobile a fissarla. Mi risvegliai dal mio stato di trance solo quando sentii una voce. Era un poliziotto, ed era lui che stava trasportando la luce. Cominciai a correre scappando dalla via Buck’s Row. In lontananza sentii il poliziotto arrivare dove avevo lasciato il corpo.
-Chi è stato?! Chi c’è?!-
Scossi la testa e nel frattempo correvo. Camuffando per bene la voce gridai anche io.
-Jack! Jack lo squartatore!-
  
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