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Autore: Melanyholland    17/10/2011    8 recensioni
È strana la percezione che si ha di chi ci sta intorno, pensò Dan, mentre stringeva a sé il corpo di Blair, così snello e leggero, come un filo d’erba che trema nel vento. SPOILER!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: Something Strange called Love

Autrice: Melanyholland

Summary: È strana la percezione che si ha di chi ci sta intorno, pensò Dan, mentre stringeva a sé il corpo di Blair, così snello e leggero, come un filo d’erba che trema nel vento.

Timeline: 5x02 (Beauty and the Feast), grossi SPOILER quindi fino alla puntata in questione.

Main Characters: Dan Humphrey, Blair Waldorf & Serena Van Der Woodsen (Dan/Serena, Dan/Blair).

Disclaimer: Gossip Girl non è mio, perché se così fosse, certe storyline da soap-opera sarebbero bocciate sul nascere in sala sceneggiatura, e i responsabili delle suddette bacchettati sulle mani.

 

 

Something Strange called Love

 

 

È strana la percezione che si ha di chi ci sta intorno, pensò Dan, mentre stringeva a sé il corpo di Blair, così snello e leggero, come un filo d’erba che trema nel vento. Qualche anno prima, se gli avessero chiesto cos’era per lui l’amore, avrebbe pensato a occhi azzurri limpidi e capelli biondi luminosi, a uno strano e bellissimo viaggio in taxi nel mezzo della notte, a un bacio donato sotto le stelle e a carezze intrepide e dolci sotto i fiocchi di neve. Serena era stata molto più che banalmente la sua ragazza, era stata la musa a cui attingeva il suo estro, il sogno a occhi aperti che diviene realtà, il sole che rischiara una giornata altrimenti grigia e opaca.

L’amore di cui parlano i poeti.

Ma con il passare del tempo, Serena si era liberata dalla stretta delle sue braccia, benché lui avesse tentato di riafferrarla, proprio come la sua penna aveva sempre cercato di carpirla e immortalarne l’essenza nell’eternità della pagina. Qualche volta, anche a Serena era piaciuto concedersi di nuovo a lui, alle sue carezze e ai suoi baci, seppur temporaneamente.

Intanto, Dan aveva imparato che Serena era lungi dall’essere un angelo, benché ne avesse le fattezze; né era la damigella in difficoltà che nei libri vengono perpetuamente salvate dall’eroe, nonostante finisse spesso nei guai. C’era un’oscurità in lei, abilmente celata dalla sua smagliante presenza, che Dan non aveva mai voluto veramente esplorare. In cuor suo, sapeva che probabilmente era un comportamento da vigliacchi, ma era sempre stato così difficile fare i conti con quell’oscurità anche quando ne aveva scorto solo qualche debole sprazzo. Inoltre, Serena faceva del suo meglio perché i propri lati peggiori non riemergessero più, e Dan sapeva che lui l’aiutava nell’intento, con la sua fiducia e il suo amore. Pertanto, il loro era una specie di accordo, suggellato quando Serena lo aveva preso per mano di fronte a tutto il suo scintillante mondo ipocrita, al Kiss on the Lips: Dan l’avrebbe amata, e lei avrebbe cercato di amare di più se stessa.

Ma le cose non vanno mai come si pianificano. Dan talvolta era stato carente, giudicandola con rimprovero, Serena era  ricaduta nelle vecchie abitudini, preferendo una bugia all’onestà. Così l’accordo era stato infranto e col tempo, lei aveva imparato ad essere migliore anche senza il sostegno di lui, mentre lui aveva imparato a camminare in quel mondo patinato anche senza la mano di lei.

Serena, quella dea splendente priva di imperfezioni che lo aveva fatto innamorare, si era rivelata un essere umano fragile, sensibile all’errore come Dan stesso, incapace di salvare dalla corruzione perfino la sua sorellina, benché avesse assistito giorno dopo giorno al progressivo scurirsi del suo guardaroba e delle sue speranze.  

Ora, se gli avessero chiesto cos’era l’amore, Dan avrebbe pensato a una forza devastante che ti ghermisce il cuore inaspettatamente, contro tutti i tuoi ragionevoli dubbi, al profumo Chanel N.5 e alla volta che lo aveva sentito mescolato all’aroma del caffé, a una bocca pungente dal sapore incredibilmente dolce che si ostinava a chiamarlo Humphrey e che sapeva cose bellissime sui baci. Il dettaglio sorprendente di Blair, rifletté Dan mentre le posava un bacio sulla testa, fra i capelli setosi e ondulati, era che poteva essere un’insopportabile rompiscatole per ventitrè ore e cinquantanove minuti al giorno, con il suo infantile snobismo, la sua irritante presunzione, i suoi atteggiamenti tirannici nei confronti di chiunque avesse avuto la sventura di contrariarla (e non ci voleva poi molto, dato il suo carattere irascibile e vendicativo); e poi, dopo una giornata di colpi bassi sferrati con spietata destrezza, veniva quell’unico momento, breve e fuggevole, tanto che quasi non credevi ai tuoi occhi, in cui la ricca e ambiziosa Blair Waldorf si spogliava di tutta la sua arroganza e diventava semplicemente Blair, una ragazza vulnerabile e insicura, piena di paure e di problemi che la avviluppavano in un soffocante sudario da cui non riusciva a venir fuori, nonostante si consumasse le unghie nel tentativo di liberarsi. In quei fugaci momenti, bastava uno sguardo ai suoi grandi occhi indifesi, brillanti di lacrime trattenute, ed eri perduto. Per sempre.

Ultimamente, Blair si spogliava della sua maschera non appena varcava la soglia del loft. La trasformazione era visibile nel modo in cui le spalle le ricadevano in avanti e il finto sorriso lasciava le sue labbra tanto desiderabili. Portami via, gli aveva chiesto una volta disperata, e benché sapesse bene che non avrebbe dovuto assecondarla, dato che lo sbaglio da cui lei voleva fuggire non era affatto uno sbaglio, Dan aveva detto sì, mettendo a tacere la propria coscienza, perché il sì che Blair si stava preparando a pronunciare gli avrebbe spezzato il cuore, perché la fuga d’amore era il culmine perfetto delle storie che aveva sempre letto con piacere, perché, in fin dei conti, un lato oscuro forse ce l’aveva anche lui. Ma per i cattivi non c’è paradiso, e quella volta Blair era tornata con il principe, avvisata in tempo del suo piccolo inganno, come in tutte le fiabe che si rispettino. Dan aveva pensato seriamente di averla perduta, che quello sarebbe stato lo scotto del suo comportamento sleale, ma ora Blair era tornata di nuovo lì, nel luogo che aveva eletto a suo rifugio sicuro dai problemi –e se non è con Louis che si sente così, libera e protetta, è  davvero giusto che lo sposi?- e gli aveva di nuovo confidato le sue paure, con gli occhi lucidi e il labbro che fremeva, ma leggermente, perché Blair cercava comunque di essere forte. Dan stavolta aveva ignorato la vocina egoista che gli riempiva la mente, così come gli accenni di Blair alla virilità del futuro consorte e quelli di Chuck Bass sui loro trascorsi fisici, ed era stato semplicemente lì per lei, perché sapeva che era di un amico che Blair aveva bisogno, non di un altro spasimante che le ingarbugliasse la già insopportabilmente aggrovigliata trama della sua vita. Sapere che lei era incinta gli aveva trafitto lo stomaco e il cuore e aveva fatto venir voglia a lui di vomitare, in quella toilette lussuosa, non poteva negarlo; ma non le avrebbe mostrato quanto la notizia lo aveva scosso. Le sarebbe stato vicino senza chiederle niente in cambio. Avrai comunque me, le aveva promesso, e il breve, faticoso sorriso che Blair gli aveva rivolto era valso tutto il dolore che Dan aveva messo da parte per sostenerla.

Restarono abbracciati finché non sentì che Blair si irrigidiva leggermente e tirava su col naso. Dan la conosceva abbastanza da sapere che erano i segnali che si stava ricomponendo a poco a poco, riprendendo in mano le briglie del suo autocontrollo che le erano sfuggite dalle dita.

“Humphrey?”

“Sì, Blair?”.

La ragazza si scostò da lui per scoccargli un’occhiata critica, aggrottando le sopracciglia.

“Dovresti mangiare di più. Se dimagrisci ancora un po’, farai più paura ai bambini di Gothic Barbie”.

Dan si accigliò.

“Jenny ci va più piano col trucco, adesso. E poi non sono così magro.”

“Allora perché Beatrice ha pensato subito ai barboni, guardandoti?”.

Blair sorrise trionfante e lui scosse la testa, divertito e sconcertato.

“No, ehi, non è andata così.”

“Mi ha chiesto se volevo incartare un po’ di viande da portarti.”

“Ora stai proprio mentendo”.

Blair lo fissò per qualche secondo e poi rise impertinente, un suono che lo risollevò di morale, nonostante fosse a sue spese. Gli piaceva che, nonostante la situazione difficile, lei fosse ancora capace di lasciarsi andare.  

Quando l’ilarità si spense, Blair abbassò gli occhi sulle proprie mani, che aveva unito in grembo, e sussurrò, dopo un sospiro:

“Prenderò appuntamento per le analisi domani stesso. Un po’ di capelli dal pettine di Louis basteranno, credo.”

“Ti accompagno, se vuoi.” si offrì, e Blair gli scoccò un’occhiata penetrante, in cui Dan scorse anche un pizzico di fastidio.

“Non ho bisogno che mi controlli, Humphrey”.

Dan scrollò le spalle.

“Se lo dici tu”.

Il calcio sulla caviglia fece male, e mentre gemeva, Dan pensò che era meglio non provocarla nell’immediato futuro. Era già irascibile normalmente, ma con gli ormoni della gravidanza che le impazzavano nel corpo, Blair era un pericolo pubblico.

“Buonanotte, Dan.” cinguettò, soddisfatta della sua piccola rivincita.

“Buonanotte, Blair”.

La vide sparire dietro la porta e rilasciò il sospiro che aveva trattenuto.

 

 

Fine

 

 

Note dell’Autrice:

[1] “Something Strange called Love” è il titolo di una canzone di Boy George.

[2]  Piccola shot senza pretese su Dan e Blair, perché la scena finale della 5x02 mi ha intenerita da morire. La coppia numero uno nel mio cuore di shipper resta quella formata da Chuck e Blair, ma sono felice che Blair possa contare su qualcuno in un momento tanto complicato. Del resto, Dan: “Good shoulders to cry on”.<3

Ringrazio in anticipo tutti i lettori.

Alla prossima storia,

Melany

 

 

 

 

  
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